Writer Officina
Autore: Raffaella Legname
Titolo: La Ragazza dei Faraglioni
Genere Fantasy Romance
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La Ragazza dei Faraglioni
Ci sono alcune notti che hanno un non so che di magico, quando il cielo assume i colori di un sortilegio e si riflette negli occhi di una gatta che, sensuale e sorniona, si gode l'incanto del silenzio circostante.
Quella sera era proprio così: la Luna splendeva alta tra le stelle illuminando i Faraglioni e disegnando sul mare delle meravigliose strisce argentate che sembravano nate dal tocco magico di una fata. Tutto intorno era fermo, immobile, una brezza leggera e carezzevole che profumava di salsedine faceva sognare gli innamorati e rendeva l'atmosfera magica, quasi irreale.
Tommaso era disteso sul letto: la porta finestra del balcone era aperta e le tende di mussola azzurra si muovevano delicate ad ogni alito di vento; la luce di quella notte così chiara faceva capolino nella stanza mentre il rumore delle onde in lontananza era la colonna sonora perfetta per quello scenario.
Denise dormiva abbracciata a lui, i capelli sciolti sparsi sul cuscino, serena e appagata dopo quella giornata così intensa: erano andati in spiaggia, poi di nuovo in giro per Capri, poi a cena in un ristorante romantico affacciato sul mare, e infine erano rientrati a casa ed avevano fatto l'amore con lo stesso desiderio e la stessa complicità di quando si erano conosciuti. In due anni di fidanzamento la passione tra i due non era mai mancata e non si era mai affievolita, anche in momenti in cui il loro rapporto era sembrato sul punto di vacillare. Ma se Denise trovava tutto questo ‘perfetto', per usare un termine che le piaceva tanto, Tommaso non era esattamente della sua stessa idea. Ed erano proprio questi pensieri che, quella sera, non lo facevano dormire.

Hai una fidanzata bella e ricca... ma non la ami.

