Writer Officina
Autore: Andrea Bindella
Titolo: Il Potere del Sangue
Genere Vampiri Horror
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Il Potere del Sangue
Richard sta per scoprire che tutta la sua esistenza è stata manovrata per un solo scopo: permettere al Signore dei Vampiri di trasferirsi nel suo corpo.

- Io sono Richard, il castigatore, e questa è la vera storia di come ho affrontato il Signore Oscuro e il suo esercito di succhiasangue. -

Richard è stato trasformato in un vampiro contro la sua volontà e per questo ha perso la famiglia. Oggi, dopo quasi cinquecento anni di raggiri, sta per scoprire che il suo Quel gran bastardo di François mi ha manipolato. Dopo avermi ucciso, donandomi la vita eterna, dopo aver trucidato i miei cari e, da allora, raccontato esclusivamente bugie... mi ha mandato a morire.
Ma non era da solo.
No, no: insieme a quel figlio di una meretrice c'erano altri vampiri e adepti; tutta una lista di persone che mio “padre” mi ha mandato a cercare convincendomi che avrebbero “collaborato” con me per la buona riuscita della missione che mi aveva affidato. Qualcuno ci stava uccidendo e i morti iniziavano ad essere troppi. Dovevamo scovare e catturare quel maledetto assassino.
Misi insieme una bella squadra. Sulla carta, erano tutti ottimi elementi!
Antonio fu il primo della lista. Lo chiamavano “il politico”. Mi avrebbe dato libero accesso a qualunque posto avessi desiderato.
Poi fu la volta di Chris, il mio “fratellastro”, un esperto d'armi da fuoco e tattiche militari.
Infine, Krogh, uno scienziato tedesco, adepto di Caius, profondo conoscitore del corpo umano e dei poteri dei vampiri. Stava cercando una cura contro i raggi solari.
E non scordiamoci di Greta, la bellissima e attraente Greta... La vampira dai poteri mentali, la moglie di François... L'ipocrita per eccellenza! Si finse la mia defunta sposa per confondermi le idee, per rendermi debole e manipolabile.
Tutti facevano capo, in un modo o nell'altro, ad Adam, il figlio di Caius e Iulia, nonché fratello di Ramona.
Quello psicopatico è riuscito a mettermi contro l'intera famiglia e ha costruito tutta una serie di indizi per farmi credere che l'assassino che stavamo cercando fosse sua sorella. Un'altra vampira dai poteri mentali che gli avrebbe impedito di conquistare il mondo.
Mi hanno trasformato nel killer perfetto, nella pedina sacrificabile alla quale affibbiare tutte le colpe! Dopo la morte di Ramona, Caius mi fece imprigionare e se non fosse stato per Iulia, ora sarei cenere. Giusto, Iulia... Mi ha donato parte dei suoi poteri mentali per affrontare suo figlio e mio “padre”.
Siamo riusciti a ucciderli tutti e dopo... Sì, è andata in questo modo. Ora ricordo! L'hanno catturata a Vienna. Rufus, che avevo dato per morto, è comparso dal nulla e l'ha fatta rinchiudere in una struttura segreta. Rammento poco o niente di quella sera e dei giorni successivi. Ho come un blocco mentale che mi impedisce di rivivere quei momenti.
Comunque, non ha più molta importanza.
Io sono Ricardus, il castigatore, e questa è la vera storia di come ho affrontato il Signore Oscuro e il suo maledetto esercito di succhiasangue.

01 - Richard

Bum-bum... Bum-bum... Bum-bum...
Il battito cardiaco scandisce il costante e inesorabile scorrere del tempo che porta ogni essere vivente alla morte.
Forse è per questo che il mio non batte.
Sono destinato all'eternità.

