Writer Officina
Autore: Eleonora Scali
Titolo: La ricompensa
Genere Thriller Noir - Saga Familiare
Lettori 3575 31 49
La ricompensa
Fiordaliso accese il pc, indossò cuffie, visore 3D, microfono e sensori e fece il suo ingresso ufficiale nel mondo di Perfect Life.
Per prima cosa si recò a shopping-land. Le pareti di ogni boutique erano suddivise in riquadri, dentro ognuno di essi apparivano a ciclo continuo fotografie di abiti e accessori firmati con il relativo prezzo di vendita: cifre da capogiro, pagabili solo con carta di credito. - Accidenti, senza soldi non si può fare niente qua dentro - brontolò ad alta voce.
D'un tratto, uno dei riquadri si illuminò con la scritta free. - Gratis! - esclamò felice. Ci cliccò sopra e si accaparrò l'abito. Non aveva fatto nemmeno in tempo a vedere di cosa si trattava perché l'offerta era durata un istante e poi si era spenta. Ma non era importante, aveva comunque trovato un modo per ottenere capi senza pagarli.
Nel giro di breve il suo digital wardrobe era colmo di vestiti e accessori. Stava riesaminando uno a uno gli articoli che si era aggiudicata, quando Immacolata bussò alla sua porta per invitarla a pranzo. Fiordaliso declinò l'invito sostenendo che voleva far pratica in cucina e poi avrebbe pulito casa.
Liquidata la vicina, si fece un panino col prosciutto, vestì l'avatar con i nuovi acquisti e andò a procurarsi skin e acconciature per completare il look. Nel tardo pomeriggio, soddisfatta del risultato, puntò il joystick su bar-land e vi si teleportò. L'idea era di farsi un aperitivo e conoscere qualcuno di interessante.
Fiordaliso passeggiò sotto i portici che ospitavano bistrot, caffetterie, american-bar, pub e pasticcerie. L'atmosfera ricordava galleria Vittorio Emanuele a Milano, purtroppo erano le due di pomeriggio, non l'orario più frequentato per un aperitivo. Si fermò davanti a uno dei locali e cliccò sul menù per prendere visione dell'offerta. I prezzi erano stratosferici e di gratuito, come era accaduto con gli abiti, non trovò niente. Notò un avatar maschio seduto al bancone da solo, puntò il cursore su di lui e tentò un contatto nella speranza di farsi offrire un aperitivo. Quello rifiutò l'approccio.
Fiordaliso sedette nel dehor, si tolse cuffia e visore, abbandonò il pc e si diresse al frigorifero. Si versò un succo d'arancia e tornò davanti allo schermo. “Almeno bevo qualcosa sul serio mentre aspetto di trovare qualcuno che abbia voglia fare due chiacchiere” si disse. Una ragazza con lunghi capelli turchesi raccolti in due codine, un abitino di pelle rossa lucida e stivali abbinati la raggiunse e le chiese l'amicizia. “Che vuole questa specie di Winks da me?” si chiese Fiordaliso.
- Ciao, io sono Klizia - si presentò l'avatar. - Sei nuova? Non ti ho mai visto prima. -
- Sì, è il mio primo accesso. -
- Io sono un avatar-guida. Vuoi che ti aiuti? -
Ecco perché l'aveva avvicinata. - È il tuo lavoro? Devo pagarti? - chiese lei.
- No - l'avatar rise. - Non ho bisogno di lavorare, come tutti qua dentro. Anche se pare che qualcuno non possa proprio farne a meno, altrimenti non esisterebbe business-land. -
Fiordaliso aveva visto che nel gioco esisteva anche quel land, ma non aveva approfondito e lo confessò a Klizia.
- Hai fatto bene, è un land inutile, a meno che tu non faccia parte della schiera dei lavoro-dipendenti. -
- No, però mi piacerebbe saperne di più. -
- Per cominciare, gli stacanovisti in Perfect Life si chiamano billionaire contributor. Fa più figo. - Per diventare contributor non servivano permessi, investimenti o altro, spiegò Kliza e i guadagni erano fantasmagorici. L'unico paletto imposto dal gioco era che la medesima attività imprenditoriale non fosse già presente, o sarebbe andata contro la filosofia di non-concorrenza che stava alla base della vita perfetta offerta da Perfect Life. - Vedo che non hai ancora ordinato. Posso offrirti qualcosa? - chiese Klizia.
Fiordaliso accettò. La sua ospite fece portare una bottiglia di Dom Pérignon e due calici. Peccato che fossero solo virtuali, pensò continuando a sorseggiare l'insulso succo d'arancia.
- Qui puoi conoscere un mucchio di gente interessante - riprese Klizia. - Ovviamente è necessario avere un certo stile. -
- Quello non mi manca. -
- Non si direbbe. Hai un avatar di default e accessori gratuiti. Gli avatar maschi, quelli di un certo livello, notano questi dettagli. Fattelo dire da una che di moda se ne intende. -
Quell'affermazione era tipica della sua vecchia amica Estelle. Era palese che dietro quella specie di Winks si nascondesse lei. - Klizia è il tuo vero nome? - le chiese per conferma.
- Ovviamente, no. Usano tutti dei nickname in questo gioco. -
- Il mio è veramente Fiordaliso - disse. - Il tuo, invece, qual è? -
- Non posso dirtelo, il bello di Perfect Life è il mistero. Nessuno conosce la vera identità degli avatar e il gioco impone che sia così. -
Si era fatto tardi, se non voleva mangiare di nuovo pane e prosciutto, A Fiordaliso non restava che farsi invitare a cena da Immacolata. - Ora devo salutarti. Stasera mi vedo con la contessa Imma. -
- Ci vediamo dopo cena? - chiese Klizia.
- No. Questi banchetti aristocratici durano fino all'alba. Se mi ricollego domani verso l'ora di pranzo, ti trovo? -
- Ovvio. Ci diamo agli acquisti e ti faccio da personal shopper, ti va? -
“Ancora questa storia, Estelle?” pensò Fiordaliso. - Vedremo - rispose vaga.

