Writer Officina
Autore: Eleonora Scali
Titolo: #Ciaopoveri
Genere Thriller noir - saga familiare
Lettori 3706 32 53
#Ciaopoveri
L'appuntamento per la gita a Ischia era per il sabato successivo all'aeroclub di Bresso. Ci sarebbe stata la solita cerchia di amici. Avrebbero raggiunto Napoli con l'aereo privato di Oscar, e Ischia a bordo dello yacht di Estelle. Qui avrebbero soggiornato nella villa della famiglia D'Ambrosio.
Fiordaliso avrebbe fatto volentieri a meno di quella vacanza. Nello stesso weekend, Zubby Boy sarebbe stato al Byblos di Milano e lei sperava fosse l'occasione buona per la presentazione del suo disco come Fiore The Rock. Quando ne avevano parlato al telefono, però, il rapper era stato vago e sfuggente. “Che si fotta” aveva pensato Fiordaliso. “Andrò a Ischia e cercherò di ottenere il numero di telefono di Nathan.”
Da quando l'aveva lasciata con un palmo di naso davanti alla porta di casa e poi le aveva fatto recapitare le rose rosse, non si era fatto più sentire e lei non riusciva a toglierselo dalla testa. Era diverso dai pupazzi telecomandati che frequentava d'abitudine. Era stato lui a con- durre il gioco, lui a invitarla a seguirlo, lui a piantarla in asso. Fiordaliso aveva interrogato tutti i suoi amici, ma l'unica che sapeva chi era quel ragazzo e poteva avere il suo numero di telefono era Corinne. A Fiordaliso scocciava chiamarla appositamente per quell'informazione. La due giorni a Ischia, però, poteva essere l'occasione perfetta per affrontare la questione per caso, come se non le importasse affatto.
Quando Guido e Isabella arrivarono all'aeroclub di Bresso, trovarono Oscar e Gabriele a attenderli. I due ragazzi salutarono lui con pacche e abbracci e spogliarono lei con lo sguardo. Poi, Oscar mostrò loro il suo aereo. All'interno c'era un salotto con divani di pelle bianca e un tavolino centrale, in un angolo un mobile bar e uno schermo al plasma. La piccola toilette di servizio, come la definì il giovane proprietario, occupava l'intera coda del velivolo.
- Splendido - si complimentò Guido.
- Appena farai lievitare un altro po' il mio capitale, ne comprerò uno ancora più bello. - Oscar era stato il secondo cliente di Guido dopo Gabriele, ed era rimasto piacevolmente impressionato dalle capacità del consulente.
Una limousine scaricò Corinne direttamente davanti alla scaletta dell'aereo. La zarina snocciolò tutta la sua genealogia ai nuovi arrivati, scannerizzò Isabella dalla punta dei capelli a quella dei piedi e salì a bordo.
Fiordaliso arrivò in compagnia di Axel, a bordo della Ferrari. Lei e l'amico si erano messi d'accordo che lui l'avrebbe tirata giù dal letto per farla arrivare in tempo (il suo ritardo cronico era noto) e lei gli avrebbe dato uno strappo fino a Bresso.
- Non ci posso credere! - esclamò Oscar quando li vide - La nostra Fiore puntuale. -
- Questa levataccia me la paghi - rispose lei salutandolo con due baci sulle guance. - Non ho nemmeno potuto mangiare il mio cornetto di Grecchi, stamattina. -
- Mi farò perdonare col Dompero che ho a bordo - disse Oscar.
In quel momento arrivarono anche Estelle, Ippolita e Otario. La comitiva era al completo, si poteva partire.
Iniziarono ad aprire bottiglie e a farsi selfie, già al momento del decollo. A ogni scatto seguiva un consulto generale per decidere quale fosse l'inquadratura migliore e su quale social postarla. Il resto delle chiacchiere verteva sugli acquisti dell'ultima settimana, le feste alle quali avevano partecipato, se fosse più divertente giocare a golf o andare a cavallo, il tutto condito da pettegolezzi e battute al vetriolo su persone che non erano presenti.
Isabella osservava la compagnia come fossero scimmie allo zoo, ma la scimmia era lei e i ragazzi non facevano che buttarle noccioline – - te lo verso io lo champagne? Vuoi una tartina? Fai un brindisi con noi? - – mentre le ragazze tiravano bastonate alla sua gabbia.
- Carino quell'abito. Dove l'hai preso? - chiese Corinne.
- All'Oviesse - rispose Isabella.
- Incredibile, avrei detto che fosse un Versace - disse Estelle. Le altre risero.
- Di cosa ti occupi, Isabella? - domandò Fiordaliso.
