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Progresso
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Stanley chiese e ottenne accesso ai segmenti di siti che doveva combinare per creare il listato giusto atto alla formazione del portale oscuro. Lo schermo tridimensionale olografico rifulgeva alternatamente, mostrando in screensaver immagini spettrali. Al giovane diede la vaga impressione che respirasse. Ciò lo turbava ancora di più, al sol pensiero che quello strano essere gli avrebbe trangugiato, di lì a poco, l'anima. Inghiottì un bel po'di saliva prima di attraversare il tendone nero. Ancora una volta in postazione, lettura delle impronte digitali ed ecco apparire il cono energetico formato da anelli concentrici che gli cinsero l'intero corpo inizialmente, poi gli succhiarono pian piano l'attività pensante trasferendola al sistema. Cominciò a riavvertire, per la seconda volta, quel senso di timore e di scioltezza in contemporanea, sentendosi sempre più libero, svestitosi della gravità di un corpo materiale. Senza sapere né il come, né il quando si ritrovò nuovamente digitalizzato e riconvertito in un essere olografico; il punteruolo energetico, sparatogli dietro la nuca e conficcatosi in essa, provvedeva a mantenere in vita il suo organismo. Occorreva soltanto attraversare il maxischermo olografico, che appariva in forma di un fulgido cancello energetico. La voce guida lo esortava a darsi una mossa. Attraversata la soglia fu trasferito direttamente nella stanza principale in casa di Arianne. L'ambiente si presentava leggermente diverso, forse la pianta della camera differiva per forma (sembrava essere pentagonale in quella seconda occasione), mentre si accorgeva di nuove chincaglierie ornamentali in spesso acciaio e appuntite, pendenti da robuste corde collegate a ganci sotto il soffitto, nonché di graziosi mobili stile moderno. La tappezzeria tutta in giro risaltava di un rosa vivo, interrotto ogni tanto da vari oggetti rossi, principalmente lampade. A mezzo di un avanzato CAD tridimensionale era possibile la composizione strutturale di un arredamento in continua evoluzione: lo stesso Charlie ne disegnava, a mano a mano, sempre nuovi pezzi, come aveva lasciato intendere la volta precedente; la cosa curiosa che colpì Stanley fu tuttavia che, essendo il fratello lontano, la mobilia doveva essere stata creata dalla stessa Arianne, non vi era altra spiegazione. Identico discorso, evidentemente, per il suo vestiario. Da un impiantino stereo, poggiato su di un tavolo basso, proveniva una rilassante musica soft. McGee iniziò ad avvertire, in parallelo, un fastidioso suono elettronico intermittente, avente fonte da un timer virtuale in sospensione aerea sotto il soffitto, al centro. Segnava circa sedici minuti, tempo che gli restava per lasciare il luogo. Senza più soffermarsi sui particolari, il ragazzo si mosse direttamente verso il pannello di controllo, richiedendo il riconoscimento. Il fascio luminoso a lui ormai noto scansionò la sua forma, ricavandone i parametri personali, quindi confrontandoli con quelli memorizzati durante la prima visita. Sulla consolle apparve un'icona verde di autorizzazione. L'intero quadro comandi venne proiettato fuori dalla parete, in un angolo della camera più in ombra rispetto agli altri. Stanley lo raggiunse, allargando le braccia per attirare a sé due inquietanti aste virtuali, dotate entrambe di maniglia, da ruotare in contemporanea. Gli parve, d'un tratto, che le stesse, venute fuori di scatto dal pannello tridimensionale, volessero deliberatamente trafiggerlo. Ragion per cui si scansò prima verso destra, quindi verso sinistra, per evitarne una alla volta. Arrestate che si furono, rimasero in sospensione, nell'attesa di essere manipolate. Il ragazzo si fece coraggio a impugnarle. A ogni duplice giro un contatore elettronico digitale a cifre rosse segnò un punto acquisito, fino a che non comparve in