Writer Officina
Autore: Letizia G. Maggi
Titolo: Onolaim
Genere Fantasy
Lettori 1631 4 6
Onolaim
Il mondo, a volte, può cambiare.

L'Orsa Minore stava navigando ormai da diversi giorni lungo la costa di Amor che si presentava sempre inaccessibile e la scorta d'acqua si stava esaurendo, accrescendo la preoccupazione in tutto l'equipaggio, la famiglia di Tonio, tutti rossi di capelli come diversi abitanti di Nirot, colore che solo da quella parte di Onolaim si poteva trovare e che, in un certo modo, ne rendeva riconoscibile l'origine.
Nicol il primo figlio di Tonio, stava osservando con attenzione la costa; indossava come tutti a bordo una canottiera sopra la quale aggiungeva, verso sera, una camicia con le maniche lunghe e dei pantaloni tagliati sotto il ginocchio. Sulla barca erano scalzi, indossavano le scarpe solo quando scendevano a terra.
“Padre, guardate laggiù: la costa si sta alzando ulteriormente, stanno per iniziare le montagne, se è così siamo al confine, dopo è inutile proseguire.”
“Hai ragione, andiamo fino all'inizio delle montagne, poi ci fermeremo per la notte. Domani faremo ritorno a Inimir. Mi dispiace solo che non siamo riusciti a dare una speranza ai nostri signori”
Intervenne Rebecc sua moglie, anche lei e la figlia Monic indossavano lo stesso abbigliamento degli uomini perché occorreva essere pratici per governare la grande barca da pesca.
“Non ti crucciare Tonio, era una speranza, non una certezza.”
Proseguirono ancora verso le montagne, quando un riflesso di luce sembrò mostrare qualcosa di insolito proprio sotto le prime montagne: sembrava una grotta, ma di notevole dimensione, larga e alta quanto bastava a far entrare senza problemi la loro barca e forse anche una più grossa.
Tonio chiamò a sè i figli e disse loro “Monic e Nicol preparate la scialuppa con la corda di profondità che andiamo a vedere com'è l'interno di quella grotta. Armand, tu rimani a bordo con tua madre, gettate l'ancora e aspettate il nostro ritorno. Intanto vedi di pescare qualcosa per cena. Saremo di ritorno senz'altro per tempo.”
Rebecc raccomandò loro di fare attenzione e i tre scesero nella scialuppa, Nicol iniziò a remare verso la grotta, mentre Tonio e sua figlia Monic si preoccupavano di misurare il fondale man mano che avanzano per capire la profondità e valutare l'avvicinamento di barche più grandi.
Proprio perché si fermavano spesso a misurare il fondale, ci misero un bel po' prima di raggiungere l'ingresso della grotta.
In quel momento il sole era alto quanto bastava perché l'interno della grotta fosse rischiarato. Inoltre, mentre entravano, si accorsero che in altro c'erano delle aperture nella parete della montagna che permettevano l'ingresso della luce, così da vedere ancora meglio cosa si trovava all'interno.
La grotta era abbastanza profonda e larga da accogliere diverse barche e presentava come un molo naturale lungo la parete. Accostarono con la scialuppa che rimaneva un po' bassa rispetto alla riva, sicuramente dall'Orsa minore si sarebbero trovati a livello per scendere senza problemi.
C'erano dei massi posizionati vicino al bordo e si avvicinarono per lanciare una cima ed issarsi all'asciutto.
Tonio salì per primo e, assicurata meglio la cima al masso, diede una mano ai suoi figli affinchè potessero salire anche loro. Appena furono tutti su quello strano molo, si guardarono intorno per rendersi conto di cosa avevano trovato.
“Padre” disse Monic “cercavamo una spiaggia e invece, cosa abbiamo trovato?”