- Sono banconiera al reparto gastronomia dell'Esselunga - rispose lei.
- Caspita - esclamò Ippolita. Altre risatine da parte di tutte.
Isabella si alzò e disse che doveva usare la toilette. Quando tornò, sedette accanto a Guido e si estraniò dal gruppo fino all'atterraggio.
All'aeroporto di Napoli la combriccola venne prelevata da un van privato che li portò al molo di Pozzuoli dove erano attesi dal comandante del Fashion, il cabinato di quaranta metri che papà D'Ambrosio aveva battezzato in onore della passione della figlia per la moda.
Per Isabella, la navigazione verso Ischia fu il momento più bello della giornata. Lei e Guido si spostarono sul ponte superiore per godere il panorama, mentre gli altri continuavano a bere nel salone centrale. Per raggiungere la baia di Sant'Angelo, dove si trovava la villa di Estelle, lo yacht costeggiò buona parte dell'isola. Dietro ogni insenatura spuntavano casette color pastello che si specchiavano nelle acque cristalline. Ecco lo scoglio di Sant'Anna, una torta di pietra in mezzo al mare, le antiche mura a decorarla tutt'intorno come biscotti e il castello aragonese come ciliegina al centro. Una a una, sfilarono davanti agli occhi di Guido e Isabella le bellissime spiagge di Carta- romana, San Pancrazio e Lido dei Maronti. Infine, baia Sant'Angelo con l'inconfondibile formazione rocciosa coperta di vegetazione e la lingua di sabbia che la collegava alla terraferma.
Attraccarono. Una schiera di carrozzelle-Ape li stava aspettando per portarli alla villa. Il serpentone a tre ruote s'inerpicò per le stradine del paese. In cima a un'altura che guardava la baia, un cancello elettrico si aprì dando accesso a un viale alberato. In lontananza apparve la residenza estiva dei D'Ambrosio. Progettata dal designer Martyn Lawrence Bullard, era stata concepita per convivere in perfetta armonia con i giardini che la circondavano su ogni lato. Dodici camere con bagno privato, trecento metri quadri di zona giorno, piscina, sala giochi e due campi da tennis costituivano questo lussuoso rifugio. Una coppia di filippini in livrea bianca attendeva i ragazzi sull'ingresso.
- Ronald, Jeffrey, pensate voi ai nostri bagagli - ordinò Estelle ai domestici.
- Sì, signora - risposero quelli.
- Mentre loro disfano le valigie e sistemano la nostra roba, ho organizzato l'aperitivo per noi in piscina. Ragazzi, seguitemi - ordinò Estelle agli ospiti col medesimo tono usato per i filippini.
Isabella tirò Guido per la maglietta chiamandolo da parte. - Ho capito male o quei due metteranno le mani nei nostri bagagli? - sussurrò per non farsi sentire dagli altri.
- Sì, e allora? Cos'hai nella borsa: gioielli, assorbenti, preserva- tivi? -
- No, scemo. È che l'idea che qualcuno tocchi la mia roba mi dà fastidio. -
- Questa è gente che nemmeno si pulirebbe il culo da sola, se potesse. -
Isabella non poté fare a meno di ridere.
- Avete finito voi due piccioncini? - li richiamò Gabriele. - Estelle ha detto di andare in piscina. -
I ragazzi attraversarono la zona giorno e sbucarono sul lato opposto della villa. Vicino alla piscina, sotto un tendone con mobili di vimini era allestito un buffet a base di aragosta e crudité. Gli ospiti si accomodarono. Un cameriere li servì e versò loro champagne.
Mezz'ora più tardi venne annunciato che i bagagli erano stati sistemati e le camere erano pronte. - Perfetto, ragazzi. Tutti a cambiarsi, poi inizia il vero party - annunciò Estelle.
Quando Isabella entrò nella stanza assegnata a lei e Guido ebbe una vertigine. Era grande quanto l'appartamento di una famiglia italiana media. Il pavimento coperto di tappeti orientali, il letto matrimoniale sovrastato da un baldacchino, gli arredi un capolavoro di artigianato ligneo. Il bagno era a dir poco sconvolgente.
- Vieni a vedere - Isabella chiamò Guido. Al centro c'era una vasca a idromassaggio incassata nel pavimento e poteva ospitare tranquilla- mente cinque o sei persone. Tutt'intorno, candele profumate, bastoncini d'incenso, vasi con sali da bagno e flaconi di creme per il corpo.
- Non serve che scendiamo giù, la piscina ce l'abbiamo qui - commentò Isabella.
