Writer Officina
Autore: Romana Francesca Dimaggio
Titolo: Un duplex per tre
Genere Romanzo rosa
Lettori 4810 501 339
Un duplex per tre
- Hai fatto bene. Quante altre volte te lo devo dire? - Nanny mi sta stringendo le mani tra le sue, bianche, magre e rugose.
Siamo nel salotto di casa sua; mia nonna è sprofondata nella sua poltrona preferita e io sono inginocchiata davanti a lei con una faccia quantomeno sconvolta, ma in qualche modo risoluta.
- Davvero, davvero, davvero non ti disturbo? - le chiedo per l'ennesima volta.
Lei sta quasi per perdere la pazienza, e dico quasi perché non gliel'ho mai visto fare, e mi rassicura ancora.
- Vivo da sola da così tanto tempo ormai, che un po' di compagnia mi può fare solo bene. -
Mi si stringe il cuore nel sentirle pronunciare quelle parole: non ho mai conosciuto mio nonno Caleb, è morto da molti anni, prima che io nascessi, mentre i loro tre figli, mia madre Margareth e i suoi fratelli, Dave e Rupert, si sono trasferiti per amore o lavoro, limitando le visite alle feste comandate e a qualche incursione a cadenza mensile.
Mia madre le aveva anche proposto di trasferirsi a casa nostra a Oakland, ma Nanny, è così che chiamo la mia cara e dolce nonnina, aveva rifiutato fermamente. La sua casa, un delizioso duplex bianco in stile vittoriano in Grant Avenue nel quartiere di North Beach a San Francisco, sarebbe stata il suo unico e ultimo domicilio.
Capisco comunque la preoccupazione di mia madre: mia nonna ha ormai settantacinque anni e, arrivati a una certa età, i ruoli si dovrebbero invertire e dovrebbero essere i figli a prendersi cura dei genitori. Peccato che questo con Nanny non sia proprio possibile.
La sua agenda settimanale prevede di alzarsi presto la mattina per recarsi al mercato di North Beach a fare la spesa e passare quindi a prendere il pane al forno di Stella, perché ogni giorno è degno di essere vissuto solo se nella tua casa si sente il profumo del pane appena sfornato. Il lunedì sera partecipa alle riunioni del club del libro di cui fa parte. Il martedì si riunisce con le sue settuagenarie e ottuagenarie amiche per una innocua, a detta loro, partita a bridge. Il mercoledì va a rilassarsi in palestra con la sua lezione di yoga...
Che poi non ho mai capito quale stress dovrebbe rilasciare lei. Il giovedì sera è intoccabile, perché deve seguire la trecentomilionesima puntata della sua soap opera preferita, che nemmeno un terremoto dell'entità di quello dell'89 la smuoverebbe dalla tivù. Il venerdì sera è la serata culturale, forse come contrappasso per quella prima, e quindi va a teatro. Il sabato pomeriggio fa una bella passeggiata a Washington Square, tempo permettendo, ma a volte, anche se piove, prende un ombrello ed esce di casa,
affermando che comunque il freddo tempra lo spirito. La domenica mattina si reca rispettosamente nella bellissima chiesa di St. Peter e Paul, la cosiddetta cattedrale italiana dell'Ovest, per la messa settimanale.
E poi si ricomincia col lunedì.
La mia agenda di ventottenne è ricoperta da una spessa coltre di polvere che potrebbe benissimo essere il sogno proibito di un archeologo.
- Il fatto è che so che hai mille impegni, quindi probabilmente non vorrei limitare la tua... diciamo così, libertà. -
- Emily, tesoro, se non l'hai ancora capito, averti tra i piedi sarà una delle cose più belle che mi potranno accadere da ora in avanti. E sono felice che tu abbia pensato di venire a stare da me, invece di tornare dai tuoi, dopo aver rotto con Chad. - Sputa fuori quel nome con tutta la sufficienza di cui è capace.
Faccio una smorfia con la bocca.
- Non potevo tornare da mamma e papà: hanno sempre pensato che fosse perfetto per me e sono convinti che abbia fatto una pazzia a rompere con lui. -
- Perfetto? Forse, ma non per te. L'ho sempre detto. - Ed è vero.
Tutti in famiglia, tranne Nanny, adorano Chad, il ventinovenne alto, biondo, con gli occhi azzurri, con cui sono stata fidanzata per due anni. Fidanzata con la - F - maiuscola, perché lui è così garbato, equilibrato, ambizioso; è un agente finanziario alla Wells Fargo, una delle quattro più grandi banche degli Stati Uniti insieme a Bank of America, Citigroup e JP Morgan Chase. E quindi anche ricco.
Tutti mi ripetevano continuamente quanto fossi fortunata ad avere accanto il prototipo del principe azzurro in carne e ossa, che non avrei dovuto farmelo scappare, che lui mi avrebbe resa felice. Ma io continuavo a non vedere quella felicità, a non sentirla; mi ritrovai ad aspettarla come qualcosa che sarebbe piovuta dal cielo da un giorno all'altro, semplicemente per il fatto che vivevamo sotto lo stesso tetto.
Così stasera, dopo l'ennesima volta che Chad è rientrato a casa e abbiamo cenato scambiandoci convenevoli come due vicini che si incontrano al supermercato, non ce l'ho fatta più e gli ho comunicato, quasi inoltrando una documentazione formale in carta bollata, che lo stavo lasciando e che sarei andata a stare da mia nonna.
Ho riempito il beauty case e una valigia con quello che mi capitava sotto mano tra camera e bagno e ho lasciato casa sua. Un appartamento che non mi aveva dato niente, un appartamento che di mio non aveva niente, perché io non avevo contribuito in alcun modo ad arredarlo; perché era Chad ad avere buon gusto, o almeno così dicono tutti, solo perché lo stile urban va così di moda, che se non arredi casa tua in quel modo non sei nessuno! Nessuno...
Così ho preferito essere nessuno e chiedere asilo politico all'unica persona che in questi ultimi anni lanciava strane occhiate diffidenti a Chad, anche quando pensava che
io non le notassi. E forse non volevo notarle, perché mi sembrava assurdo che tutti stessero sbagliando e io sola fossi nel giusto.
