Writer Officina
Autore: Michele Scalini
Titolo: Liberty Atto Secondo
Genere Avventura Fantascienza
Lettori 3998 43 68
Liberty Atto Secondo
Frank mi comunicò via radio che tutti erano saliti a bordo e che potevamo finalmente decollare.
Azionai i comandi per dare potenza ai motori e feci decollare la Liberty che attendeva impaziente di riprendere il volo.
Volai a bassa quota, poco sopra le chiome degli alberi, e a velocità ridotta dirigendomi verso la direzione opposta a quel villaggio, seguendo il letto di un fiume che scorreva sotto di noi e che puntava verso nord, attraversando una vallata e folti boschi.
Volare a bassa quota e a velocità ridotta non era un'esperienza piacevole, soprattutto con una nave come la nostra.
Al di sotto dell'astronave, si formavano turbolenze e correnti ascensionali che mandavano in vibrazione lo scafo rendendo difficoltoso il volo stesso.
Nonostante avessi attivato gli stabilizzatori che usavo quando volavo all'interno dell'atmosfera di un pianeta, la nave percepiva continuamente quelle turbolenze.
Proseguivo in quel modo perché prima di salire in orbita volevo assicurarmi di trovarmi a qualche decina di chilometri dal villaggio per non venire avvistati mentre prendevamo quota.
- E neanche questa volta mi avete portato con voi - intervenne Giulia che mi stava assistendo ai comandi della nave.
- Avrai comunque la tua parte - risposi con disinteresse senza distogliere l'attenzione dai comandi.
- Avrei... voluto... fare la mia parte - puntualizzò lei.
- Avrai la tua occasione... non temere - risposi - Ora andiamo in orbita. -
Non avevamo raggiunto la distanza che mi aspettavo, ma volevo uscire da quel vortice di lamentele in cui mi stava portando Giulia.
Così, diedi massima potenza ai motori e azionai la cloche per lanciare la nave verso il cielo soprastante.
Come un lampo attraversammo l'azzurro del cielo di quella luna, oltrepassammo alcune nubi e ci trovammo nell'infinito cosmo che solcava le nostre teste, dove la Liberty si trovava a suo agio.
- Brava la mia ragazza! - borbottai ammirando le strumentazioni che avevo di fronte a me.
Una volta in orbita e sufficientemente lontani da quella luna, impostai una rotta commerciale, una delle più trafficate, che collegava Ganimede con Europa.
Dopo un colpo, preferivo mescolarmi con altre navi da carico come la nostra.
Quello era un buon diversivo per evitare noie durante il viaggio.
Impostata la rotta, lasciai la nave nelle mani del pilota automatico per poi allontanare le mie dai comandi, quando Michael fece il suo ingresso sul ponte di comando.
- Tra quanto tempo saremo su Europa? - chiese rimanendo sull'arco della porta.
- Almeno sei ore di navigazione - risposi voltandomi verso di lui.
- Bene. Molto bene - fece lui - Una volta atterrati... tu andrai da Franklin a consegnare il suo pacco... porta Giulia con te, così potrà sgranchirsi le gambe e fare la sua parte. E... fatti pagare! Frank ed Ellen installeranno i nuovi propulsori, quelli con sistema FTL... resteremo a terra per tre o quattro giorni al massimo. -
- Quattro giorni a terra con quella pazza? Da soli? E pensare che ti ho salvato la vita su quella dannata luna! - si udì la voce di Frank echeggiare per il corridoio degli alloggi che si trovava proprio dietro il ponte di comando.
- Non mi hai salvato la vita - dissi mentre sentimmo il portello del suo alloggio chiudersi con violenza.
Rimanemmo tutti in silenzio con lo sguardo rivolto verso il corridoio degli alloggi, in attesa che Frank intervenisse di nuovo.
Ma dopo diversi istanti tutto tacque e tornammo alla nostra conversazione.
- Il solito Frank - risposi - Ma... tu cosa farai? -
- Ho degli affari personali da sbrigare... non mi porteranno via molto tempo... un paio di giorni probabilmente - rispose alla mia domanda - Ora, scusatemi, ma ho bisogno di una doccia. -
- Capito. Porta i miei saluti - dissi a Michael sapendo a cosa si riferisse dicendo affari personali - Dobbiamo chiedere altro lavoro a Franklin? -
- Grazie Sarah - fece lui - No, per il momento ci concediamo una pausa... digli che ci faremo sentire noi. -
Michael lasciò il ponte di comando per dirigersi al suo alloggio.
Attesi senza dire niente che chiudesse il portello, per poi rivolgermi a Giulia che aveva ascoltato la nostra conversazione.
- Ed ecco la tua occasione - dissi a Giulia che aveva ascoltato la nostra conversazione senza dire niente.