Guido la prese in braccio e scese dentro la vasca vuota, appoggiandola sul fondo. - Più tardi la proviamo, che dici? - Lei sorrise a quell'invito che preludeva a una lunga notte d'amore. Lui la baciò fissandola negli occhi. - Hai un'idea di quanto ti amo? -
- Allora chiudi la porta, butta via la chiave e restiamo qui - fece lei ricambiando il bacio.
- Se non scendiamo verranno a cercarci. -
- Finite le pubbliche relazioni però, voglio un po' di tempo per noi - protestò lei.
- Stasera proveremo la vasca e tutte le creme che ci sono - promise
Guido.
La coppia iniziò a cambiarsi. - Questi ragazzi vivono in un altro mondo - disse Isabella mentre indossava il costume. - Come fanno ad avere tutti questi soldi? -
- Non è certo merito loro - rispose Guido. - Devono ringraziare i genitori, i nonni o tutta la genia, non so. -
- Ma che fanno nella vita? Lavorano, studiano? -
- Gabriele frequenta la Cattolica, ma è fuori corso di non so quanti anni. Oscar cura qualche affare di famiglia, prodotti vinicoli. Otario lavora in clinica col padre, che è un chirurgo. Gli altri non so. -
Una portafinestra della camera conduceva a un terrazzino. Isabella uscì per guardare il panorama. Sotto di lei c'era la piscina. Alcuni ospiti si erano già buttati in acqua.
- Che vita di merda - stava dicendo Oscar.
- Sì, uno schifo - confermò Otario.
- D'altra parte, c'è chi può e chi non può - fece Corinne.
- Se la vita è troppo cheap, schermo al plasma nella suite! - urlò Axel citando uno degli slogan delle sue magliette.
- Questa è figa, ma io preferisco di gran lunga ciao poveri - disse Gabriele un attimo prima di lanciarsi a bomba nell'acqua.
- Ciao-ciao poveri - ripeté Fiordaliso facendo il gesto dell'ombrello.
Isabella rientrò in camera. - Li senti i tuoi amici? Sono indecenti - disse a Guido.
- Tappati le orecchie e sopporta, ti prego. Lo sai perché sono qui. - Guido e Isabella raggiunsero la piscina al momento della battaglia con pistole e fucili caricati a champagne. - Guerra! guerra! - urlò Estelle puntando contro gli altri il suo famoso Nerf Super Soaker.
- Non vale. Noi abbiamo solo queste pistoline del cazzo - disse Gabriele rispondendo al fuoco.
I ragazzi sparavano e bevevano champagne al tempo stesso. Più si alzava il tasso alcolico, più scendeva il senso del pudore. Oscar versò del Dom Pérignon sulle tette di Fiordaliso e gliele leccò. Gabriele lo spalmò sulle cosce di Estelle scatenando la gelosia di Ippolita. Axel sfilò il costume a Otario lasciandolo nudo nell'acqua. Un attimo prima di immergere la testa sotto urlò: - La caccia al pesce è aperta! -
Quando l'alcol mise tutti al tappeto, i maschi si buttarono sulle sdraio a smaltire la sbronza e le femmine si spiaggiarono come foche a bordo di un materassino gigante in mezzo alla piscina.
“Finalmente un po' di pace” pensò Isabella. Sistemò l'asciugamano su un lettino, s'infilò l'ipod nelle orecchie e chiuse gli occhi.
Ippolita, Estelle, Corinne e Fiordaliso la osservavano dalla loro postazione galleggiante. - Che tipo quella lì: simpatia zero - sussurrò Ippolita.
- Non ha partecipato alla battaglia e non ha detto una parola. -
- Lavora in un supermercato e si permette di snobbarci - disse Fiordaliso.
- L'ho invitata solo perché tuo fratello ha insistito di volere sia lei che quel poveraccio del suo fidanzato - si difese Estelle.
La canzone nelle orecchie di Isabella finì in tempo per sentire l'ultima infelice battuta. Raccolse il suo asciugamano e corse in camera. Quando Guido la raggiunse la trovò in lacrime.
- Ti avevo detto che non volevo venire, ma tu hai insistito e io mi devo sorbire le loro frecciatine - sbottò Isabella. - I ragazzi mi guardano come un bignè in una pasticceria e le femmine mi darebbero volentieri un morso. -
- Non stai esagerando? -
- Non hai visto i loro sguardi? Non hai sentito i commenti? Non piaccio ai tuoi amici, almeno quanto loro non piacciono a me. -
- Non piacciono neanche a me e non approvo il modo in cui vivono, ma per me è lavoro. Non posso mettermeli contro. -
Eleonora Scali
Votazione per
WriterGoldOfficina
Biblioteca
Acquista
Preferenze
Recensione
Contatto
Home
Admin
Conc. Letterario
Magazine
Blog Autori
Biblioteca New
Biblioteca Gen.
Biblioteca Top
Autori

