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Autore: Dama Berkana
Titolo: La Rotta delle Leggende
Genere Miti Leggende Tradizioni
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La Rotta delle Leggende
Inizio del viaggio.

Sto per partire per un lungo viaggio, ma non per diletto.
Ho tracciato una rotta che i più riterranno impossibile, ma io so che c'è. Impervia, tortuosa, pericolosa, eppur necessaria.
Seguirò questa rotta per dar voce alle Leggende: ancestrali figure che regnano accanto a noi dalla notte dei tempi, ma che di notti ormai non ne scorgono più.
Le abbiamo dimenticate. O forse mai realmente conosciute. Ecco perché voglio trovarle e permettere che, per una volta, siano loro a parlare con la loro voce, senza la nostra mediazione.
Trascriverò qui le loro storie, esattamente così come me le enunceranno. Il mio intervento sarà relativo solo alle tappe del viaggio e a piccole spiegazioni nel caso in cui la narrazione in sé non sarà sufficiente.
Mi auguro che, alla fine di questo viaggio, io e chiunque altro entrerà in possesso di questo diario, ritroveremo noi stessi. Perché senza le mie radici mi sento smarrito, e sono certo di non essere il solo.

E allora, mia cara Rotta delle Leggende, che tu possa guidare i miei passi non solo sulla via a venire, ma per sempre. Che tu possa farlo per me e per tutti coloro che ti ascolteranno. Tu, che sei il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro.

Primo appunto di viaggio.

Ho lasciato la mia comoda casa da qualche giorno, ormai, e nemmeno per un momento mi sono pentito d'averlo fatto. La curiosità e il desiderio di riscoprirmi sono stati i miei compagni di viaggio dal primo istante. Dubito che mi abbandoneranno lungo il cammino.

Ho percorso solo una minuscola tratta della mia rotta per ora, eppure qualcosa dentro di me sta già cambiando. Mi sento più vicino alla verità, alla storia del mondo.

La prima tappa del viaggio non è distante, sono certo di potervi arrivare entro sera. La mia fidata bussola e la mappa che ho tracciato me lo confermano: il villaggio che sto cercando non è lontano da qui.

Ho messo piede nel campo dissodato proprio mentre il sole svaniva all'orizzonte. Questo mi rassicura: l'esattezza dei miei calcoli è fondamentale per la riuscita del viaggio.
Sono poche le case di legno che scorgo intorno a me, e da una soltanto proviene una calda luce. Deve essere quella la mia meta.
Affretto il passo, sono emozionato per il mio primo incontro. Anche se sospetto che l'emozione resterà tale e quale per ogni altro incontro di quest'avventura.
La porta si apre, interrompendo i miei pensieri, e da essa fa capolino una donna. La raggiungo in pochi attimi e lei m'invita a entrare.
Sa chi sono.
Quando varco la soglia della casa, un accogliente abbraccio mi avvolge. C'è qualcosa di speciale lì dentro.
È ciò per cui sono qui.
La donna occupa una piccola sedia di legno e mi sprona a fare lo stesso. Non appena mi accomodo al suo fianco, i nostri occhi s'incontrano. Lei mi sorride.
E inizia a raccontare.

Il ceppo.

Dura era la terra mentre l'aratro tentava di romperne le difese. Con fatica, scendeva giù in profondità, aprendo la strada ai futuri semi che lì si sarebbero adagiati.
Tracce di alberi si scorgevano ancora, tutto intorno. Erano muti, ormai, ma i loro sussurri continuavano a udirsi.
E fu proprio uno di essi che mi chiamò.
Un piccolo ceppo, dalla forma irregolare, giaceva poco distante. I monconi delle sue radici emergevano dalla terra che presto ci avrebbe donato cibo e vita.
Avvicinandomi, lo scrutai con attenzione e capii che sì, sarebbe stato perfetto.

