Prima di non vederci più
Racconti
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Giampaolo Squarcina
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Il prof. Roberto Bianco, soprannominato Z3 per via del digramma con cui si firmava sul registro di classe, sembrava più eccitato di noi alla prospettiva del viaggio cui peraltro, annunciò, non avrebbe partecipato dal momento che stava terminando di allestire la propria personale in una galleria d'arte del centro: era specializzato nel dipingere nebulose, galassie, costellazioni e riscuoteva un certo successo. Il Corriere dell'Arte di Rivoli e Bu... 
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Isabella Galeotti
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27 racconti in cerca di lettori. Storie tra ieri oggi e domani.
Stamattina si è svegliata presto.
Un misto di tristezza e gioia hanno mosso i suoi gesti. Ha fatto il caffè, e per sbaglio ha versato un po' di zucchero sul piano di marmo.
Ma non le è importato.
Il giornale è ancora sul tavolo e quando si è girata per prenderlo ha sollevato gli occhi oltre il vetro e ha visto la neve. Si è avvicinata e ha notato che una pioggia gelata si sta p... 
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Racconti quasi blues
Racconti Narrativa
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Francesco Pino
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Piove. Piovono talmente tanti litri d'acqua che ha perso pure il conto delle ore. Jean-Pierre batte i suoi stivali, ha sotto le suole chilometri di fango. Gli viene da pensare che il fango è della terra che beve e allora gli sembra che potrebbe finire anche lui bevuto dalla terra a forza di camminarci sopra. Quando piove così si diventa un po' pioggia e un po' terra, ci si mescola col fango. Dov'è che comincia l'acqua e dov'è che finisce la ter... 
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Non è vero che i bambini non si innamorano
Racconti
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Giampaolo Squarcina
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La maestra Maura ci ha detto che la prossima primavera andremo in gita a Venezia. Per cinque giorni. Se qualche genitore vuole venire per aiutarla, ha precisato, può farlo. Mia madre si è subito offerta. A suo avviso in quinta elementare si è troppo piccoli per dormire fuori casa, e poi chissà cosa può succedere: meglio sorvegliare. Immaginate come mi sono sentito. Poi però, quando è venuto il momento di partire e ci siamo ritrovati alla stazione... 
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Giulio Natali
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Il monologo dell'attore
Inizio del terzo atto.
L'ingresso in scena è perfetto.
Non potrebbe essere altrimenti, visto che quei movimenti li ha ripetuti all'infinito.
Senza considerare le prove, è la centosettantaquattresima volta, tante sono le repliche.
Dalle quinte in sei passi è al centro del palcoscenico.
Guarda dritto avanti a sé, poi si volta verso la platea.
La luce del riflettore fende il buio della sala e gli illumina il vol... 
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