Daria
Bignardi (Ferrara, 14 febbraio 1961) è
una giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice
italiana.
Nel 2009 pubblica la sua biografia, intitolata "Non
vi lascerò orfani". La critica e il
pubblico apprezzano sin da subito le sue particolari
doti creative.
Il suo libro autobiografico viene tradotto in vari
paesi e ottiene diversi riconoscimenti, tra cui il
Premio Elsa Morante per la narrativa, il premio Rapallo
e il "Premio del Libraio" Città di
Padova.
Dopo il successo della sua opera prima segue quello
del romanzo "Un karma pesante", pubblicato
nel novembre 2010.
Nel 2012 pubblica "L'acustica perfetta"
che viene tradotto in undici Paesi.
Nel mese di ottobre 2013, su invito dell'Università
di Bologna, Daria Bignardi insegna pratiche
di storytelling, tenendo un laboratorio in cinque
incontri, dedicato agli studenti del Dipartimento
di Filologia Classica e di Italianistica, della Scuola
di Lettere e Beni Culturali.
Nell'ottobre 2014 pubblica il romanzo "L'amore
che ti meriti".
Nel maggio 2015 esce il suo quinto romanzo: "Santa
degli impossibili".
Nel novembre 2018 esordisce a teatro con "La
coscienza dell'ansia". Lo spettacolo è
un dialogo musicale che vede in scena la cantautrice
e attrice teatrale FLO, accompagnata dal musicista
Michele Maione. Daria Bignardi alterna racconti
inediti a letture di brani tratti dai propri romanzi,
ma anche da altri libri che ne hanno accompagnato
la formazione, tra cui "Conversazione in Sicilia"
di Elio Vittorini, "Seminario sulla gioventù"
di Aldo Busi e "La coscienza di Zeno" di
Italo Svevo.
Nel 2020 pubblica "Oggi faccio azzurro".
Due anni più tardi, nel febbraio 2022, esce
il suo nuovo lavoro: "Libri che mi hanno rovinato
la vita" per Einaudi.
Libri
che mi hanno rovinato la vita.
«Le situazioni pericolose, tristi, luttuose
mi facevano vibrare come se solo nel dramma la vita
si mostrasse davvero: nuda, integra, commovente».
Ciascuno di noi, anche solo per un istante, ha conosciuto
l'irresistibile forza di attrazione dell'abisso. Daria
Bignardi sa metterla a nudo con sincerità e
luminosa ironia, rivelando le contraddizioni della
sua e della nostra esistenza, in cui tutto può
salvarci e dannarci insieme, da nostra madre a un
libro letto per caso.
Partendo dalle passioni letterarie che lhanno
formata, con la sua scrittura intelligente e profonda,
lieve, Daria Bignardi si confessa in modo intimo
dalle bugie adolescenziali agli amori fatali, fino
alle ricorrenti malinconie narrando lavventura
temeraria e infaticabile di conoscere sé stessi
attraverso le proprie zone dombra. E scrive
un inno allincontro, perché è
questo che cerchiamo febbrilmente tra le pagine dei
libri: la scoperta che gli altri sono come noi. Memoir
di formazione, breviario di bellezza, spudorato atto
di fede verso il potere delle parole, questo libro
è un percorso sorprendente e imprevedibile
fatto di domande, illuminazioni, segreti, che pungola
e lenisce, fa sorridere e commuove. Un viaggio nel
quale la vita si manifesta «furiosamente grande».
«Dopo aver letto Il demone meschino di Sologub,
a tredici anni, presi della polvere dal Piccolo Chimico,
uno dei miei giochi preferiti di bambina, la misi
dentro un foglietto di carta velina piegato in quattro
e me lo infilai nel portafoglio, per giocare alla
droga. Mio padre la trovò qualche anno dopo
e la fece analizzare. Distratto comera, assente
comera, anziano comera sono nata
che aveva quasi cinquantanni a suo modo
cercava di tenermi docchio. Mia madre era cosí
ansiosa che il solo pensiero che potessi cacciarmi
nei guai la devastava, perciò lo rimuoveva.
