Writer Officina
Autore: Nunzia Alemanno
Titolo: Il Mistero del Manoscritto
Genere Fantasy, Low fantasy
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Il Mistero del Manoscritto
Quella minuscola figura che si dirigeva verso il grande olivo sconvolse anche lui.
- Corri, Xusar, maledizione! - grido Karen. - Mandalo via di lì. -
Jeff, con indosso una tracolla e uno zaino dietro le spalle, si dirigeva con passo sicuro verso l'imponente impalcatura. Anche se di Patrick non si erano avute più notizie, aveva deciso comunque di riprendere il lavoro interrotto sull'osservazione di Giantoliv. Era a circa cinquanta di metri dalle mastodontiche radici che affioravano contorte dal terreno. Sarebbero bastati pochi passi ancora per mettere in allarme i Guardiani, ma la sua andatura andò rallentando gradualmente finché alla fine non si bloccò. La sua attenzione fu rivolta altrove, verso ciò che lo circondava. Niente di più affascinante si era mai rivelato ai suoi occhi. Il paesaggio era cambiato radicalmente: specie sconosciute di piante e fiori lo animavano come in una sorta di magia surreale. Lo stesso Giantoliv si era adornato di una peluria verdeggiante che lo rivestiva lungo tutto il tronco, i rami e le radici. L'erba era cresciuta oltremodo e copriva completamente i polpacci di Jeff. In alcuni tratti, dove era più rada, alcune varietà di piante misteriose avevano attirato il suo interesse. Le forme e i colori entusiasmavano il suo animo tanto da fargli sembrare di essere in un paradiso artificiale. Lasciò cadere lo zaino, s'inginocchiò tra l'erba e iniziò a frugare tra le sue cose finché non estrasse la fotocamera digitale. Iniziò, con una serie di scatti eseguiti da ogni angolazione, a immortalare un curioso vegetale purpureo dalla forma cubica, di circa venti centimetri per lato. Pareva un chewingum gigante e l'odore ricordava quello classico dei dolciumi alla fragola. Dopo gli scatti ebbe l'idea di prelevarne un campione da analizzare nel piccolo laboratorio sull'albero e tra i tanti oggetti che erano nello zaino, estrasse il taglierino.
- Non toccarlo! - sentì urlare dietro di sé. Vide Xusar correre nella sua direzione facendogli gesti strani e urlando ancora di non toccare.
Xusar lo ammonì nuovamente appena gli fu vicino. - Non lo toccare. -
- Cosa non devo toccare? -
- Quel fungo. -
- Non ha l'aspetto di un fungo, mi pare. -
- È un fungo, fidati, e non devi toccarlo. Ma che ci fai qui? -
- Come sarebbe a dire che ci faccio qui? Io ci lavoro qui. La Shywar Corporation si lamenta del fatto che non fornisco loro informazioni da almeno tre mesi. Stavo seguendo la crescita di un frutto tempo fa, di un'oliva, l'unico esemplare, e ora non ho idea di che fine abbia fatto. Sarà maturata, forse è anche caduta e se è così la devo trovare. Poi. devo capire da cosa è derivato tutto questo fenomeno. Non riesco a credere ai miei occhi, questo posto non si riconosce più. Devo scoprire che è successo. -
- Jeff, - gli consigliò Xusar - lascia perdere. -
- Cosa? Sta scherzando? Io ci vivo di questo e. questo è. è incredibile! Non ho mai assistito a niente del genere! -
- Rimetti a posto il taglierino, per favore. -
- No! Devo prelevare un campione di quel. fungo. -
- Ti ho detto di lasciar stare, maledizione! Non puoi farlo! -
- Vuole spiegarmene il motivo invece di darmi ordini? - urlò spazientito.
Karen li raggiunse in preda al fiatone. - Jeff, cosa ci fai qui? -
- Ho appena risposto a questa domanda. Karen, ho l'albero in esame, lo ha dimenticato? -
- No, non l'ho dimenticato. Non voglio che si metta più piede su quell'albero. Stiamo rinforzando le recinzioni perché ho paura che qualcuno si faccia male e io ne pagherei le conseguenze poiché sono responsabile di questo posto. La stessa cosa vale anche per te, Jeff. Voglio che tutte le attività sull'albero siano sospese. -
- Oh no, Karen, non può farmi questo, non adesso. Io devo capire che succede, tutto questo non è normale. queste piante. tutto! -
Con un gesto fulmineo, ignorando le ammonizioni degli altri due, si ritrovò accanto al fungo bizzarro con l'intenzione di reciderne una porzione da infilare poi in una bustina asettica. Xusar, alla fine si lanciò verso di lui spingendolo con forza lontano dalla diabolica pianta.
- Ma cosa fa? La smetta! Mi lasci stare - gridò il giovane mentre tentava di divincolarsi dalla sua presa. Xusar continuava a trattenerlo in una morsa da cui difficilmente Jeff si sarebbe liberato finché, a un certo punto, il guerriero di Liahkalem non gli afferrò il viso dirigendoglielo verso l'astrusa pianta. Incredulo, Jeff s'immobilizzò con gli occhi sbarrati, pietrificato da ciò che si stava verificando, tanto che afferrò il braccio di Xusar e si pose alle sue spalle come a volersi quasi riparare. La lama del taglierino, che nel corso del diverbio era rimasta incagliata sulla parte superiore del fungo, era divenuta rovente e dopo pochi secondi, prese fuoco.
- Mio Dio! Ma. cosa. -
- Jeff, non è sicuro qui - disse infine Xusar - dammi retta, torna a casa. -
- No, per la miseria! Non ho nessuna intenzione di farlo - replicò allontanandosi da loro. - Non lo farò finché non mi direte che succede. -
- Fermati, Jeff! - gli ordinò Xusar. - Non fare un altro passo. -
- Perché? - urlò lui.
Un tonfo improvviso e pesante, alle sue spalle, fece vibrare il terreno sollevando polvere e minuscoli frammenti d'erba. L'espressione allibita di Xusar e quella terrorizzata di Karen gli fecero supporre che qualcosa di spaventoso fosse alle sue spalle e lentamente, con molta cautela, si voltò. Man mano che sollevava lo sguardo, si ergeva dinanzi ai suoi occhi la figura di un'immagine mostruosa. La creatura, prima ancora che Jeff si lasciasse pervadere da qualsiasi pensiero, gli si scagliò contro, imprigionandolo nella sua potente stretta, poi spiegò le ali e, con la sua preda, volò verso le intricate ramificazioni di Giantoliv, la sua dimora.
- Jeff, Jeff. no! - urlava Karen, mentre Xusar la tratteneva.
- Fermati, Karen! Non puoi raggiungerlo. -
- Lasciami andare! Lo ucciderà, lasciami! -
- Ferma! - le disse costringendola ad ascoltarlo. - Se deciderà di ucciderlo, non potrai salvarlo e io non potrò fare nulla per te. Lascia che ci pensi io, devo solo raggiungere il mio furgone. Promettimi. giurami che non ti muoverai da qui. Non riusciresti a percorrere metà della strada, questa terra t'inghiottirà molto prima. -
- È come un figlio per me. ti prego! - lo supplicava in preda alla disperazione.
- Devo prendere il furgone. -
Vide Xusar correre come il vento verso il fuoristrada. Dopo alcuni minuti, che a lei parvero ore, avvistò il mezzo sfrecciare come un bolide sul terreno dissestato e diretto verso Giantoliv. Come aveva promesso, non si mosse. Si accovacciò tra l'erba in balìa della disperazione e seguì con lo sguardo il furgone nel difficoltoso tragitto, finché non lo vide inchiodarsi in un punto da cui non aveva più la possibilità di procedere.
