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Autore: Monica Saraca
Titolo: Diario di una cassiera
Genere Biografia
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Diario di una cassiera
Il sorriso dietro la mascherina.
5/6 aprile 2020
La domenica mattina sono sola in strada, il silenzio mi fa compagnia quando esco di casa, poi metto in moto l'auto e "Perfect" di Ed Sheeran ti accarezza lieve l'anima. È presto, sono le 7,30, apriamo tra un'ora, nel frattempo sistemo le piante, metto a posto i libri e faccio un po' di pulizia. Inizio a lavorare, la mattina scorre tranquilla, nessun genio in giro, volti amichevoli e persone responsabili. Si fa pausa pranzo, un buon caffè e si torna al lavoro fino alle 15,00. Riprendo la strada di casa in compagnia dei Negramaro con "Meraviglioso", è vero, in questo periodo non ce ne accorgiamo, vediamo solo il negativo di ciò che abbiamo intorno, ma uno sguardo più profondo ci porterebbe un po' di sollievo. Il lunedì è sempre un po' traumatico psicologicamente, anche se in realtà, lavorativamente parlando, è un giorno come un altro. Questa mattina arrivo alle 8,00, un buon caffè alla "santa macchinetta" e via a prepararsi: mascherina, guanti e capelli legati. Rivedo con piacere, dopo diversi giorni, alcune clienti, sempre con il sorriso, sempre gentili, sempre carine, mi salutano con affetto, ci sorridiamo, anche se non si vede, ma gli occhi lo palesano, ci scambiamo qualche frase di incoraggiamento, poi una signora mi dice che mi porta nel cuore, che mi pensa spesso, perché sa che il nostro lavoro è un lavoro importante, essenziale per la comunità, che però ci espone a dei seri rischi. La ringrazio davvero, le sue parole sono state una dolce carezza sul mio cuore. Torno in cassa più fiduciosa e più " leggera", vedo in fila il genio del giorno, ha uno scaldacollo messo a mo' di cappello, allungato dietro, mi ricorda un pirata, poi guardo la sua spesa e capisco che si tratta di un pirata " atipico": ha comprato una lattina energizzante ed una bottiglia di "whisky". Mi sono chiesta cosa non abbia capito delle parole " comprare beni di prima necessità"? Forse non ha capito che l' alcool serve a disinfettare il fuori, non il dentro! Continuo a lavorare e vedo la solita signora bionda con i guanti della frutta che passa veloce, senza aver comprato nulla. E niente, non ce la fa proprio, deve venire tutti i giorni a trovarci, deve farsi la sua passeggiata mettendo a rischio tutti noi e lei stessa. Finisco il turno, in auto mi tolgo finalmente la mascherina, prendo aria a pieni polmoni e mi avvio verso casa sulle note di Phil Collins " Against all odds", un tuffo nel passato dove l'acqua era più blu.
7 aprile 2020
Questa mattina apro gli occhi prima del suono della sveglia, c'è silenzio, interrotto da qualche cane che abbaia, la luce filtra attraverso le persiane. Un respiro profondo e mi alzo, lo specchio riflette due occhi ancora addormentati, ho decisamente bisogno di un buon caffè. Una mezz'ora e sono pronta per andare a Viterbo a lavorare. Parto e subito la radio si accende con la canzone della Mannoia " Come si cambia", ecco direi decisamente in tema con la nostra vita che ora è completamente stravolta. Poco traffico in giro, un autobus, un paio di pattuglie della polizia, un camion, parcheggio a scelta, ancora purtroppo ed infine arrivo al supermercato. Mi prendo un altro caffè, saluto i colleghi e vado a prepararmi per "combattere" la mia battaglia giornaliera contro il virus. Bene siamo pronti! Arrivano i primi clienti, quelli che aspettano fuori da più di mezz'ora, un buongiorno, un sorriso, due parole e si prosegue. Ma oggi è una giornata "frizzantina", ora che ci penso è iniziata la Settimana Santa, anche se mi sembra che di "santità" oggi ce ne sia poca. Infatti ecco che fuori si accende una discussione sulla fila, il vecchietto insiste, vuole passare, " c'ero prima io!" urla. La situazione si placa con l' intervento dei ragazzi della sicurezza ed il vecchietto viene rimesso "in fila". Noto un po' di agitazione in giro, un po' di nervosismo, poco dopo un cliente discute con un altro dicendo la famosa frase " lei non sa chi sono io" oppure " tu non mi conosci, non sai di cosa sono capace". È solo martedì!!! Vado in gastronomia ed una signora si lamenta che ha dovuto fare la fila fuori. Vorrei dirle che quella fila là fuori, è per salvaguardare la sua salute, è rispetto per gli altri. Dopo la signora annoiata, non poteva mancare il cliente strampalato che ha pensato bene di indossare la visiera che si usa per tagliare l'erba del prato: meraviglioso! Con stupore mi rendo conto che non ho visto la signora bionda, questo è un evento straordinario, devo segnarlo sul calendario! Anche lei lo avrà fatto: oggi non sono uscita, volevo stare un po' a casa dopo tanto tempo! Finisco il turno, levo la mascherina, ho le orecchie che quelle di Dumbo mi fanno un baffo, levo i guanti e le mie mani sono come se avessi fatto due ore di bagno in mare. Torno a casa, sono sola davanti alla stazione, c' è un silenzio irreale che ti riporta al pensiero con cui viviamo costantemente: ce la faremo? Certo, non ho dubbi, ma sarebbe bello riuscirci prima e questo solo se ognuno di noi fa la sua parte. Viaggio con il sole sul viso ed Umberto Tozzi mi dice che " Gli altri siamo noi", beh oggi è ancora più vero.