Il 24 Dicembre bussava alla nostra porta, ma noi non eravamo pronti. Non ancora.
Il fuoco scoppiettava gaio nel camino, consapevole dell'importante compito che gli sarebbe toccato a breve. I bambini fremevano dall'emozione, e, lo ammetto, anche io. Ma mancava ancora l'ultimo tocco, prima che lui fosse finito.
Presi il vino, e con delicatezza ne versai un po' sullo splendido ceppo che era entrato a far parte della famiglia. Lo ricordavo ancora lì, nudo in mezzo al campo, che aspettava la mia venuta. Adesso era ricco, adornato e benedetto. E, grazie a lui, lo saremmo stati anche noi.
Ora il fuoco brillava più di prima, accompagnato dalla frenesia dei bambini. Con gesti solenni, avvicinai il ceppo alle fiamme. Lo guardai con gratitudine e prima di lasciare che prendesse fuoco gli sussurrai: - Grazie. -
E poi, bruciò. Le fiamme si fecero più alte, il profumo del ceppo si diffuse nella casa e i bambini gridarono di gioia.
Un altro anno era passato, e, ancora una volta, la luce ci avrebbe guidato attraverso le tenebre.


Spiegazione.

Secondo la tradizione, il ceppo natalizio veniva raccolto dai contadini mentre dissodavano i campi.
Giacché dissodare un campo significa lavorare un terreno al fine di renderlo adatto alla semina – ma solo dopo che quel terreno è stato disboscato – risulta chiaro come su un campo del genere sia possibile trovare dei ceppi. Ebbene, proprio tra questi, i contadini ne sceglievano uno e lo portavano con loro per farlo seccare.
Successivamente, il ceppo veniva adornato, cosparso di vino o di burro e benedetto. Alla fine, nella notte del 24 Dicembre, veniva gettato tra le fiamme e il fuoco doveva ardere almeno fino a Santo Stefano.

Secondo appunto di viaggio.

Il dolce profumo del vino è ancora sui miei vestiti, nonostante io abbia salutato la contadina e il suo Ceppo due giorni fa.
O meglio, la contadina e il ricordo del suo Ceppo.
Il racconto ha preso vita dentro di me, impregnandomi di sensazioni e odori che non c'erano più, ma che vivevano ancora. Ecco perché continuo a sentirmelo addosso.

Le campagne dissodate che mi sono lasciato alle spalle non sono tanto diverse dai campi coltivati in cui incedo adesso. Non è ancora il tempo del raccolto, quindi c'è ben poco da osservare. Eppure, l'aria è sicuramente diversa. Fa caldo, sebbene non sia né estate né primavera.
Significa che sono davvero in Sicilia.

Eccomi arrivato nella Contrada segnata sulla mappa. Ci sono più abitazioni di quelle del villaggio in cui la prima tradizione si è fatta verbo.
Tanti ragazzini corrono lungo la strada sterrata, mi passano vicino senza nemmeno vedermi. Non importa, non tocca a loro guardare. Sono io che devo osservare.

L'ago della mia bussola compie un giro completo su se stesso. Lo esamino incuriosito.
Sarà un buon segno?
Stavolta non sono del tutto sicuro di quale sia la casa giusta. Che la bussola stia cercando di indicarmela o meno, con quel suo ruotare, non lo capisco.
Sono sul punto di fermarmi e consultare meglio la mappa, quando un deciso aroma di pesce fritto m'invade le narici. Ruoto il capo a sinistra, seguendo quel profumo, e mi domando come abbia fatto a non notarla subito. La casa, pulita e scintillante, è davanti a me.
La porta è già aperta e io entro senza incontrare nessuno. Mi aggiro per le poche stanze, lasciando la cucina per ultima. Alla fine, sulla scia del pesce fritto, finisco lì.
La famiglia è tutta a tavola, ma la mia attenzione non ricade su di loro.
Sono altri gli occhi che mi fissano.
Occhi che gli umani non vedono, ma che sentono. E che percepisco anch'io.
Sono loro, stavolta, che iniziano a narrare.

Patrunedda.

Io ero presente, quando il primo mattone fu adagiato sulla terra brulla. I miei occhi non si persero nemmeno una delle gocce di sudore che piovvero sui pilastri di quel nuovo inizio. Eppure, quando venne il mio tempo, rimasi ugualmente stupito per ciò che quella gente aveva realizzato.
Mi soffermai su ogni intarsio, porta, finestra. Scrutai tutto con ammirazione. Quei piccoli uomini lo avevano fatto davvero, io l'avevo visto.
Ora aspettavano me.

Il primo richiamo che sentii fu lo schianto dell'acqua. Impattò contro il pavimento, fu rimestata e sfregata per eliminare ogni impurità, e io mi ridestai. Nel giro di un attimo, un dolce profumo di pulito invase la casa, arrivando fino a me. Appena mi diressi verso di lui, fui investito dal secondo richiamo.
La fragranza del pane.
Non ebbi bisogno di andare a vedere, sapevo che lui e il sale stavano entrando insieme nella dimora. Adesso toccava a me.