Xusar scese dal furgone, sollevò la parte superiore del sedile e, da una cavità al suo interno, tirò fuori l'ascia e quella che un tempo era la sua inseparabile la sua spada, fedele compagna di tutte le sue battaglie. Man mano che si approssimava a Giantoliv, tutto ciò che lo circondava pareva aver preso vita. Dava l'idea di un luogo infernale che cercava in ogni modo di impedire all'intruso di proseguire. Le mastodontiche radici si animarono formando una barriera a bloccare la sua corsa, ma lui era il guerriero di Liahkalem e non c'era ostacolo che lo fermasse. Con audace abilità si liberava di tutto ciò che tentava di rapirlo: filamenti spinosi che si aggrovigliavano alle sue gambe, voragini che si aprivano sotto i suoi piedi e creature feline, agili e astute, che lo assalivano da ogni parte. Tra un colpo d'ascia e uno di spada, l'impavido guerriero giunse finalmente ai piedi dell'impalcatura. Con la rapidità di un fulmine percorse le scalette al suo interno e raggiunse in breve l'ultima rampa, circa tre metri al di sotto della ramificazione principale. Negli ultimi tempi, l'albero era cresciuto oltremodo e la rampa di allungamento non era stata ancora installata. Xusar si lanciò in alto conficcando l'ascia nel tronco, avendo così la possibilità di arrampicarsi e raggiungerne la sommità. Una volta giunto, lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi lo affascinò al punto da fermarsi alcuni attimi per contemplare quella meraviglia. Si accorse della piccola casetta alla sua sinistra, notava com'era curata nei minimi dettagli, ma proprio in quell'istante lo raggiunse un calcio sulla mascella, rapido come una saetta e potente come la palla di un cannone. Xusar volò all'indietro ritrovandosi in bilico sul lato esterno dell'impalcatura; perse la sua spada e, guardando in alto, si accorse di Radalgor, il Guardiano dello Spirito che, con espressione maligna, lo minacciava. La creatura gli voltò le spalle con la convinzione che il suo avversario non ci avrebbe pensato una seconda volta a contravvenire alle sue regole e, balzando tra i rami e dileguandosi tra il fogliame, volò verso la sua vittima.
Jeff dischiuse gli occhi, lentamente. Con fatica, cercava di mettere a fuoco la situazione, che si presentava preoccupante. Si rese conto di penzolare a testa in giù all'interno di un involucro gelatinoso e appiccicoso e che puzzava di marcio. Vedeva una strana ombra volare tra i rami del grande olivo, balzando come una molla dall'uno all'altro, facendo strage di foglie al suo passaggio finché non si fermò dinanzi al suo volto terrorizzato. Radalgor non ebbe il tempo di realizzare ciò che Xusar aveva in mente, che questi si era già lanciato alle sue spalle serrandogli la gola e, al tempo stesso, staccando con un colpo d'ascia deciso lo strano involucro. Jeff precipitò su uno dei rami sottostanti sbattendo con forza la schiena. L'ammasso gelatinoso gli aveva reso il corpo scivoloso. Continuò a precipitare in preda a una straziante sofferenza, cercando di aggrapparsi a qualsiasi cosa sfilasse tra le sue mani finché non si bloccò su un ramo dalla circonferenza maggiore.
- Jeff, scappa! Raggiungi il furgone, corri! -
Jeff non se lo lasciò ripetere due volte e, tra uno scivolone e l'altro, aveva già raggiunto la base della chioma fiondandosi come un razzo sulla piattaforma metallica. Iniziò la lunga discesa tra le infinite scalette, così rapidamente che a volte ne saltava alcune. Sentiva spesso le urla di Xusar e questo non lo rassicurava. A circa metà del percorso, s'imbatté nella perfida creatura che lo aveva raggiunto. Si era avvinghiata alla parte esterna dell'impalcatura e strideva in una maniera assordante, ma anche il suo rivale si era lanciato nel vuoto e, per la seconda volta, atterrò violentemente sulle sue spalle, tirandolo via dal ponteggio e precipitando con lui nel vuoto. Radalgor spiegò le ali e Xusar perse la presa ma, prima di cadere, riuscì in un fortuito tentativo a conficcargli l'ascia nella coscia. La creatura si dimenò furiosamente, più per la rabbia che per vera sofferenza. Tentava di liberarsi di lui, ma Xusar non aveva nessuna intenzione di abbandonare la sua arma.
Frattanto Jeff, sfinito, raggiunse finalmente il suolo. Si accorse che il furgone non era molto distante. Notò che la parte anteriore era contrastata da una delle radici, ma con una decisa accelerata in retromarcia, aveva buone speranze di venirne fuori. Il fiatone gli serrava la gola, il furgone era sempre più vicino e la visione di Karen, disperata, che gli faceva cenno di correre, gli trasmetteva la forza di non arrendersi. La sua corsa, però, s'interruppe. Xusar era precipitato al suolo da un'altezza non indifferente, giaceva immobile e non dava il minimo segno di vita. La creatura atterrò tra i due e guardava prima l'uno, poi l'altro, come fosse indecisa da chi cominciare. Poi si accorse che Xusar aveva iniziato a muoversi. Adagio, il guerriero di Liahkalem agguantava l'erba tra i pugni, sforzandosi di levare lo sguardo e muovendo a stento le gambe nel tentativo di sollevarsi. Radalgor sfilò l'ascia dalla sua coscia e avanzò verso di lui.
- No! Fermati, fottuto essere infernale! - urlò Jeff a squarciagola. - Non osare toccarlo figlio di puttana! -
Jeff si muoveva zoppicando per una storta alla caviglia destra e gli sbraitava contro per attirare la sua attenzione, cosa che gli riuscì appieno.
- Volevi uccidermi? - continuava all'estremo della follia. - Sono qui bastardo, vieni a prendermi! -
Jeff era consapevole che contro la creatura avrebbe potuto ben poco e che Xusar, questa volta, non sarebbe stato in grado di salvarlo. Infine, si rassegnò nel momento in cui Radalgor lo raggiunse.
Nunzia Alemanno
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Nunzia Alemanno
Mi chiamo Nunzia e sono salentina. Vivo a Copertino, in provincia di Lecce e lavoro in un'azienda agricola di un paese vicino. Sono sposata, ho tre figli, un nipotino di tre anni, un cane, un gatto e quattro tartarughe. Amo la natura e tutto ciò che ne fa parte, lo dimostra l'enorme quantità di scatti che conservo sullo smartphone raffiguranti tramonti, fiori, boccioli, panorami, ragnatele intricate coi loro ragni pazzeschi e tanto altro. Ho conseguito una qualifica di assistente per l'infanzia prima di sposarmi e trasferirmi a Roma dove sono nati e cresciuti i miei figli. Sono una persona curiosa, sempre in cerca di conoscenza. Mi piace imparare, scoprire e non dipendere da nessuno. Sono spesso su internet a fare continue ricerche sugli argomenti più svariati, soprattutto quando sono in fase di scrittura.