Ma ora che sono qui, seduta per terra, con la testa poggiata sulle ginocchia di mia nonna, sono serena per la prima volta da tanto tempo. Lei mi accarezza i capelli con movimenti delicati.
- Hai preso i ricci di tua madre e il rosso di tuo padre - trattiene un risolino - ricordi che da piccola dovevamo rincorrerti per spazzolarli? -
Rido anch'io, inseguendo nella mente il pensiero di una piccola me che correva per casa, coi capelli arruffati dal fon, e mia madre o mia nonna con una spazzola in mano che cercavano di acchiapparmi. Nanny riesce sempre a trasmettermi calma e coraggio allo stesso tempo, con gesti semplici, con poche parole. Ora so di aver fatto la scelta giusta.
- Puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi. E poi, non dirlo a Julie, ma rimani tu la mia nipotina preferita. - Ride alludendo a mia cugina minore, vittima inconsapevole di questa sua piccola cospirazione.
Rido anch'io a quella rivelazione.
- Solo perché sono stata la prima nipote e hai potuto viziarmi di più. - Sollevo la testa e fisso i miei occhioni verdi nel marrone dei suoi.
- Potrei andare a stare di sotto, così tu manterresti la tua libertà e... -
- E niente - mi interrompe lei perentoria - ti ho già detto che ormai sei segregata qui con me. E comunque ho affittato il piano di sotto - annuncia con fare sbrigativo, accompagnando le sue parole con un gesto altrettanto affrettato della mano.
La sorpresa si palesa sul mio volto: l'appartamento al primo piano del duplex è sempre stato il suo rifugio, il posto in cui aveva riposto la sua macchina da cucire, perché sì, tra le altre cose mia nonna cuce anche, il posto in cui sapevo che faceva le sue sedute mattutine di yoga per salutare il sole, il posto in cui... non lo so, era sempre stato quello il suo regno. E invece ora l'aveva affittato?
- A chi? - non posso fare a meno di chiederle.
- Ryan. È un giovanotto così caro e premuroso: è sempre puntuale nei pagamenti e pensa che mi aiuta con la spesa. -
Fisso il suo sguardo assorto in uno strano sentimento di protezione e ho quasi l'impressione che stia descrivendo un cucciolo randagio che ha salvato da una pioggia torrenziale. Sollevo un sopracciglio scettico.
- Sicura di aver fatto bene? Che referenze ha? -
- Lavora in un locale qui vicino. E comunque sai che ho occhio per certe cose... - Lascia cadere la frase, come se non avesse bisogno di aggiungere altro e mi sfidasse a contraddirla.
Io non oso farlo e mi limito a scrollare le spalle.
- D'accordo, però lo voglio conoscere. E se fosse uno di quelli che si conquistano la fiducia di una dolce vecchina per approfittarsi di lei e rubarle tutti i suoi averi? - Nanny scoppia a ridere - E tu credi davvero che io sia una dolce vecchina? - scherza, ma mi accorgo che sta cercando di rassicurarmi.
- È davvero un bravo ragazzo e, se la cosa ti farà stare più tranquilla, te lo farò conoscere. - Si alza e attraversa il corridoio, dirigendosi verso quella che una volta era la camera di mia madre.
- Ti prendo le lenzuola. Tu intanto puoi cominciare a svuotare la valigia. -
La raggiungo alle spalle e la abbraccio forte.
- Grazie, Nanny. -
Romana Francesca Dimaggio
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Romana Francesca Dimaggio
Mi chiamo Romana Francesca Dimaggio, ho 39 anni e sono di Barletta. Ho studiato fisica a L'Aquila e ho avuto l'opportunità di lavorare a Padova e Bergamo come consulente informatico. Attualmente vivo a Roma e lavoro presso una società di asset management di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Amo i gatti, il Giappone, il cinema, il teatro, le serie tv e mio marito, non necessariamente in quest'ordine. Credo che nella vita tutto accada per una ragione e che ci basti allontanare lo sguardo dal puzzle per avere una visione di insieme del quadro.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Romana Francesca Dimaggio: Sin da ragazzina ho provato a scrivere quei sogni che vivevo solo nella mia testa, ma ho sempre pensato che fosse un gioco; un paio d'anni fa poi mi sono iscritta a Wattpad e ho cominciato a scrivere molto più frequentemente, ho notato che mi divertivo e non ho più smesso, perché è qualcosa che mi fa stare bene.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Romana Francesca Dimaggio: No. Adoro leggere, leggo qualsiasi storia, qualsiasi genere, ma non ho mai pensato di scrivere a causa (o grazie) a un libro letto, probabilmente perché credo di avere davanti a me ancora tanta strada da percorrere rispetto ai grandi autori che tutt'ora mi fanno sognare.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Romana Francesca Dimaggio: Il mio - Un duplex per tre - nasce inizialmente su Wattpad ed è grazie agli utenti di questa piattaforma che mi sono convinta a sottoporlo a un editore.
Ho inviato il file a diverse case editrici free e ho ricevuto vari pareri positivi, finché non ho scelto la Brè Edizioni.
La cosa mi ha piacevolmente stupito e mi ha fatto credere davvero nelle mie capacità.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Romana Francesca Dimaggio: La storia alla quale sono più affezionata non è mai stata pubblicata: è la prima storia che ho provato a scrivere e ancora oggi continuo a modificarla e a revisionarla. Anche questa è una storia d'amore: una ragazza forte nel lavoro, ma insicura quando si tratta di questioni private, si troverà a fare una scelta in entrambi gli aspetti più importanti della sua vita.
È una storia che è cresciuta con me negli anni e non so se riuscirà mai a vedere la luce, se riuscirò a lasciarla andare.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Romana Francesca Dimaggio: Di solito parto da un'idea, un'immagine o una situazione e mi chiedo cosa può succedere, come si può evolvere la storia e comincio a raccontarla, seguendo il flusso. A volte mi aspetto di arrivare da qualche parte ben precisa e invece mi ritrovo in guai ben diversi.

