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Gli Abitanti dell'Inferno
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Kane dovette frenare qualche metro in anticipo per non sbattere contro il muro del parcheggio all'esterno dell'università. Il ghiaccio a terra, infatti, diminuiva l'attrito degli pneumatici in modo pericoloso, anche se lui era a bordo di un SUV. Appena parcheggiò, Aria indossò il giubbotto ed insieme a Kane uscì dal veicolo per dirigersi presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia del Caltech. Era lì infatti che si trovava l'ingresso segreto al quartier generale del FAPI, ripieno di uffici e laboratori tecnologici all'avanguardia per la fisica delle particelle e l'astrofisica. Il FAPI era il team del quale non solo Kane, ma anche Aria facevano parte. Il nome ‘FAPI' stava come acronimo di ‘Forensic and Anomalous Physics Investigation'. Era stato proprio il direttore Gregory a sceglierlo, poiché compito del team era quello di occuparsi di casi che apparentemente sembravano paranaturali, per cercare di scoprire la vera natura fisica degli eventi in gioco e dare una spiegazione scientifica al fenomeno, spesso in modo da fermare bande di criminali che sfruttavano configurazioni scientifiche ancora sconosciute alla società. Nel fare questo, Kane aveva una innata abilità nel collegare fatti tra loro apparentemente illogici, vedendo fili e trame dove gli altri non vedevano niente, in modo da risolvere i casi nel modo più efficiente possibile. Era per questo che il direttore Gregory lo aveva scelto come comandate delle operazioni sul campo durante le missioni. Kane e Aria si incamminarono tra i viali alberati ed innevati del campus universitario. Pochi studenti vi erano in giro quel giorno. Effettivamente, faceva così freddo che ognuno cercava di stare al chiuso. - Una nevicata a Los Angeles, eh? Da quanti anni è che non succedeva? - , disse qualcuno dietro Kane, dandogli una pacca sulla spalla. Era Tom Hoover, il suo amico più fidato, quasi come un fratello per Kane. - Tom! - Vide che con lui vi era anche un'altra figura familiare. - Credo proprio che io e Kendall stiamo andando nella vostra stessa direzione - , indicò Tom, mostrando il viale che portava verso il Dipartimento di Fisica. La dottoressa Kendall li salutò. Tremava dal freddo e indossava sia guanti che sciarpa. - Già, abbiamo ricevuto anche noi la chiamata dal direttore. Sembra essere abbastanza urgente... - , disse Aria. Tom era di alta statura ed era dotato di un fisico relativamente muscoloso, ma non si poteva assolutamente dire che fosse robusto. Aveva gli occhi neri ed i capelli biondi pettinati all'indietro, stile californiano. Conosceva Kane fin dall'addestramento nell'esercito americano: era, infatti, anche lui un ex-marine. Ed anche lui si era poi addentrato nella ricerca, specializzandosi in fisica teorica. La dottoressa Kendall Schmidt era invece bassina e con i capelli ricci e biondi, corti fino a metà collo. Aveva un dottorato in neuroscienze ed aiutava il team quando avevano a che fare con temi inerenti la neurobiologia o la medicina. - Beh, direi di incamminarci... stò morendo dal freddo! - , propose Kendall. - Bella idea, sbrighiamoci! - , disse Tom. Tutti e quattro entrarono nel Dipartimento, poi raggiunsero il ‘Laboratorio di Astronomia Galattica'. Lì, Tom si avvicinò ad un terminale ed utilizzò il suo tesserino FAPI. Una porta blindata dietro uno degli strumenti di astrofisica si aprì. Rivelando un ascensore. Kane e gli altri lo usarono per scendere sottoterra di svariati metri. Finché le porte si aprirono e davanti a loro si stagliò una scalinata che portava ad una sala enorme, con un viavai di gente, con in mano documenti, fogli, e caffè in bicchieroni di carta. Tutti indaffarati e con diverse mansioni. Una serie di schermi giganti erano attaccati alla parete frontale della sala, mentre sei corridoi si aprivano ai lati, che portavano a sezioni diverse del complesso. Quello era il loro quartier