Writer Officina : Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Nunzia Alemanno: Questa è una domanda legittima da rivolgere a una scrittrice, ma la mia sarà una risposta un po' fuori dagli schemi. Credo di essere una delle poche, se non l'unica autrice che non abbia mai avuto una grande passione per la letteratura. - Sacrilegio! - si sentirà gridare. E non è tutto: leggo pochissimo ma più che altro per mancanza di tempo, pochi autori a cui sono molto legata. - Ma com'è possibile? Nessuno diventa uno scrittore in questo modo - . Che sia un mito da sfatare? Non lo so, ma mi piacerebbe pensare che in questo momento sto dando una speranza a chi piacerebbe intraprendere questa strada quando pensava che non avrebbe mai potuto farlo. Tornando alla legittima domanda, la mia passione per la scrittura è nata oltre i quarant'anni, per gioco, nel vero senso della parola. Si trattava di un gioco su un forum, che consisteva nello scrivere un racconto tutti insieme: ognuno, di volta in volta, doveva accodarsi a quello che scriveva l'altro, tenendo fede al genere e alla trama. Una specie di staffetta letteraria. È stato divertente, ma la cosa più bella è che ha acceso in me una piccola scintilla che è divampata in quella che oggi è una grande passione.

Writer Officina : C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Nunzia Alemanno: Ci sono stati libri che ho sicuramente amato come - La casa nel buio - di Stephen King e Peter Straub, o - La biblioteca dei morti - di Glenn Cooper, ma dire che mi abbiano spinto a intraprendere la strada della scrittura, non è stato così. La voglia di incidere tutto da un'altra parte, fantasia, emozioni, storie, intrighi, è arrivata per puro caso, al di fuori delle regole culturali che mi sono divertita a infrangere.