verde il numero quarantotto, che avrebbe garantito la massima autonomia di due ulteriori giorni al sistema. Lasciate che ebbe ambo le corde, queste furono richiamate nel pannello da una forza di natura simile a quella elastica. La proiezione della consolle fu, infine, annichilita, tornando la stessa a far parte della parete opposta. Stanley non riusciva più a udire il rapido scorrere delle cifre del timer a soffitto, visto che il sottofondo musicale, un pezzo sinfonico di un noto pianista francese, di cui gli sfuggiva il nome, era cresciuto di intensità. Lanciata una rapida occhiata all'ordigno elettronico, scoprì che restavano dodici minuti. “Meglio svignarsela” pensò. Prima di muovere un passo verso il cancello energetico, tuttavia, fu attratto da una parete un po' più avulsa, che non aveva bene inquadrato dapprincipio, tutta tappezzata di gif olografiche in formati diversi. Avanzò verso il muro, mettendone gradualmente a fuoco i contenuti. La quasi totalità delle immagini ritraeva momenti di sesso fra due inconfondibili Charlie e Arianne. Alcune erano catalogate in funzione della specifica posizione e del numero di volte in cui era stata applicata. Le unioni che Charlie programmava per Arianne avevano evidentemente effetti di infinito benessere per sé stessa e i suoi partner. Lei doveva essere, in tal senso, come un normale essere umano: in pieno possesso delle facoltà di sentire, avvertire, godere. Stanley restò allibito, avendo conferma di ciò che aveva intuito sin dall'inizio e del motivo di tanto tergiversare di suo fratello con Rose. - Maledizione, Charlie, che cazzo ti passa per la testa? - fece, rivolto alle foto animate. Un trillo lo distolse dal suo rimuginare. Si trattava del segnatempo elettronico che indicava lampeggiante un intervallo residuo utile di dieci minuti. - Bisogna andare davvero! - disse fra sé, voltandosi rapido verso il cancello. A momenti, però, gli veniva un colpo nel constatare che Arianne era alle sue spalle, in fervente attesa. - Chiamata di uscita: seduzione pericolosa - fece la voce reboante associata al counter. - Non dargli retta, Stanley! Tu mi desideri più di ogni cosa, ammettilo! - gli sussurrò voluttuosa la donna, fra caldi sospiri che gli infuocavano il collo, spogliandosi dei suoi vestiti attillati. - Non posso... - ribatté lui poco convinto, ma non riuscì ad aggiungere altro, stregato com'era dalle irresistibili nudità di lei. Senza neppure accorgersene si ritrovò sul divano, avvinghiato a quella gatta selvatica, che gli strappò la camicia di dosso e gli sfilò i blue-jeans, lacerandogli le mutande. - Dammelo Stanley. Lo voglio, adesso! - L'allocco non poté più sottrarsi, scatenandosi in una sfrenata sequenza di preliminari erotici con quella implacabile ninfomane. Il ragazzo stentava a rammentare l'ultima volta che avesse provato un tal senso di eccitazione nella sua intera esistenza. Era impossibile sfuggire alla morbidezza dei seni di Arianne, alle sue labbra carnose, alla sua lingua irrequieta che agiva su ogni parte del corpo del giovane, sotto l'effetto di riflettori stroboscopici. - Avanti, fammi sentire, stupido! - Stanley partì a razzo, una volta gasato per bene. Intanto il timer lo richiamava all'ordine: - Meno cento secondi allo zero: presenza Stanley non rilevata al cancello - . - Bravo, continua! Non ti fermare! - lo incitava Arianne. Il ragazzo accelerò il ritmo, colto dalla follia più totale, fino a raggiungere in tempo la fase di orgasmo, allo scoccare dei sessanta secondi. Arianne non mollava la presa, mentre lui cominciò a respingerla, avvertendo un effettivo imminente pericolo. - Ancora, Stanley, sei solamente alla prima ripresa - incalzava lei, passata su. - Lasciami andare, pazza! - - Quarantacinque secondi - annunciava il sistema. Vittima di incontrollabile frenesia, egli fu costretto a sottrarsi con la forza, appioppandole un ceffone per obbligarla a mollarlo. Si catapultò, quindi, seminudo, nel