generale FAPI. Il cervello della loro organizzazione segreta. Kane vide Brandon e Jess vicino alla stampante e si avvicinò a loro. - Hey, Brandon! Ho lasciato il rapporto sugli aggiornamenti di sicurezza sulla scrivania del tuo ufficio. Lo hai visto? - Brandon McKee era un omone nero, grande e grosso. Si voltò verso Kane con aria scocciata, che incuteva timore. Ma Kane sapeva che quello rifletteva solamente il carattere di Brandon, e non era una vera minaccia rivolta a lui. Brandon era afroamericano e aveva spesso modi bruschi per intervenire sul campo. Anche se, a differenza degli altri nel team FAPI, non era uno scienziato, era invece un ex-marine distintosi come caporale maggiore, con specializzazioni da artificiere ed esperto di esplosivi. Aveva spesso usato armi pesanti nell'esercito degli Stati Uniti D'America. - Li ho visti, li ho visti! - , rispose Brandon con voce acuta. - Muovetevi voi quattro: abbiamo una riunione tra poco - , aggiunse poi, rivolto a Kane e gli altri. - Beh, credo siano venuti qui al quartier generale proprio per questo - , disse Jess, dando un pizzicotto sulla guancia a Brandon. Jess Heaven era da un po' di tempo impegnata in un rapporto con Brandon, e i due condividevano una villetta a Los Angeles. Jess era una donna di alta statura dal fisico assai attraente, con dei lunghi capelli lisci e biondi. Oltre ad avere un dottorato in fisica dei materiali, era una ex-poliziotta di formazione. Era cintura nera di karate ed abile in molte altre arti marziali. - Si, infatti. Abbiamo ricevuto anche noi la chiamata del direttore - , confermò Kane. - Mai mi sarei aspettato che ci chiamasse pochi giorni prima di Natale... - , disse Tom. - Non credo che questo genere di cose abbia orari da rispettare - , commentò la dottoressa Kendall. - Vabbé, finiamo di stampare questi report e ci vediamo lì nella sala riunioni - , disse Brandon, tenendo in mano le pile di fogli che Jess stava continuando a stampare. Kane e gli altri si diressero quindi verso la sala riunioni. Nel farlo, passarono di lato all'ufficio di Lydia Mabrock e la salutarono con la mano. Lei sembrò non accorgersene, indaffarata com'era dal tenere sotto controllo tre diversi schermi nel suo ufficio, poi però li vide con la coda dell'occhio e ricambiò il saluto. L'ufficio di Lydia sembrava un mini-quartier generale che era a sua volta contenuto nel quartier generale stesso del FAPI. Lei era infatti l'analista e coordinatrice delle missioni direttamente dal quartier generale. Era parte della CIA e solo raramente prestava servizio di supporto al FAPI direttamente sul campo, dove mostrava tutto il suo talento con l'uso del fucile da precisione. Aveva capelli neri lisci e una giacca grigia di lino. - Un paio di minuti e dovrebbe iniziare... - , disse Kane affrettandosi nel corridoio. Lui non era mai in ritardo agli appuntamenti. Scandiva il passare del tempo in modo eccezionale e assolutamente efficiente. Gli altri lo seguivano tenendo il suo passo. Svoltando un angolo di fretta, Kane sbatté incontro a Cole, facendogli cadere di mano due cartelle di documenti. - Oh, cavolo. Scusa, Cole... - , fece Kane. - Fa niente. Sbrigatevi che il direttore vi vuole in presenza tra poco - , suggerì Cole, abbassandosi e ricomponendo i documenti in un unico mazzo. Cole Dicken era l'esperto informatico del quartier generale del FAPI ed era affiliato alla NASA oltre che al Caltech. Aveva un fisico asciutto e una cresta di capelli neri da nerd. Non era un ex-militare, ma aveva due lauree, in cosmochimica e informatica. Oltre ad occuparsi di cybersecurity, era infatti anche il tecnico principale del laboratorio di spettrometria di massa, per analisi chimiche su campioni raccolti durante le missioni. Kane e gli altri ripresero a camminare e giunsero infine all'entrata della sala riunioni. Vi entrarono, e Kane scoprì che vi era qualcun altro che lo aveva preceduto in termini di orario. Era il geologo Barry. - Heylà! Chi si rivede! - , disse Barry pieno di