“Abbiamo trovato un porto, riparato in modo incredibile dagli elementi esterni, ampio e capace di contenere diverse imbarcazioni anche più grandi della nostra. Sempre che ci sia un accesso all'esterno e che non sia già in territorio di Inatac. Dobbiamo perlustrare questa grotta finché c'è luce.”
Nicol richiamò l'attenzione del padre su qualcosa che aveva visto poco avanti da dove si trovavano e li esortò ad andare in quella direzione. Si trovarono di fronte ad una strana vasca naturale ai piedi della parete di roccia da cui scendeva dell'acqua e Nicol provò ad assaggiarla. “E' acqua dolce, si può bere!”
“Fantastico, almeno potremo fare scorta da portare a bordo, e garantire così di poter rientrare senza problemi. Ora però dobbiamo vedere se c'è un'uscita” e così Tonio, dopo essersi dissetato con i due figli, proseguì lungo la parete della grotta. Inoltrandosi però diventava più scuro e faticavano ad avanzare quanto ad un tratto si trovarono di fronte ad un varco nella parete da cui proseguiva una galleria che pareva interminabile.
Appoggiandosi alla parete con una mano, toccò qualcosa di insolito: un anello di ferro e ai piedi dello stesso una torcia. Preso l'acciarino provarono ad accenderla. Furono davvero fortunati, si accese in fretta, non era bagnata e la scintilla dell'acciarino fece subito presa, portando così nuova luce in quella grotta.
Tonio alzò la torcia per illuminare più avanti e si avvide che lungo la parete c'erano altri anelli di ferro e ciascuno reggeva una torcia. Per cui si fece coraggio e man mano che avanzava accendeva le varie torce. Proseguirono lungo la galleria, ormai curiosi di vedere dove avrebbe portato.
Era un po' umido lì sotto e rimpiangevano di non aver indossato almeno la camicia sopra le canottiere, ma la sorpresa della straordinaria scoperta, proprio quando pensavano di dover fare ritorno senza risultati, li aveva fatti agire d'impulso senza pensare troppo alle possibili situazioni che avrebbero incontrato.
Camminarono per quasi mezz'ora poi intravidero una luce naturale in fondo.
“Padre, Nicol, ci siamo. Stiamo per uscire”, disse Monic accelerando il passo verso la luce. Ma suo padre la fece rallentare “Aspetta, adagio, non sappiamo dove usciremo, dobbiamo stare attenti.”
Quando arrivarono all'ingresso o uscita della grotta, si guardarono intorno con circospezione poi non vedendo e soprattutto non sentendo nulla di strano, uscirono. Ebbero qualche difficoltà perché la vegetazione in parte ostacolava l'uscita ma rompendo qua e là alcuni rami furono all'aperto.
Si trovavano sopra una collina, ai piedi di una montagna più alta, quindi guardando verso il basso, dopo un bosco, si intravedeva una radura con una fattoria, poi ancora avanti altri boschi.
Non era proprio vicina all'uscita, a piedi, attraverso quel bosco, ci sarebbe voluto del tempo per raggiungere quella fattoria. Di lì a poco sarebbe scesa la sera e con il buio non era il caso di attraversare un territorio a loro completamente sconosciuto.
Decisero così di ritornare a bordo, per raccontare agli altri quello che avevano trovato e per organizzare una spedizione per il giorno successivo. Era necessario arrivare a quella fattoria per sapere dove fossero approdati e cosa avrebbero potuto fare da lì in avanti.
Tornando, riempirono le borracce che avevano sulla scialuppa e Tonio disse che l'indomani sarebbero entrati direttamente nella grotta con l'Orsa Minore in modo che, mentre andavano a scoprire dove erano arrivati, chi rimaneva a bordo avrebbe goduto di un ottimo riparo dalle avversità del tempo e del mare nonché acqua dolce per potersi approvvigionare all'occorrenza.

