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Tra le lame
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La pista di pattinaggio installata per le festività natalizie nella piazza vicino a casa di Gaia è sempre molto allegra. Tante luminarie creano un'atmosfera magica. Bambini che emettono gridolini di gioia ogni qualvolta riescano a correre da una parte all'altra senza cadere, genitori che li guardano e li sostengono amorevolmente. La ragazza si ritrova a osservare ogni scena con aria pensosa. Ricorda quando ha iniziato, piccolissima, ad innamorarsi di questo sport. Era proprio in occasione del Natale, quando tutta la famiglia si recava, munita di abbigliamento da sci, a passare lunghi pomeriggi sul ghiaccio. Erano i loro momenti più belli. Lei e Giada si divertivano come non mai e, terminata la pattinata, erano contente di poter trascorrere con mamma e papà il restante tempo sedute vicino alla pista a gustare un'ottima cioccolata calda accompagnata da una golosa crêpe preparata al momento. Il talento di Gaia era emerso sin da subito. Era riuscita, già le prime volte, a effettuare qualche piccola acrobazia, sotto lo sguardo ammirato dei genitori. Insieme a Giada faceva il trenino con conseguenti capitomboli che le divertivano moltissimo, nonostante mamma Diana continuasse a ricordare loro di stare attente, per non rompersi una gamba. Immersa nei suoi ricordi d'infanzia, Gaia decide di concedersi una pattinata. Gli allenamenti sono terminati per la giornata e pattinare sotto le lucine, con il cielo blu scuro a fare da cornice, è qualcosa cui non riesce a resistere. La sensazione di magia e di libertà è troppo intensa, il richiamo del ghiaccio rimbomba forte nelle sue orecchie. Del resto, è presto per il suo appuntamento con Leonardo, sarà pronta per tempo. Pagato il biglietto d'ingresso, si appresta a piroettare sul ghiaccio. È un tutt'uno con l'elemento. Danza con gli occhi chiusi tra sguardi di approvazione e ammirazione degli altri pattinatori che fanno spazio intorno a lei. Sembra trovarsi in una dimensione diversa, immersa in una magia unica che la fa sentire libera. Non è come quando si allena, si inventa la sua personale coreografia, si sente così felice che tutto il mondo resta fuori e il tempo scorre senza che lei se ne renda conto. Quando esce per togliere i pattini, scorge numerosi messaggi, nonché telefonate perse, sul suo cellulare. Leonardo! Mi sono completamente dimenticata del nostro appuntamento! Come posso essere stata così sciocca? Prende il telefono per comporre il suo numero, convinta che lui la capirà. Del resto anche i muri conoscono la sua passione. Non fa in tempo a digitare le ultime cifre che si ritrova davanti il suo ragazzo. Torvo in viso, lo sguardo decisamente furente, da farla rimanere a bocca aperta. «Leo, ho perso la nozione del tempo. Sono entrata per una breve pattinata mentre ti aspettavo». Per tutta risposta, lui inizia a inveire contro di lei. «Ma non ti rendi conto di quello che hai fatto? E come potresti? Sei sempre con la testa tra le nuvole, del resto non posso proprio aspettarmi altro da te. Mi hai fatto fare la figura dello scemo ad aspettarti sotto casa. Cosa devono aver pensato tutte le persone che passavano da lì?» Gaia è scioccata. Possibile che una qualsiasi piccolezza lo mandi così in bestia? Lui ha i pugni serrati, la mascella in tensione, è davvero il ritratto della rabbia. La ragazza cerca di scusarsi e, soprattutto, di portarlo alla calma. La gente intorno a loro li sta osservando con imbarazzo. «Leo, ti prego», sussurra, «calmati, parliamone fuori da qui. Ci stanno guardando tutti». Invece di tranquillizzarsi, la sua ira si acuisce. «Certo che ci guardano. Sei una stupida! Ti sei dimenticata di me, per questo sciocco sport! Non ne hai avuto abbastanza per oggi? Non eri agli allenamenti fino a un paio di ore fa? Oppure mi hai mentito e hai fatto ben altro?» Sempre più attonita, Gaia si sente la gola secca. Non sa più come ribattere. Si sente invasa dalla vergogna, non per ciò che ha fatto, ma per la reazione eccessiva di Leonardo. Come può non capire che ha solo passato il tempo, in attesa del loro appuntamento, nel solo modo che la fa stare bene? In