Writer Officina
Autore: Giampaolo Creazza
Titolo: Autopsia di una vecchia storia
Genere Narrativa Giallo Rosa
Lettori 2285 4 3
Autopsia di una vecchia storia
Si stropicciò gli occhi, si sentiva stanco. Non aveva avuto molto tempo durante la giornata per mille impegni così doveva lavorare la sera. Per Gabriele Zuccoli, gestire il suo giornale online, era un po' come accudire un figlio, già, un figlio virtuale dopo quelli veri.
Era stata una serata impegnativa. Era rimasto davanti al video più di quanto avesse immaginato, d'altra parte era stato molto complicato mettere su un foglio tutto quello che si era reso necessario dopo una iniziativa proposta per stemperare un po' il peso di un lungo lockdown. Pensava di aver avuto un'idea divertente da proporre agli amici, per lo meno riteneva tali tutti quelli che seguivano la sua pubblicazione; purtroppo il risultato era stato contraddittorio. Il progetto era semplice, i lettori avrebbero dovuto proporre dei racconti partendo da un incipit prestabilito e uguale per tutti. Per rendere più realistico lo sviluppo della storia aveva scelto di usare, nella vicenda, i nomi veri di persone del paese. Per sé aveva scelto un ruolo centrale, senza dubbio, ma delicato: la vittima di un omicidio. La notizia della sua morte sarebbe stato l'inizio dei racconti.
Come spesso accade, le notizie passando di bocca in bocca, o meglio passando da un commento all'altro di Facebook, vengono in parte distorte e successivamente acquisiscono la caratteristica di verità assolute.
Il risultato era stato che, dopo un paio di giorni, nessuno parlava più del progetto di scrivere un racconto ma si dava per certa la sua improvvisa dipartita.
Questa sera, nel suo articolo, aveva voluto scusarsi per aver creato un falso allarme ma aveva anche voluto mettere in evidenza la responsabilità di quello che ciascuno di noi dice o scrive. Aveva cercato di rimproverare, in modo amichevole, tutti quelli che non leggono per intero gli articoli pubblicati, chi conferma notizie senza averne la certezza e chi addirittura aggiunge particolari del tutto immaginari.
Rilesse nuovamente il suo articolo, fece un paio di ritocchi e infine lo pubblicò nel suo giornale che aveva intitolato “Biz-news”. Si riteneva abbastanza soddisfatto, avrebbe voluto essere più incisivo e pesante nei giudizi ma, il suo carattere, lo aveva indotto a trovare una forma equilibrata.
Si alzò dalla scrivania e fece un paio di passi nella stanza per dare un po' di vita alle sue gambe rattrappite. Mentre passeggiava, un sorriso divertito si delineò sul suo volto. Da questa storia aveva capito quanto fossero attivi sui social e, soprattutto, fantasiosi i Bizzaghesi. Scrollò la testa, no, proprio non c'era limite alla loro fantasia. Questa consapevolezza poteva rivelarsi utile in futuro, non sapeva ancora come o quando. Questa sera era troppo stanco per pensarci ma era una cosa da tenere in considerazione quando la sua mente sarebbe stata più riposata e lucida.
Spense la lampada sulla scrivania, era ora di andare a dormire, ne aveva proprio bisogno. Purtroppo, come spesso gli succedeva, il sonno faticò ad arrivare. Mentre ascoltava il respiro regolare e tranquillo di sua moglie, la sua mente divagò in mille idee e progetti per il suo giornale. Gli bruciava l'esito negativo di quella sua iniziativa ma era certo che quella esperienza gli aveva insegnato molto per il futuro. Quando un'idea stava per prendere forma, finalmente, si addormentò. Non fu un sonno tranquillo e la mattina, al risveglio, non si sentì per nulla riposato ma non aveva tempo da perdere, la giornata sarebbe stata intensa.
Fece colazione velocemente e uscì di casa. Immerso nel traffico di Viale Torri, il suo pensiero era sempre fisso su un progetto che faticava a prendere forma. Cercò di scacciarlo ma fu inutile, era sempre lì prepotente. Poi, con una semplicità disarmante, l'idea sfociò in un progetto definito. Si stupì di non averci pensato prima. Ora sapeva come utilizzare la smisurata fantasia dei suoi lettori, doveva solo condividere il progetto con il suo “socio di minoranza” come amava definire il suo amico Michele Randi.
Prese il telefonino, formò il numero e mise in viva voce. Iniziò a squillare, continuò a squillare senza che nessuno rispondesse. Cominciò a insultare in silenzio il suo interlocutore. Possibile che tutte le volte che lo chiamava aveva sempre così tanti impegni da non poter rispondere! Stava per chiudere la chiamata quando una voce concitata finalmente rispose:
«Pronto... Uff. Ciao Gabriele, come mai mi chiami a quest'ora? È successo qualcosa?»
«Buongiorno, ma che cosa diavolo stavi facendo? Quando ti cerco non rispondi mai.»
«Eh, stavo facendo qualche foto in giro. Oggi volevo pubblicare gli aggiornamenti su alcuni cantieri del comune. Mi sembrava una cosa interessante. Non mi hai detto perché mi hai chiamato.»
«Questa notte mi è venuta un'idea. Volevo sentire il tuo parere.»
«Certo che se ti è venuta di notte sarà senza dubbio qualcosa di fantastico.»
«Dai, piantala di prendermi in giro e ascolta. Visto che i nostri concittadini hanno dimostrato una grande fantasia, mi sono chiesto perché non utilizzarla per scrivere delle storie vere?»
«Uhm, ma se abbiamo visto che nel caso della tua morte nessuno ha scritto due righe in croce? Come pensi di convincerli a scrivere delle storie?»
«Sono stufo di scrivere necrologi e situazioni di strade piene di buche. Voglio far fare un salto di qualità al nostro giornale. Facciamo un po' di giornalismo investigativo. Chiediamo ai nostri lettori di indicarci, con solo quattro righe, misteri, cose strane, avvenimenti insoliti o qualsiasi cosa abbia bisogno di essere chiarita. Lo sviluppo dei singoli argomenti lo curiamo noi direttamente. Allora che cosa mi dici?»
«Non so che cosa risponderti... Mi sembra che a Bizzago non succeda mai nulla.»
«È qui che ti sbagli! Vedrai quante cose ci suggeriranno... Così noi avremo un sacco di argomenti su cui lavorare.»
«Ne sei sicuro?»
«Ma certo! Vediamoci questa sera così prepariamo il lancio dell'iniziativa. Solita ora?»
«Vabbé, ci vediamo questa sera.»
«Dai, un po' di entusiasmo! A questa sera, ciao.»
Michele chiuse la telefonata, l'idea poteva essere buona ma temeva che fosse difficile realizzarla. Lui si fidava di Gabriele, quindi non c'erano problemi, avrebbe fatto tutto quello che gli avrebbe chiesto l'amico.

