|
Anima Sintetica
|

Jennifer.
- Signore, una navetta non autorizzata è in rotta di intercettazione - segnalò il tenente comandante addetto al radar. - Massima potenza alla barriera protettiva, armi puntate e pronti a fare fuoco! Allarme blu! - ordinò il comandante, Steisy, una donna umana sulla quarantina, non molto alta, dalla carnagione olivastra, i lunghi capelli neri, i lineamenti mascolini e gli occhi verdi. Steisy era la seconda in comando della nave da guerra Niug da un paio di anni; il capitano Sullivan aveva richiesto personalmente la sua presenza a bordo di quella nave. - Armi puntate, signore! - rispose il tenente comandante seduto alla console da cui gestiva le difese della nave. - Chiamate quella navetta, avvertite che faremo fuoco se necessario - comandò Steisy. - Nessuna risposta, signore! - esclamò l'ufficiale delle comunicazioni. - Voglio vederla! - . Sullo schermo della plancia comparvero le immagini richieste. Era una piccola scialuppa di salvataggio, a prima vista, messa piuttosto male. Perdeva ossigeno da un buco nello scafo. - Signore, ci hanno inviato un codice criptato... Sembra che si tratti di un nostro agente dei servizi segreti - . - A giudicare dallo stato della navetta, non credo che riuscirà ad atterrare nel nostro hangar... attivate il sistema automatico di attracco, hangar 5. Serghey, seguimi, andiamo a vedere chi c'è nella scialuppa, facci raggiungere anche da altri due dei tuoi - ordinò Steisy. Serghey era il tenente comandante addetto alla sicurezza della nave. Era anche l'unico che avesse il permesso di girare armato per i corridoi della Niug. Arrivarono nell'hangar 5 una manciata di secondi prima che la navetta iniziasse la fase di atterraggio. Il piccolo scafo aveva innumerevoli bruciature dovute ai colpi di laser ricevuti. Sembrava intatto per miracolo. Completata la manovra di atterraggio, il portellone della scialuppa si aprì, ma non uscì nessuno. - Serghey, andiamo - disse il comandante. I quattro, con molta circospezione, entrarono nella navetta. - C'è una donna stesa a terra, signore. Sembra gravemente ferita - urlò uno degli uomini della sicurezza. Steisy si avvicinò per vedere di chi si trattasse. - Presto, dite al dottore di portare l'unità di stasi - urlò, sconvolta, il comandante. Si inginocchiò accanto alla ragazza; con molta delicatezza, le scostò i capelli, che le ricoprivano il viso, e la riconobbe. - Nika, cosa ti è successo? Chi è stato a ridurti così? - sussurrò. - La conosce, signore? - chiese, perplesso, Serghey. - Sì, sì. Abbiamo portato a termine diverse missioni insieme. È una degli agenti più validi che abbiamo... Non conosco nessuno che avrebbe potuto ridurla così - . Un urlo interruppe il breve momento di silenzio. - Sono tornati! Sono tornati! - urlò Nika spalancando di colpo gli occhi. Sembrava non vedesse nessuno dei presenti; fissava inebetita il vuoto davanti a sé. - Il dottor Hang è arrivato, signore - annunciò l'addetto alla sicurezza. Misero Nika nell'unità di stasi e la portarono nell'infermeria della nave. - Vado con il dottore, voglio scoprire cos'è successo. Che nessuno si avvicini a questa navetta o alla ragazza. Ci siamo capiti? - urlò Steisy. - Sì, signore! - risposero in coro i presenti. Il comandante raggiunse Nika, mentre il dottore cercava di salvarle la vita. - Che cosa le è successo? - chiese, preoccupata, la donna. - Ha molte lesioni interne, provocate da armi che non conosco. Non credo sopravvivrà. Le do al massimo quarantotto ore - spiegò il dottore. - Le devo parlare, può svegliarla? - . - Tra qualche minuto, diamo il tempo alle apparecchiature mediche di stabilizzarla e alleviarle il dolore - . Steisy annuì. Passarono una decina di minuti, poi Nika aprì gli occhi. Non sembrava più sotto shock. Si guardò intorno e infine posò lo sguardo sul comandante. Sorrise delicatamente. - Cosa ti è successo? - chiese, perplessa, la donna. - È una lunga storia. Sono tanto stanca e mi fa male tutto. Quando potrò lasciare questo letto d'ospedale? - . L'amica le fece segno di no con la