Le parole della zingara risuonavano nella sua testa e parevano amplificarsi sempre più. Tommaso pensò che quella donna aveva proprio ragione: non aveva idea di come avesse fatto a scavare nella sua vita e a sapere così tante cose di lui, non riusciva a capacitarsi di come avesse intuito i suoi pensieri senza minimamente conoscerlo. Forse aveva davvero dei poteri soprannaturali, o può darsi che fosse una di quelle ciarlatane che mandano i loro scagnozzi ad investigare sulle vite degli altri, e non appena riescono a carpire qualche notizia si fingono indovine e partono con le truffe. Di solito però un'affabulatrice che si rispetti prenderebbe di mira un uomo molto ricco per spillargli del denaro, si disse, non un giornalista aspirante scrittore poco più che trentenne con un lavoro precario, per giunta tampinato dal caporedattore.
Giocherellò con il ciondolo a forma di lucertola che aveva al collo, e guardandolo si accorse che, in penombra, era fosforescente. Pensò alla statuina segna tempo che vedeva in casa di sua nonna quando era piccolo: era sul televisore, a forma di cigno, e nel 1988, quando aveva nevicato a Napoli, era diventata esattamente dello stesso colore, un blu cobalto bello carico che si illuminava al buio.
Un soffio di vento più intenso invase improvvisamente la stanza, accompagnato da un rumore simile a quello che si sente quando si accosta l'orecchio a una conchiglia. Denise si mosse farfugliando qualcosa, Tommaso si liberò dalla sua presa cercando di non svegliarla e si alzò dal letto, uscendo sul terrazzo.
Il panorama da lassù era mozzafiato, e il ragazzo respirò a pieni polmoni quella brezza vivace che ora stava scompigliando la distesa scura dell'acqua.
Fu in quel momento che, sulla riva, scorse la figura esile di una ragazza che camminava a piedi nudi, con passi lenti e cadenzati, guardando verso di lui.
Ebbe subito l'impressione che si fosse materializzata dal nulla: poi accantonò questa ipotesi pensando che, forse, l'incontro con la zingara lo aveva suggestionato oltre misura.
Si sporse leggermente dalla ringhiera per vederla meglio, e in quel momento i loro sguardi si incrociarono.
A volte basta un attimo per creare un'alchimia perfetta tra due anime, un momento speciale che le lega indissolubilmente l'una all'altra. Tommaso provò subito un'attrazione molto forte, come se quella donna lo stesse calamitando verso sé, e, sedotto da quella notte talmente bella da sembrare irreale e dal suono quasi magico del mare, cercando di non far rumore rientrò in casa, accostò le tende e, dopo essersi accertato che Denise stesse ancora dormendo scese con passi felpati le scale che lo portavano al piano di sotto. Dopodiché uscì dal portoncino in legno che affacciava sul retro della villa e si diresse in spiaggia.
Lei era ancora lì: quando la vide davanti a sé sentì il cuore muoversi nel suo petto in un modo in cui non era più abituato.
La ragazza indossava un abito lungo bianco dalle spalline sottili, aveva i capelli lunghissimi, neri e lisci. Il suo viso era un ovale perfetto, la fronte leggermente bombata, il naso dritto ed armonioso, da dea greca, la bocca piccola e rosea simile a un fiore delicato. Ma ciò che colpì Tommaso furono gli occhi: grandi, leggermente a mandorla, dalle ciglia lunghissime e folte, due gemme di un azzurro strepitoso, come il mare di Capri nelle giornate estive. Bastava guardarli per rendersi conto che anche se fosse stata meno bella, decisamente brutta o ancora più bella di com'era in realtà, nessuno ci avrebbe fatto caso, catturato da quello sguardo da sirena, sensuale, enigmatico e invitante al tempo stesso.
Rimase incantato a fissarla e pensò subito alle Sirene di cui aveva letto studiando l'Odissea: forse erano davvero così, e si sentì stregato da quella visione proprio come era accaduto ai compagni di Ulisse, ugualmente coinvolto e rapito, preso da un'emozione indescrivibile che aumentò ancor di più quando si trovarono molto vicini, uno davanti all'altra.
La ragazza gli sorrise mostrando una fila perfetta di denti bianchissimi, e lo guardò dritto negli occhi con aria maliziosa: poi notò il ciondolo che Tommaso aveva al collo, quella piccola lucertola azzurra e luminosa, e la sfiorò delicatamente con l'indice: in quel momento il ragazzo notò che al polso lei aveva un braccialetto di cuoio simile alla sua collana, con appeso un ciondolo identico al suo, una lucertola azzurra.
“Chi sei? Come ti chiami?” mormorò, confuso e incredulo.
Fu allora che il vento iniziò a soffiare in maniera fastidiosa, il rumore del mare si fece quasi assordante e la luce della Luna divenne talmente intensa da costringerlo a chiudere gli occhi per non rimanere accecato. Tommaso si coprì gli occhi col braccio, mentre con l'altro cercò di trattenere quella misteriosa ragazza afferrandola delicatamente per la mano, ma il vento, i rumori e la luce lo travolsero completamente, tanto che ebbe la sensazione di essere al centro di un ciclone.
Una volta da bambino si era trovato in spiaggia durante una tromba d'aria: sua madre si era sbrigata a prenderlo in braccio e a correre verso casa prima che fosse troppo tardi, quindi il ricordo che aveva di quel fenomeno si riduceva alla semplice vista un po' inquietante di un cono rovesciato di colore grigiastro al confine tra cielo e mare; inoltre, il calore dell'abbraccio materno e la voce della sua mamma che aveva fatto di tutto per tranquillizzarlo, lo avevano fatto sentire subito al sicuro. Ma quella sera le cose erano andate diversamente: non avrebbe mai immaginato, a distanza di anni, di vivere un fenomeno simile sulla propria pelle e di provare così tanta paura, solo, di notte, in mezzo a una spiaggia che ora gli sembrava improvvisamente sconosciuta e ostile; pensò al suo passato, ai suoi genitori, ai suoi amici, ed ebbe la sensazione di vedersi scorrere tutta la vita davanti agli occhi proprio come quando si è sul punto di morire.
Perse conoscenza.
L'unica sensazione che provò anche mentre era svenuto, e che lo tenne relativamente vigile durante un lasso di tempo che non fu in grado di calcolare se non dopo, fu quella che qualcuno gli stesse tenendo stretta la mano, come a volergli impedire di andarsene.