Michele Randi uscì di casa in perfetto orario. Percorse velocemente un breve tratto di Via Carlo Ferrazzi, aprì un cancello e salì una scala. Entrò nella sede di Biz-news. Gabriele lo stava aspettando, sembrava impegnato a scrivere qualcosa. Michele lo guardò interrogativo. Ormai si capivano con uno sguardo. Gabriele di rimando:
«Scusa un attimo solo. Sto finendo quattro righe, questo pomeriggio è morta una persona a San Carlo. Purtroppo mi tocca.».
Randi si sedette di fronte a lui nel piccolo ufficio, scosse la testa:
«Certo, siamo già di fronte a un nuovo caso di giornalismo investigativo! Non avevo dubbi.»
Ci risero sopra, a loro piaceva, a volte, prendersi un po' in giro.
«Ma dai, piantala. Lo sai bene anche tu che queste notizie non possiamo trascurale, ai nostri amici interessano sempre.»
Le sue dite correvano veloci sulla tastiera. Michele si stiracchiò e diede un'occhiata attorno, come se fosse la prima volta che capitava lì.
Sul vetro di un quadro vide riflessa la loro immagine. Pensò che erano una coppia strana, amici da moltissimi anni, ma estremamente diversi. Zuccoli, altezza media, capelli scuri pettinati regolarmente, occhiali dalla montatura leggera, aveva un aspetto serio e compassato, poteva sembrare un professore di greco o latino. Randi, decisamente più alto e massiccio, capelli brizzolati e baffi, aveva un'aria più informale. Gli piaceva completare la sua immagine di fotografo portando con sé la sua inseparabile Nikon.
Guardò nuovamente l'amico:
«Pensi di finire prima di domani o stai scrivendo un romanzo.»
«Tranquillo, ho finito!»
«Meno male, cominciavo a preoccuparmi.»
Gabriele chiuse il pc e guardò in faccia Michele:
«Allora, devi dirmi qualcosa?»
«Ci ho pensato tutto il giorno. Ho solo un dubbio, non vorrei succedesse come l'altra volta. Ho paura che i nostri amici siano poco disposti a collaborare. Sai, fino a quando c'è da mettere un “like” su Facebook o criticare qualche post è tutto molto semplice. Abbiamo visto, qualche volta, crescere la polemica fino all'infinito ma se devono raccontarci loro qualcosa... Non so, se lo faranno.»
«Guarda, lo so, hai ragione. Abbiamo visto che è quasi impossibile far scrivere qualcosa di strutturato. Questa volta, non è quello che voglio.»
«Come devono fare queste segnalazioni?»
«Ci devono dare solo uno spunto, due righe o anche meno. Basta che ci segnalino un argomento. Poi il resto lo faremo noi, faremo delle inchieste, delle ricerche. Magari un articolo unico o una serie di piccoli pezzi man mano che proseguono gli approfondimenti.»
«Non voglio creare alibi a nessuno, ognuno potrà mandarci la sua proposta come vuole: una mail, un sms, un messaggio WhatsApp, un commento su FB, una telefonata... Non ci formalizzeremo, tutto andrà bene.»
«Se lo dici tu... E con che cosa gli chiediamo di partecipare?»
«Adesso buttiamo giù la proposta, poi la pubblichiamo su Biz-news e la teniamo in evidenza per almeno una settimana.»
Giampaolo Creazza
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Giampaolo Creazza
Parlare di se stessi, penso, sia una delle cose più difficili. Si corre, sempre, il rischio di cadere in una serie di banalità e luoghi comuni oppure di eccedere in autocelebrazioni. Io non vorrei fare nè una cosa nè l'altra. In una vita normale, tra Varese e Milano, con una famiglia normale, moglie e due figli, con una attività professionale normale, nel mondo bancario, il mio hobby preferito è sempre stato la lettura. Rubando un pò di tempo qua e là, i libri sono sempre stati i miei fedeli compagni, spaziando dai classici ai moderni. Tra tutti però un posto speciale lo riservo a Edgar Allen Poe, Luigi Pirendello e Emile Zola, anche se Aleksandra Marinina, nel mondo dei gialli, occupa un posto particolare. Poi, una decina di anni fa, quasi per caso, ho cominciato a scrivere. Da allora non ho perso il vizio.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Giampaolo Creazza: Onestamente non ricordo il momento preciso ma, dal momento in cui ho imparato a leggere, non ho mai smesso.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Giampaolo Creazza: Sì, lo ricordo perfettamente. Dopo aver letto questo libro pubblicato da una importante casa editrice, di cui non faccio il nome, mi sono detto che un romanzo così poteva scriverlo chiunque, forse anche io. Detto ciò, per dimostrarlo, ho cominciato a scrivere.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Giampaolo Creazza: Il primo romanzo, “Un Tramonto sul Verbano”, l'ho presentato a un concorso della Perrone Editore, si è classificato tra i tre finalisti. Poi l'ho pubblicato con un'altra casa editrice ma l'esperienza non è stata positiva. Ho cambiato editore e ho pubblicato i due romanzi successivi. Poi, a causa del cambio del progetto editoriale (si occupavano solo di letteratura sportiva) i nostri rapporti si sono interrotti. Da allora ho fatto solo autopubblicazione, ero stanco di perdere tempo inseguendo deludenti case editrici.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Giampaolo Creazza: Sì, penso possa essere una valida possibilità.