fretta e furia, recupera pattini e guanti e corre lontana dalla pista. Leo la rincorre e l'afferra con decisione per un braccio, bloccandola. Lacrime copiose le scendono sulle guance. Non riesce a capacitarsi di una tale reazione da parte sua. Comincia ad avere paura di questo ragazzo. Finché le cose vanno come lui si aspetta, senza intoppi, senza imprevisti, unicamente come lui pianifica, è un ragazzo d'oro, pieno di attenzioni per lei, quasi da fare invidia a chiunque. Ma se una cosa non lo soddisfa, ecco che si tramuta in una persona diversa, in qualcuno che lei fa fatica a riconoscere. Chi è realmente Leonardo? Non ha mai alzato le mani su di lei, ma le sue parole sono più taglienti di un coltello. Leo la guarda negli occhi, con aria grave. «Non capisci che ogni tua azione porta con sé una reazione? Pensi di essere sola al mondo? Devi rendere conto anche agli altri e non fare sempre e solo di testa tua, ma, del resto, capisco che non puoi che comportarti in modo egoista. Tutto ruota sempre e solo attorno a te, al tuo pattinaggio, ai tuoi impegni. Sei così presa da te stessa che non ti accorgi di chi ha bisogno di te». Il tono è sempre duro, ma meno intenso e violento. Gaia sa di avere spesso la testa tra le nuvole. Certamente è una ragazza decisa, studiosa, sa sempre quello che deve fare. Tuttavia spesso si ritrova a sognare ad occhi aperti. Probabilmente è vero che, persa nei suoi pensieri, non si rende conto di lasciare gli altri spesso fuori dal suo mondo. Non è poi così concreta come ha sempre ritenuto, evidentemente. Si ritrova a pensare all'incidente di Leo. In quella occasione, però, non ha dimostrato di essere capace di mettere gli altri davanti alle sue esigenze? Del resto, ha rinunciato a un weekend con le sue amiche. Prova a fargli notare questo evento, ma Leo controbatte deciso. «Ma che discorso è? Ci mancherebbe altro! Ero in ospedale, volevi andare a divertirti con le amiche? Ma come ragioni? Non penserai seriamente di aver rinunciato a qualcosa in quella occasione. Hai fatto solo ciò che qualsiasi essere umano si sarebbe aspettato da te. Assistere il tuo ragazzo che aveva bisogno di aiuto. Era tuo dovere». Gaia è cresciuta con i genitori separati per la maggior parte della sua vita. Comincia a pensare di non avere mai capito cosa caratterizzi un rapporto uomo-donna. Sa che ci sono momenti di gioia, così come attimi di rinunce. Ma da qui a pretendere assistenza come fossero marito e moglie! Sicuramente non è stato un peso per lei andare a trovarlo, portargli i cambi, stare al suo fianco. Ma avrebbe potuto anche dedicare del tempo a se stessa o alle sue amiche. Una cosa non esclude l'altra. Leo non era in pericolo di vita e le visite in ospedale non potevano in ogni caso protrarsi ventiquattro ore al giorno. Con le lacrime agli occhi, non sa più cosa dire. Si sente confusa. Non capisce dove sbaglia, ma se Leo reagisce così non può che essere colpa sua. «Scusami, Leo, non volevo offenderti, né farti aspettare o, peggio, farti fare la figura del cretino e crearti problemi. Ti prometto che sarò più attenta». «So che fai del tuo meglio. Non è colpa tua se non capisci quanto mi fai male con il tuo atteggiamento. Ma ti perdono, perché hai chiesto scusa e hai capito che mi hai ferito». La prende sotto braccio e, insieme si mettono a passeggiare tra le vie della città, confondendosi tra le altre persone. Quella notte Gaia non riesce a dormire. Molte domande affollano la sua testa. Tutto è confuso, ombroso, senza senso. A confidarsi con Giada o le sue amiche non pensa lontanamente! Se fosse esattamente come dice Leo? Che è talmente assorta nei suoi pensieri che non realizza cosa accade intorno a lei? Se fosse veramente una persona egoista? Sa solo che Anna le darebbe della sciocca. Immagina quello che le direbbe, che Leo la comanda, che lei non è libera di vivere come vuole. Ma non è proprio questo il rapporto con un ragazzo? Stare insieme e trovare compromessi, rinunciando ogni tanto a qualcosa per il bene dell'altro? Comincia a essere convinta che la sua amica non lo sopporti. Per questo ogni volta la mette in guardia, i suoi discorsi sono forse dettati dall'antipatia che nutre nei confronti di Leo?