Immaginò si trattasse della ragazza incontrata sulla spiaggia, e si sentì tranquillo, sollevato, mentre pian piano riprendeva coscienza.
Le onde del mare ora avevano il solito rumore rilassante, il vento pareva essersi calmato, i rumori e le voci che sentiva in lontananza e che pian piano lo stavano riportando alla realtà erano quelli della vita quotidiana.
Sentì il sole bruciare sul viso, aprì gli occhi e si accorse che era giorno da un bel po'.
Davanti a sé vide Denise, in infradito rosa, con la camicia da notte corta con gli unicorni che indossava la sera precedente.
Era lei che lo aveva trovato, quella mattina, sdraiato in spiaggia, con indosso solo i pantaloni del pigiama, e che si era presa uno spavento colossale pensando fosse morto. Era lei che gli aveva preso la mano per sentire dal polso se ancora il suo cuore batteva, e che ancora gliela teneva stretta.
“Amo', ma che hai combinato? – le disse lei non appena si accorse che era sveglio del tutto – mi hai fatto prendere un colpo!”
Tommaso si guardò intorno, si passò una mano tra i capelli e respirò profondamente l'aria salmastra del mattino:
“Ieri notte non riuscivo a dormire, forse il caldo... allora sono sceso in spiaggia a prendere una boccata d'aria, mi sono seduto sulla sabbia e... devo essermi addormentato senza accorgermene...”
Denise lo abbracciò con impeto, come al solito:
“Quando ti ho visto così sdraiato ho pensato che ti fosse successo qualcosa di brutto... sei sicuro che non ti abbiano aggredito? Magari qualcuno ti ha dato una botta in capa pensando di derubarti...” e prese a toccargli la testa per sentire se avesse dei bernoccoli. Non ne aveva.
“No, no, tranquilla – replicò lui intenerito da tante premure – nessuna aggressione. Evidentemente l'aria fresca della spiaggia di notte mi ha conciliato il sonno.”
“Dai, andiamo a casa – gli disse lei aiutandolo a rialzarsi – che ci sono le sfogliatelle calde.”
Tommaso le cinse le spalle con un braccio, cercando di mascherare il suo turbamento: non erano ancora le otto e già aveva detto a Denise una quantità industriale di bugie.
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Raffaella Legname
Sono nata a Roma nel 1974 nel rione Borgo, a due passi da Piazza San Pietro, ed amo tantissimo la romanità dei quartieri popolari, che mi piace inserire nelle mie storie e in alcune poesie in dialetto romanesco che ho iniziato a scrivere da un paio d'anni a questa parte. Sono allegra, curiosa, autoironica, mi piace molto stare in compagnia e, sebbene non sia più una ragazzina, ho mantenuto nel mio carattere quel lato adolescenziale e sognatore che mi aiuta ad affrontare con leggerezza anche le situazioni più complicate. Sono un'appassionata di danze caraibiche, e il mio primo libro, ‘Ma tu balli salsa?' l'ho scritto proprio sulla base di alcune vicende personali vissute sulla pista da ballo, divertendomi a fare ironia su situazioni e personaggi incontrati in questo ambiente.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Raffaella Legname : Fin da piccola ho avuto la passione per la letteratura e i libri in generale: ero talmente curiosa e desiderosa di aprire un libro e scoprire cosa ci fosse scritto all'interno che imparai a leggere a quattro anni e mezzo. Chiesi alla mia mamma di mostrarmi le lettere e le sillabe, e iniziai a ‘giocare' con le parole, e in poco tempo, sentendomi scandire a voce alta le frasi scritte su un manifesto, lei si rese conto che avevo imparato.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Raffaella Legname : Il gran sole di Hiroshima, di Karl Bruckner. L'ho letto in quarta elementare, e mi ha colpito, oltre alla trama, anche il modo in cui l'autore è riuscito a descrivere gli orrori del bombardamento di Hiroshima visti dagli occhi di due bambini. Lo stile semplice, scorrevole ed avvincente mi ha fatto venir voglia di scrivere e raccontare storie a mia volta.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Raffaella Legname : Sì, un romanzo rimasto inedito perché, vista la mia inesperienza iniziale, i pochi editori a cui l'ho proposto si erano offerti di pubblicarlo a pagamento chiedendomi cifre esagerate. Non escludo di pubblicarlo ora da self-publisher.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Raffaella Legname : Assolutamente sì. Purtroppo le grandi case editrici dagli scrittori vogliono i cosiddetti ‘numeri', e, a meno che tu non abbia un grandissimo pubblico social o sia un personaggio famoso, non investono negli autori emergenti, sebbene in giro ce ne siano tantissimi veramente validi. Quindi, almeno per esperienza personale, credo che con Amazon KDP ci si possa creare un discreto pubblico e farsi conoscere anche se si è agli esordi. Certo, ci vuole più tempo, ma prima o poi i risultati arrivano. Bisogna sapersi mettere in gioco, e pubblicizzarsi in siti come questo.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Raffaella Legname : La Ragazza dei Faraglioni è un libro a cui tengo molto, inizialmente doveva essere un racconto di poche cartelle, poi mi sono accorta che durante la narrazione mi venivano in mente nuove situazioni, altri personaggi e alla fine è diventato un libro vero e proprio. È la storia di un ragazzo, Tommaso, che durante un viaggio a Capri incontra una zingara che gli regala un ciondolo con appesa una piccola pietra azzurra a forma di lucertola che cambierà completamente la sua esistenza, avvicinandolo ad un amore di quando era poco più che adolescente di cui lui non riesce a ricordare nulla.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Raffaella Legname : Parto da un'idea iniziale ma poi scrivo d'istinto. Non sono mai stata una persona schematica. Se mi viene in mente qualcosa di interessante la annoto sul primo pezzo di carta che capita, o anche sullo smartphone per poi trascrivere tutto a casa, al pc.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Raffaella Legname : In realtà sto lavorando a due libri: uno è il seguito de ‘La Ragazza dei Faraglioni', perché molti lettori mi stanno chiedendo di far continuare le vicende dei protagonisti. Un altro invece tratta un tema completamente diverso, ma sono scaramantica e ancora non voglio rivelare nulla a riguardo!