Writer Officina: I tuoi romanzi sono in qualche modo collegati o ogni libro tratta un argomento diverso?

Giampaolo Creazza: Fino a questo momento ho scritto sei romanzi. Sono tutte storie scollegate anche se tre sono ambientate nel mondo della banca. Non amo, comunque, creare sequel, ogni storia comincia e finisce.

Writer Officina: C'è qualcosa di comune in tutti i tuoi romanzi?

Giampaolo Creazza: Sì, direi di sì. Il finale... Normalmente è un finale imprevedibile, spiazzante. Quasi mai è quello che il lettore si aspetta, non sempre il bene trionfa.

Writer Officina: Hai mai cambiato il finale di un libro?

Giampaolo Creazza: No, ogni romanzo nasce con un finale e quello deve essere. Solo una volta, ne “Un bancario modello”, un amico mi ha detto che il finale faceva troppo “incazzare”, allora ho aggiunto un capitolo per mitigare un pò l'effetto.

Writer Officina: Le storie che racconti e i personaggi sono reali o pura immaginazione?

Giampaolo Creazza: Sono un mix tra realtà e immaginazione. Tutte le storie comunque hanno uno spunto tratto dalla realtà. Di solito il primo capitolo descrive situazioni reali.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Giampaolo Creazza: Probabilmente il primo, “Un tramonto sul Verbano”. E' un romanzo sofferto, scritto con il sangue mio e dei miei colleghi, in cui racconto il declino e la caduta di una banca locale, il titolo allude in parte a questo. Le vicende, per lo più vere, sono adattate alla necessità di essere un giallo ambientato nel mondo della finanza. Mi piace molto anche l'ultimo nato “Ego Alter - Nella vita di una altro”. Molti di noi sognano di vivere la vita di un altro, più appagante, di successo... e, pur di farlo, sarebbero disposti a tutto. Questa voglia di essere un altro, a volte, può riservare grosse sorprese.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto? Perchè la scelta di scrivere romanzi gialli/ thriller?

Giampaolo Creazza: La storia prende forma prima di tutto nella testa e deve avere una sua struttura logica e completa. Per non perderne degli elementi importanti mi tengo una scaletta degli avvenimenti da narrare, nella stesura ci possono essere delle evoluzioni e delle digressioni ma l'impostazione iniziale non può variare. Perchè libri gialli? Perchè mi obbligano a una gestione assolutamente logica degli avvenimenti e dei dettagli è un pò come un esercizio di matematica in cui nulla è casuale.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Giampaolo Creazza: Sì, sto lavorando a un'idea nuova, ovviamente di genere thriller. Si tratta di una una indagine atipica di due pseudogiornalisti alle prese con un “cold case”. Personaggi nuovi, con tanta buona volontà, poco esperti ma con un pizzico di fortuna. Spero risulti una storia piacevole.
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