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Emanuela Vacca

Sono una scrittrice e faccio la fotografa, passioni che porto avanti da molto tempo. La scrittura, soprattutto il genere storico thriller che prediligo anche come lettura. Nella vita ho fatto l'insegnante per molti anni oggi mi dedico a tenere conferenze sul tema medioevo, inquisizione e stregoneria, che sono gli argomenti dei miei romanzi. Ho fatto la giornalista su diverse riviste letterarie. Ho vinto due premi letterari M. Yourcenar e A. Starace coi racconti “La tana” e “Noi due”. Su Amazon pubblico la raccolta di racconti “Scritti tra la penna e la Luna”. Come fotografa ho fatto la curatrice d'immagine per copertine di libri, guide turistiche e cataloghi di arte ecologica.
Nel 2018 su Amazon pubblico “Storia di una strega, Vanina la Zoppa” e l'anno dopo “Martha l'Adultera”. Amo il teatro e sono stata Direttore Artistico della compagnia Il Sentiero delle Streghe. A maggio ho pubblicato il mio terzo romanzo “I Peccati Di Sant'Eustorgio”.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Emanuela Vacca: Fin da giovane ho sempre letto e scritto molto. Nasco come articolista di storia e ho sempre scritto per piacere personale, su riviste e giornali tematici. Durante il corso di studi universitari di storia Medievale, è nata la passione che mi ha portato ad ambientare in questo spazio-tempo i miei romanzi. Nei miei scritti c'è molto di me, un universo individualista che manda messaggi non sempre in modo consapevole. Da ricercatrice storica non giudico, mi limito a cercare la verità e capirne i meccanismi, come da piccoli avvenimenti del passato che mi conducono a ricavare un thriller. Ho un rapporto molto esclusivo con i miei libri ed anche possessivo, ovviamente spero che piacciano, ma non scrivo per avere consenso o comunicare. Scrivo pe me stessa.

Writer Officina: Perché hai scelto il thriller piuttosto che un altro genere?

Emanuela Vacca: Perché è il genere che amo di più, perché è mistero, indagine, colpo di scena, azione. Amo risolvere gli enigmi del passato e quindi proporli. Sono in sostanza un detective storico.

Writer Officina: Raccontaci quale è stata la scintilla che ha dato vita all'idea?

Emanuela Vacca: Il romanzo Martha l'Adultera è ambientato sulle rive del fiume Adda, in un paesino che ha un bellissimo castello e una zona di abitazioni risalenti al Medioevo. La scintilla si è accesa quando, leggendo i verbali del processo, mi resi conto che qualcosa non quadrava. Da quel momento è iniziata la fase investigativa e di ricerca e tanto studio. La storia riportata è tutta descritta nelle testimonianze degli abitanti della città. La protagonista, Martha de Feno, è una giovane donna che va sposa, ma subito abbandonata dal marito che si trasferisce a Roma per diventare pittore. Martha delusa e determinata, consulta delle streghe del paese per riavere il marito. Il processo verrà intentato contro donne in odor di stregoneria. La suggestione dei luoghi è importante e cerco di trasmetterla anche al lettore immergendomi nell'atmosfera del tempo in cui si muovevano le persone. A volte mi pare di percepire odori e suoni o i passi nei vicoli la notte. Cerco insomma di calarmi nella realtà del ‘500, sentirne le energie e ascoltare l sensazioni e le emozioni che le persone lasciavano al loro passaggio. È un vero viaggio nel tempo.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Emanuela Vacca: Nonostante preferisca sempre pubblicare con un Editore, mi rendo conto che trovarne uno che faccia al caso nostro è difficile. Considero la pubblicazione su Amazon una buona base di partenza. Del resto io stessa me ne sono avvalsa.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Emanuela Vacca: Sono molto legata a tutti e tre i miei romanzi, sono percorsi di vita. Il primo “Storia di una strega, Vanina la Zoppa” narra dell'incontro casuale tra la protagonista e il Signore dalla città che, nonostante il suo potere, nulla potrà quando Vanina cadrà nelle maglie del Sant'Uffizio e della ferocissima caccia alle streghe. Vanina mi ha aperto la strada e fatto conoscere al pubblico. Il secondo romanzo, Martha l'Adultera ha consolidato la mia capacità di romanziera. In entrambi i romanzi parlo di processi per stregoneria decretati ai danni di alcune donne che vivevano in un paese sulla riva dell'Adda. Come spesso accadeva in questi casi, le donne erano semplici herbane o mammane, cioè dedite alla cura e allo studio delle malattie attraverso l'uso delle erbe, mentre le mammane erano le odierne levatrici. A causa della loro attività rischiavano sempre in prima persona. Infatti non era difficile che per un raccolto andato male o un bambino nato morto, ne facessero le spese e venissero denunciate dagli stessi vicini. I fatti accadono in piena riforma protestante, tra il 1519 e il 1520, un periodo difficile per la supremazia della Chiesa di Roma attaccata dalla sferza di Lutero. I verbali dei processi erano registrati e conservati presso la curia di Cremona. Dico “erano” perché qualcuno pensò bene di farli sparire. Ed io, dopo un'accurata ricerca e aiutata anche da un pizzico di intuito e fortuna, ho scoperto l'identità dell'autore del furto e ne parlo in Martha l'Adultera.
Col terzo romanzo storico affronto la vita conventuale e le dinamiche al suo interno con un vero thriller sui Padri domenicani, I Peccati di Sant'Eustorgio è pubblicato con una casa editrice di Roma.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Emanuela Vacca: All'inizio c'è lo studio del luogo, l'ambiente è fondamentale per la costruzione della trama perché in esso vedo le varie scene, come in un film. Poi comincia la ricerca storica che può durare diversi mesi, nel frattempo comincio a scrivere e faccio una scaletta molto flessibile dei punti fondamentali che voglio sviluppare. Scrivere per me è istinto, mi faccio condurre dai personaggi che mi indicano la strada. Grazie alle loro interazioni dal carattere sempre ben definito, entro in un universo parallelo dove spesso perdo la cognizione spazio-temporale.

