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Andrea Mitri

Sono cresciuto a Trieste e continuo a considerarmi, nel bene e nel male, triestino anche se abito a Firenze da ormai 30 anni. Ho fatto il calciatore professionista a livello di B e C negli anni Ottanta, giocando oltre che con la Triestina, con Monza, Ternana ed altre. Attualmente mi occupo di teatro, sia come attore (anche di improvvisazione) che come autore di testi, in particolare a tematica sportiva. Ho una figlia oramai trentenne e continuo a dividermi tra Trieste e Firenze, per vincoli parentali e (ultimamente) amorosi. Credo in una vita affrontata con leggerezza. Mi piace vedere il lato comico delle cose. Anche se ultimamente risulta più difficile e complicato.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Andrea Mitri: Fin da piccolo trascorrevo molto tempo a leggere, spinto da mia madre che era una lettrice accanita. Scrivere è stata quasi una naturale conseguenza che mi accompagna fino dai tempi delle medie.

Writer OfficinaWriter Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Andrea Mitri: Mi è sempre piaciuto scrivere, specie racconti. Forse “L'autunno del Patriarca” di Marquez, letto verso i 18 anni, mi ha indicato la necessità di trovare una strada per evolvere la scrittura e raccontare storie, anche importanti, con uno stile personale. Poi ho continuato a leggere, andando sempre alla ricerca degli stili di scrittura più che dei contenuti. Carver, Grossman e John Irving su tutti.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Andrea Mitri: I racconti non li ho mai proposti. Invece “Papà fa buseti col trapano” (che è un romanzo particolare ambientato nella Trieste del 1977 all'epoca del lavoro di Basaglia in città e del terrorismo diffuso nel nostro paese) l'ho spedito a diverse case editrici. Mi ha risposto solo Fazi dicendo che non rientrava nella loro linea editoriale. Credo che ora sia abbastanza inutile spedire alle case editrici. Sono sommerse. O conosci qualcuno che ti presenta o devi affidarti al self.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Andrea Mitri: Penso che oramai per l'esordiente il selfpublishing sia l'unica strada. Perché anche le case editrici di medio livello ormai non leggono più. Monitorano il web alla ricerca di nuovi scrittori che abbiano già un loro pubblico di riferimento. E poi scelgono naturalmente in base alla qualità. Io personalmente utilizzo Youcanprint.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Andrea Mitri: “Papà fa buseti col trapano” di sicuro, perché prova a raccontare in maniera leggera e a volte anche comica, l'atmosfera che nel 1977 si respirava in una città di confine come Trieste, un po' lontana dagli avvenimenti nazionali, ma comunque attraversata da una forte possibilità di cambiamento che poi è andata delusa. Ora è fuori catalogo. Uscirà in selfpublishing a settembre, riveduto e in parte corretto rispetto all'edizione del 2011. E poi naturalmente i racconti di “Leggere Anomalie” che mi stanno dando grandi soddisfazioni sia come vendita sia come commenti

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Andrea Mitri: Io lavoro molto nel teatro di improvvisazione e la mia scrittura risente di questo metodo di creazione. Mi adatto all'atmosfera che si crea e mi lascio trasportare.. Nei racconti parto da un'immagine e mi lascio trascinare scoprendo via via la storia e il filo sotterraneo che mi impone di raccontarla. Poi naturalmente correggo e strutturo meglio. Anche il romanzo è nato così, anche se poi a metà ho dovuto chiarirmi il finale e da quel punto in poi ho scritto in un'ottica di finale ben preciso.

Writer Officina: I tuoi personaggi sono frutto di fantasia o appartengono alla tua storia personale?

Andrea Mitri: Quelli di “Papà fa buseti col trapano” sono mescolanze di persone che ho realmente conosciuto nella mia vita. Perché di base, pur lavorando di fantasia, questo romanzo vuole essere uno spaccato realista di un periodo particolare. Nei racconti lavoro completamente di fantasia. Eccezion fatta per i personaggi di “Atletico Short Stories” che è una raccolta di monologhi teatrali a tema sportivo che sarà la mia prossima pubblicazione, dopo l'estate.

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