Writer Officina
Autore: Valentina De Fraja
Titolo: Everything Changes
Genere Chicklit
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Everything Changes
Tutto cambia tranne me.

Avete mai sentito i violini? Ovviamente non il suono di violini reali, quelli li avrete sentiti in televisione o se siete stati molto sfortunati in qualche noiosissimo concerto di musica classica a cui vi ci ha portato la scuola o qualche amico patito di Mozart che ha tempo e soldi da perdere. Io parlo di violini immaginari, quelli che si sentono nella testa quando vedi l'uomo della tua vita, il principe azzurro, la persona che aspettavi da sempre... non ricordo se si trattasse di violini, campane o un semplice ronzio nel cervello, fatto sta che mi trovo completamente destabilizzata di fronte a Etienne, il fratello di Nicolas. A parte le allucinazioni acustiche di violini e campane, vengo colta anche da strane visioni che aleggiano sulla sua persona: colombe bianche, nuvole e angioletti barocchi in un tripudio di felicità. Mi sento in trance. Che cosa mi succede? Che domande, ho avuto un colpo di fulmine anzi, anzi! Sono già innamorata persa! È tutto cosi perfetto: l'ingresso di un battello che mi sembra quasi il Titanic, un ragazzo vestito come un marinaio alto e bello che sorride proprio a me e le allucinazioni visivo-acustiche. È tutto troppo bello, tutto tranne qualche particolare: io, in primis. Sudata come un maiale a furia di correre da una giostra all'altra e imbrattata di gelato al cioccolato dalla testa ai piedi, come una bambina di due anni. Dio mio, che schifo.
Fermate l'immagine. Non chiedo molto. Solo una doccia e la mia valigetta targata Max Factor. Mi bastano anche solo un mascara e il gloss, ma non posso arrivare così conciata all'appuntamento col mio destino... e chi sono questi due piccoli mostri accanto a me? Non c'entrano niente con il mio sogno, con i violini e le colombe. Si può premere il tasto rewind? Qualcuno può prestarmi la gomma da cancellare? Devo eliminare alcuni elementi... sì, questi due mostriciattoli e poi ho bisogno di cancellare queste occhiaie. Dio, che occhiaie nere che ho... me le vedo riflesse nei suoi Ray-Ban specchiati da perfetto figo.
Datemi un correttore per occhi perfect concealer numero quarantacinque.
- Je suis Etienne - mi dice, tendendomi la mano.
Nicolas mi aveva detto venticinque anni. Venticinque anni di pura libidine.
Ma esiste? È un pupazzo caricato a molla o è di questo mondo?
Rimango muta. Lui mi guarda interrogativo, divertito.
Già sono brutta, almeno devo dire qualcosa di interessante. Che dico, che faccio?
Sento che Nicolas ridacchia.
- Che hai da ridere tu? - è la prima cosa che mi esce, per giunta in italiano!
E ora anche Etienne ride. Ed è la mia prima ufficiale figuraccia.
Ma quantèbelloquant'èbello. È la sola cosa che riesco a pensare salendo le scale dell'attrazione, come ipnotizzata.