Recensioni
Inser. Estratti
@ contatti
Policy Privacy
Autori di Writer Officina

Eleonora Scali
Sono nata giramondo. A sei anni ero su un camper insieme ai miei genitori. Africa, Asia, Medio Oriente, non ci siamo risparmiati i chilometri. Una delle esperienze più forti è stato il viaggio in Afghanistan nel 1978. In particolare ricordo la maestosità dei Buddha di Bamiyan (fatti saltare in aria dai talebani nel 2001) e il sequestro di due giorni alla frontiera con l'Iran, dove guardie armate ci smontarono il camper pezzo per pezzo alla ricerca d'inesistenti panetti di hashish.
Sono una fiorentina verace e non ho perso l'accento nonostante abbia vissuto per oltre un ventennio in varie città del nord Italia. Scrivo da sempre e leggo moltissimo. L'altro mio hobby è il canto: sono la front-woman in una blues band.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la scrittura?

Eleonora Scali: Ho iniziato a scrivere per lavoro a venticinque anni, come addetta stampa per multinazionali come Piaggio, Moto Guzzi e Boehringer Ingelheim. Nel 2005 ho spostato la mia passione dal giornalismo alla narrativa. Ottenere buoni risultati ha richiesto tempo e studio. Ho esordito con racconti pubblicati su riviste letterarie e antologie. Nel 2012 è uscito il mio primo romanzo. Da allora ne ho scritti altri cinque. A qualcuno potrebbero sembrare pochi in un così lungo lasso di tempo ma, secondo me, un prodotto valido richiede cura e pazienza.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Eleonora Scali: Secondo me, dietro ogni storia raccontata ci deve essere un messaggio, qualcosa che susciti sentimenti, faccia riflettere o offra un punto di vista nuovo su qualcosa di già noto. La prima domanda che mi pongo quando inizio a concepire un nuovo romanzo è: cosa voglio comunicare con quella storia. Intorno a questo “scopo” costruisco trama e personaggi. Fisso la trama in una pagina o due e poi pianifico la stesura del romanzo nei dettagli.
Per avere chiaro in testa cosa accade, quando e in che successione di eventi, uso un tabellone gigante e dei post-it nei quali riassumo le scene e i personaggi che ne fanno parte. Poi li collego in sequenza con frecce o fili colorati come fanno i detective-profiler quando indagano. Hai presente?
Solo a quel punto inizio a scrivere e mi abbandono all'istinto. Il mio istinto sta nella modalità di scrittura, nella mia cifra stilistica che è assolutamente personale. Prima, però, c'è tutta la preparazione che ho descritto. Quella mi consente di concentrarmi solo sul “modo” di raccontare e non su “cosa” raccontare.

Writer Officina: Quali sono i “messaggi” che hai voluto comunicare con i tuoi romanzi?

