Se la memoria non mi inganna, avvenne che sul fini-re del mese di luglio, de l'anno Millecento uno, giunsi finalmente a Sinope, porto in terra di Anatolia appar-tenente a lo imperadore di Costantinopoli.
Ne li giorni che seguirono a la battaglia di Kasta-monu, mi ritrovai a vagar, solo e perso, fra le stranie-re lande, balzando di villaggio in villaggio. Sopravvissi grazie a le conquiste mie, donando piacer a pulzelle e vedove, imparando ad appr...
Matteo Isoni
K - alle porte del destino
Thriller Storico
1906. Parigi.
Ma tutti la chiamavano ville lumiere, allora. Se quella città era fatta di luci era fatta almeno altrettanto di ombre.
Se ne era accorto ben presto, lui, arrivando in quella metropoli distante ventisei ore di treno dalla sua città natale, Livorno, e soprattutto così nettamente priva del mare che tanto amava, che l'acqua dolce d'un fiume non è consolazione adeguata a chi cerchi il salmastro dell'alba, e i gabbiani. Appena sceso da...
Maria Scerrato
Fiori di ginestra
Storico
Donne briganti lungo la Frontiera 1864-1868.
La ferita da arma da fuoco non accennava minimamente a guarire e sebbene la lavassi giornalmente con acqua e aceto e la medicassi con un impiastro di olio e bianco d'uovo sbattuto, era ancora viva e aperta. Non c'era minima traccia di formazione di tessuto cicatriziale e versava una gran quantità di liquido sieroso e purulento. Provai perfino una poltiglia di patata schiacciata ed il decotto di pilo...
Elide Ceragioli
Il falco e il falcone
Romanzo storico
Giovanni lo staffiere si alzò poco prima dell'alba e cominciò a strigliare il cavallo. Un prezioso massaggio che scaldava i muscoli dell'animale e li preparava alla corsa. Il baio aveva percepito l'eccitazione e fremeva scalpitando. Indugiò a lungo a controllarne gli zoccoli: il maniscalco aveva fatto un buon lavoro, la ferratura era salda. Passò uno strato di grasso dove la pelle tirava su una vecchia cicatrice e l'animale voltò la testa grato p...
Linda Lercari
Kaijin - L'ombra di cenere
Romanzo Storico
Bestia.
Piccoli morsi di brina sulla pelle, il fastidioso pizzicore della tela ruvida. Il solito risveglio. Persino il sole stava ancora riposando mentre era già necessario alzarsi, masticare in fretta una ciotola di miglio bollito e recarsi nei campi.
Il lavoro non era la parte che detestava, anzi la fatica era un ottimo stratagemma per non pensare, per non soffermarsi a riflettere su quella vita. Chi si credeva di essere? Famiglia contadi...
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Dedicato a chi vuole sognare, dedicato
a chi crede in se stesso e vuole incantare
il mondo con le parole. Dedicato ai
ribelli e ai sognatori, dedicato a chi
non si arrende davanti a un rifiuto
e vuole continuare a dipingere la vita
con mille colori. Questo è il
luogo di tutti, un acro di terra sconsacrata,
dove ognuno può coltivare i propri
sogni, affinché si realizzino
e non abbiano padroni. Questo è
il luogo dei folli che vogliono cambiare
il mondo e ci riescono davvero, questa
è l'ultima speranza di chi vuole
nascere mille volte e non morire mai...