Sospirai, e una folata d'aria calda s'insinuò fra le pareti, asciugando le gocce d'acqua ancora sparse sul pavimento. Non sentivo più né l'aroma del pane, né l'odore di pulito. Era lieve, ma già iniziava ad aleggiare nell'aria il profumo che li avrebbe rimpiazzati. Così lo seguii, e mi ritrovai nel cuore della casa. Lì, in cucina, la famiglia era tutta riunita, stanca ma felice, e il pesce friggeva nella grande padella sul fuoco. Sbattei le palpebre, e quando le riaprii il pesce era stato servito. Allora, tutti intonarono subito: - Patrunedda ri casa rati saluti, fortuna e pruvirenza a la famigghia chi veni a stari ‘nta sta casa. -
La mia risata si tradusse in una seconda ventata d'aria, che scompigliò i capelli dei bambini e arruffò quelli della madre. Loro interpretarono il mio gesto come segno di buon auspicio, e iniziarono a mangiare gioiosi, ringraziandomi per la mia benedizione.
Non si rendevano conto, però, che gli unici degni d'essere ringraziati erano loro stessi.

Spiegazione

La tradizione siciliana vuole che si seguano certe usanze quando si va ad abitare in una nuova casa. Per prima cosa, bisogna lavarla tutta, in quanto l'acqua purifica l'ambiente familiare. Poi è necessario portare pane e sale. Il primo garantisce che i padroni di casa non soffrano mai la fame, il secondo porta una vita piena di “sapori”. Infine, la prima pietanza da cucinare è il pesce fritto. Esso serve a ingraziarsi gli spiriti buoni che abitano la casa. Una delle formule da recitare è proprio quella trascritta nel racconto, che tradotta significa: “Patroni/spiriti della casa date salute, fortuna e provvidenza alla famiglia che viene a stare in questa casa”.
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Dama Berkana
Come autrice Dama Berkana nasco relativamente da poco, quindi mi sembra corretto iniziare a parlare di me partendo dall'inizio. Sono Daniela Maccarrone, nata nel 1996 nella splendida Sicilia. In una terra tanto incantevole e dai luoghi misteriosi, non potevo fare altro che lasciarmi travolgere dall'amore per i miti e le leggende, seppur coltivandolo inconsciamente. Ciò di cui sono sempre stata certa, però, è stata la mia vena artistica e creativa. Infatti, prima di laurearmi all'Accademia di Belle Arti in scenografia, ho sempre disegnato e inventato storie. Dopo la laurea ho frequentato un corso di regia e sceneggiatura, mentre per conto mio approfondivo l'ambito della progettazione dei videogame. Posso confermare, dunque, di essere una multipotenziale con un'idea sempre nuova nella testa!

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Dama Berkana: Ho sempre amato la letteratura, mi piaceva moltissimo studiarla a scuola ed ero anche parecchio brava. Tuttavia, avevo un serio problema con la lettura. Per fortuna, però, ad un certo punto sono riuscita a risolverlo. È successo nel 2018 ed è stato un momento che non dimenticherò mai. Prima di allora mi ritrovavo in un blocco del lettore che non mi permetteva di leggere assolutamente nulla. Qualsiasi testo iniziassi, a prescindere dal genere o dalla trama, non riuscivo mai a terminarlo. Questo perché scattava nella mia mente un meccanismo per colpa del quale, non appena vedevo il numero di pagine da leggere, mi bloccavo. Riuscivo a rileggere solo i libri di Jules Verne che avevo amato nella mia infanzia e qualche libro di Italo Calvino. Nel 2018, però, ho pensato di fare un tentativo di lettura attraverso l'e-reader kindle ed è stata la svolta decisiva. Ho iniziato a divorare libri su libri, perché non vedendo materialmente lo spessore del testo la mia mente non si bloccava. A quel punto, dopo essere riuscita nuovamente ad assaporare il piacere della lettura, i cartacei non mi “spaventavano” più!

