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Non siamo soli
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Trascorsi l'intero pomeriggio in quel parco cercando di rilassarmi il più possibile, quando notai che la luce del sole stava diminuendo di intensità. Sollevai lo sguardo verso il cielo e mi accorsi che il sole stava tramontando, divenendo una palla rossastra in cielo, per indicarmi che, purtroppo, anche quella giornata stava volgendo ormai al termine. Poco intenzionato a lasciare quel posto, accesi una sigaretta e mi appoggiai allo schienale della panchina su cui sedevo, mentre accavallavo le gambe, per poi guardarmi in giro. Non troppo lontano dalla mia panchina, si trovava un gruppo di donne con i loro bambini che giocavano tra l'erba e gli alberi di quel parco pubblico, rincorrendosi e ridendo. Mentre i bambini giocavano tra loro, le donne discutevano animatamente e sorridendo tra loro, lanciando continue e attente occhiate ai propri pargoli. Osservai quelle donne coi loro figli diversi istanti, per poi abbandonare quella vista e sollevare lo sguardo verso il cielo limpido che si trovava sopra di me. Immersi lo sguardo in quell'azzurro sbiadito che iniziava a tingersi di rosso a causa dell'imminente tramonto, quando notai un oggetto che risplendeva sopra di me. Rimasi alcuni istanti con lo sguardo rivolto verso quella luce, pensando che molto probabilmente fosse il pianeta Venere che si stava mostrando alla nostra vista. Nell'antichità, quel pianeta veniva identificato anche con il nome di stella del mattino o stella della sera, poiché era solito mostrarsi nel suo splendore poco prima dell'alba o poco prima del tramonto. A causa di quella sua lucentezza, gli antichi astronomi gli diedero il nome della dea della bellezza, Venere. Peccato per loro che ignoravano il fatto che l'atmosfera di quel pianeta era talmente tossica, ed estremamente calda, da non permettere la vita come noi la conoscevamo, rendendo quel posto del tutto letale. D'un tratto, le urla di quei bambini, che giocavano poco lontano da me, distolsero la mia attenzione dalla vista di Venere per volgere lo sguardo verso di loro che si stavano rincorrendo tra gli alberi. Sorrisi alla vista di quei bambini, che godevano della loro tenera età, per poi tornare con lo sguardo verso il cielo, in modo da tornare ad ammirare quel pianeta che mostrava la sua lucentezza e tutto il suo splendore. - Ma dov'è finito? - mi domandai stupito nel non vedere più Venere risplendere sopra la mia testa, come stava facendo pochi istanti prima. Spostai lo sguardo intorno al punto in cui vidi Venere poco prima, ma senza trovare più quella palla luminosa. Rimasi sorpreso nel non trovare quel pianeta, poiché non sarebbe dovuto scomparire in così poco tempo. Nel frattempo che cercavo con lo sguardo quel pianeta, mi accorsi di aver finito la sigaretta che avevo in mano. Così, la spensi strofinando la punta infuocata sul terreno sotto ai miei piedi, per poi riporla all'interno di un pacchettino che usavo per raccogliere le ciche, in modo da evitare di lasciarle sul terreno come tanti facevano. Mi alzai dalla panchina su cui ero seduto e mi incamminai verso l'uscita del parco, intenzionato a tornare casa per preparare la cena. Raggiunto il marciapiede, mi incamminai lungo la strada che conduceva verso la mia abitazione, pensando a cosa avrei potuto preparare per cena, quando sollevai lo sguardo verso il cielo dove ritrovai nuovamente quella luce che avevo visto quando mi trovavo al parco. - Sei tornato? Ma dov'eri finito? - borbottai sorridendo mentre ammiravo quella luce. Rimasi con lo sguardo rivolto verso Venere che splendeva sopra di me, quando notai un insolito comportamento che non mi sarei mai aspettato. Quella luce, che avrebbe dovuto rimanere fissa in cielo con il suo moto lento verso l'orizzonte, come qualsiasi altri corpo celeste visibile dalla superficie del nostro pianeta, non si stava comportando come mi sarei aspettato. Infatti, avevo l'impressione che quell'oggetto luminoso stava in qualche modo vibrando. Incuriosito da quell'effetto ottico, pensai che fosse dovuto al fatto che stessi camminando. Così, pensai di fermarmi, in modo da poter osservare con più attenzione quel corpo celeste e assicurarmi che quel movimento non fosse dovuto al fatto che stessi camminando. Mi accostai sul lato del marciapiede, per lasciare spazio ad alcune persone che stavano passando di lì, e osservai quella luce in cielo, per notare che effettivamente aveva quello strano comportamento. A vederlo bene, sembrava stesse vibrando velocemente, mentre variava di