02 - Lucia

Bum-bum... Bum-bum... Bum-bum...
Il rumore delle chiavi nella toppa del portone lo mise in allerta. I suoi sensi ipersviluppati gli permettevano di udire i suoni più impercettibili e individuare gli odori più tenui.
- Amore, sono tornata! Sei sveglio? - lo salutò Lucia, rientrando a casa.
- Sì, sono nel soggiorno. Ben arrivata! - rispose Richard.
- Che brutta giornata! Ho litigato con Giovanni. Non capisce niente, sta sempre a contraddirmi. Ha da ridire su qualunque cosa io faccia - . Fece un profondo sospiro. - Pensa che oggi stavo testando l'ultima tossina che ho potenziato e quel deficiente... - .
Il gigante non disse nulla.
La ragazza lo raggiunse e lo vide indaffarato davanti al computer. Incrociò le braccia sul petto. - Mi ascolti, quando ti parlo? - sbottò.
- Certo, tesoro. Lo faccio sempre - ribatté, senza distogliere lo sguardo dal monitor. - Mi stavi parlando di quel perdente di Giovanni - .
- Mi devi ascoltare, ho detto! - urlò isterica. Si avvicinò a Richard e lo colpì con forza alla spalla destra. Una, due, tre volte. - Ti odio, vattene via! - . Scoppiò a piangere e scappò di casa sbattendo la porta.