entusiasmo nel vedere Kane, Aria, Tom e la dottoressa Kendall. Loro presero posizione sedendosi in sedie diverse attorno ad un grande tavolo in legno di mogano di forma ovale. - Barry! Che ci fai qui? Anche tu sei coinvolto in questa missione? - Barry Jones era relativamente basso, pelato, e con una carnagione poco abbronzata. Era il geologo forense del FAPI. Aveva svolto anni di ricerca come geologo nello U.S. Geological Survey, ed era stato poi salvato da un gruppo di malviventi durante l'ultima missione che aveva visto impegnato il team FAPI. Le sue qualità eccezionali in ambito geologico e geochimico avevano impressionato positivamente il direttore Gregory, tanto che Barry fu poi subito assunto. - Si, il direttore mi ha convocato, esattamente come voi. Credo si possa trattare di un caso, dove potrei essere utile... - , disse Barry. Passarono un paio di minuti, poi la porta della sala riunioni si aprì di scatto. Il direttore Gregory entrò, seguito da Brandon e Jess. E da altri tre individui, due uomini e una donna, che Kane non aveva mai visto prima. E nemmeno gli altri suoi colleghi, a giudicare dalle loro facce. Appena ognuno prese posto, il direttore Gregory si sedette ad una delle terminazioni del tavolo ovale e prese una pila di documenti e fotografie, per poi spargerli sul tavolo. - Buongiorno a tutti. Innanzitutto, lasciate che vi presenti questi tre esponenti della CIA - , esordì il direttore Gregory, rivolgendo il dito verso i due uomini vestiti in giacca e cravatta e la donna dai capelli arancio. - Loro sono Adam Jordan, William Pearson ed Eveline Bryant. - Ognuno di loro si presentò a bassa voce alzando la mano destra. Kane notò che solamente la donna, Eveline, non fece nessun accenno di presentazione. - Bene, credo vi starete chiedendo perché vi ho contattati e perché queste tre persone sono oggi qui con noi - , continuò a dire il direttore Gregory. - In poche parole, abbiamo un nuovo caso da risolvere. Un caso nel quale il nostro team FAPI potrebbe dare una mano decisiva nella sua risoluzione. Il caso riguarda un attacco ad un laboratorio di biologia e genetica avvenuto a Norden, in Germania, circa due giorni fa. - - Biologia e genetica? - , domandò la dottoressa Kendall. Ora capiva perché anche lei era stata chiamata a lavorare su quel caso. Specialmente per via delle sue qualifiche in neurobiologia e medicina. - Cos'è successo esattamente in quel laboratorio? - , chiese Kane, pensando che non poteva essere un semplice attacco, visto che era coinvolto il FAPI, ma doveva per forza trattarsi di qualcosa di scientificamente inspiegabile. - Questo è il punto - , disse il direttore. - Innanzitutto, lasciatemi dire che il laboratorio era finanziato dalla CIA, in particolare da Adam e William, che vi ho presentato poco fa. - - Si, questo spiega perché siamo interessati a risolvere questo caso... - , disse Adam, sistemandosi il nodo della cravatta. - Esatto. Dobbiamo valutare se è un attacco rivolto verso la CIA o qualcos'altro - , aggiunse William. Eveline continuava a non dare parola. - Quindi che diamine è successo in questo laboratorio? - , chiese Brandon in tono brusco. Sottovoce, Jess gli consigliò di stare in silenzio e ascoltare la discussione. - Il laboratorio in questione è stato assaltato da una squadra che, a giudicare da uno dei video registrati dall'unica telecamera a circuito chiuso presente, sembrava altamente specializzata - , disse il direttore. - Quindi aspettiamoci di avere a che fare con gente che ha una seria esperienza di tipo militare. - Kane sapeva che c'era dell'altro, e anche se aveva delle domande, lasciò parlare il direttore. - Questa squadra sembrava capitanata da una sorta di esponente anziano, vestito con indumenti utilizzati in ambito ecclesiastico. Non sappiamo se sia solamente un fanatico di qualche religione o qualcos'altro. Ma il gruppo potrebbe essere mosso da un'ideologia ben precisa - , continuò a dire il direttore. Mosso da un'ideologia ben precisa. Pensò Kane.