cancello in fase di restringimento. Ci passò a stento, ridottosi questo in forma di oblò ancora abbastanza largo. La reintegrazione della sua attività pensante nel corpo sarebbe durata dieci secondi all'incirca, tempo appena sufficiente per consentirgli di uscire dal portale sano e salvo, prima che lo stesso si smaterializzasse. Una volta all'esterno, il ragazzo cadde in ginocchio, poggiando i palmi a terra e sbruffando dall'incavo orale succo gastrico. Si ricompose dopo un po', mettendosi a sedere, lo sguardo rivolto al monitor tridimensionale, in cui figurava la ragazza senza veli, i palmi compressi contro lo schermo invisibile che la separava dal mondo reale, le lacrime agli occhi e la faccia gonfia. Stanley raggiunse strisciando la sua posizione, tirandosi su gradualmente e a fatica, per poi poggiare, a sua volta, la mano destra contro la sinistra di lei, dall'altra parte del monitor. - Perdonami, Arianne, ho dovuto farlo - si scusò con rammarico per averla percossa. Ella abbassò lo sguardo, ritirate le braccia, poi si riavviò lentamente, a capo chino, verso la propria abitazione. Il sistema si disattivò in automatico. L'ultima cosa che McGee percepì fu una feritoia dal contorno lampeggiante, da cui venne fuori una minicard di salvataggio dati in attesa di essere estratta.
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Mi chiamo Raffaele Formisano, sono un Ingegnere Gestionale impiegato tecnico presso un'azienda ad Atripalda (AV) in cui ci si occupa di recupero di rifiuti e rottami metallici e non. Anche in campo tecnico, il mio è un ruolo creativo di gestione progettazioni di impianti per il trattamento meccanico dei rifiuti ed impianti accessori. Sono sposato con Nunzia, che è un insegnante di sostegno alla primaria, e abbiamo due bellissimi bimbi gemellini di tre anni che si chiamano Angelo Raffaele e Ciro Lorenzo. Oltre alla scrittura, sono appassionato di lettura, di cinema e di videogiochi. Ho praticato nuoto molto tempo fa.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Raffaele Formisano: Alle scuole medie, quando, in occasione di un tema di italiano avente per oggetto la descrizione di una favola, consumai ben tre quadernoni per riportare, per filo e per segno, tutto il film di Biancaneve e i Sette Nani della Disney.
Writer Officina C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Raffaele Formisano: Sicuramente il mitico CONTACT dell'immenso Carl Sagan.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Raffaele Formisano: Si, certo, varie volte, e con netti rifiuti, fenomeno non infrequente per un nome del tutto sconosciuto. Ironia della sorte, conclusi il mio primo romanzo, di genere fantascienza, circa vent'anni fa e lo stesso, rimodernato, aggiornato e rivalutato nel tempo, uscirà a brevissimo con MEA EDIZIONI di Napoli. Nel mentre scrissi altri due romanzi, sempre dello stesso genere, uno nel 2009, col titolo di PROGRESSO, pubblicato da Homo Scrivens nel 2018, l'altro col titolo di IL PARADOSSO DI SCHRODINGER nel 2011 e pubblicato, sempre da Homo Scrivens, nel 2016.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Raffaele Formisano: Non saprei. Alcuni autori, con cui ho fatto amicizia attraverso gruppi di letteratura su FB, hanno pubblicato in questa maniera e a qualcuno è andata in maniera splendida sia da un punto di vista di gradimento dell'opera che in termini economici. Vi è, tuttavia, e parlo in particolar modo persone più addentrate nel settore letterario, qualcuno che sostiene che il supporto di una casa editrice dia maggiore credibilità, spessore, prestigio e slancio all'autore. Io ho, sinora, sempre optato per questa seconda strada, sebbene, a dispetto di tanti riconoscimenti ricevuti, non sia ancora annoverato fra autori di gran fama.