Piera
Carlomagno, giornalista professionista, scrive
per Il Mattino di Napoli. Il suo romanzo Una
favolosa estate di morte, pubblicato nella
collana NeroRizzoli per Rizzoli, ha vinto il Premio
Romiti Sezione Emergenti. Con i precedenti romanzi
ha vinto numerosi premi ed è stata finalista
al Tedeschi con Le notti della macumba.
I suoi racconti sono presenti in numerose antologie.
E direttrice artistica del SalerNoir Festival,
le notti di Barliario, che a luglio giunge alla
settima edizione. E laureata in Lingua e letteratura
cinese e ha tradotto unopera teatrale del Premio
Nobel Gao Xingjian.
Il suo ultimo romanzo Nero lucano,
edito da Solferino,
è in libreria dal 6 maggio.
Abel Wakaam: Ciao Piera, sei nata prima giornalista,
traduttrice oppure scrittrice di gialli/noir? Cosa
ti ha trascinata nella scrittura?
Piera Carlomagno: Ho sempre voluto scrivere,
fin da bambina. I miei genitori mi hanno abituata
a progettare e poco a sognare, così ho pensato
di scrivere per lavoro e sono diventata giornalista.
Sono stata cronista di giudiziaria per qualche anno
e mi sono appassionata allindagine. Da un caso
di cronaca è nato il mio primo romanzo giallo,
che è stato finalista al Premio Tedeschi dei
Gialli Mondadori nel 2011 ed è stato pubblicato
nel 2012. Da allora non ho più smesso di scriverne.
In realtà non ho mai svolto lattività
di traduttrice, ma trovo divertente che lo scrittore
cinese Gao Xingjian, di cui ho tradotto unopera
teatrale per la tesi di laurea, tanti anni dopo sia
diventato Premio Nobel per la Letteratura.
Una
favolosa estate di morte. Un male antico si nasconde
nella città di pietra. «Erano ombra senza
peccato, impossibili da punire e impossibili da perdonare,
che restavano per sempre nelle cose, come la terra
della sua Basilicata, la pietra che assorbe e non
restituisce»
Accadono fatti terribili nella terra di mezzo tra
Matera e Potenza, frontiera selvaggia che si ripiega
su se stessa come le ripide gole che la solcano. E
così una notte di giugno, nei calanchi vicino
Pisticci, un uomo e una donna vengono assassinati
brutalmente. Lui è Sante Bruno, architetto
con entrature che contano. Lei, Floriana Montemurro,
una ragazza bellissima, figlia di un potente notabile.
Il duplice omicidio scuote la monotonia di una provincia
in cui il pettegolezzo vola di bocca in bocca e le
lingue sono affilate come rasoi. Indagare sul caso
tocca a Loris Ferrara, magistrato in crisi che vuol
rifarsi una vita, e all'anatomopatologa Viola Guarino.
Abilissima nel leggere la scena del crimine, convinta
sostenitrice dei metodi scientifici d'indagine, la
Guarino ha un sesto senso prodigioso. "Strega"
la chiamavano da bambina. "Strega" pensano
oggi di lei i suoi concittadini. E del resto, è
la nipote di Menghina, celebre lamentatrice funebre
della Lucania, una che ha trasformato la morte in
professione e di stranezze se ne intende. Turbata
dai sentimenti che prova per l'ombroso Ferrara, Viola
si getta a capofitto nell'inchiesta. Mentre incombono
i preparativi per Matera 2019 Capitale della Cultura
e il futuro si porta appresso milionarie speculazioni
sugli antichi Sassi, dovrà confrontarsi con
i misteri di un Sud in cui tutto sta cambiando anche
se nulla cambia mai davvero. Piera Carlomagno svela,
con eleganza e discrezione, il male profondo di una
terra insieme ai tormenti e alle malinconie delle
donne che la abitano.
Nero
Lucano. La vista che si presenta di fronte a Viola
Guarino, anatomopatologa chiamata per un sopralluogo
sulla scena del delitto, è orribile: un uomo
con la testa spaccata, letteralmente, in due. E un
ingegnere di origini lucane che da tempo abita a Varese,
tornato al paese per affari. Ma quali affari? La sua
efficientissima segretaria - e forse amante - ne ha
perso per ore le tracce proprio alla vigilia di un
accordo milionario. E la moglie Leda, che detesta
la Basilicata, si mostra vaga fino al punto di essere
sospetta. Le fin troppo sensibili «antenne»
di Viola, un po' scienziata e un po' strega, colgono
una tensione erotica più torbida rispetto a
un semplice triangolo - o quadrato - extraconiugale.
O forse si sta lasciando influenzare dal ritorno del
sostituto procuratore Loris Ferrara, irresistibile
e sfuggente come il giorno in cui si sono incontrati
- e come il giorno in cui si sono lasciati? Prima
che possa fare ordine tra prove, intuizioni e sentimenti,
però, si scopre un nuovo cadavere. C'è
stata un'altra vittima, prima dell'ingegnere. L'assassino
firma i suoi crimini lasciando al suo passaggio tracce
che sembrano sberleffi: una mappa del territorio fin
troppo dettagliata, una pagina dalla Divina Commedia.