- Signore! Signore! Signore! - la voce, dapprima bassa, tuonò sul finale.
- Che succede? - chiese Richard, scuotendo la testa. Si guardò intorno con le sopracciglia sollevate, gli occhi spalancati e le palpebre tese come le labbra. Sembrava disorientato.
- Signore, abbiamo perlustrato l'intera area e non ci sono pericoli imminenti. Ora può entrare - gli spiegò il capo della sicurezza, un uomo esile e dallo sguardo vigile. Dimostrava una quarantina d'anni. I lunghi capelli neri erano sempre legati a formare una coda che gli ricadeva sulla schiena. Si aggiustò il nodo della cravatta color cachi, in tinta con il vestito; nel farlo, il vistoso rolex d'oro scintillò alla luce dei lampioni.
- Grazie, Nicolas - si limitò a rispondere il gigante. Con uno sforzo, come se provasse un forte dolore alle giunture, scese dall'Hummer nero, non prima di aver lanciato un'occhiataccia al fax vicino al laptop, dal quale stava uscendo la stampa di un comunicato intitolato “URGENTE”. Al posto di uno dei sedili posteriori, avevano infatti installato una sorta di ufficio. Ovviamente, tutto color avorio, come gli interni in pelle del veicolo blindato.
Ingobbito, il vampiro si diresse verso l'ingresso. Restava comunque un uomo imponente che metteva soggezione alla maggior parte delle persone. Dopo i primi passi, si accorse che la fedina d'oro rosa che portava appesa al collo era uscita dalla camicia. La prese tra le dita, la baciò e poi la rimise sotto l'indumento. Gli piaceva tantissimo vestirsi con quel completo grigio. Indossava sempre quel colore, neanche fosse stato un tatuaggio.
Entrò nell'edificio, assorto nei suoi pensieri e grazie ai suoi due metri di altezza finì per sbattere la testa contro una trave di ferro della scala antincendio. Un rivolo di sangue gli scese lungo la tempia, ma non emise alcun lamento e proseguì.
- Perché continuiamo a portarci dietro quel relitto? - bisbigliò uno degli uomini della sicurezza rivolgendosi a Nicolas. - È talmente fulminato da non vedere neanche dove mette i piedi - .
Lo smilzo si limitò a contrarre la mascella e, in silenzio, seguì Richard.
Il gigante perlustrò il piano terra di quel fabbricato abbandonato. Si trovavano nell'area industriale di Foligno. A quell'ora tarda, non c'era nessuno per strada. In passato la costruzione doveva essere stata un magazzino poiché c'erano ancora degli scaffali lungo le pareti e qualche scatolone vuoto qua e là. Dai vetri delle finestre rotte erano entrate delle foglie e parecchia sporcizia. Forse, nelle serate particolarmente fredde qualche senza tetto doveva averci dormito e fatto anche i propri bisogni corporali. C'era uno strano fetore in quel posto, qualcosa di morto stava marcendo.
Richard sbuffò e, dopo alcuni minuti di attenta ricerca, salì lentamente le scale che portavano al secondo piano. Con lo sguardo esplorò l'intera area in cerca di un indizio che potesse svelargli dove scovarlo.
Tutta la superficie era priva di divisori, tranne che sul muro opposto rispetto alle scale. Tre pareti davano forma a una sorta di ufficio. Sparsi qua e là, si intravedevano dei tavoli di fattura scadente. Vi erano anche delle coperte buttate in un angolo. Un materasso sudicio era posto in mezzo al pavimento. Degli scatoloni chiusi con del nastro marrone gli facevano da contorno. L'unico rumore individuabile era lo squittio dei ratti, oltre a quello del vento che soffiava attraverso i fori presenti nella copertura.
- Ha trovato quello che cercava? - gli chiese Nicolas, osservando la struttura abbandonata.
- No - mormorò il gigante. - Sono sicuro che mi tenessero prigioniero in quella stanzetta là in fondo, ma non saprei dire se due o tre anni fa. Queste sono fibre ottiche, le usava per connettermi alla sua rete - . Si massaggiò le tempie e poi diede un calcio a dei fasci di fili elettrici che spuntavano dal pavimento.
Nicolas si diresse nell'ufficio e l'osservò con attenzione: era vuoto. Mancava anche la porta dell'ingresso. Sulle pareti vi erano dei graffiti sbiaditi. Scosse la testa e tornò sui suoi passi. - Anche qui ci sono gli stessi indizi già trovati negli altri capannoni abbandonati - sospirò. - Niente di nuovo. Niente di niente - . Sconsolato, colpì con il piede un piccolo sasso sul pavimento che schizzò di lato perdendosi nel buio della struttura.
- Possiamo andare - concluse Richard con un filo di voce.
- Come vuole. È lei il capo - .
Uscirono dall'edificio e salirono nell'auto.
- Torniamo alla base operativa di Monteluce - ordinò il gigante.
- Ne è sicuro? Mancano parecchie ore all'alba - constatò Nicolas, consultando l'orologio.
- Non mi piace essere contraddetto - ruggì.
L'autista mise in moto e, senza proferire parola, si diresse verso la superstrada in direzione Perugia.
Andrea Bindella
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Andrea Bindella
Mi chiamo Andrea, sono nato a Perugia e vivo ad Assisi. A dodici anni ho iniziato a scrivere la mia prima “opera”, un libro di fantascienza intitolato Il Ritorno delle Furie, “pubblicato” su un quaderno a quadretti, di quelli che si usavano alle medie. Pur coltivando la scrittura come passione, dopo aver conseguito il diploma all'Istituto Tecnico per Geometri, ho iniziato gli studi in Ingegneria Civile. Proprio in quegli anni - in Umbria - si stava avviando la ricostruzione post terremoto del '97, così ho deciso di lasciare l'università per dedicarmi alla libera professione e aiutare la mia regione a rialzarsi dopo quei tragici eventi.
Dopo il "capolavoro" d'esordio delle medie, ho continuato a scrivere altre storie, tenendole, però, tutte ben nascoste in un cassetto, convinto che il livello qualitativo dei miei testi non fosse sufficiente per essere proposto a un pubblico più vasto della mia famiglia.
Quando la crisi finanziaria ed economica del 2008 ha travolto il mio settore professionale e tutto sembrava perduto, ho trovato la forza e il sostegno per andare avanti proprio nella scrittura: ho capito che non serviva piangersi addosso e che occorreva rimboccarsi le maniche. Scrivere mi spinge a una continua riscoperta e crescita interiore; attraverso le parole condivido riflessioni e tematiche riguardanti la vita di ogni giorno, cercando sempre il confronto per ampliare la mia apertura mentale e soddisfare la mia insaziabile curiosità.Oltre alla scrittura, amo cucinare, ascoltare musica rock, pop e jazz e fare lunghe passeggiate immerso nel rumore della risacca del mare d'inverno.

Writer Officina: La tua passione per la scrittura come e quando nasce?