Writer Officina: Quali sono le difficoltà che hai incontrato?

Emanuela Vacca: Le difficoltà sono state quasi tutte di carattere consultativo. Per accedere a molti documenti bisogna avere permessi, iscriversi a biblioteche, archivi, ottenere autorizzazioni e questo richiede molto tempo e molta pazienza.
La lettura di documenti antichi di difficile lettura e interpretazione. Le interviste a persone che spesso sono reticenti e vogliono garanzie su dove andranno le loro testimonianze. I permessi per accedere a palazzi, musei, monasteri, abbazie, castelli. È una strada molto lunga e complessa, non basta essere scrittori, si deve essere anche accaniti ricercatori ed avere passione e costanza.

Writer Officina: Cosa vorresti che le persone dicessero del tuo romanzo?

Emanuela Vacca: Prima di tutto che è stato avvincente, che la gente riconoscesse lo sforzo e lo studio che ci sono voluti per fare un buon lavoro, ma soprattutto che è scorrevole, ben scritto e in italiano corretto e non ridondante. Ci tengo tantissimo alla conoscenza della nostra bellissima lingua, che senza falsa modestia, penso di sapere bene, provenendo da anni di insegnamento.

Writer Officina Ti sei documentata p.e. sui luoghi, sulle professioni di cui parli, sulla storia locale?

Emanuela Vacca: Tantissimo, la ricerca storica è alla base dei miei romanzi, infatti mi definisco scrittrice di romanzi storici. Sono un'appassionata che ha studiato storia medievale. Parto sempre da un fatto e da un luogo realmente esistenti e ci costruisco intorno la storia. Prediligo episodi di storia locale, avvenuti in paesini di provincia. Le professioni dell'epoca erano abbastanza semplici, ma alcune richiedevano grande preparazione come le donne herbane che erano a conoscenza dei segreti della natura. Ho studiato a fondo anche le leggi ecclesiastiche del periodo che portarono all'istituzione del Sant'Uffizio.

Writer Officina: Che consigli daresti, basati sulla tua esperienza, a chi come te voglia intraprendere la via della scrittura?

Emanuela Vacca: Il mio consiglio è di non essere mai banali, di seguire la propria curiosità, di non seguire la moda o il pensiero unico che ci vuole allineati a tutti i costi. Consiglio l'originalità, le storie vere, il fantasy dilaga, un po' di sana realtà che spesso supera la fantasia, lo trovo molto più interessante e intrigante.

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