testa, gli occhi le divennero lucidi. - Cazzo! Non sono ancora pronta per morire - sussurrò Nika, iniziando ad imprecare come un Draxiano ubriaco. Il comandante sorrise, una lacrima le solcò il viso. - Durante la mia ultima missione - iniziò a raccontare la ragazza - ho visto delle strane scritte aliene, sembravano dorate - . Steisy si fece subito seria. - Mi hanno tormentata per giorni, non riuscivo a dormire e facevo strani incubi. Ho sognato la terra tremare e aprirsi sotto i miei piedi. Tutti i giorni lo stesso incubo. Dovevo sapere, capisci? - continuò. - Quei strani caratteri facevano parte della cultura Dectston... una razza aliena sterminata nell'ultima battaglia. Allora perché c'erano ancora quei simboli in circolazione? Mi sono messa a cercare, ho seguito tutte le piste possibili, anche le più strane - . Fece un lungo sospiro. - Steisy... sono tornati! - il corpo della ragazza ebbe un sussulto e un rivolo di sangue le uscì dalla bocca. Un urlo straziante riempì le orecchie del comandante. - Calmati, Nika! - . Era visibilmente preoccupata. - Non c'è tempo, non capisci? Qualcuno le ha riportate in vita e si stanno organizzando per annientarci! - . - Le tue parole non hanno senso, devi essere ancora sotto shock. Ora cerca di riposare - . - No, no! Devi ascoltarmi! - . - Va bene - . Sospirò. - Ero sul pianeta Protos per una missione e stava andando tutto per il meglio... - . Nika raccontò al comandante Steisy quello che le era accaduto alcune settimane prima.
Il teatro era gremito, tutti i biglietti erano stati venduti mesi prima e trovare un posto libero era impossibile. I due cantanti lirici, originari del pianeta Litos, erano famosi sia nel quarto quadrante che in quelli limitrofi. Il sipario si aprì e i due gemelli fecero il loro ingresso, accompagnati dagli applausi dei millecinquecento paganti. Natalie indossava un abito corto, aderente, di colore nero, che risaltava sulla pelle bianca come il latte. Il viso allungato era incorniciato dai lunghi capelli rosso scarlatto, come gli occhi e le labbra. Il fratello, Houng, indossava un abito da sera blu elettrico con il papillon e una camicia nera. Come Natalie, aveva la pelle bianca, i capelli - corti - e gli occhi rosso scarlatto. Houng era un uomo molto scaramantico e vestiva sempre allo stesso modo quando saliva sul palco. Gli applausi si protrassero per almeno dieci minuti, dopodiché lo spettacolo ebbe inizio. - Come sono emozionata! - esclamò Hangy con un ampio sorriso. - Si gode di una bellissima vista da qui! Il palco si vede benissimo... Questi posti saranno costati una fortuna! - . - Piccola, per te solo il meglio - rispose, compiaciuto, Krault. - Grazie, tesoro! Dopo lo spettacolo ti dimostrerò quanto apprezzi tutto questo - cinguettò, facendogli l'occhiolino. Krault era una delle persone più ricche e potenti del pianeta Protos, nonché una delle più pericolose. Era un uomo di mezza età, non particolarmente alto, con un fisico ancora possente. La pelle era color verde smeraldo, il viso tondo e i capelli lunghi, azzurri, come la barba incolta. Il tenore e il soprano finirono l'esibizione. Gli spettatori si alzarono in piedi per l'applauso che si protrasse per una ventina di minuti. - Signore, la macchina la sta aspettando - comunicò a Krault una delle sue quattro guardie del corpo. - Andiamo, Hangy, lo spettacolo è terminato - . La ragazza si alzò dalla poltroncina. Era una delle umane più belle che avesse mai visto: alta, sensuale, labbra carnose e capelli neri. Indossava un cortissimo abitino da sera che metteva in mostra le lunghissime e bellissime gambe affusolate. Krault era anche un chiacchieratissimo playboy, ma con Hangy sembrava diverso. La storia tra i due andava avanti oramai da qualche mese. Le guardie del corpo li scortarono fino all'uscita del teatro dove, parcheggiata tra due veicoli blindati, li attendeva una bellissima auto sportiva. L'uomo aiutò Hangy a salire nel bolide rosso scarlatto, poi si mise alla guida. La scorta, invece, prese posto nelle due auto vicine. Krault mise in moto