colore, passando dal bianco al rossastro, per poi divenire giallognolo. Rimasi con lo sguardo rivolto verso il cielo, che stava scurendo pian piano, quando quella luce tornò a restare immobile diversi istanti, per poi partire sulla mia destra con gran velocità, ma senza lasciare una scia di condensa dietro di sé. - Accidenti... ma cos'era quello? - borbottai dopo aver voltato lo sguardo nella direzione in cui si era diretto quell'oggetto. Rimasi ad osservare il cielo per diversi istanti, speranzoso di vedere di nuovo quella strana luce. Ma quando non la vidi più tornare e in cielo rimanevano solo alcune stelle che brillavano nel buio che stava sopraggiungendo, abbassai lo sguardo e tornai a camminare fino a raggiungere la mia casa. ***** Finito di preparare la cena, mi accomodai alla tavola per consumare il mio pasto serale, accompagnato come mia abitudine dal notiziario trasmesso alla televisione, che avevo acceso appena iniziato a cucinare. Sin da ragazzino, quando vivevo con i miei genitori, avevo sempre seguito il notiziario durante i pasti, nonostante non gli prestassi la dovuta attenzione, poiché avevo sempre pensato che non dicesse come stavano effettivamente le cose. Comunque, mentre ascoltavo le notizie della sera, che erano riferite principalmente alla situazione politica ed economica della nazione, che trovavo piuttosto disastrosa in quel periodo, mi tornò alla mente quella luce che avevo visto in cielo poco prima di lasciare il parco. Mi tornò alla mente quel momento in cui la luce scomparve nel nulla, quando distolsi lo sguardo per rivolgerlo verso quei bambini, per poi riapparire proprio come era scomparsa. Mi venne anche in mente quel suo comportamento, quando la vidi che stava come vibrando e quando la vidi partire velocemente in cielo con una accelerazione che non avevo mai visto prima. Mi stavo chiedendo cosa fosse stata quella luce. Mentre ci pensavo, sentivo di aver assistito ad uno di quei fenomeni di cui avevo letto in vari libri da ragazzo oppure di cui avevo sentito parlare su alcuni documentari che trattavano l'argomento. Sorrisi ripensando a quelle volte in cui mi recavo in campagna, speranzoso di assistere a fenomeni simili, e invece ebbi la fortuna di assistervi per puro caso, proprio quando avevo smesso di interessarmi all'argomento. Continuai a consumare il mio pasto con tutta calma, con la mente che ritornava spesso verso l'evento vissuto quel pomeriggio, mentre le notizie proseguivano alla televisione. ***** Finito di mangiare, mi alzai dalla tavola e presi i piatti per poi spostarmi al lavello, in modo da lavarli. Aprii l'acqua calda e, dopo aver preso il detersivo e una spugna, iniziai a lavare i piatti che avevo utilizzato per cenare. Risciacquati quei piatti per togliere il sapone che li aveva riempiti di una schiuma bianca come la neve, li riposi all'interno del mobile, dopo averli asciugati per bene con uno straccio. Tolsi, infine, la tovaglia dalla tavola e la riposi all'interno del cassetto dove si trovavano le altre, per poi andare sul balcone con l'idea di fumare una sigaretta. Presi il pacchetto di sigarette e l'accendino, per poi indossare un maglione pesante che avevo lasciato sulla sedia e andai infine sul balcone. Chiusi il finestrone dietro di me e mi avvicinai alla ringhiera per volgere lo sguardo verso la strada, che passava di fronte a casa mia, dove nessuna auto stava più transitando, vista l'ora della sera. Poco distante, trovai una coppia di giovani che passeggiavano lungo il marciapiede tenendosi per la mano, mentre ridacchiavano tra loro, scambiandosi diverse occhiate. Sorrisi alla vista di quei giovani, mentre prendevo una sigaretta dal pacchetto che avevo in mano, per poi portarla alla bocca e accenderla con l'accendino che avevo nell'altra. Riposi il pacchetto nella tasca posteriore dei pantaloni e tirai una boccata di fumo da quella sigaretta, per poi allontanarla dalla bocca per espellerlo, mentre spostavo all'indietro il capo. Mi appoggiai coi gomiti alla ringhiera e voltai lo sguardo verso il cielo scuro che si trovava sopra la mia testa, dove le stelle risplendevano. Osservai quelle luci, che brillavano nell'oscurità del cosmo, soffermandomi sulle conformazioni che creavano e che avevano affascinato l'umanità dal primo momento che volse lo sguardo verso il cielo notturno. Continuai a fumare quella sigaretta, mantenendo lo sguardo rivolto vero le stelle, quando notai alcune luci che si muovevano in linea retta in cielo. Mantenni lo sguardo su quelle luci, pensando che fossero dei normali aerei che solcavano il cielo della notte dirigendosi chissà dove.