Andrea Bindella: Il ricordo migliore che ho, risale a quando avevo circa dieci anni. Mio cugino e io – i nostri genitori, in realtà – comprammo rispettivamente questi giochi da tavolo: Hero Quest e Star Quest. Dopo qualche settimana, avevamo già terminato tutte le missioni presenti nel librettino allegato ai giochi, così iniziai a scrivere delle nuove missioni sia fantasy che di fantascienza. Ovviamente, erano storie scritte da un bambino, però immaginare nuovi mondi tutti da scoprire fu un esercizio divertente.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Andrea Bindella: Non c'è un libro in particolare, piuttosto una serie di romanzi sia fantasy che di fantascienza che ho amato e che mi hanno fatto poi immaginare nuove avventure da vivere con i miei personaggi preferiti.
Il primo su tutti è stato “Lupo Solitario”. A seguire, la serie di romanzi ambientati nel mondo di “Dragonlance” e la collana ambientata nell'universo di “Star Trek”.
Queste storie hanno alimentato la mia immaginazione per anni e mi sono divertito molto a creare nuove avventure.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Andrea Bindella: Credo che Amazon KDP, come le altre piattaforme per l'autopubblicazione, siano un'ottima opportunità per tutti. Sono però anche convinto che se il prodotto che si va ad offrire non è professionale, quest'opportunità possa ritorcersi contro lo scrittore.
Autopubblicarsi non significa sfornare opere mediocri per poi sperare di diventare “famosi”. Piuttosto, vuol dire diventare editori di se stessi: bisogna, quindi, prima studiare, informarsi e poi pubblicarsi come farebbe un editore classico.

Writer Officina: Quali sono le difficoltà che hai incontrato?

Andrea Bindella: La difficoltà più grande è stata individuare la giusta fonte di informazioni. Nel web ci sono migliaia di persone che ti promettono di tutto, affermando che loro sono i migliori e che sanno come farti diventare famoso. La realtà è molto diversa. Se queste persone sapessero davvero come far decollare un libro, probabilmente sarebbero già stati assunti da qualche casa editrice per vendere milioni di copie.
Ogni libro è una storia a sé, bisogna studiare molto per capire cos'è il marketing e come scrivere un buon libro. Non basta mettere insieme i propri pensieri e poi sperare per il meglio.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Andrea Bindella: Ogni libro che scrivo diventa il mio preferito, almeno fino a quando non scrivo il successivo. Mi affeziono ai miei personaggi; quando scrivo la loro storia, ho una sorta di “infatuazione” che dura fino all'incontro con il personaggio del nuovo romanzo.
In questo momento mi piace molto “Turok, l'eroe di Anion”. È il protagonista di una serie di romanzi fantasy, un guerriero un po' spaccone e donnaiolo che tenta di vendicare il brutale omicidio della propria famiglia. È un eroe, ma è anche un uomo preda delle proprie passioni e pulsioni che non sempre fa la cosa giusta; un tipo enorme che, quando perde il controllo, spacca tutto.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Andrea Bindella: Dipende da quello che devo scrivere. Se la storia è molto intricata e ci sono parecchi personaggi, cerco di scrivere la trama o almeno quello che vorrei accadesse. Compilo anche schede approfondite per ogni personaggio.
Se invece devo scrivere qualcosa di breve, magari contenente solo un paio di personaggi, allora vado d'istinto.

Writer Officina: Stai lavorando a un nuovo progetto? Ce ne vuoi parlare?

Andrea Bindella: Da qualche settimana ho ripreso tra le mani il mio primo romanzo, “Un Nuovo Nemico”, un thriller fantasy ambientato a Perugia che ha per protagonisti dei vampiri. Molti lettori mi hanno chiesto di scrivere il secondo volume, così ho iniziato a farlo. Rispetto al primo romanzo ha un'ambientazione più dark e sanguinaria. Non ho ancora le idee ben chiare su quella che sarà la trama, ma penso che tra non molto riuscirò a definirla. Sarà comunque principalmente ambientato in Umbria.
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