e si diresse, sgommando, verso casa. - Adoro quest'auto, è così bella! Tutti si girano per ammirarci! - sorrise, felice, la ragazza. - Potrei regalartene una - . - Mi piacerebbe tantissimo - rispose, in maniera provocante. - Perché non acceleri? Ho voglia di te... - aggiunse, girandosi verso di lui. Gli accarezzò una gamba e gli infilò la lingua nell'orecchio. Krault sorrise e spinse il piede sull'acceleratore, facendo sfrecciare l'auto a folle velocità. I veicoli della scorta, che non riuscivano a tenere il passo della sportiva, persero terreno fin quando l'uomo non li vide più nello specchietto retrovisore. La coppia arrivò alla lussuosa villa costruita in riva all'oceano. Le spiagge di Protos si distinguevano per la sabbia nera, mentre l'acqua degli oceani era di colore viola. Gli uomini della sicurezza, che piantonavano l'ingresso, riconobbero il loro capo e aprirono il cancello. La macchina imboccò il viale alberato e si fermò davanti alla porta dell'abitazione. Un maggiordomo uscì dalla villa e corse ad aprire la portiera dell'auto; Krault scese e poi aiutò Hangy. La minigonna della ragazza era scorsa verso l'alto mettendo leggermente in mostra le mutandine: l'uomo se ne accorse, sorrise compiaciuto e le tirò una pacca sul sedere. - Che stupido che sei! - sorrise maliziosamente la terrestre e ancheggiando, entrò nella villa. - Tra dieci minuti mandami Jennifer - ordinò Krault al maggiordomo, che si limitò ad annuire. L'uomo entrò in casa e salì al primo piano dove si trovavano le camere da letto. Hangy si era già infilata nella stanza padronale e lo stava aspettando con impazienza. Krault varcò la soglia e chiuse la porta dietro di sé; la ragazza gli si avvicinò e lo baciò con passione. Lui ricambiò e, afferrandola per le natiche, la strinse a sé. - Vado a farmi una doccia - sussurrò la ragazza. - Sbrigati, non farmi aspettare troppo - . Hangy, come un felino, sgattaiolò nel bagno; l'uomo, sorridendo, si avvicinò a un pannello nero sulla parete accanto al letto, sfiorò alcuni bottoni e una lieve melodia si diffuse nella stanza. Le luci della camera si attenuarono e la tenda che oscurava la grande finestra si ritrasse nella parete. La vista dell'oceano era mozzafiato; il riverbero delle lune sulla superficie dell'acqua creava un bellissimo gioco di luci che si rifletteva sul soffitto e sulle pareti della stanza. Bussarono alla porta. - Avanti! - rispose l'uomo. Una cameriera entrò nella stanza, spingendo un piccolo carrellino a due piani sul quale erano stati disposti un cestello con una bottiglia immersa nel ghiaccio e della frutta fresca. - Buonasera, signore - disse la ragazza. - Buonasera, Jennifer. Lascialo pure lì - . - Come vuole, signore. Se non le occorre altro, tolgo il disturbo - . L'uomo la squadrò dalla testa ai piedi e sorrise. Jennifer, la sua cameriera umana, non era molto alta; aveva dei lunghi capelli neri, la carnagione color caramello, grandi occhi neri, un bellissimo viso e un corpo mozzafiato. In effetti, l'aveva assunta solo per quello. Le si avvicinò, la ragazza profumava di buono. - Curioso questo tuo profumo, è così buono. Come hai detto che si chiama il frutto dal quale è estratto? - chiese Krault. - Fragola, signore - . Arrossì. L'uomo le passò una mano tra i capelli e la cameriera abbassò lo sguardo verso il pavimento. - Perché non ti unisci a noi? - le chiese, indicando Hangy, che si intravedeva nuda attraverso la parete di cristallo della cabina doccia. Jennifer alzò lo sguardo, lanciò una rapida occhiata alla donna, e si affrettò a rispondere: - Forse la prossima volta, signore. Ho dei compiti urgenti da portare a termine prima di domattina - . - Ma certo, prima il dovere... - . Sospirò. - Vai, ora! - sbottò, stizzito. La cameriera fece un mezzo inchino e uscì velocemente dalla stanza, richiudendo la porta. Krault si versò del liquore asdariano nel bicchiere, chiuse gli occhi e ne assaporò il profumo: era il suo preferito. Portò il calice alla bocca e ne prese un piccolo sorso che si gustò per alcuni secondi prima di