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Matteo Alberto Sabatino

Ciao! Di anni ne ho ventotto, di lauree due, entrambe in comunicazione audiovisiva. La libertà e l'autonomia sono i perni attorno ai quali ruota ogni mia decisione importante, i valori fondamentali nella mia vita. Considero la narrazione tout court non soltanto un mestiere, ma anche una possibilità espressiva senza cui mi riterrei desolato, svuotato di senso. I miei due romanzi, Il proiettore delle memorie e Madre tela, in qualche misura, sotto traccia, rivelano al lettore più attento questo personale amore per le storie di varia natura; un sentimento, come sappiamo, faticoso da gestire, forse inattuale, certamente autentico. Scrivo aggiungendo al reale elementi fiabeschi, lavorando sulla caratterizzazione del personaggio principale, avendo a cuore un obiettivo: far sì che il romanzo, alla sua stesura definitiva, sia organico e abbia una voce riconoscibile. Ho uno stile asciutto. Tento di lasciare qualcosa al lettore, e provo a farlo evocando immagini, stimolando i suoi sensi. Uso il tempo presente, e la prima persona. Sempre.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Matteo Alberto Sabatino: Sono partito dalla critica cinematografica, con esperienze in qualità di giurato ufficiale della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. La mia carriera accademica ha fatto il resto. La letteratura per me è un approdo, e spero di stare qui, insieme a voi, per un po' di tempo. Non mi lascio ossessionare dal medium. Voglio dire, non m'importa che la storia raccontata venga proiettata su uno schermo o messa in scena su un palcoscenico o pubblicata su carta o ascoltata in cuffia. Quel che a me interessa è che trovi lo spazio che più le si confà.

Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?

Matteo Alberto Sabatino: Assolutamente sì. Dico questo perché, ad esempio, ne Il proiettore delle memorie il protagonista è un fotografo che scopre una sala cinematografica misteriosa, in grado di proiettare i ricordi di chi riesce ad accedervi. Da lì comincia il suo processo di guarigione, a tu per tu con il se stesso di ieri.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Matteo Alberto Sabatino: L'ho iscritto a un premio nazionale, il Valerio Gentile. Dopo averlo vinto, il romanzo è stato pubblicato da Schena Editore, storica casa editrice pugliese.

Writer Officina: Ritieni che la verosimiglianza sia importante oppure no visto che si tratta comunque di fiction?

Matteo Alberto Sabatino: Lettore e autore sono legati a doppio filo da un patto finzionale. Lo scrittore bravo, secondo me, è colui che sa camminare in equilibrio sul margine che divide il vero dal finto. Sta tutto lì, nel dosaggio.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Matteo Alberto Sabatino: Sarebbe come dirti che preferisco la gamba sinistra alla destra, o la mamma al papà. Invece ti rispondo così: partono tutti da un what if, da una domanda: cosa succederebbe se...? Ecco, nel caso de Il proiettore delle memorie mi sono chiesto: Cosa succederebbe se esistesse un cinema in grado di proiettare i ricordi?
In Madre tela c'è un altro what if, ancora più pregnante di questo, addirittura più filosofico.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Matteo Alberto Sabatino: D'istinto, no. Sviluppo il what if, visualizzo in mente delle scene, e butto giù la prima stesura. Non di getto, come molti altri fanno. Non ci riesco. Penso a ogni singola scena, al suo senso nel quadro generale, al movimento in avanti che dovrebbe far fare al personaggio che ne è protagonista.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Matteo Alberto Sabatino: Be', sì e no. Sto immagazzinando idee. A giorni ho due presentazioni dal vivo, una dedicata a Il proiettore delle memorie, l'altra a Madre tela. Credo di aver trovato la mia voce. Sul genere? Realismo magico, con una spolverata di filosofia. Ancora una volta.

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