****

- Picciridda, oggi ti vedo megghiu assài - l'accolse la vecchia quando si presentò per cena. - O travagghiu va bene? -
- Tutto bene - rispose Fiordaliso.
Mentre mangiavano salsiccia e rapini sedute al tavolo della cucina, Immacolata mise su la cinquantesima puntata di Anche i ricchi piangono. Come al solito, commentava ad alta voce, anticipava segreti che sarebbero stati svelati solo molto più avanti, criticava tutti i personaggi cattivi e osannava i buoni. Fiordaliso non l'ascoltava affatto, né seguiva la telenovela. Pensava soltanto a un modo per diventare billionaire contributor e fare un mucchio di soldi da spendere per divertirsi.
Dopo cena tornò nel suo appartamento. Stava per spegnere il computer e andare a letto quando sullo schermo le apparve l'icona di un messaggio da parte di Perfect Life. L'oggetto era: incontro di orientamento per i nuovi iscritti. Lo aprì immediatamente, conteneva un video, cliccò su play e lo fece partire.
- Salve billionaire. Chi vi parla è il Regista - disse una figura nera dai contorni indistinguibili. Il timbro della voce metallico e asessuato e una luce accecante alle sue spalle rendevano impossibile stabilire se fosse maschio, femmina, vecchio o giovane. - Se state guardando questo video significa che siete entrati a far parte di questa commmunity da poco. Non chiamatela gioco, per favore.
Perfect Life non è un gioco - proseguì il Regista, - è la vita perfetta che il nostro status di super ricchi rende impossibile nel mondo reale. In quello, purtroppo, noi billionaire siamo una minoranza economica presa di mira da proletari invidiosi e criminali senza scrupoli. Ma nella nostra community gelosia, invidia e cattiveria non esistono. Qui siamo tutti miliardari, qui i soldi fanno davvero la felicità.
Infatti, oltre a ogni tipo di divertimento, Perfect Life offre ai suoi membri la possibilità di diventare contributor, cioè di svolgere il lavoro che preferiscono senza concorrenza o slealtà, perché noi super ricchi siamo superiori a certe bassezze. E per rendere l'esperienza davvero unica, i bit-coin che i contributor spendono all'interno del gioco danno diritto a una ricompensa speciale: la realizzazione di qualunque desiderio immateriale. - Il regista scandì quell'ultima parola con particolare enfasi. - Riuscite a immaginare le possibilità infinite offerte da questa opportunità? -
A Fiordaliso non veniva in mente niente di immateriale che avrebbe desiderato. A lei servivano soldi veri, abiti veri, una villa, gioielli, una Ferrari e molto altro.
- Quindi, se siete membri contributor, tenete sotto controllo il counter del vostro Level Reward e iniziate a pensare alla ricompensa a cui mirate, perché al raggiungimento di mille punti verrete contattati per formulare la vostra richiesta.
Rinnovo il mio benvenuto a tutti i neo iscritti e vi auguro la buonanotte o il buongiorno, a seconda che ci seguiate da una o dall'altra parte del mondo - concluse il Regista.
Fiordaliso chiuse il video e spense il pc. - Che premio stupido... - mormorò delusa dirigendosi verso la camera da letto.
Eleonora Scali
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Eleonora Scali
Sono nata giramondo. A sei anni ero su un camper insieme ai miei genitori. Africa, Asia, Medio Oriente, non ci siamo risparmiati i chilometri. Una delle esperienze più forti è stato il viaggio in Afghanistan nel 1978. In particolare ricordo la maestosità dei Buddha di Bamiyan (fatti saltare in aria dai talebani nel 2001) e il sequestro di due giorni alla frontiera con l'Iran, dove guardie armate ci smontarono il camper pezzo per pezzo alla ricerca d'inesistenti panetti di hashish.
Sono una fiorentina verace e non ho perso l'accento nonostante abbia vissuto per oltre un ventennio in varie città del nord Italia. Scrivo da sempre e leggo moltissimo. L'altro mio hobby è il canto: sono la front-woman in una blues band.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la scrittura?

