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Sono Davide, ho 41 anni e vivo sul mare alla fine dell'Italia a Santa Maria di Leuca. Sono nato in Salento ma ho studiato e vissuto a Roma per tanti anni, dal 2002 al 20015, dove ho preso il tesserino di giornalista pubbilicista nel 2007. Ho vissuto e lavorato in Inghilterra per un periodo sempre nel campo del giornalismo fino a quando ho sentito il richiamo del mare e dei viaggi e mi sono stabilizzato nel Sud del Salento. Alterno periodi “vista mare” a periodi dove viaggio, l'ultimo lo scorso anno in solitaria per quattro mesi nel Sud Est asiatico che mi ha dato la possibilità di staccarmi da tutto, e finire il progetto “Falene” che era in cantire da un po di tempo e che era sempre rimasto lì. Sono quel tipo di persona che lotta costantemente con i propri umori e la propria inquietudine, e che spesso cerca la solitudine che poi a sua volta odia. Cerco di vivere di passioni e, nei limiti del possibile, cerco di fare quello che mi piace appassionandomi a progetti che di volta in volta si presentano nella mia vita.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Davide Pontrelli: Ricordo che da bambino lessi per la prima volta “20mila leghe sotto i mari” e rimasi folgorato. Mi affascinò moltissimo la prospettiva di usare l'immaginazione e la possibilità di metterla nero su bianco. Mi prese molto anche tutta quella parte della “scoperta”, dell'esplorazione e della solitudine del capitano Nemo.
Writer Officina: Cosa c'è di te nel tuo romanzo?
Davide Pontrelli: Beh direi tutto. O meglio, generalmente parto sempre da un'esperienza diretta o da un'ispirazione o un pensiero reale che a volte si sposano con la fantasia a volte no. I posti di cui parlo e le persone a cui faccio riferimento sono effettivamente luoghi in cui sono stato e persone realmente conosciute e situazioni reali che ho vissuto. Che poi posso più o meno romanzare.
Writer Officina: Hai lavorato prima a una scaletta o hai scritto di getto?
Davide Pontrelli : Per il progetto “Falene” ho scritto di getto, assolutamente. La scaletta è subentrata in un secondo momento quando ho visto che il tutto stava prendendo una sua forma naturale. L'idea della scaletta intesa come fosse un disco e che i vari testi fossero come delle canzoni è avvenuto del mio viaggio in solitaria nel Sud est Asiatico. Mi sembrava che ogni racconto, seppur profondamente diverso nello spirito e negli argomenti, avesse un unico filo conduttore, è lì che mi è venuta l'idea di fare una scaletta come si fa per i “concept” album. Con tanto di intro, outro e skit.
Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?
Davide Pontrelli : Confermo, almeno per quanto mi riguarda, per alcuni può essere il disegno, la fotografia, la musica o qualsiasi altra forma artistica o di comunicazione. Mi piace pensare che le persone che hanno una spiccata sensibilità o creatività abbiano l'urgenza di esprimersi, ed è terapeutico farlo, altrimenti reprimendo questo bisogno innato, si potrebbe correre il rischio di implodere. Voglio dire che da qualche parte questo flusso deve uscire, non può rimanere bloccato o imprigionato dentro di noi.
Writer Officina: La tua passione per la scrittura come e quando nasce?
Davide Pontrelli: Onestamente non l'ho mai vista, nè tantomeno vissuta come una passione. Nella mia vita ho altre passioni, come ad esempio la musica o il mare, la scrittura l'ho sempre vissuta più come un'urgenza. Una necessità. Una cosa che “devo” fare piuttosto che “voglio” fare. Credo che sia più che altro una mia naturale predisposizione per comunicare e condividere.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Davide Pontrelli: Scrivo completamente d'istinto, a volte inizio a scrivere senza nemmeno sapere cosa voglio scrivere o di cosa voglio parlare, poi l'argomento prende vita da solo durante la stesura. Scrivo di getto senza fermarmi o cercando di farlo il meno possibile, poi ricontrollo dopo. Nel caso di “Falene” mi sono ritrovato ad evere diversi testi differenti che avevano però uno “sfondo comune” , da lì l'idea del libro come se fosse un disco. I vari pezzi avevano lo stesso tappeto ma con argomenti diversi.
Writer Officina: Quali sono le difficoltà che hai incontrato?
Davide Pontrelli: Le difficoltà che ho incontrato sono state più che altro trovare la voglia e la costanza di mettermi a scrivere. Per molti la scrittura è un processo liberatorio, per me è spesso doloroso. Andando spesso a fondo e cercando di estrapolare quanto di più intimo e vero io abbia dentro di me, questo può portare a rendere faticoso il processo creativo. Sai, quando cerchi di essere viscerale e metterti a nudo non sempre è facile.
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