- Ha sentito le mie lamentele, giusto? - domandò abbassando lo sguardo verso il pavimento.
- No! In realtà lo avevamo deciso sin dall'inizio - risposi sorridendo.
Giulia, udite le mie parole, sollevò lo sguardo verso di me e mi fissò con gratitudine, ma anche con imbarazzo a causa della sua reazione durante il decollo.
Da parte mia, comprendevo benissimo il suo stato d'animo.
Probabilmente, quando decise di unirsi a noi, pensava che avrebbe vissuto le nostre avventure in prima persona, ma purtroppo era ancora una fuggitiva.
Dovevamo prestare attenzione per il suo e per il nostro bene, almeno finché non fossimo stati sicuri che il governo avesse allentato la cinghia nei suoi confronti.
- Ora - dissi alzandomi dal mio sedile - Vado a riposarmi un paio d'ore. A te il comando! -
Il viaggio proseguì senza problemi e ci trovammo in orbita intorno ad Europa nel tardo pomeriggio.
Appena arrivati, contattai l'addetto al porto spaziale per chiedere il permesso di atterrare.
Ci rispose dicendo che non avevano piazzole d'atterraggio disponibili e che dovevamo aspettare qualche ora in orbita.
Per non intralciare il traffico aereo del porto spaziale, ci portammo alle coordinate che ci inviò l'addetto dove avremmo aspettato senza disturbare la conferma per atterrare.
Ne approfittammo per incontrarci in sala mensa per cenare insieme.
Quella sera affidammo il compito di preparare la cena ad Ellen, che si era preoccupata di fare la spesa all'emporio di quel villaggio su Ganimede, mentre noi eravamo impegnati nello svolgere il nostro lavoro.
Per tutto il corridoio che conduceva alla sala mensa, si poteva odorare l'odore di ciò che stava preparando la nostra amica.
Ellen, oltre ad essere un ottimo meccanico, era anche una brava cuoca.
Riusciva a preparare dei piatti appetitosi, con quel poco che riusciva a trovare in giro per il sistema solare e noi eravamo entusiasti nell'assaporarli.
- Eccovi finalmente! - ci accolse sorridente vedendoci entrare nella sala mensa - Accomodatevi... la cena è quasi pronta. -
- Dicci Ellen... hai intenzione di avvelenarci? - chiese Frank mentre prendeva posto alla tavola apparecchiata.
- Non stasera - risposi sorridendo - Ora siediti e smettila di fare il bambino. -
Lasciai perdere Frank e mi allontanai dalla tavola per recarmi ai fornelli, mentre il resto dell'equipaggio stava prendendo posto.
Tolsi il coperchio dalla pentola che si trovava sul fuoco, annusai il buon profumo che proveniva dal suo interno e presi un cucchiaio per assaggiare il sugo.
Non rimasi del tutto soddisfatta, così aggiunsi un pochino di sale e un pizzico di spezie che avevo trovato su Ganimede in un negozietto proprio vicino all'emporio.
Chiusi nuovamente il coperchio e lasciai cuocere per altri istanti il tutto.
Spento il fuoco del fornello, indossai i miei guanti da cucina e presi la pentola per poi portarla in tavola.
- La cena è pronta! - annunciai sorridente al resto dell'equipaggio - Spezzatino di manzo con patate - e appoggiai la pentola fumante al centro della tavola.
Dopo aver tolto il coperchio dalla pentola, nessuno si mosse per prendere la sua parte.
Tutti rimasero immobili ad osservarla, mentre il suo odore stava lentamente impregnando la sala mensa.
Ero talmente imbarazzata.
Temevo che non apprezzassero quell'odore, nonostante, a parer mio, era davvero invitante.
Decisa nel rompere il ghiaccio, presi il mio piatto dal tavolo e mi allungai verso la pentola per prendere la mia parte.
In quel preciso istante, tutti scattarono, imitando il mio gesto, senza permettermi di avvicinarmi alla pentola.
Si scagliarono su quella pentola con i loro piatti in una mano e un cucchiaio nell'altra, quasi prendendosi a gomitate, pur di averne di più degli altri.
Rimasi immobile ad osservarli con stupore, ma allo stesso tempo ero divertita dal loro comportamento.
- Capisco la fame - dissi osservando quella scena - Ma ce n'è... in abbondanza per tutti. -
Consumammo la cena in silenzio, senza parlare.
Si udiva solo il rumore dei cucchiai che battevano sui piatti o dei bicchieri che venivano appoggiati sulla tavola dopo aver bevuto.
Il tutto veniva colorito da qualche ruttino, anche se fatto a bocca chiusa per non apparire troppo maleducati a tavola, cosa che Michael non apprezzava molto.
Michele Scalini
Votazione per
WriterGoldOfficina
Biblioteca
Acquista
Preferenze
Recensione
Contatto
Home
Admin
Conc. Letterario
Magazine
Blog Autori
Biblioteca New
Biblioteca Gen.
Biblioteca Top
Autori