Eleonora Scali: Ho iniziato a scrivere per lavoro a venticinque anni, come addetta stampa per multinazionali come Piaggio, Moto Guzzi e Boehringer Ingelheim. Nel 2005 ho spostato la mia passione dal giornalismo alla narrativa. Ottenere buoni risultati ha richiesto tempo e studio. Ho esordito con racconti pubblicati su riviste letterarie e antologie. Nel 2012 è uscito il mio primo romanzo. Da allora ne ho scritti altri cinque. A qualcuno potrebbero sembrare pochi in un così lungo lasso di tempo ma, secondo me, un prodotto valido richiede cura e pazienza.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Eleonora Scali: Secondo me, dietro ogni storia raccontata ci deve essere un messaggio, qualcosa che susciti sentimenti, faccia riflettere o offra un punto di vista nuovo su qualcosa di già noto. La prima domanda che mi pongo quando inizio a concepire un nuovo romanzo è: cosa voglio comunicare con quella storia. Intorno a questo “scopo” costruisco trama e personaggi. Fisso la trama in una pagina o due e poi pianifico la stesura del romanzo nei dettagli.
Per avere chiaro in testa cosa accade, quando e in che successione di eventi, uso un tabellone gigante e dei post-it nei quali riassumo le scene e i personaggi che ne fanno parte. Poi li collego in sequenza con frecce o fili colorati come fanno i detective-profiler quando indagano. Hai presente?
Solo a quel punto inizio a scrivere e mi abbandono all'istinto. Il mio istinto sta nella modalità di scrittura, nella mia cifra stilistica che è assolutamente personale. Prima, però, c'è tutta la preparazione che ho descritto. Quella mi consente di concentrarmi solo sul “modo” di raccontare e non su “cosa” raccontare.

Writer Officina: Quali sono i “messaggi” che hai voluto comunicare con i tuoi romanzi?