Il mattino dopo, con cautela entrarono con l'Orsa minore all'interno della grotta. Fu più semplice scendere direttamente sul molo, e così anche Rebecc e Armand, il secondo figlio maschio, scesero in esplorazione.
Andarono tutti insieme all'uscita e da lì si separarono: Tonio e Monic scesero verso la fattoria mentre i due figli maschi avrebbero cercato di cacciare qualche lepre per variare la cena, ormai di solo pesce che, da troppo tempo, era diventato l'unico cibo rimasto delle scorte fatte alla partenza.

Ci volle buona parte della mattina per raggiungere la fattoria, attraversarono boschi alternati a qualche radura fino a che non ci furono alberi per un buon appezzamento di terreno che appariva coltivato in vari modi.
Parte dei campi avevano già visto il raccolto e la terra era pronta per il nuovo inverno, poco avanti sul lato opposto alla fattoria, si scorgevano animali al pascolo, qualche mucca e alcuni cavalli. Non si vedeva nessuno al lavoro, ma Tonio disse a Monic che probabilmente era ora di pranzo e avrebbero trovato tutti alla fattoria. Videro, un po' più avanti rispetto a loro, un sentiero che usciva dal bosco.
“Probabilmente noi abbiamo preso, ignorandolo, il percorso più accidentato, a guardare quel sentiero è probabile che porti non lontano da dove siamo venuti. E da quella parte porta alla fattoria”, mentre diceva questo Tonio indicò il sentiero a Monic che scosse la testa e sorrise “Andiamo padre, siamo marinai noi, non contadini. Prendiamo ora il sentiero e così non attraverseremo i campi per arrivare alla fattoria. Speriamo possano accoglierci e darci anche qualcosa da mangiare. Non so tu ma io comincio ad avere fame”
“Andiamo a vedere chi e cosa ci aspetta.” Rispose Tonio, contento di vedere un risultato alla fine del loro lungo viaggio.
Ripresero a camminare sul sentiero che scendeva gradualmente alla fattoria, si può dire che ormai erano entrati in una specie di piccola pianura. Quando furono quasi arrivati, sentirono abbaiare dei cani e subito dopo li videro avvicinarsi di corsa a loro. Erano tre cani di taglia discreta che incutevano timore anche per il loro incessante abbaiare. Si immobilizzarono e i cani presero a girare loro intorno continuando ad abbaiare. Nel frattempo dalla fattoria uscì un giovane che osservò la scena e con un fischio acuto richiamò i tre cani che subito smisero di abbaiare e girare intorno a loro per recarsi dal loro padrone.
“Buongiorno, chi siete? Da dove venite? Cosa ci fate qui?”
Era un giovane più o meno dell'età dei figli di Tonio, alto dal fisico asciutto, e il suo tono non appariva cordiale, ma mentre Tonio si avvicinava per rispondere alle domande uscì un altro uomo, più avanti negli anni, più basso e anche un po' più in carne, sulla testa pochi capelli spettinati, li osservò poi mise la mano sulla spalla del giovane “Non ti preoccupare, hanno tutta l'aria di essersi smarriti e se ci vedo bene potrebbero essere padre e figlia. Dico bene signore?”
Tonio si rilassò alla vista e alle parole di quell'uomo “Avete ragione signore. Io sono Tonio e lei è mia figlia Monic. Veniamo da Inimir nel regno di Nirot. Potreste dirci dove siamo approdati? E' ancora il regno di Amor questo vero?”
L'uomo li guardava ed era sorpreso da quanto aveva appena sentito “Siamo ad Amor, assai lontani dalla città di Amor, potrei dire che siamo la fattoria più lontana in assoluto, a ridosso delle prime montagne che ci dividono da Inatac. Ma forse siete affamati? Se volete entrare a mangiare con noi sono sicuro che avrete diverse cose da raccontarci, e qui di notizie ne arrivano ben poche come potrete immaginare”.
Anche il giovane si era rilassato a vedere come l'altro uomo aveva affrontato i due sconosciuti.
“Ma certo, entrate, perdonate la mia scortesia ma non capita tutti i giorni di trovarsi qualcuno sulla porta di casa in modo così inaspettato. Venite, io sono Alfred il primogenito di quest'uomo che risponde al nome di Anselm, dentro c'è il resto della famiglia. Entriamo.”
Varcata la porta di casa la prima cosa che videro fu una grande tavola apparecchiata con intorno diverse persone intente a mangiare. Anselm li presentò “Lui è Tonio e lei è Monic. Vengono dal regno di Nirot, quindi, presumo siano approdati alla grotta sul mare e sono sicuro che hanno qualcosa da raccontare. Fate posto a tavola.”
Subito si alzarono due giovani che erano due gocce d'acqua, magri e scattanti, andarono da Monic “Io sono Albert e lui è August, mio fratello gemello.”
“Non è vero” disse subito l'altro ragazzo “Sono io Albert, lui è August!”
Si fece avanti una donna “Smettetela di scherzare, io sono Marilen, la moglie di Anselm e come avrete capito loro sono i nostri figli, e poi c'è mia figlia Adelin. Prego sedetevi io e Adelin vi portiamo subito qualcosa, intanto voi ci racconterete come siete arrivati da noi”.
Si allontanò con Adelin in una stanza attigua da dove tornò dopo poco con altro cibo da proporre ai due inattesi ospiti.
Monic era imbarazzata, sentiva lo sguardo dei due giovani gemelli che la guardavano alquanto intensamente senza mascherare il piacere di poterla osservare.
Anselm intanto aveva preso posto proprio accanto a Tonio e lo invitò a raccontare cosa li aveva portati lì.
Letizia G. Maggi
Votazione per
WriterGoldOfficina
Biblioteca
Acquista
Preferenze
Recensione
Contatto
Home
Admin
Conc. Letterario
Magazine
Blog Autori
Biblioteca New
Biblioteca Gen.
Biblioteca Top
Autori