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Non sono assolutamente nato come scrittore, ma come scienziato. Sono di origini calabresi e sono un Dottore di Ricerca in Geologia Planetaria. Sono uno Scrittore Emergente solamente nel tempo libero. Mi piace alla follia esplorare luoghi estremi e, grazie al cielo, ciò si combina anche col mio lavoro da ricercatore in geologia. Ho infatti girato più di trenta nazioni in sei continenti, non solo per puro piacere ma anche per trovare campioni geologici utili per le mie ricerche. Per quanto riguarda la scrittura, scrivo piccole storie dall'età di sei anni, mentre al giorno d'oggi scrivo non solamente romanzi thriller ma anche sceneggiature per piccoli film amatoriali e videogiochi. Mi posso definire infatti Screenwriter, Game Writer e Game Designer per progetti indipendenti. Collaboro spesso con aziende di sviluppo di videogiochi, che mi contattano per offrirmi un contratto di lavoro come Narrative Designer, ovvero sviluppare sia la trama che i dialoghi tra i vari personaggi del gioco. Solo in seguito mi sono avvicinato alla scrittura di veri e propri romanzi thriller, con componenti scientifiche e d'avventura/azione.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la scrittura?
Nicola Mari: Non credo sia stato un momento vero e proprio, ma più che altro ho avuto la passione di voler raccontare avvenimenti in modo emozionante fin da quando ho ricordo. Inizialmente ho cercato di farlo tramite videoclip o piccoli film amatoriali. Tuttavia, la mia carenza di esperienza sul lato tecnico dell'arte del filmmaking mi ha velocemente portato a pensare che fosse assai più logico utilizzare le ‘parole' più che la ‘videocamera' per raccontare una storia.
Writer OfficinaWriter Officina: Di cosa tratta la tua saga di libri thriller? E perché hai scelto il thriller piuttosto che un altro genere?
Nicola Mari: Ho scelto il thriller avventuroso perché è uno di quei generi che ti tiene sempre in suspense, che non vedi l'ora di finire per capire qual è il succo di tutti gli avvenimenti. Odio far annoiare il lettore. Credo che chiunque, spendendoci del tempo, può essere bravo a descrivere nel dettaglio maniacale una scena di un romanzo. Tuttavia, sono del parere che la vera bravura si vede quando riesci a tralasciare tutto ciò che non è utile alla storia ed a lasciarlo all'immaginazione del lettore. Nei miei thriller non c'è un attimo di stanca: tra sequenze d'azione, suspense, colpi di scena e spiegazioni vicine all'impossibile, il lettore, alimentato dalla curiosità, non è mai stanco di voler continuare a leggere. La mia serie di romanzi thriller si chiama “Serie FAPI”, che è l'acronimo di ‘Forensic and Anomalous Physics Investigations'. Kane Huss, il protagonista, è un ricercatore in astrofisica ed un ex-marine. Esso, appunto, fa parte del team FAPI, uno speciale gruppo di ricerca segreto anti-criminalità, situato al California Institute of Technology. Insieme, il team si troverà ad affrontare casi estremi che si intrecciano tra storia e scienza, tra fede e tecnologia, tra reale e apparente sovrannaturale.
Writer Officina: Quanti ne hai scritti al momento?
Nicola Mari: I primi due libri, per ora. Il primo si intitola “L'Universo Non Dimentica”, e si focalizza sull'interazione di tematiche riguardanti la materia oscura e il cervello umano, oltre al noto fisico italiano Ettore Majorana, scomparso in circostanze sconosciute, e al Manoscritto di Voynich, considerato il libro più misterioso del mondo. Il secondo si intitola “Antico Futuro”, dove cerco di conciliare un avvenimento storico avvenuto nell'antico Egitto con le tematiche riguardanti nientemeno che la nascita di Internet: i protagonisti si troveranno poi alle prese con quella che sarà un'avventura fuori dagli schemi e che riguarderà qualcosa di antichissimo accaduto sulla Terra. Entrambi i libri sono disponibili sia in cartaceo sia in formato Kindle, su Amazon.
Writer Officina: Hai fatto dei corsi?