ingoiarlo. - Fantastico, mi lascia sempre senza parole - confessò, a voce alta, l'uomo. - Devo essere gelosa? - chiese, con malizia, Hangy. Krault trasalì, non l'aveva sentita uscire dal bagno. Si voltò di scatto e rimase piacevolmente sorpreso: la ragazza, completamente nuda, aveva ancora delle goccioline d'acqua sulla pelle e i capelli bagnati. - Niente è fantastico, paragonato a te! Sei la creatura più splendida che abbia mai visto - disse con voce pacata l'uomo, avvicinandosi a Hangy. La ragazza prese il bicchiere dalla mano di Krault, bevve un sorso, che trattenne in bocca, e lo baciò. Del liquore scivolò lungo il collo dell'uomo; Hangy se ne accorse e si affrettò a leccarglielo via. - Ho voglia di divertirmi! - esclamò, impaziente, la ragazza, dando una vigorosa spinta al suo compagno che volò letteralmente sopra il letto, cadendo sulla schiena. - Piano, Hangy! Mi ucciderai... non ti scordare che qui la gravità è molto più bassa rispetto a quella del tuo pianeta - . Sorrise, sprezzante del pericolo appena corso. La ragazza, con un balzo, gli si mise cavalcioni, lo guardò fisso negli occhi per alcuni secondi e poi, con uno scatto, gli portò entrambe le mani al collo e strinse. Krault divenne paonazzo in pochi secondi. Hangy sorrise, si avvicinò al suo viso e lo baciò con passione. - Soffoco - sussurrò l'uomo. - Povero piccolo - ribatté, ironica, lasciando andare la presa. Allungò una mano verso uno degli spigoli del materasso, prese una corda già legata a un'estremità del letto e l'assicurò a uno dei polsi di Krault. Fece poi la stessa cosa con l'altra mano e con le gambe. L'uomo non disse nulla. - Ora farai tutto quello che ti ordinerò - gli sussurrò la ragazza all'orecchio. - Farò tutto quello che vuoi, ma non farmi male - finse di piagnucolare. - Lo vedremo! - sogghignò, tirandogli un ceffone. Un rivolo di sangue gli uscì dal labbro inferiore. La ragazza afferrò la camicia di Krault e con uno strattone fece saltare tutti i bottoni. Sorrise compiaciuta, avvicinò la bocca al torace dell'uomo e lo morse con forza, strappandogli un piccolo urletto di dolore. |
|
Votazione per
|
|
WriterGoldOfficina
|
|
Biblioteca

|
Acquista

|
Preferenze
|
Recensione
|
Contatto
|
|
|
|
|
|
Conc. Letterario
|
|
Magazine
|
|
Blog Autori
|
|
Biblioteca New
|
|
Biblioteca Gen.
|
|
Biblioteca Top
|
|
Autori
|
|
Recensioni
|
|
Inser. Estratti
|
|
@ contatti
|
|
Policy Privacy
|
|
Autori di Writer Officina
|
|
|
Mi chiamo Andrea, sono nato a Perugia e vivo ad Assisi. A dodici anni ho iniziato a scrivere la mia prima “opera”, un libro di fantascienza intitolato Il Ritorno delle Furie, “pubblicato” su un quaderno a quadretti, di quelli che si usavano alle medie. Pur coltivando la scrittura come passione, dopo aver conseguito il diploma all'Istituto Tecnico per Geometri, ho iniziato gli studi in Ingegneria Civile. Proprio in quegli anni - in Umbria - si stava avviando la ricostruzione post terremoto del '97, così ho deciso di lasciare l'università per dedicarmi alla libera professione e aiutare la mia regione a rialzarsi dopo quei tragici eventi. Dopo il "capolavoro" d'esordio delle medie, ho continuato a scrivere altre storie, tenendole, però, tutte ben nascoste in un cassetto, convinto che il livello qualitativo dei miei testi non fosse sufficiente per essere proposto a un pubblico più vasto della mia famiglia. Quando la crisi finanziaria ed economica del 2008 ha travolto il mio settore professionale e tutto sembrava perduto, ho trovato la forza e il sostegno per andare avanti proprio nella scrittura: ho capito che non serviva piangersi addosso e che occorreva rimboccarsi le maniche. Scrivere mi spinge a una continua riscoperta e crescita interiore; attraverso le parole condivido riflessioni e tematiche riguardanti la vita di ogni giorno, cercando sempre il confronto per ampliare la mia apertura mentale e soddisfare la mia insaziabile curiosità.Oltre alla scrittura, amo cucinare, ascoltare musica rock, pop e jazz e fare lunghe passeggiate immerso nel rumore della risacca del mare d'inverno.