Eleonora Scali: Per cominciare scrivo sempre di Italia/italianità e di contemporaneità (qualche divagazione in Africa, Stati Uniti e Medio Oriente me la concedo, data la mia passione per i viaggi). I messaggi sono tanti e diversi, si basano su quello che mi passa per la testa in un determinato momento.
Il lavoro più recente è una trilogia (edita da TriplaE) ambientata nel mondo dei super ricchi italiani. Il tema alla base del primo romanzo (#Ciaopoveri) è la solitudine di chi è incapace di stabilire rapporti umani In sintesi: puoi essere ricco quanto vuoi ma senza empatia per gli altri, senza compassione, complicità e spirito di collaborazione, sei solo.
Nel secondo capitolo della trilogia (La ricompensa) affronto il problema della dipendenza da social, come il loro abuso possa distaccare dalla realtà e quanto credere ciecamente a contatti solo virtuali possa trarre in inganno.
Il romanzo che chiude la saga (in uscita questo autunno, quindi non posso rivelare il titolo) parla del perdono: più facile da chiedere che da concedere. Si svolge fra vent'anni esatti, in un'Italia sconvolta da cambiamenti climatici e sociali. Questa ambientazione futuristica ma non troppo ha richiesto ricerca, studio, intuizione e solo un bruciolo di fantasia, perché non doveva essere fantascienza ma un futuro credibile. E, visti gli accadimenti climatici e politici di quest'anno, credo di essere andata molto vicina alla realtà.

Writer Officina: Che genere scrivi?

Eleonora Scali: Riguardo la trilogia di cui ho appena parlato, il genere è thriller noir. Ci sono crimini, indagini, truffe, segreti e inganni. Racconto quanto di peggio l'essere umano possa compiere. Ad alleggerire il tutto c'è la mia vena umoristico-sarcastica che, da buona toscana, non posso far mancare. Un altro mio romanzo uscito lo scorso anno (Prove tecniche di solitudine – ed. Tabula Fati) è invece un reportage di viaggio: 52 giorni in solitaria in Nuova Zelanda. Da appassionata viaggiatrice non potevo non scrivere almeno un libro sull'argomento. Il romanzo è affiancato da un sito fotografico, consultabile senza necessità di acquisto del libro, a questo link: https://nerocomescrivi.wixsite.com/nuova-zelanda/il-viaggio-per-immagini

Writer Officina: Quali letture preferisci?

Eleonora Scali: Mi piace alternare classici a contemporanei, stranieri a italiani. Il mio genere preferito è il distopico, ma leggo anche thriller, romanzi storici, fantascienza, saghe familiari e non disdegno i saggi politici e di attualità. Rifuggo i fantasy. Li trovo noiosi, macchinosi e ripetitivi. Fra gli autori classici italiani amo Buzzati, Sciascia, Calvino, Levi. Fra i contemporanei apprezzo la qualità di scrittura di autori come Fois, Serra e Ammaniti. Forse leggo più libri di autori stranieri: Nabokov, Kafka, Chekov, Némirowsky ma anche i più recenti Allende, Coelho, Smith, Kristof. Credo che ciò sia dovuto al fatto che in Italia si pubblicano molti più stranieri tradotti che non italiani, purtroppo.

Writer Officina: Qual è stato il tuo approccio al mondo editoriale?

Eleonora Scali: Per un esordiente non è mai facile trovare qualcuno che creda in te. Il primo riscontro positivo l'ho avuto con una rivista letteraria, Inchiostro, che ha pubblicato alcuni miei racconti. Tramite il suo direttore ho conosciuto un editor e docente di narrativa che mi ha ben preparato a cosa significa per un esordiente approcciare il mondo dell'editoria. Quindi, una volta completato il primo romanzo, mi sono mossa con meno approssimazione di quanto facciano molti miei colleghi. Trovare un editore ha richiesto impegno e pazienza, questo è certo, ma sono stata ampiamente ripagata da pubblicazioni di qualità e senza tirare fuori un centesimo.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Eleonora Scali: Sì. Credo che il selfpublising con Amazon sia un'ottima opportunità per farsi conoscere, sempre che l'opera sia di qualità: editata, priva di refusi, impaginata professionalmente e con una bella copertina. Io ho preferito la strada dell'editoria classica e sono contenta della scelta, ma non escludo in futuro anche il canale dell'autopubblicazione.
Tutti i miei Libri
Profilo Facebook
Contatto
 
1698 visualizzazioni