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Autori di Writer Officina
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Sono nata a Milano alla fine degli anni Settanta, dove vivo ancora oggi insieme alle mie due figlie adolescenti. Sono un ingegnere e lavoro nell'ambito dell'Informatica da oltre vent'anni, occupandomi di Sviluppo Software. Sono sempre stata molto interessata alle materie scientifiche, come dimostrano i miei studi e di conseguenza anche la mia occupazione, ma ho sempre amato leggere e immergermi totalmente nelle varie storie. Ho frequentato una scuola straniera, quindi parlo tre lingue oltre all'italiano e per questo motivo il mio sogno è di potermi trasferire all'estero. La cosa che amo di più al mondo è viaggiare e sono una persona creativa sotto tutti i punti di vista. La passione per la scrittura è arrivata un po' tardi, ma credo che sia sempre stata dentro di me. Infatti quando ero piccola mi piaceva scrivere poesie e leggere i componimenti di mio padre.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Federica Di Blasi: Ho sempre letto molto sin da ragazzina. C'è stato un periodo in cui ero un po' bloccata, soprattutto alle superiori, forse un po' per ribellione nei confronti di alcuni professori, ma da qualche anno ho ripreso a leggere assiduamente e l'anno scorso ho cominciato a fantasticare e inventare qualche storia. Così ho preso coraggio e ho iniziato a scrivere ciò che mi frullava in testa.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Federica Di Blasi: Ho provato a proporlo senza risultati, a parte varie case editrici a pagamento che mi chiedevano cifre estremamente esagerate.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Federica Di Blasi : Credo di sì, decidi tu cosa pubblicare e quando, ma la cosa complicata è la promozione. Bisogna dedicarvi molto tempo, avere molta pazienza, tenacia e non risultare mai banale. Non sempre è semplice creare immagini, video e testi accattivanti per attirare i lettori.
Writer Officina: Quanti libri hai pubblicato?
Federica Di Blasi : Al momento due. Fanno parte di una stessa collana. Un altro dovrebbe essere pubblicato da una casa editrice in primavera-estate.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Federica Di Blasi : Butto giù uno schema iniziale e una caratterizzazione dei personaggi principali che nella storia subiranno un'evoluzione. Spesso però la storia prende un'altra piega durante la scrittura, perché man mano che vado avanti mi vengono in mente molti altri aspetti e nuove idee.
Writer Officina: Cosa c'è di te in ciò che scrivi?
Federica Di Blasi : In quasi tutti i personaggi ci sono molti aspetti del mio carattere e, a volte, anche del mio aspetto fisico. Riguardano sia miei lati negativi sia positivi. A volte rispecchiano anche persone della mia famiglia.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quelli che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Federica Di Blasi: Sto scrivendo un romanzo basato su un aspetto della mia vita, ma non ha nulla a che vedere con i libri che ho già scritto.
Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?
Federica Di Blasi: Certamente, è un'affermazione che faccio spesso. Trovo la scrittura quasi liberatoria. Fa bene all'anima e mi rilassa, come quando leggo. Soprattutto con un lavoro come il mio ho bisogno di staccare dalla quotidianità e far volare la mia fantasia.
Writer Officina: Cosa deve avere un libro che scrivi?
Federica Di Blasi: Devo visualizzare quello che scrivo. Le scene devono quasi materializzarsi davanti ai miei occhi ed essere vivide, esattamente come quando leggo e mi immergo totalmente.
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