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L'alba tinge tutto di luce
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Ai miei genitori, Hasan Kurti e Sherife Mezini, per dire loro che non c'è giorno in cui non li penso e che sono dentro di me, nel posto più sicuro, nell'anima, dove si custodiscono solo gli amori più grandi...
QUESTA STORIA
Quante cose abbiamo perso ultimamente noi due: i sorrisi, le parole, un saluto al mattino presto, un tenero sguardo e una piccola emozione.
E cammino all'indietro, seguo le orme del passato, per ritrovare lì un po' di sentimento, per incontrare due occhi innamorati, il cuore che batte forte, una risata ad alta voce.
Ci sono voluti solo pochi giorni per scombussolarci come un uragano; per separarci l'uno dall'altra, e poi lasciarci nell'anima la rabbia come le onde nel mare agitato. Sono bastati pochi giorni per far crollare la nostra storia d'amore come un castello di sabbia...
TI LASCIO QUI
Ti lascio con le ansie e i tuoi ondeggiamenti, come una barca in preda al temporale. Ora un pendolo oscilla nella mia stanza vuota e solitaria.
Ti lascio qui, con un bagaglio pieno di ricordi di questo amore, con una gamma di emozioni, con le mie assenze nella tua vita o con le tue assenze nella mia. Ti lascio qui, in questo abisso vuoto, augurandoti di non rimanere così fragile come quel fiore che tra le braccia del vento trema al tramonto. Ti lascio con le tue ansie, gli enigmi irrisolti; con i tuoi giorni, un vero labirinto. Con una parte del mio spirito.
LA TUA ASSENZA NON MI FA MALE
La tua assenza non mi fa più male, la tua rabbia sale e raggiunge una nuvola nel cielo. Il tuo silenzio nei giorni si diffonde come le macchie su una maglia, però non mi uccide più come una volta.
La tua freddezza non spaventa il mio sonno, la notte non mi sembra lunga da non riuscire a trovare la sua fine. Ora i giorni non portano il pensiero di te. La sensazione che tu sei al mio fianco svanisce come la rugiada sotto il sole.
Mi succede, quando cammino come un'ebbra nel verde di un prato, per calmare l'anima, di cercarti ancora in volti anonimi o di chiamare gli altri con il tuo nome. Forse dentro di me è rimasta una briciola del nostro amore o di quella maledizione.
TI GUARDO
Ti guardo. Dietro di te si estende il mare: immobile, sereno e calmo; assomiglia a un dipinto che sullo sfondo ha una nave.
Le distanze fra noi sono collegate da ponti così alti che non vengono mai attraversati. La mia nostalgia si è gelata in una goccia di lacrima. Non so da dove cominciare.
Come faccio a mostrarti la mancanza che sento nell'anima, quel vuoto che come un burrone mi divora ogni giorno?
Vorrei essere un'onda per lasciarti sulla pelle le mie carezze, come un tatuaggio bianco. Ti guardo. Dietro di te si estende ora il mare: immobile, sereno e calmo; assomiglia a un dipinto che sullo sfondo ha una nave.
PRIMA O POI
Prima o poi, anche tu ti ritroverai su questo tratto di strada. Sentirai il dolore che grida nella tua anima. Ti mancheranno le persone amate che non ci sono più; sentirai come il vuoto si trasforma in un baratro.
Prima o poi, anche tu passerai su questa strada sterrata e piena di tranelli, in cui il corpo invecchia e i passi rallentano, però l'anima, almeno quella, resta giovane per sempre.
Prima o poi, anche tu ti ritroverai qui, perciò intenerisci lo sguardo, cerca di placare la rabbia che si sprigiona da ogni poro del tuo corpo; quel maledetto astio e la sensazione che questo universo gira intorno a te. E non scordare che anche tu sei solo un'ombra in questa vita effimera e fugace.
A QUANTO PARE
Mi dispiace di non averti restituito il sorriso, di non averti portato la gioia svanita lontano, di non aver parlato di più per scoprire la magia che ti avvolgeva nel passato.
Mi dispiace di non averti potuto alzare dal buio in cui sei caduto, con mille parole vestite di luce, lasciandoti nelle grinfie dell'ansia e della solitudine.
Avrei dovuto avere un'altra anima che fosse scolpita di forza e dolore ma, a quanto pare, anch'io ero solo una foglia d'autunno sotto un cielo di tempeste e nuvole.
BINARI DEL TRENO
I miei giorni si stanno abituando senza le tue chiamate, senza la tua voce, senza l'entusiasmo che donavi a loro. Hanno perso i colori dell'arcobaleno, si trascinano verso l'infinito come i binari di un treno.