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Autori di Writer Officina
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Sono nato nel 1974 a Jesi, nella provincia di Ancona, dove vivo tutt'ora. Ho conseguito gli studi presso una scuola di formazione professionale ed ho lavorato per molti anni nel settore dell'automazione industriale come tecnico programmatore, svolgendo l'attività sia all'estero che su territorio nazionale. Un anno fa ho lasciato il lavoro per dedicarmi interamente alla scrittura e per investire su me stesso. Amo la lettura, anche se ultimamente ho poco tempo da dedicarle. Sono cresciuto coi classici come “Papillon”, “L'isola del tesoro”, il mitico personaggio “Conan” tanto per citarne alcuni. In seguito mi sono dedicato a letture più specifiche riguardanti la mitologia, la storia antica e la geopolitica. Sono appassionato di film e serie televisive di fantascienza e provo un'innata curiosità rivolta verso scenari post-apocalittici, i quali hanno ispirati alcuni miei romanzi.
Writer Officina: La tua passione per la scrittura come e quando nasce?
Michele Scalini: La mia passione per la scrittura è nata per caso, onestamente neanche sapevo che sarei stato in grado di scrivere un libro di fantasia. Accadde circa otto anni fa, mentre stavo affrontando un periodo difficile a causa della perdita del lavoro. Una mattina mi sveglio e vado al computer con l'idea di cercare qualcosa che mi avrebbe permesso di distrarmi da quel periodo difficile e che mi avesse aiutato a trovare nuovi stimoli, a reinventarmi per farla breve. Dopo una ricerca, mi sono imbattuto in un blog dove trovai una lista di attività da valutare. Consultai con attenzione quella lista cercando di capire quale attività fosse stata più adatta a me, fino a quando trovo scritto “scrivi un libro”. Leggo quel testo diverse volte, fino a quando esulto dicendo “ok, scriviamo un libro”. Da quel giorno non mi sono più fermato. Al momento ho scritto circa venticinque libri e la produzione maggiore l'ho avuta negli ultimi tre anni.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Michele Scalini: Inizialmente tentai con il self publishing, poi pensai di inviare il manoscritto ad alcune case editrici. La prima che rispose mi chiese quasi due mila euro per la pubblicazione, offerta che rifiutai naturalmente. In seguito rispose una piccola casa editrice dicendo che era interessata al libro. Così, le affidai il libro e lo trovai pubblicato su diversi store online. Fu una vera soddisfazione per me, poiché mi fece pensare che il mio lavoro aveva del potenziale.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Michele Scalini: Onestamente gli ultimi libri li ho pubblicati con kdp e così farò con i prossimi. Intanto kdp permette di pubblicare un libro in pochi e semplici passaggi, le royalty sono più alte rispetto a quelle pagate dalle case editrici e poi hai la possibilità di organizzare delle promozioni gratuite per l'e-book per alcuni giorni, questa cosa aiuta per avere maggiore visibilità. Ritengo che distribuire il libro con kdp sia un'ottima opportunità per uno scrittore emergente, visto che può gestire il tutto in completa autonomia e indipendenza.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Michele Scalini: Direi che sia “L'uomo che visse nello spazio”. Parla di un uomo che, durante una normale giornata di lavoro, si ritrova catapultato a bordo di un'astronave persa nella galassia abitata da alcune creature aliene. Inizialmente il personaggio è intimorito da quelle creature e dalla situazione che sta vivendo. Non riesce a trovare una spiegazione a quanto gli è accaduto e vuole tornare a casa al più presto. Ma dopo che viene accolto come un amico, vince le sue paure e si ritrova a viaggiare insieme a quegli alieni attraverso la galassia in cerca di un modo per tornare sulla Terra tra difficoltà varie e mondi sconosciuti che si presentano ai suoi occhi.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Michele Scalini: Premetto che tutti i miei libri sono scritti in prima persona; quindi, è il personaggio che racconta quanto avviene e il lettore può vivere quell'avventura con i propri occhi. Comunque, parto da una piccola idea iniziale e il resto viene d'istinto, appoggio le mani alla tastiera e il testo viene da sé. Ad essere onesti, in alcune occasioni mi sorpreso da quanto scritto mentre rileggevo il testo per correggerlo.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Michele Scalini: Rispondo dicendo che ho sempre un libro in “cantiere”, difficilmente mi prendo periodi di riposo. Ormai mi definisco una specie di catena di montaggio del libro. Comunque, sì, sto scrivendo un nuovo libro dal titolo “Le urla del silenzio”. Generalmente scrivo avventure di fantascienza, ma con questo libro voglio tentare il genere thriller horror per mettermi alla prova e per provare qualcosa di diverso. Il personaggio è una donna e, ironia della sorte, è anche una scrittrice. Durante un viaggio di lavoro, in cui presenta al pubblico il suo ultimo libro, si imbatte in fenomeni inquietanti che la turbano. Così inizia ed è ancora in fase di scrittura.
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