Non c'è dubbio che colpirà ancora. Una
Matera invernale e inquietante, di straordinario fascino
tra tempeste e gravine, fa da sfondo a una corsa contro
il tempo sulle tracce di un serial killer implacabile.
Per inseguirlo, in sella alla sua moto, Viola Guarino
dovrà attraversare diverse sfumature di nero:
dentro e fuori dall'animo umano.
Abel Wakaam: Il mondo del romanzo giallo si
tinge sempre più spesso di rosa. Donne che
raccontano storie di altre donne e protagonisti dai
risvolti umani molto marcati: Viola Guarino e la sua
fama di strega, il padre savio che è un piccolo
agricoltore, la madre girovaga, il nonno farmacista,
Ottorino il più stimato di Matera, ma soprattutto
la nonna cumma Menghina, la lamentatrice funebre
più brava e meglio pagata della regione. Da
quale mondo arrivano tutti quanti?
Piera Carlomagno: Dalla Basilicata, che è
quella di oggi, proiettata fortemente verso il futuro,
ma anche trattenuta da un senso arcaico profondo e
dunque sono personaggi che in qualche caso devono
ben rappresentare la paralisi, in altri escono dagli
stereotipi in maniera violenta e destabilizzante:
è la mia visione della Basilicata, ma sono
anche i miei ricordi, le cose che ho visto e quelle
che mi sono state raccontate, la mia famiglia, i miei
studi di antropologia culturale, i miei viaggi.
Abel Wakaam: Viola Guarino è diversa
da chiunque altro, unica e per certi versi decisamente
originale. Hai cercato in tutti i modi di creare una
figura che non ricordasse niente di già vìsto.
Non è certo facile in un genere dove lo stereotipo
di chi indaga ricalca spesso chi è arrivato
prima. Come ci sei riuscita?
Piera Carlomagno: È vero, gli autori
di gialli e noir devono fare qualche sforzo in più
degli altri, perché la critica è molto
agguerrita a scovare cliché come non lo è
per gli altri romanzi. Inoltre il proliferare dei
commissari negli anni dellesplosione dei romanzi
di Camilleri, non ha aiutato. Io ho pensato a una
donna che combattesse per emergere in un mondo di
uomini e se era un cliché anche questo, le
ho dato armi diverse. Nessun potere magico, solo la
possibilità di affiancare allindagine
di oggi, quella fatta di tracce biologiche, unindagine
tradizionale fatta di empatia e domande. Lei ha una
consuetudine con la morte fisica, perché è
un medico legale, ma anche con la morte spirituale,
per via della nonna lamentatrice. E questa consuetudine,
ce lo dicono gli studi di Ernesto De Martino, ha una
base scientifica forte a sua volta.
Abel Wakaam: Per ambientare un romanzo in
una terra che non è la stessa in cui si vive,
bisogna conoscerla e amarla in modo particolare. Cosa
ti lega così profondamente alla Lucania?
Piera Carlomagno: Sono lucana di origini,
entrambi i miei genitori sono nati là, tutta
la mia famiglia è lucana, così come
lo è la mia cultura, il carattere, lanimo.
Non ho bisogno di tanto tempo per sentirmi a casa
in Basilicata; se visito un paese che non ho mai visto
prima, mi sembra di esserci già stata.
Abel Wakaam: A volte, l'architettura di un
romanzo giallo è legata in parte a fatti davvero
accaduti, così da creare un interessante intreccio
tra realtà e fantasia. In Nero Lucano
racconti invece una storia che sembra totalmente di
fantasia. È davvero così, oppure hai
nascosto qualcosa ai lettori?
Piera Carlomagno: Cerco sempre di inventare
le storie che racconto, ma di inserirle in un contesto
vero; non amo che si parli di fantasia, ma di elaborazione
della memoria, intesa come ricordo, osservazione e
visione del futuro. Per me il contesto resta uno dei
pilastri. È il contesto, la realtà che
li circonda quindi, che fa muovere personaggi inesistenti
nelle storie che scrivo.
Abel Wakaam: In una serie di romanzi in cui
la protagonista principale è sempre la stessa,
diventa più complicato affibbiarle una nuova
trama o la sua presenza diventa un appiglio a cui
è più semlice legare i fili degli altri
personaggi in gioco?
Piera Carlomagno: Viola Guarino è una
professionista, lavora sui cadaveri e sulla scena
del crimine, ma sa anche stabilire un contatto forte
con le persone. Questo le consente di condurre unindagine
più completa, fatta di tracce biologiche, ma
anche di racconti, la ricostruzione dei moventi. È
un personaggio che apre a diversi tipi di storie.
Abel Wakaam: Un'ultima domanda che faccio
a tutti gli scrittori affermati. Quale consiglio ti
senti di dare a chi comincia adesso a percorrere questa
tortuora strada?
Piera Carlomagno: Leggere, scrivere il più
possibile, cominciare facendo piccoli passi, non pubblicare
mai a pagamento, stabilire un rapporto importante
con la propria passione e, se questo cè,
non mollare.
Abel Wakaam
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