Recensioni
Inser. Estratti
@ contatti
Policy Privacy
Autori di Writer Officina

Michele Scalini
Sono nato nel 1974 a Jesi, nella provincia di Ancona, dove vivo tutt'ora. Ho conseguito gli studi presso una scuola di formazione professionale ed ho lavorato per molti anni nel settore dell'automazione industriale come tecnico programmatore, svolgendo l'attività sia all'estero che su territorio nazionale. Un anno fa ho lasciato il lavoro per dedicarmi interamente alla scrittura e per investire su me stesso.
Amo la lettura, anche se ultimamente ho poco tempo da dedicarle. Sono cresciuto coi classici come “Papillon”, “L'isola del tesoro”, il mitico personaggio “Conan” tanto per citarne alcuni. In seguito mi sono dedicato a letture più specifiche riguardanti la mitologia, la storia antica e la geopolitica. Sono appassionato di film e serie televisive di fantascienza e provo un'innata curiosità rivolta verso scenari post-apocalittici, i quali hanno ispirati alcuni miei romanzi.

Writer Officina: La tua passione per la scrittura come e quando nasce?

Michele Scalini: La mia passione per la scrittura è nata per caso, onestamente neanche sapevo che sarei stato in grado di scrivere un libro di fantasia. Accadde circa otto anni fa, mentre stavo affrontando un periodo difficile a causa della perdita del lavoro. Una mattina mi sveglio e vado al computer con l'idea di cercare qualcosa che mi avrebbe permesso di distrarmi da quel periodo difficile e che mi avesse aiutato a trovare nuovi stimoli, a reinventarmi per farla breve. Dopo una ricerca, mi sono imbattuto in un blog dove trovai una lista di attività da valutare. Consultai con attenzione quella lista cercando di capire quale attività fosse stata più adatta a me, fino a quando trovo scritto “scrivi un libro”. Leggo quel testo diverse volte, fino a quando esulto dicendo “ok, scriviamo un libro”. Da quel giorno non mi sono più fermato. Al momento ho scritto circa venticinque libri e la produzione maggiore l'ho avuta negli ultimi tre anni.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Michele Scalini: Inizialmente tentai con il self publishing, poi pensai di inviare il manoscritto ad alcune case editrici. La prima che rispose mi chiese quasi due mila euro per la pubblicazione, offerta che rifiutai naturalmente. In seguito rispose una piccola casa editrice dicendo che era interessata al libro. Così, le affidai il libro e lo trovai pubblicato su diversi store online. Fu una vera soddisfazione per me, poiché mi fece pensare che il mio lavoro aveva del potenziale.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Michele Scalini: Onestamente gli ultimi libri li ho pubblicati con kdp e così farò con i prossimi. Intanto kdp permette di pubblicare un libro in pochi e semplici passaggi, le royalty sono più alte rispetto a quelle pagate dalle case editrici e poi hai la possibilità di organizzare delle promozioni gratuite per l'e-book per alcuni giorni, questa cosa aiuta per avere maggiore visibilità. Ritengo che distribuire il libro con kdp sia un'ottima opportunità per uno scrittore emergente, visto che può gestire il tutto in completa autonomia e indipendenza.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Michele Scalini: Direi che sia “L'uomo che visse nello spazio”. Parla di un uomo che, durante una normale giornata di lavoro, si ritrova catapultato a bordo di un'astronave persa nella galassia abitata da alcune creature aliene. Inizialmente il personaggio è intimorito da quelle creature e dalla situazione che sta vivendo. Non riesce a trovare una spiegazione a quanto gli è accaduto e vuole tornare a casa al più presto. Ma dopo che viene accolto come un amico, vince le sue paure e si ritrova a viaggiare insieme a quegli alieni attraverso la galassia in cerca di un modo per tornare sulla Terra tra difficoltà varie e mondi sconosciuti che si presentano ai suoi occhi.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Michele Scalini: Premetto che tutti i miei libri sono scritti in prima persona; quindi, è il personaggio che racconta quanto avviene e il lettore può vivere quell'avventura con i propri occhi. Comunque, parto da una piccola idea iniziale e il resto viene d'istinto, appoggio le mani alla tastiera e il testo viene da sé. Ad essere onesti, in alcune occasioni mi sorpreso da quanto scritto mentre rileggevo il testo per correggerlo.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Michele Scalini: Rispondo dicendo che ho sempre un libro in “cantiere”, difficilmente mi prendo periodi di riposo. Ormai mi definisco una specie di catena di montaggio del libro. Comunque, sì, sto scrivendo un nuovo libro dal titolo “Le urla del silenzio”. Generalmente scrivo avventure di fantascienza, ma con questo libro voglio tentare il genere thriller horror per mettermi alla prova e per provare qualcosa di diverso. Il personaggio è una donna e, ironia della sorte, è anche una scrittrice. Durante un viaggio di lavoro, in cui presenta al pubblico il suo ultimo libro, si imbatte in fenomeni inquietanti che la turbano. Così inizia ed è ancora in fase di scrittura.
Tutti i miei Libri
Profilo Facebook
Contatto
 
1869 visualizzazioni