Il primo approccio non è facile: lo guardo imbambolata, sembra che non riesca più a ricordare una parola del mio francese perfetto, che comincia a uscire dalle mie labbra quasi come un balbettio. Che idiota. Riesco solo a dire “oui uoi” alle sue battute. Doppiamente idiota.
Lui sembra non farci caso e continua a parlarmi...è tutto bellissimo in lui, il modo di muoversi, di gesticolare, di sorridere, il modo in cui si sporge dalla balaustra del battello, il modo in cui guarda l'orizzonte costituito da un immenso lago artificiale con piante di bambù finte annesse. È tutto così spettacolare! Tranne me, ovviamente. Continuo a vedere riflesse nei suoi occhiali da sole le mie occhiaie nere e questo mi dà molto molto fastidio. Ma, come se avesse capito, per magia con un gesto da playboy si sfila gli occhiali e mi guarda. Wow, che occhi.
Mio Dio, che bomba di sesso che sei gli avrebbe cantato Carmela, la donna delle pulizie di mia madre, una donna massiccia e corpulenta con sempre troppo rossetto rosso, patita dei neomelodici napoletani, ovviamente napoletana anch'essa. E questo pensiero mi riporta di nuovo a casa mia...i miei, il mio lavoro, Alex; penso a me, che non ho ancora preso una decisione con questa bambina alle calcagna che a momenti dimentico persino chi sia; e penso ancora ad Ado morto, ad Ado e quella sua strana abitudine di intingere i biscotti nel ketchup... perché ho letto troppi libri di Proust? Fanculo, fatemi godere Etienne. Sono nella mia favola preferita, dove io sono bella e il principe azzurro è venuto a salvarmi. E questi due bimbi sono due angioletti di contorno. O forse no, sono due paggetti. Due mini-lacchè. Due topolini...
Il fatto è che, purtroppo o per fortuna, mi sono persa negli occhi di Etienne. Due stelle dorate con riflessi verdi e ciglia lunghe. Mai visti due occhi così, ma il peggio è quando ricomincia a parlare.
- Cosa fai tu? Studi? Lavori? Questo per me è un lavoro momentaneo, io sono uno studente di cinema - . Rimango impressionata. Come se avesse detto che è un astronauta-musicista in procinto di lanciarsi su Marte con un razzo suonando la tromba. O qualcosa del genere. In realtà poi me l'aveva già detto Nicolas, ma non ci avevo dato tanta importanza. Invece ora questa cosa ha un sapore molto diverso.
Devo dire qualcosa interessante dire qualcosa di interessante. Something interesting.
Chist è o'mument avrebbe detto Carmela, la donna delle pulizie.
- Il tuo...il tuo film preferito? - . Che idiota. Che idiota.
- Non è una domanda molto difficile. Il mio film preferito senza dubbio è Pulp fiction. Ah, e poi naturalmente Fight Club! - .
Cosa cosa cosa? Dio mio. Ho sentito bene?
Immaginate me su quel battello di Disneyland e un tipo vestito da marinaio delle favole di Grimm – o Perrault, come preferite – che mi dice queste cose.
Cioè, mi conoscete almeno un po', ora, direste che avrei cominciato a dimenarmi, a strapparmi i vestiti di dosso, a scuotere rumorosamente l'incauto e ignaro principe azzurro urlando frasi del tipo: tu! Tu dov'eri? Dove sei stato fino ad adesso mentre io perdevo il mio prezioso tempo piangendo e stringendo il cuscino pensando che l'anima gemella non esiste, sprecando il fior fiore dei miei anni con dementi, depressi, nevrotici e ignoranti che ignoravano persino chi fosse Quentin Tarantino? Tu! Dimmi...tu! Dov'eri? Che quando servivi non c'eri?
E invece.
Riesco a mormorare alquanto emozionata un: - Ma che coincidenza. Sono anche i miei film preferiti - .
Che sorriso ebete. Che idiota.
Riesco però a riprendermi subito. Ho un attimo di lucidità in cui il neurone che mi gira allegramente per la testa mi suggerisce di giocarmi il tutto e per tutto. E allora bando alle occhiaie, al sudore e passiamo alle ciance: comincia a defluire ininterrotto dalla mia bocca un fiume di parole da fare invidia al flusso di coscienza di James Joyce. Sono Jenny, una ragazza trendy, chic e funny ma anche seria e intelligente, in pratica tutto ciò che vorresti da una donna. Sono anche bella e consapevole del mio fascino. Ma soprattutto molto, molto astuta. E ti conquisterò, mon chere.
Dopo un po' che ciancio astutamente da Tarantino a Kubrick passando per i Radiohead – che ci stanno sempre bene, con quel non so che di alternative – vedo che Etienne è seriamente interessato a me. Mi guarda e risponde animatamente, gesticola e fa grandi sorrisi Mentadent da svenimento o cardiopalma.
Ma il mio tempo a disposizione finisce. Il battello finisce il giro e attracca di nuovo nella piazzola di finti bambù con uno scossone che rappresenta il mio peggior ritorno alla realtà. The end, titoli di coda e questo è un film targato Disney.
Alt.
Non può finire così. Il lieto fine con carrozza e “vissero felici e contenti” è un classico del genere Disney.
In realtà mi inganno. Alla fine dei titoli di coda c'è scritto solo “fine prima parte”. È Etienne che dà un arrivederci alla prossima puntata quando prima di scendere propone: - Stasera megapanino da Planet Hollywood sugli Champs? - .
Ma yes, of course mon chere.

