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Sono umbro: nato e vivo a Terni. Come autore prediligo la narrativa contemporanea, l'umoristico e il fantastico. Fino ad ora ho pubblicato "Pocofuturo" per la collana di Antonio Tombolini Editore "Officina Marziani" e vari racconti in antologie di altre case editrici. Alieni psicopatici è il primo romanzo che pubblico a mio nome. Sotto pseudonimo invece ho autopubblicato sette libri di genere fantastico e noir. Sono appassionato di tecnologia, storia antica, fumetti, cinema d'autore e B Movie; seguo con entusiasmo le ultime scoperte della ricerca scientifica e ascolto musica ogni volta che posso, dal rock, alla classica fino ai ritmi dance. Leggo narrativa di ogni genere ma la mia preferenza va alla narrativa d'anticipazione, volgarmente chiamata fantascienza. Apprezzo lo scambio e l'interazione con lettori, autori o semplici curiosi, che possono contattami sul mio blog o sui social.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Sergio Beducci: Come molti lettori forti, sin da bambino. Mio padre tornava dal lavoro portando a casa, ogni quindici giorni, una copia di Urania; io aspettavo pazientemente che lo terminasse per poi farlo sparire e leggerlo con calma. Oppure attingevo alla ben fornita libreria casalinga. A volte tuttavia il libro, con mia notevole indignazione, mi veniva requisito, in quanto “non adatto” a un ragazzino di dieci anni. Fu il caso, per esempio, di “Novilunio” di Friz Leiber (conteneva scene di sesso) o de “Il tamburo di latta” di Gunter Grass o ancora de “Il signore delle mosche” di William Golding...
Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Sergio Beducci: Naturalmente “Martin Eden” di Jack London! Ma, devo aggiungere, anche i racconti di Ray Bradbury, specialmente quelli mainstream che avevano come tema infanzia e adolescenza; se qualcuno, un adulto, riusciva a rappresentare in modo così delicato e completo i sogni e le emozioni di un adolescente come me, bisognava riconoscere che scrivere avrebbe potuto, in qualche strano modo, permettere anche ad altri di acquisire questi potenti superpoteri della mente!
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Sergio Beducci: Sì, “Pocofuturo” una raccolta di racconti venne accettata dalla seconda casa editrice a cui mandai il manoscritto. È stata comunque una esperienza contraddittoria; mi sono trovato molto bene portando avanti il processo di editing (grazie alla competenza e alle qualità umane di Giulia De Gasperi), meno bene per tutto quello che riguarda la promozione. Un valore aggiunto è stata in ogni modo la collaborazione e la sinergia che è scattata con gli altri autori di collana e le iniziative che abbiamo portato avanti insieme.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Sergio Beducci: Certamente. Ritengo che uno scrittore “indie” debba provare ogni strada possibile, senza pigrizia. Sì alle case editrici serie e NOEAP (non a pagamento) e che concedono contratti onesti, sì anche all'autopubblicazione, in ogni sua forma.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Sergio Beducci: “Alieni psicopatici” è un romanzo di formazione che affronta molti temi, tra i quali il conflitto generazionale, la difficoltà a rapportarsi alle regole del mondo spietato nel quale viviamo senza rischiare di perdere noi stessi e la nostra libertà, la violenza contro le donne, nella storia rappresentata da una vicenda di “revenge porn”. E ancora l'amicizia come bene inestimabile, l'amore, le sottoculture giovanili.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Sergio Beducci: Ogni libro nasce in modo diverso: può prendere spunto da un racconto già scritto, essere ampliato, attingere a personaggi già in qualche modo definiti... Oppure può scaturire da un'idea forte e quindi in qualche modo “scriversi da solo”... O ancora essere costruito con uno schema iniziale e nutrito con idee e suggestioni che vengono da una scrupolosa documentazione.
Writer Officina: Qual è l'elemento che più ti piace nell'ideazione e nella scrittura di un racconto o di un romanzo?
Sergio Beducci: Senz'altro la creazione dei personaggi; quando riesco a idearne di realistici, sfaccettati, magari completamente diversi da me o dagli esempi a cui a volte mi ispiro, è una soddisfazione enorme. Talvolta, separarmi da loro alla fine della storia, è addirittura doloroso.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Sergio Beducci: Ho scritto una sessantina di pagine di un romanzo di genere Young Adult/New Adult con elementi di realismo magico. Ho cambiato genere quindi, tempo di narrazione e, in qualche modo, anche stile. Direi perciò che l'idea e l'approccio sono notevolmente diversi.
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