Recensioni
Inser. Estratti
@ contatti
Policy Privacy
Autori di Writer Officina

Letizia G. Maggi
Io sono nata a Milano il 24 dicembre 1960, fin da piccola leggevo tantissimo, di tutti i generi e crescendo la mia passione per la lettura è sempre stata più forte. Da adolescente mi piaceva scrivere considerazioni e poesie. Avendo la fortuna di far parte di una compagnia teatrale amatoriale e appassionandomi al teatro stesso, ho scritto anche un paio di testi teatrali.
Ho lavorato sempre nelle scuole come amministrativo e per ben tredici anni come Direttore Amministrativo. L'idea di scrivere qualcosa di mio è sempre stata un mio sogno che ho realizzato solo da poco. Ora sono in pensione e di “professione” sono nonna di un bimbo di nome Michele che di fatto è diventato, a sua insaputa, il protagonista di uno dei miei romanzi. Chissà quando lo leggerà da adulto cosa ne penserà.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Letizia G. Maggi: Quando da bambina, avevo forse otto o nove anni e mi regalarono il mio primo libro “Il Milione”, non posso dimenticarlo, da allora non mi sono ancora fermata

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Letizia G. Maggi: Tanti libri mi hanno fatto sognare e desiderare di essere capace, almeno un pochino, di poter regalare sogni scrivendo qualcosa di mio

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Letizia G. Maggi: L'ho proposto a ben sei case editrici di diversa caratura, e la prima a rispondere è stata la mia attuale casa editrice LFA Publisher di Caivano, a distanza di circa un mese sono stata contattata anche da un'altra casa editrice, senza costi per l'autore, a cui era piaciuto il mio testo. Tengo a sottolineare che un paio di case editrici, (nella mia ignoranza del momento ho scritto senza documentarmi adeguatamente) mi avevano chiesto dei soldi per continuare la lettura e per procedere alla valutazione.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Letizia G. Maggi: Non saprei, ho un'esperienza diversa ma posso dire che non mi sarei mai autopubblicata, non ne avrei avuto il coraggio. Ho avuto bisogno di qualche incoraggiamento anche solo per scrivere e inviare il mio primo libro

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Letizia G. Maggi: I miei libri sono parte di una Saga: Onolaim e, al momento sono quattro ma se parliamo di affetto sicuramente Nonno Michele e la magia dell'amore e quello a cui tengo di più. E' una favola moderna con tanti richiami al fantasy classico narrata in prima persona da Nonno Michele che vive questa avventura in un mondo fantastico con i suoi nipoti. Un omaggio all'essere nonni e al grande amore che spesso lega appunto nonni e nipoti.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Letizia G. Maggi: Per nonno Michele è stato decisamente d'istinto. Per Onolaim invece ho studiato maggiormente prima di partire a scrivere immaginando il territorio su cui si doveva svolgere la storia e successivamente creando una sorta di linea temporale dei vari accadimenti, quindi lasciando poi che la mia fantasia prendesse il sopravvento immaginando personaggi e avventure

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Letizia G. Maggi: Al momento sto fantasticando una nuova avventura, un genere leggermente differente ma sono ancora alle fasi iniziali, presto per dire qualcosa di più. In futuro magari anche un'altra avventura su Onolaim, perchè no.
Tutti i miei Libri
Profilo Facebook
Contatto
 
704 visualizzazioni