Nicola Mari: No, mai seguito dei corsi di scrittura creativa. Tuttavia, ho letto un paio di libri di Narrative Design e Game Writing che mi sono stati davvero utili sul perfezionare le mie tecniche di storytelling.
Writer Officina: Ti sei documentato, p.e. sui luoghi, sui temi di cui parli nei tuoi romanzi?
Nicola Mari: Come ogni buon tecno-thriller, ogni mio romanzo è pieno di spiegazioni sia scientifiche sia storiche. Per forza di cose, ogni volta (nella fase di pre-produzione dell'opera) mi documento sempre tantissimo sui temi che intendo trattare nel racconto. Soprattutto per quanto riguarda gli argomenti scientifici, mi baso sempre su pubblicazioni ufficiali su riviste scientifiche a revisione paritaria per tutto ciò a cui faccio riferimento nella narrazione. Addirittura, a fine romanzo spiego sempre in una sezione apposita tutte le informazioni che sono vere e da dove le ho prese, includendone i riferimento bibliografici. Molte volte ho l'aiuto anche di esperti del settore in varie tematiche che mi aiutano come consulenza sui temi che voglio trattare nel libro.
Writer Officina: Ritieni che la verosimiglianza sia importante oppure no visto che si tratta comunque di fiction?
Nicola Mari: La verosimiglianza ritengo sia molto importante, soprattutto per mantenere la credibilità della storia. Tuttavia, ritengo che ad un certo punto della trama, quando i temi trattati sono ormai ben ‘digeriti' dal lettore, si può fare anche un passo in più e sfociare nella fiction vera e propria. Ed è qui che esplode tutta la mia creatività, e allo stesso tempo queste sono le parti più amate dai miei lettori. Quello che mi piace è partire da un'idea scientifica apparentemente impossibile per poi portare i miei personaggi ad investigarla sempre più in dettaglio fino a comprendere come in realtà essa sia possibile. Così facendo arrivo ad ingrandire questa idea fino a creare dei veri e propri "metamondi" che hanno caratteristiche sicuramente irreali, ma che per il lettore sembreranno del tutto credibili visto che risultano in linea con quanto descritto durante il racconto.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Nicola Mari: Prima di iniziare un nuovo romanzo, una marea di idee bellissime ma sconnesse viaggiano nella mia testa. La cosa più difficile è proprio qui: non tanto nello scrivere il romanzo, ma nell'ordinare ed unire tutte queste idee in modo coerente e logico (e non è per nulla scontato). Per fare ciò passano diversi mesi; anche un anno intero. Durante tutto questo tempo, il lavoro di documentazione sulle tematiche trattate viaggia in parallelo con la caratterizzazione dei personaggi e la struttura della trama vera e propria. Ecco: la caratterizzazione dei personaggi è assai difficile. Ogni personaggio deve mostrare un certo spessore e al contempo risultare interessante al lettore. Ad esempio, il protagonista non deve solamente essere "quello che salva il mondo", ma è altrettanto importante far capire "perché" esso vuole salvarlo, qual è la sua motivazione al livello personale. Più queste due cose sono originali ed intrecciate tra loro, più il romanzo sarà spettacolare. Oltre al protagonista, anche la figura del cattivo è importantissima da sviluppare in un thriller: perché è lui che "getta benzina sulle fiamme" facendo avanzare gli eventi della trama. Senza un buon cattivo non c'è conflitto, e senza conflitto non c'è storia. Solamente alla fine di tutto ciò inizio davvero a scrivere.
Writer Officina: Stai lavorando al nuovo romanzo della tua saga? Ce ne vuoi parlare?
Nicola Mari: Si, attualmente sto lavorando al terzo libro della Serie FAPI. Si intitolerà "Gli Abitanti dell'Inferno". Al momento, però, non voglio rivelare ancora nessun dettaglio sulla trama...
Writer Officina: Che consigli daresti, basati sulla tua esperienza, a chi come te voglia intraprendere la via della scrittura?
Nicola Mari: Fatelo! Impuntatevi a scrivere, ogni giorno, anche poco ma in maniera costante. Col tempo diventerete sempre più bravi. Perché alla fine è estremamente gratificante vedere le proprie idee stampate su carta e apprezzate dal pubblico.
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