Writer Officina : Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Nunzia Alemanno: Il mio primo libro è - L'Egemonia del Drago - , nato inizialmente come unico volume, diventato in seguito il primo della trilogia - Il Dominio dei Mondi - . L'entusiasmo della prima opera mi ha portato a spedire il manoscritto a diversi editori ricevendo risposte deludenti. Nonostante si trattasse di case editrici free, chiedevano sostanziosi contributi perché ero una scrittrice sconosciuta. Da una parte sono rimasta amareggiata per questo comportamento, ma poi ho scoperto l'auto pubblicazione e mi si è aperto un mondo.

Writer Officina : Pubblicare su Amazon KDP è stata una scelta vincente?

Nunzia Alemanno: Ultra vincente, direi. Amazon pubblica a livello planetario, è una piattaforma che detiene oltre il 40% del mercato solo negli Usa e conta milioni di iscritti, per non parlare degli abbonati ai tanti servizi che offre. La sua biblioteca è ricchissima di pubblicazioni e credo sia l'unica piattaforma che metta a disposizione molti vantaggi in cambio dell'esclusiva. Penso che Kdp offra grandi occasioni a chi decide di farsi strada da solo; dà la possibilità di distribuire il proprio libro gratuitamente per pochi giorni ogni tre mesi, e questo rappresenta una grande opportunità, per chi è sconosciuto, di farsi notare. È stata la strada che io stessa ho percorso agli inizi della mia carriera letteraria e, sinceramente, mi è stata di grande aiuto.