Writer Officina: La tua passione per la scrittura come e quando nasce?
Andrea Bindella: Il ricordo migliore che ho, risale a quando avevo circa dieci anni. Mio cugino e io – i nostri genitori, in realtà – comprammo rispettivamente questi giochi da tavolo: Hero Quest e Star Quest. Dopo qualche settimana, avevamo già terminato tutte le missioni presenti nel librettino allegato ai giochi, così iniziai a scrivere delle nuove missioni sia fantasy che di fantascienza. Ovviamente, erano storie scritte da un bambino, però immaginare nuovi mondi tutti da scoprire fu un esercizio divertente.
Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Andrea Bindella: Non c'è un libro in particolare, piuttosto una serie di romanzi sia fantasy che di fantascienza che ho amato e che mi hanno fatto poi immaginare nuove avventure da vivere con i miei personaggi preferiti. Il primo su tutti è stato “Lupo Solitario”. A seguire, la serie di romanzi ambientati nel mondo di “Dragonlance” e la collana ambientata nell'universo di “Star Trek”. Queste storie hanno alimentato la mia immaginazione per anni e mi sono divertito molto a creare nuove avventure.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Andrea Bindella: Credo che Amazon KDP, come le altre piattaforme per l'autopubblicazione, siano un'ottima opportunità per tutti. Sono però anche convinto che se il prodotto che si va ad offrire non è professionale, quest'opportunità possa ritorcersi contro lo scrittore. Autopubblicarsi non significa sfornare opere mediocri per poi sperare di diventare “famosi”. Piuttosto, vuol dire diventare editori di se stessi: bisogna, quindi, prima studiare, informarsi e poi pubblicarsi come farebbe un editore classico.
Writer Officina: Quali sono le difficoltà che hai incontrato?
Andrea Bindella: La difficoltà più grande è stata individuare la giusta fonte di informazioni. Nel web ci sono migliaia di persone che ti promettono di tutto, affermando che loro sono i migliori e che sanno come farti diventare famoso. La realtà è molto diversa. Se queste persone sapessero davvero come far decollare un libro, probabilmente sarebbero già stati assunti da qualche casa editrice per vendere milioni di copie. Ogni libro è una storia a sé, bisogna studiare molto per capire cos'è il marketing e come scrivere un buon libro. Non basta mettere insieme i propri pensieri e poi sperare per il meglio.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Andrea Bindella: Ogni libro che scrivo diventa il mio preferito, almeno fino a quando non scrivo il successivo. Mi affeziono ai miei personaggi; quando scrivo la loro storia, ho una sorta di “infatuazione” che dura fino all'incontro con il personaggio del nuovo romanzo. In questo momento mi piace molto “Turok, l'eroe di Anion”. È il protagonista di una serie di romanzi fantasy, un guerriero un po' spaccone e donnaiolo che tenta di vendicare il brutale omicidio della propria famiglia. È un eroe, ma è anche un uomo preda delle proprie passioni e pulsioni che non sempre fa la cosa giusta; un tipo enorme che, quando perde il controllo, spacca tutto.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Andrea Bindella: Dipende da quello che devo scrivere. Se la storia è molto intricata e ci sono parecchi personaggi, cerco di scrivere la trama o almeno quello che vorrei accadesse. Compilo anche schede approfondite per ogni personaggio. Se invece devo scrivere qualcosa di breve, magari contenente solo un paio di personaggi, allora vado d'istinto.
Writer Officina: Stai lavorando a un nuovo progetto? Ce ne vuoi parlare?
Andrea Bindella: Da qualche settimana ho ripreso tra le mani il mio primo romanzo, “Un Nuovo Nemico”, un thriller fantasy ambientato a Perugia che ha per protagonisti dei vampiri. Molti lettori mi hanno chiesto di scrivere il secondo volume, così ho iniziato a farlo. Rispetto al primo romanzo ha un'ambientazione più dark e sanguinaria. Non ho ancora le idee ben chiare su quella che sarà la trama, ma penso che tra non molto riuscirò a definirla. Sarà comunque principalmente ambientato in Umbria. |
|
Tutti i miei Libri

|
Profilo Facebook

|
Contatto
|
|
|
|