I Delitti del Brabante
1 - Un cadavere sul tappeto
C'era un cadavere sul tappeto del suo salotto, non era la scena di un telefilm, era un cadavere vero, come il sangue che aveva intriso i decori; doveva sbarazzarsene in fretta, il tappeto non sarebbe stato un problema ma del corpo cosa ne avrebbe fatto?
Il fiume, l'unica soluzione era il fiume ! Il ramo a sud, quello era il punto più vicino, per arrivarci avrebbe dovuto attraversare la p...
Lorella Marini
Come la neve non fa rumore
Giallo Noir
Bologna, 6 aprile 2019
La ven zò, la ven zò, gridò una vecchia signora dai capelli color neve, puntando il dito verso l'alto.
E lei venne giù, volteggiando scomposta. Braccia e gambe annasparono a ghermire l'aria, e i ricordi si frantumarono al suolo in infinite schegge. Paura, dolore, morte.
Allegri, indaffarati, o distratti che fossero, i bravi bolognesi che gremivano la Sala Borsa in quel tiepido sabato di aprile sembravano ignari del dolo...
Luana Troncanetti
Omicidio alla Garbatella
Giallo Noir
Un nuovo caso per l'ispettore Proietti.
Il commissario capo Cusani è seduta in prima fila.
Il commissario capo Cusani è seduta in prima fila. Impassibile, come ruolo istituzionale impone. Le occhiaie le divorano la faccia pallida, la bocca è risucchiata in una smorfia di dolore.
La dottoressa Grasso tortura il bavero del cappotto leggero, si fissa la punta delle scarpe. Oggi non ha voglia di prendere per i fondelli il suo poliziotto prefer...
Sabino Napolitano
Il passato non dimentica
Giallo Noir
Una storia sbagliata per il commissario Sterlicchio.
È una di quelle fredde sere invernali che a Torino si accompagnano a una coltre di nebbia bassa e lattiginosa, che si potrebbe tagliare a fette e sembra fatta apposta per proteggere ogni cosa da sguardi indiscreti.
La piazza è avvolta in un innaturale gigantesco batuffolo biancastro che lascia appena intravedere gli eleganti palazzi e gli ampi portici, sotto i quali ancora pare aleggiare l...
Roberta Marotta
Vasi comunicanti
Giallo Noir
Innocenza.
Lucca, novembre 1960.
Una debole luce proveniente da un unico lampione illuminava la grande porta finestra proiettando due indistinte e lunghissime ombre sul pavimento sconnesso.
Il pianto delle due piccole sagome era silenzioso e composto, la condensa all'interno del vetro e la pioggia abbondante all'esterno lo mascheravano perfettamente trasfigurando e animando i lineamenti dei due visi con movenze innaturali ed involontari...
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Dedicato a chi vuole sognare, dedicato
a chi crede in se stesso e vuole incantare
il mondo con le parole. Dedicato ai
ribelli e ai sognatori, dedicato a chi
non si arrende davanti a un rifiuto
e vuole continuare a dipingere la vita
con mille colori. Questo è il
luogo di tutti, un acro di terra sconsacrata,
dove ognuno può coltivare i propri
sogni, affinché si realizzino
e non abbiano padroni. Questo è
il luogo dei folli che vogliono cambiare
il mondo e ci riescono davvero, questa
è l'ultima speranza di chi vuole
nascere mille volte e non morire mai...