Mi proibiva tutto, che è come non proibire
niente. Per lei e quindi anche per me
non cera scelta: dovevo essere irreprensibile
e prudente, se no lei come minimo ne
sarebbe morta. Diventai lopposto».
Abel Wakaam: Ciao Daria, sfogliando le pagine
della tua ultima opera sembra che i libri abbiano
assunto la capacità di chiamarti dagli angoli
più reconditi della tua libreria. Esiste un
legame indissolubile tra voi?
Daria Bignardi: Credo di sì e che abbia
a che fare sia col momento della vita in cui li ho
letti che con le cose di me che hanno fatto risuonare.
Mi hanno mostrato strade che avevo bisogno di prendere,
e mostri che avevo paura di vedere.
Abel Wakaam: E sono in grado di cambiarti
la vita a seconda del momento in cui li cerchi?
Daria Bignardi: Sì ecco proprio così:
conta molto il momento dellincontro.
Abel Wakaam: Un libro deve avere la capacità
di accarezzarti, oppure di morderti e pungerti come
asserisce Kafka?
Daria Bignardi: Morderti, pungerti, turbarti,
sconvolgerti: assolutamente.
Abel Wakaam: Quanto cambiano le parole dette
da quelle scritte?
Daria Bignardi: Cambiano moltissimo. Non solo
perché restano, ma anche per come sono fatte,
per la loro forma, che può essere più
o meno affascinante, esatta, originale.
Abel Wakaam: "Se non vivessimo alla
ventura, prendendo il toro per le corna e tremando
sui precipizi, non saremmo mai depressi, senza dubbio;
ma già saremmo appassiti, vecchi, rassegnati
al destino". È con queste parole di
Virginia Woolf che colori la prima pagina bianca di
Libri che mi hanno rovinato la vita. Ci sono
anche libri che possono cambiare il nosto destino?
Daria Bignardi: Credo di sì. Non ho
citato in questo libro unopera di Aldo Busi,
il Seminario sulla gioventù, che credo mi abbia
dato al forza di lasciare, a 26 anni, un lavoro sicuro
- che non mi piaceva - per scrivere.
Abel Wakaam: "La prima volta avevo
cinque anni. Lui era alto, sottile, rigido: parlava
di un bambino piú piccolo di me che un pomeriggio
trovava nel suo giardino unenorme fragola rossa.
Credo che il bambino si chiamasse Celestino. Aveva
di sicuro gli occhi azzurri". Sembra che tu
stia parlando del tuo primo amore. È così
che è nata la tua relazione prioritaria con
la letteratura?
Daria Bignardi: Sì, con Celestino,
il protagonista di un libro illustrato che adoravo.
Lho perduto quindici anni fa, come racconto.
Ma tanti lettori mi hanno scritto che loro ce lhanno
ancora, e che la storia di Celestino non è
luminosa come ricordavo io. Cera già
il germe del piacere di soffrire - il sentimento che
metto a fuoco nel mio racconto- anche lì.
Abel Wakaam: "E altri amori malinconici".
L'amore non può essere semplicemente allegro,
radioso o spensierato? Deve per forza essere malinconico
per lasciare un segno profondo nella nostra esistenza?
Daria Bignardi: Spero proprio di sì!
Abel Wakaam: Un libro letto può riuscire
a rappresentarci più di uno scritto in prima
persona?
Daria Bignardi: Eccome. È per quello
che scrivo di libri
Abel Wakaam: Un'ultima domanda. Credi ci sia
ancora posto nel panorama letterario per gli autori
emergenti?
Daria Bignardi: Sì, ci sono sempre
e sempre ci saranno nuovi autori.
Abel Wakaam
© Writer Officina
Lettori: 3532
|