Certo. Un panino a Planet Hollywood non è il massimo del lusso e della chiccheria – leggi: sciccheria –e con tutti questi bistrot che fanno molto Truffault dove avremmo potuto fare Jules e Jim non mi sembra una buona scelta, ma abbiamo due bambini, cavolo, e siamo seduti a questo tavolo con un bambolotto a grandezza naturale a forma di rambo incastonato nel muro che sembriamo una allegra famigliola in gita premio.
Una perfetta famiglia atipica, e per questo trendy e di moda.
Ashton Kutcher, Demi Moore, guardateci, siamo la vostra perfetta fotocopia. Sì, è vero ,loro si sono lasciati ma noi non lo faremo mai.
Ammirateci. Guardate come siamo belli con i nostri bambini. Soprattutto, guardate me. Ora, adesso sì che potete osservarmi bene, con il mio perfetto fondotinta beige doré e il mio correttore perfect concelaer e l'ombretto pink sparklite ..io mio adorato ombretto pink sparklite che luccica di riflessi rosa a ogni mio minimo movimento palpebrale. Che valorizza così tanto i miei occhi verdi. Ora certo che potete guardami e osservarmi. E non sapere mai che fino a due mesi fa ero un totale fallimento con i capelli color topo e senza uno straccio di lavoro. Oh mio Dio, che orrore. E le mie stupide bambole di pezza sulla mensola in alto, e mia madre alcolizzata che le interroga. Eh no. Questo non lo saprete mai. Tutto cioè che saprete di me sarà quello che vedete ora. E lo stesso deve valere per Etienne.
In realtà flirtare con Etienne sarebbe una vera follia, ma visti gli eventi temo che questa parola e il suo significato siano completamente scomparsi dal mio vocabolario. Potremmo sposarci. O meglio ancora convivere, fare quello che ci pare. In fondo siamo in Francia, il paese delle possibilità infinite.
Everything changes but you. Tutto cambia tranne te, cioè me.
Valentina De Fraja
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Valentina De Fraja
Mi chiamo Valentina De Fraja e nasco a Napoli, precisamente alla Riviera di Chiaia. Passioni forti fin dalla piu' tenera età sono state la scrittura, il disegno , il teatro e le lingue straniere . Questi interessi culturali sono sempre stati intrecciati con una grande vocazione” educativa.” Dopo la laurea in scienze dell'educazione , ho lavorato come educatrice in un progetto per minori a rischio dove per sei anni ho condotto un laboratorio teatrale per bambini e ragazzi. Nel 2008 ho fondato la compagnia teatrale “ Niente Per caso “ che opera tutt'ora nel territorio di Pozzuoli. Dopo crisi mistica con conseguente breve fuga australiana, torno a Napoli come insegnante di teatro-inglese per bambini. Attualmente mi sono specializzata come insegnate di sostegno per la scuola primaria. Tutto quello che faccio o che ho fatto, l'ho sempre fatto con passione.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Valentina De Fraja : L'amore per la letteratura fa parte del mio essere praticamente da sempre . All'età di tre anni stupivo genitori e parenti fingendo di leggere favole che invece avevo imparato a memoria. A quattro scrivevo anche se non sapevo farlo imprimendo geroglifici su pezzi di carta che disseminavo per casa . Credo fosse un modo per fermare in pensieri in qualche maniera . A cinque ho praticamente implorato i miei genitori di smettere di mandarmi l'asilo e di iscrivermi ad una “scuola vera “ perché avevo bisogno impellente di imparare a scrivere .E infatti a cinque anni il contatto con la penna sul foglio in forma di parole provoco' scintille di passione. Da quel momento in poi non ho mai smesso di scrivere : diari , lettere, racconti, poesie, romanzi e sceneggiature ,non sapendo se facendolo bene o male, ma sempre divertendomi. Sì, credo che la scrittura sia una forma di intrattenimento prima di tutto personale. Però poi le parole devono andare verso le lettore , non possono essere confinate nel micromondo di chi le ha create. Loro sono materia viva, devono circolare , andare tra la gente e nei cuori della gente , devono andare a salvare delle vite . Io credo alla funzione terapeutica dei libri : i libri non sono solo intrattenimento o fuga ma servono per la sopravvivenza .