Writer OfficinaWriter Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Dama Berkana: In realtà non direttamente, perché la decisione di iniziare a scrivere è arrivata per caso, in seguito a contesti che poco avevano a che fare con la letteratura.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Dama Berkana: Sì ho provato con qualche editore, ma ammetto di non averlo proposto a tantissime CE. Forse sapevo già di voler iniziare col self e non mi sono impegnata più di tanto. In ogni caso non ho avuto risposta da nessuna di quelle che ho contattato.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Dama Berkana: Assolutamente sì! Lo consiglio sempre a chi mi fa questa domanda, perché trovo sia un ottimo mezzo con cui iniziare a farsi conoscere. Allo stesso tempo, però, bisogna armarsi di pazienza e farsi convinti che non è assolutamente la strada più facile, perché starà a noi pensare a tutti i dettagli e alla promozione stessa del testo, una volta pubblicato.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Dama Berkana: Al momento ho pubblicato solo “La Ruota d'Argento” come libro. Si tratta di un fantasy avente come sfondo miti e leggende celtiche riadattate da me sulla base di una storia totalmente nuova. Ci troviamo a Iperborea, dove re Ailim governa con saggezza, pur avendo sempre la sensazione che qualcosa di misterioso lo stia chiamando. Il suo fidato Primo Cavaliere Cahal, invece, è molto scettico e lo sprona a concentrarsi solo sull'amministrazione del regno. La verità è che gli Oscuri stanno per tornare e la loro minaccia non mette a rischio solo la splendida Iperborea, ma l'intero Cosmo. Solo grazie all'unione i due protagonisti potranno sperare di ristabilire l'ordine.

Writer Officina: Raccontaci quale è stata la scintilla che ha dato vita all'idea.

Dama Berkana: Circa tre anni fa ho iniziato a pensare a quale potesse essere l'oggetto della mia tesi di laurea. Sapevo che come progetto avrei voluto realizzare un cortometraggio, ma non sapevo ancora di che genere. Un giorno mi sono imbattuta nel termine celtico “Samhain” e lì è scoccata la scintilla. Mi ha incuriosita moltissimo e ho iniziato a fare ricerche che mi hanno portato a scoprire l'affascinante cultura celtica, i suoi miti e le sue leggende. Allora ho dato vita al mio corto d'animazione “Legend Of Samhain”, con il quale mi sono laureata. Conclusi gli studi, però, sentivo che la storia di quel cortometraggio aveva ancora tanto da narrare e volevo approfondirla. Così, in un primo momento, ho pensato che sarebbe stato bello realizzare un videogame. Mentre mi cimentavo in quell'impresa, mi sono resa conto di non avere un filo narrativo adatto da seguire, perciò ho scritto un breve prologo che avrebbe dovuto fungere da guida. Una volta fatto, ho capito, invece, che la scrittura era la forma più adatta per dar voce alla vera storia che avevo in mente e così, passo dopo passo, è nata “La Ruota d'Argento”.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Dama Berkana: Sono molto schematica quando devo preparare le basi della storia. Prendo tantissimi appunti, seguo delle scalette e cerco di avere tutto sotto controllo per una prima stesura. Nel momento in cui inizio a scrivere davvero, però, mi lascio molto trasportare dall'evento che sto descrivendo. Pur muovendomi sullo schema e sugli appunti presi, infatti, mi capita di modificare in parte o del tutto un determinato capitolo. Questo perché mentre la scena prende vita mi accorgo che un personaggio reagirebbe meglio facendo un'altra cosa anziché quella che avevo scelto inizialmente e questo può comportare piccole modifiche o rivoluzionare del tutto una parte del racconto.

Writer Officina: Ritieni che la verosimiglianza sia importante oppure no, visto che si tratta comunque di fiction?

Dama Berkana:Ritengo che sia fondamentale, a prescindere dal genere letterario. Anche nei fantasy, ad esempio, penso che la verosimiglianza non debba mai mancare, perché rende più credibile un mondo che altrimenti faremo fatica persino ad immaginare. Inserire elementi credibili o giustificare come si deve un determinato aspetto della nostra opera, anche quello più assurdo, serve a non far storcere il naso al lettore.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Dama Berkana: Sì e no. Ho tante idee per la realizzazione del seguito de “La Ruota d'Argento” e per un nuovo libro, ma non ho ancora iniziato a scrivere né l'uno né l'altro. Al momento sono ancora nella fase di ricerca e di collezione di quanto più materiale possibile con cui montare tutta la mia storia.
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