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Raffaele Formisano: Di sicuro IL PARADOSSO DI SCHRODINGER. Si pensi, tanto per cominciare che il romanzo uscì due giorni dopo (il 25 ottobre 2016), il mio matrimonio e che io e mia moglie ne regalammo, in anteprima e come bomboniera di nozze, una versione a tema grafico sposalizio (copertina bianca con accorgimenti attinenti le nozze) agli invitati. In occasione del nostro viaggio di nozze, poi, in visita alla città di Vienna, ne donammo una copia alla Biblioteca della prestigiosa università viennese, dove insegno il fisico premio nobel Erwin Schrodinger. Questo è il link con la sezione italiana, con la catalogazione dell'opera http://ubdata.univie.ac.at/AC13383280. Il romanzo ha ricevuto, inoltre, diversi riconoscimenti a diversi premi letterari (Michelangelo Buonarroti 2016, Golden Books 2017, Città di Grottammare 2017, Premio Zeno 2018), fra cui miglior soggetto al festival UN LIBRO PER IL CINEMA 2019 e terzo classificato al premio LA PENNA PERFETTA 2020.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Raffaele Formisano: Essendo un ingegnere progettista, per deformazione professionale schematizzo tutto ciò che faccio, scrittura inclusa, ma solo come promemoria per stabilire ordini cronologici, richiami, intrecci e connessioni fra personaggi e situazioni. Poi, mentre scrivo, vi è spesso una deviazione e un rinnovo di idee che può nascere al momento e mi porta a revisionare in parte o completamente la scaletta. Talvolta i miei romanzi e i miei racconti su basano su vere teorie scientifiche, ragion per cui è impensabile un mancato studio preliminare o una schematizzazione dei concetti da inserire nel testo a mezzo appunti iniziali. Scrivere di istinto, poi, definisce i caratteri dei personaggi, soprattutto se stanno ben riuscendo. Capita che essi prendano vita così bene che sono loro stessi, poi, a trascinare l'autore.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Raffaele Formisano: Come dicevo più sopra, a breve uscirà il mio terzo romanzo, sempre di genere fantascienza, ma che in realtà è il primo che ho scritto circa vent'anni fa. Sono, poi, impegnato, nella revisione di un horror assieme a un gruppo di amici scrittori con i quali abbiamo creato un cosiddetto autore collettivo dedito al genere. Lo proporremmo a breve a un editore.
Writer Officina: Perché hai scelto la fantascienza come genere primario (piuttosto che un altro genere)?
Raffaele Formisano: Sono da sempre affascinato dalla storia dell'uomo, la quale, in ogni epoca, è costantemente accompagnata dalla tecnologia del momento che ne condiziona il modus vivendi. Oggi più che mai le nostre vite sono talmente dipendenti dalla tecnologia che non riusciremmo più a farne a meno. Basti pensare che se mi si guasta il pc in ufficio il mio lavoro si ferma. Basti pensare che se mi va in tilt lo smartphone, oggi come oggi, sono tagliato fuori dal mondo, anche in mezzo a miriadi di persone. Ciò deve far riflettere. Ciò ispira la mia domanda su quanto la tecnologia derivi dall'uomo e quanto l'uomo, a mano a mano che progredisce, dipenda da essa. Arriveremo, un giorno, ad una situazione alla Matrix?
Writer Officina: Hai fatto dei corsi?
Raffaele Formisano: Ho frequentato, per tre anni, del laboratorio di scrittura HOMO SCRIVENS presso la libreria Mondadori di Pompei (diretto dal maestro Gianluca Calvino), tra il 2015 e il 2017, entrando a far parte del collettivo di scrittura GRUPPO 9, con cui ho pubblicato i tre romanzi (editi ovviamente da Homo Scrivens) Hyde School (2015), Gli affamati (2017), Scacco al Re (2018).
Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?
Raffaele Formisano: Al mille per mille. Per me ha sempre avuto valore catartico, liberatorio e rafforzativo. La scrittura mi ha aiutato e mia aiuta a indossare le piume della Fenice, che, anche dopo essere stata bruciata, rinasce, forse più fortificata di prima. La scrittura è un pezzo di me, come un braccio o una gamba. Vive con me, morirà con me. Imprescindibilmente.
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