I miei giorni non sanno quale direzione prendere e dove andare. Sono caotici e vuoti. Forse noi due insieme ma separati cerchiamo invano il loro significato.
I miei giorni sono muti e il loro passaggio non lascia ora nemmeno una traccia. Senza di te, sembrano dei fantasmi.
DIMMI
Dimmi, cosa succede tra le quattro mura dentro le quali ti svegli e ti addormenti? Lo scorrere del tempo sulla tua soglia si ferma, ti riempie di rughe e di tristezza.
Che cosa si nasconde dietro il silenzio che ti soffoca e ti trascina dentro? Da lì hai tagliato tutti i ponti con l'universo.
Dimmi, cosa succede? Ma le domande non trovano risposta, si sono stancate molto più di me. La mia voce è un'eco che non può aprire nessuna porta del castello dove tieni in ostaggio il nostro sentimento.
CORDA DI CHITARRA
Le distanze si prolungano, il cielo mi regala una manciata di nuvole grigie. Da un secolo tu mi offri il silenzio – un pozzo profondo e senza limite.
Le nuvole si radunano, preparano tempeste. Io serbo un mare immenso di lacrime dentro. È solo questione di tempo prima che io e il cielo cominceremo a piangere. Sono passati mesi da quando non ti vedo, ma l'atmosfera profuma di rose, come quando eravamo insieme.
Farfalle bianche mi circondano. Ogni tanto una di loro si ferma e come un nastro mi si incastra tra i capelli. L'aria trema come una corda di chitarra dall'emozione. Quando io pronuncio il tuo nome.
IN LINGUA STRANIERA
Il mare parla una lingua straniera. Alcuni bambini anonimi giocano con le onde. I raggi del sole entrano, poi escono dalle nuvole, proprio come se giocassero a nascondino nel buio.
Cosa cerco in questo lungo giorno? Sulle spalle ho una maglia intrecciata di solitudine; i gabbiani dispersi qua e là beccano mille messaggi d'amore.
Cerco invano una traccia di te: un nome sulla sabbia, o può darsi una conchiglia a forma di cuore. Non arriva niente all'indirizzo di questa spiaggia con pochissime persone e con degli ombrelloni che dondolano come i funghi nelle braccia del vento.
Oggi il mare parla in un'altra lingua. Non c'è un dizionario per tradurre le sue parole. E mi siedo sulla riva, non faccio nessun passo. I ricordi mi troveranno, così come ritornano gli uccelli migratori al loro nido nella bella stagione.
DOPO IL TEMPORALE
Ti ho visto su un'onda. Eri tu. Ti ho riconosciuto dalla voce, dalle rughe disegnate da mille raggi di sole, dalla pelle abbronzata, dai muscoli; loro erano le ultime tracce di una giovinezza svanita oltre l'orizzonte, in un punto lontano.
Ti ho conosciuto dal velo leggero di malinconia, aveva occupato un posto nel tuo sguardo, come sempre, tendendoti ostaggio. Sì, ti ho visto, eri tu, coperto dalla schiuma bianca dell'onda. Avevi paura di regalarmi un sorriso e dirmi una parola.
Ci siamo ritrovati di nuovo, però ci sentivamo più estranei che mai, proprio come due sopravvissuti, mezzi vivi, mezzi annegati, che si incontrano dopo il temporale, non sapendo da dove iniziare la loro storia di una vita travagliata.
Ci siamo ritrovati di nuovo l'un l'altra. Negli occhi serbavamo una goccia d'acqua o una lacrima.
LE NOSTRE MANI
Il sole sta scomparendo lentamente all'orizzonte. Le prime timide stelle brillano su nel cielo, vaghe impronte si disegnano sulla sabbia, ma il silenzio tra di noi non trasmette niente.
All'improvviso, nel profondo del buio, si sente un rumore: il sospiro gigante del mare. La schiuma della sua rabbia, come un foulard bianco adesso mi saluta da lontano. Noi non cerchiamo parole, svanite chissà dove. In un istante le nostre mani si uniscono come in un giuramento, una poesia, un semplice verso.
FRAMMENTI
Da quanto tempo che non venivo qui! Chissà dove sono nascosti i ricordi. In acque agitate ho nuotato e l'anima è stata ferita migliaia di volte.
Da quanto tempo che non venivo qui! I ricordi si agitano in un baleno. Vedo me stessa serena, con sguardo nitido, smarrita nei viottoli del cuore e dello spirito.
Allora, nelle mie mani avevo l'universo. Mi baciavano le gocce d'acqua sotto il ritmo delle gondole. Oggi sono rimasti frammenti di ricordi vestiti di nostalgia e un doloroso e vago pensiero.