Eleonora Scali: Per cominciare scrivo sempre di Italia/italianità e di contemporaneità (qualche divagazione in Africa, Stati Uniti e Medio Oriente me la concedo, data la mia passione per i viaggi). I messaggi sono tanti e diversi, si basano su quello che mi passa per la testa in un determinato momento.
Il lavoro più recente è una trilogia (edita da TriplaE) ambientata nel mondo dei super ricchi italiani. Il tema alla base del primo romanzo (#Ciaopoveri) è la solitudine di chi è incapace di stabilire rapporti umani In sintesi: puoi essere ricco quanto vuoi ma senza empatia per gli altri, senza compassione, complicità e spirito di collaborazione, sei solo.
Nel secondo capitolo della trilogia (La ricompensa) affronto il problema della dipendenza da social, come il loro abuso possa distaccare dalla realtà e quanto credere ciecamente a contatti solo virtuali possa trarre in inganno.
Il romanzo che chiude la saga (in uscita questo autunno, quindi non posso rivelare il titolo) parla del perdono: più facile da chiedere che da concedere. Si svolge fra vent'anni esatti, in un'Italia sconvolta da cambiamenti climatici e sociali. Questa ambientazione futuristica ma non troppo ha richiesto ricerca, studio, intuizione e solo un bruciolo di fantasia, perché non doveva essere fantascienza ma un futuro credibile. E, visti gli accadimenti climatici e politici di quest'anno, credo di essere andata molto vicina alla realtà.

Writer Officina: Che genere scrivi?

Eleonora Scali: Riguardo la trilogia di cui ho appena parlato, il genere è thriller noir. Ci sono crimini, indagini, truffe, segreti e inganni. Racconto quanto di peggio l'essere umano possa compiere. Ad alleggerire il tutto c'è la mia vena umoristico-sarcastica che, da buona toscana, non posso far mancare. Un altro mio romanzo uscito lo scorso anno (Prove tecniche di solitudine – ed. Tabula Fati) è invece un reportage di viaggio: 52 giorni in solitaria in Nuova Zelanda. Da appassionata viaggiatrice non potevo non scrivere almeno un libro sull'argomento. Il romanzo è affiancato da un sito fotografico, consultabile senza necessità di acquisto del libro, a questo link: https://nerocomescrivi.wixsite.com/nuova-zelanda/il-viaggio-per-immagini

Writer Officina: Quali letture preferisci?

Eleonora Scali: Mi piace alternare classici a contemporanei, stranieri a italiani. Il mio genere preferito è il distopico, ma leggo anche thriller, romanzi storici, fantascienza, saghe familiari e non disdegno i saggi politici e di attualità. Rifuggo i fantasy. Li trovo noiosi, macchinosi e ripetitivi. Fra gli autori classici italiani amo Buzzati, Sciascia, Calvino, Levi. Fra i contemporanei apprezzo la qualità di scrittura di autori come Fois, Serra e Ammaniti. Forse leggo più libri di autori stranieri: Nabokov, Kafka, Chekov, Némirowsky ma anche i più recenti Allende, Coelho, Smith, Kristof. Credo che ciò sia dovuto al fatto che in Italia si pubblicano molti più stranieri tradotti che non italiani, purtroppo.

Writer Officina: Qual è stato il tuo approccio al mondo editoriale?

Eleonora Scali: Per un esordiente non è mai facile trovare qualcuno che creda in te. Il primo riscontro positivo l'ho avuto con una rivista letteraria, Inchiostro, che ha pubblicato alcuni miei racconti. Tramite il suo direttore ho conosciuto un editor e docente di narrativa che mi ha ben preparato a cosa significa per un esordiente approcciare il mondo dell'editoria. Quindi, una volta completato il primo romanzo, mi sono mossa con meno approssimazione di quanto facciano molti miei colleghi. Trovare un editore ha richiesto impegno e pazienza, questo è certo, ma sono stata ampiamente ripagata da pubblicazioni di qualità e senza tirare fuori un centesimo.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Eleonora Scali: Sì. Credo che il selfpublising con Amazon sia un'ottima opportunità per farsi conoscere, sempre che l'opera sia di qualità: editata, priva di refusi, impaginata professionalmente e con una bella copertina. Io ho preferito la strada dell'editoria classica e sono contenta della scelta, ma non escludo in futuro anche il canale dell'autopubblicazione.
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