Writer Officina: Raccontaci quale è stata la scintilla che ha dato vita all'idea

Romana Francesca Dimaggio: Avevo in mente questo duplex, questo appartamento a due piani, tipico dell'architettura di San Francisco, e sapevo che ci abitava una vecchia e dolce nonnina; è così che è nato il personaggio di Nanny. Doveva essere una storia d'amore, quindi sono arrivati anche Emily e Ryan e da lì hanno cominciato a fare tutto loro, a condurre il gioco e io non ho potuto fare altro che seguirli.

Writer Officina: Cosa hai voluto dire con la tua storia?

Romana Francesca Dimaggio: Che in amore può succedere di tutto, ma che è fondamentale saper ridere e superare i propri limiti, grazie alla persona amata. Sostenersi a vicenda e affrontare le difficoltà della vita, ma sempre col sorriso sulle labbra.

Writer Officina: Cosa c'è di te nel tuo romanzo?

Romana Francesca Dimaggio: Sicuramente la parte più folle di Emily è anche la mia, anche se sono fermamente convinta che ci sia una piccola Emily in ognuno di noi.

Writer Officina: Per i personaggi hai fatto riferimento – magari in parte – a persone reali oppure sono solo frutto della fantasia?

Romana Francesca Dimaggio: Dopo averla creata, mi sono accorta che Nanny, nel suo lato più dolce e sensibile, assomiglia molto alla mia nonna materna; evidentemente è stata una cosa inconscia, ma ha reso il rapporto tra Emily e Nanny più genuino.
Inoltre sono presenti due personaggi che sono in realtà persone in carne e ossa e che mi hanno concesso il permesso di inserirli nella mia storia.
Tutti gli altri sono frutto della mia immaginazione.

Writer Officina: Ti sei documentata, p.e. sui luoghi, sulle professioni di cui parli?

Romana Francesca Dimaggio: Quando scrivo cerco di essere quanto più coerente possibile con l'ambientazione che descrivo, provo a calcolare le distanze dei luoghi o mi documento sulle professioni svolte dai personaggi, affinché tutto sembri più il possibile veritiero (o verosimile) al lettore.
Per - Un duplex per tre - mi sono documentata su San Francisco, sui suoi quartieri, e ho scoperto che North Beach è presidio italiano; ho approfondito quindi le loro tradizioni, le pietanze, mi sono innamorata della Napa Valley e delle sue cantine e ho provato a trasmettere tutta la sua magica atmosfera romantica attraverso la scrittura.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro?
È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?


Romana Francesca Dimaggio: Da qualche mese ho in mente un'altra storia romantica, ma non ironica e leggera come - Un duplex per tre - . È più complessa, anche nella struttura, ma sono ancora nella fase di ricerca.

Writer Officina: Cosa vorresti che le persone dicessero del tuo romanzo?

Romana Francesca Dimaggio: Vorrei che dicessero che si sono divertite, che l'hanno letto tutto d'un fiato, che si sono innamorate di quei luoghi e dei miei personaggi, perché è tutto ciò che io amo in un buon libro e niente mi renderebbe più orgogliosa.
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