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Autori di Writer Officina
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Irma Kurti e Biagio Fortini
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Sono nata in Albania nel 1966 e laureata in lingua inglese all'Università degli studi di Tirana. Dal 2006 vivo a Bergamo. Ho una lunga esperienza di lavoro come insegnante, giornalista e traduttrice. Sono una persona riservata, sensibile, ma altrettanto testarda e determinata. Mi piace viaggiare, adoro il mare, immergermi nel verde e sentire il fruscio delle foglie, ma soprattutto leggere e scrivere. Vado fiera del mio percorso letterario, di questo lungo viaggio, a tratti faticoso, ma anche bello e affascinante. Ho pubblicato ventuno libri in lingua albanese, quattordici in italiano e quattro in inglese. I miei libri sono stati tradotti in lingua rumena, serba, spagnola. Sono autrice di 150 testi di canzoni, con cui ho partecipato a molteplici festival nazionali nonché di musica leggera in Albania, Kosovo e Macedonia.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Irma Kurti: Avevo dieci anni quando ho iniziato a scrivere e a pubblicare poesie. Sono stati i miei genitori ad accorgersi di questa mia inclinazione, specialmente mio papà, Hasan Kurti che mi ha seguito ad ogni passo, mi ha incoraggiato ed è stato il mio critico migliore fino all'ultimo momento della sua esistenza.
Writer OfficinaWriter Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Irma Kurti: Non rammento un libro in particolare che mi ha spinta a proseguire con la scrittura. Penso che sia tutto merito di mio padre; lui era medico di professione ma anche un grande lettore, appassionato di letteratura e ha saputo trasmettere questa passione anche a me.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Irma Kurti: Sì, è stata una raccolta di poesie pubblicata nel 1999 da “Onufri”, una casa editrice nota in Albania, intitolata: “Questa notte con te”. Mi sono rimaste poche copie e quando la sfoglio mi emoziono leggendo versi scritti nella gioventù o nei banchi di scuola. Allora, non pensavo che questa avrebbe aperto la strada a tante altre pubblicazioni.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Irma Kurti: Può darsi. Ma ci vuole sempre un grande lavoro di promozione, senza dimenticare quanto importante è l'editing e la copertina. Ho scelto il self-publishing per alcune delle mie opere, anche perché sono numerose, ma ritengo che pubblicare con una casa editrice sia la scelta migliore.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Irma Kurti: Sono due i libri a cui mi sento più affezionata: il romanzo autobiografico “Tra le due rive” pubblicato nel 2011, un diario di amore e di affetto, di ricordi e impressioni ma anche di sofferenza e tristezza per la perdita di mia mamma. E l'altro è: “In assenza di parole” pubblicato nel 2017, anche questo dalla Casa Editrice Kimerik, basato sul diario che mio papà mi ha regalato prima di ammalarsi gravemente. È un libro che ha ricevuto delle bellissime recensioni e numerosi premi.
Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?
Irma Kurti: Assolutamente sì. Ho iniziato a scrivere il romanzo “Tra le due rive” dopo la morte della mamma, quando il vuoto era immenso come un abisso e guardavo il mondo solo dipinto di grigio. Avevo un rapporto speciale con lei, era la mia migliore amica. Quel libro mi ha aiutato di mantenere l'equilibro, di ritrovare e conoscere meglio me stessa attraverso il dolore. Anche il romanzo: “In assenza di parole” è stato scritto proprio quando mio papà da un giorno all'altro si è trovato inerte in un letto dell'ospedale. Li ho scritti tutti e due versando delle lacrime e sono stati la mia salvezza.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Irma Kurti: Tengo sempre un block notes con me in cui scrivo parole, versi, idee. Le mie poesie nascono così, basandosi su quelle note; poi le elaboro con pazienza finché prendono la forma finale. Riguardo i romanzi, anche se devo dire che nei miei libri c'è tanto di me stessa e del mio vissuto, disegno comunque un semplice schema che mi aiuta a non divagare e a concentrami sui personaggi.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Irma Kurti: Non c'è un singolo giorno in cui non scrivo. Ho appena firmato un contratto di pubblicazione per il mio nuovo romanzo, del genere sentimentale. È pronta la mia nuova raccolta di poesie e un altro romanzo scritto durante il difficile periodo del lockdown.
Writer Officina: Che consigli daresti, basati sulla tua esperienza, a chi come te voglia intraprendere la via della scrittura?
Irma Kurti: Leggere tanto, scrivere ogni giorno e non arrendersi mai davanti alle porte chiuse.
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