Writer Officina: Raccontaci quale è stata la scintilla che ha dato vita all'idea per ‘La Ragazza dei Faraglioni'.

Raffaella Legname : Un documentario visto in tv sulle lucertole azzurre, piccoli rettili che vivono esclusivamente a Capri nel Faraglione di mezzo e che mi sono divertita ad immaginare come esseri fantastici, in grado di assumere sembianze di donne dagli occhi di un azzurro straordinario.

Writer Officina: Per i personaggi hai fatto riferimento – magari in parte – a persone reali oppure sono solo frutto della fantasia?

Raffaella Legname : Quasi tutti i personaggi che descrivo nei miei libri presentano caratteristiche di gente reale, tanto che chi mi conosce di persona spesso si diverte ad analizzarli per vedere se gli assomigliano un po'.

Writer Officina:12. Ti sei documentato, p.e. sui luoghi, sulle professioni di cui parli?

Raffaella Legname : Certo, ho cercato di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sui luoghi d'ambientazione del romanzo e sulla professione dei protagonisti.

Writer Officina: Cosa vorresti che le persone dicessero del tuo romanzo?

Raffaella Legname : Ovviamente che è piacevole da leggere, avvincente e che una volta terminato si sono affezionati ai personaggi.

Writer Officina: Che consigli daresti , basati sulla tua esperienza, a chi come te voglia intraprendere la via della scrittura?

Raffaella Legname : Di scrivere prevalentemente di argomenti che si conoscono bene, con cui si ha una certa familiarità. In caso contrario, documentarsi, sempre e tanto. Di buttare giù le proprie idee solo quando si è davvero ispirati; non si può scrivere ‘a comando', si rischia di restare ore davanti a un foglio bianco senza concludere niente. E di non arrendersi al primo rifiuto o alla prima recensione negativa: credo che qualsiasi critica, anche la più velenosa, debba essere presa come un incentivo a migliorarsi sempre di più.
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