Writer OfficinaWriter Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Valentina De Fraja: Non ho nessun libro in particolare ,ma ricordo benissimo l'emozione che provavo da piccola ogni volta che aprivo un libro nuovo, una specie di tumulto dentro di me, ogni volta una piccola , nuova rivoluzione.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Valentina De Fraja: Si , avevo scritto il primo vero romanzo qualche tempo fa e dopo averlo concluso , ho superato l'imbarazzo e la paura di essere giudicata e l'ho fatto leggere a quale amico . Li ho capito che far leggere qualcosa di tuo significa davvero mettersi a nudo, anche se non racconti in prima persona di te stessa c'è sicuramente molto di te nei personaggi ,nella storia , nei pensieri dei protagonisti, perfino nelle descrizioni . Comunque dopo aver riscontrato pareri positivi , ho proposto a qualche editore e la proposta di Dialoghi, una piccola giovane (e soprattutto no eap ) casa editrice di Viterbo è stata quella che mi ha convinto di piu' ed eccomi qui ;).

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Valentina De Fraja: Io non ne ho idea, sono nuova dell'ambiente. E' la mia prima pubblicazione e devo dire che è abbastanza complicata l'autopromozione , soprattutto se sei uno scrittore tout court a cui interessa scrivere e ideare, non buttarsi sul social per attirare l'attenzione dei possibili compratori.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Valentina De Fraja :Ho in cantiere già altri due romanzi ma devo dire che il primo e' quello a cui sono più affezionata . Mi piace l'atmosfera che ho creato e i continui richiami alla musica anni 90,epoca a cui sono molto legata. Mi piace il fatto che Everything Changes-tutto cambia tranne me- possa essere anche un libro da ascoltare, essendo disseminato di canzoni.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Valentina De Fraja: So che è dovrebbe essere molto importante avere uno schema con inizio e fine a grandi linee ma io scrivo sempre basandomi su un'ispirazione, che può essere un luogo, una persona vista per strada, un ricordo improvviso, non so mai dove mi portano le mie storie. E' un processo creativo simile a quello di un quadro...quando disegno non so mai cosa ne verrà fuori, non è chiaro neanche nella mente ..ma questo fa parte del divertimento . Trovo magico come alcuni personaggi vengano all ‘improvviso a bussare nella mia testa per raccontarmi la loro storia . il processo di editing poi è molto simile al lavoro dello scultore, si deve continuamente stare li a scolpire e limare fino a quando da tutta quella massa informe e densa di fatti emerge la forma perfetta .

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Valentina De fraja : E' difficile per me ingabbiare la mia scrittura in un genere predefinito. Insomma quando scrivo, scrivo e basta. Per esempio Everything Changes – tutto cambia tranne me - era partito come un romanzo chicklit, qualcosa di leggero, frizzante, e non troppo impegnativo, ma si è evoluto in una specie di romanzo di formazione, in una scrittura piu profonda. Comunque il prossimo romanzo parte da un' idea molto diversa. La storia è un po' noir, ma non escludo che anch'essa possa evolversi un qualcos'altro per la strada, inglobando anche qualche altro genere. Comunque in generale, a me le etichette non piacciono, però credo che corrispondono ad un bisogno di sicurezza dell'essere umano. Io credo invece che la settorialità sia un limite.

Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?

Valentina De fraja Assolutamente . Tutti la dovrebbero utilizzarla. Ho voluto fortemente che la mia tesi di laurea avesse come argomento la narrazione autobiografica come cura di sé lungo il corso della vita. A me la scrittura – intesa come autoanalisi mi ha letteralmente salvato in vari momenti della vita . Io mi considero una miracolata dalla scrittura .

Writer Officina:Cosa hai voluto dire con la tua storia?

Valentina De fraja Everything Changes- tutto cambia tranne me -ci insegna un po' di cose . Non dobbiamo aver paura di essere noi stessi , non dobbiamo avere paura del cambiamento ,dobbiamo accettare le sfide che la vita ci pone , dobbiamo cercare il nostro talento nella vita ( perché tutti ne abbiamo uno , a volte anche piu di uno ) , cercare di essere il piu possibile somiglianti all'idea che ci siamo fatti della migliore versione di noi stessi e soprattutto essere consapevoli e accettare che l'idea di felicità non è uguale per tutti . Che tutti desiderino una vita felice è un dato di fatto , ma le cose che ognuno carica di valore sono diverse e devono essere rispettate : per alcuni è avere una bella casa , per altri fare un figlio e avere una famiglia , per alcuni una carriera travolgente, per altri, anche andare a “riposare” quando non si ha piu voglia di vivere .:il senso dell'esistenza dipende dall'attitudine che ognuno ha nei confronti della vita , e questo si capisce alla fine del libro quando viene data una conclusione alle diverse vite dei protagonisti. Ma per capirmi appieno dovreste leggere il libro, e spero che lo farete ! ;)
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