Writer Officina : A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Nunzia Alemanno: Beh, come si dice... il primo amore non si scorda mai. Non è tanto ciò che tratta, quanto ciò che rappresenta che lo rende importante per me. L'Egemonia del Drago è quello a cui sono legata di più. È stato il mio libro d'esordio, un esordio avvenuto in po' alla cieca, ignorando completamente le regole della scrittura. Pensavo che avere un po' di fantasia e conoscere la grammatica fosse sufficiente a scrivere un libro, ma era ovvio che mi sbagliavo. L'Egemonia del Drago è quello che ha ricevuto più critiche, quello che mi ha aiutato a crescere, che mi ha spinto a studiare, a imparare, a non arrendermi, tant'è vero che alla pubblicazione del secondo volume della trilogia, L'Angelo Nero, qualcuno scrisse in una recensione che addirittura non sembrava scritto dalla stessa mano. Stavo imparando e stavo crescendo. A oggi, posso dire che la scrittura fluisce spontanea e naturale, come se facesse parte della mia vita da sempre. È sbocciata un po' in ritardo, ma meglio tardi che mai. L'Egemonia del Drago tratta una branca del fantasy un po' particolare, definita Low fantasy. La storia di svolge in due ambientazioni diverse in cui fantasia e realtà si passano la staffetta di continuo, un fantasy epico che viaggia a braccetto con la realtà dei nostri giorni, dove protagonista è un bambino di sei anni, Karl. In un giorno come tanti, Karl viene rapito e nascosto in questo mondo immaginario, lontano dalla sua Danimarca, dalla sua famiglia e dai suoi amici. Qui vive diverse avventure e peripezie; il sangue che scorre nelle sue vene marca in modo indelebile il suo destino. Essendo nato come singolo volume, il libro è autoconclusivo. Poi ho sentito la mancanza dei personaggi, dei luoghi, delle avventure... ed ecco che la storia continua.

Writer Officina : Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Nunzia Alemanno: Inizialmente è solo un'idea senza uno schema ben preciso. In uno dei miei libri avevo già in mente il finale è ho iniziato da lì. Durante la stesura di - Naufraghi di un Bizzarro Destino - avevo raccolto decine e decine di appunti alla rinfusa, scene e situazioni che mi venivano in mente in qualsiasi momento della giornata e che appuntavo sul notes dello smartphone per non dimenticarle. Per altri libri ho avuto un inizio, credevo di avere anche un percorso, ma la storia mi ha messo da parte e ha deciso per sé. Quando mi sono accostata alla scrittura, tutto avrei pensato tranne che i miei libri si sarebbero scritti da soli. È magia.

Writer Officina : In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro?
È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?


Nunzia Alemanno: Avevo intrapreso un progetto tempo fa: Venator Project. Una saga che vede protagonisti i Venatores, i guerrieri della Chiesa, i cacciatori di demoni e di tutto ciò che fa parte del soprannaturale. Per ora il progetto si compone di un prequel - Venator-L'Incubo dell'Inferno - che, per così dire, apre le danze. Lo segue a ruota il romanzo - Quella Bestia di mio Padre - dove Alex scoprirà qualcosa di sconcertante su suo padre. La mia intenzione è quella di proseguire la storia, in cui il giovane Alex seguirà le orme di - quella bestia - di suo padre, diventando lui stesso un cacciatore di demoni. Come citano le ultime parole del mio romanzo: Non serve fuggire. Non serve nascondersi. Il male va affrontato e il modo migliore per farlo, è conoscerlo.

Writer Officina : Nella tua bibliografia compaiono generi molto diversi tra loro. Sei passata dal fantasy al paranormal thriller, dal genere romance a una storia di narrativa per ragazzi. Secondo te, un autore dovrebbe tener fede a un unico genere?

Nunzia Alemanno: Per uno scrittore famoso o per chi lo fa per professione è consigliabile che marchi il suo nome con un singolo genere. Ho qualche difficoltà a pensare a Stephen King che pubblica all'improvviso un erotico o un romanzo di narrativa storica. Non è detto che non lo faccia con uno pseudonimo diverso, ma Stephen King appartiene all'horror e non si discute. Per me il discorso è diverso. Io non lo faccio per professione. Per me è un gioco, un hobby divertente ed evasivo e non sento l'obbligo di fossilizzarmi su un unico genere. Mi piace essere libera, variare, sperimentare nuove emozioni perché ogni genere origina emozioni diverse, per me che scrivo e per gli altri che leggono. È la mia natura quella di guardare sempre oltre, in direzioni diverse. Voglio che i miei lettori sappiano che Nunzia Alemanno non si limita a una singola fetta di lettori e farà del suo meglio per accontentarli tutti.
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