10 aprile 2020
Ho aperto gli occhi alle 6,30 per richiuderli subito e sperare di riprendere sonno visto che oggi inizio a lavorare più tardi, ci sono riuscita fino alle 9,00 quando ha squillato il cellulare, e niente, era destino che venissi svegliata da qualche suoneria. Parto, direzione Viterbo, Rino Gaetano mi dice che "Il cielo è sempre più blu", ha ragione, anche se è sempre più difficile notarlo. Arrivo alle 11,30 al lavoro, ho portato la torta paradiso che ho fatto per i miei colleghi, devo dire che ha avuto un certo successo, mi hanno detto che posso rifarla, vedrò di accontentarli presto. Dalla fila fuori prevedo una giornata dura, mi preparo come sempre ed arrivo in cassa, carrelli strapieni, mettere la spesa sul rullo è una fatica enorme, peggio di andare in palestra dopo tanto tempo, i clienti sbuffano, si lamentano per la mascherina ed io, allora, che devo portarla per tutto il mio turno di lavoro? Ricordiamoci che la mascherina è uno dei pochi strumenti che abbiamo per proteggerci da questo virus, capisco che quella di Carnevale era più carina, ma al momento abbiamo questa. E devo dire che oggi ho visto mascherine di "tipi diversi", dallo stile " total white" a quello tablet cloth" (tovaglia), da quello " codycross( a quadretti) a quello "flowers inside" , tutte notevoli. Continuo a lavorare, convinta di essere al sicuro dai geni, ma non è così, è tornato il vecchietto con le solite birre, però stavolta ha aggiunto una gazzosa, gli ho fatto gli auguri di Pasqua, convinta di non rivederlo, e lui dice " Tanto ci vediamo domani", lo guardo con disappunto, misto a rabbia, ma non faccio in tempo a replicare che arriva il secondo genio con due birre ed una vodka, andrà a lezione dal "piccolo chimico"? La classe si fa sempre più numerosa. Mi stupisco della signora bionda che non vedo da due giorni è un record, ma c'è invece chi non mi stupisce, non marca visita, presente ogni giorno alla solita ora , potrei rimetterci l'orologio ogni volta. Si avvicina la fine del turno, sono le 19,00, gli ultimi clienti se ne vanno, chiudiamo le casse diamo una sistemata, gli ultimi acquisti dei colleghi, sono quasi le 20,00, solo noi nel piazzale del supermercato, un saluto veloce e via verso casa. I "Man at work" mi chiedono "Who can be it now"? Sarebbe bello che fosse la fine di tutto questo, presupporrebbe un nuovo inizio, una nuova primavera, una nuova vita.
11 aprile 2020
Sabato Santo, mi sveglio un po' prima oggi, voglio fare la spesa prima di iniziare a lavorare. Il "dolce" suono della sveglia mi dice che è ora di alzarsi, sono le 6,20, quasi, quasi, la spesa la faccio a fine turno, pensa la mia pigrizia, ma no, risponde la mia razionalità, meglio prima che non c' è nessuno. Lo ammetto, ha vinto la seconda, mi alzo e non trovo le pantofole, cerco gli occhiali e non trovo neanche quelli, ho capito, oggi è così, un sospiro e mi vedo allo specchio, quello l'ho trovato, anche se "vedo" è una parolona, comunque mi preparo ed esco. Il silenzio della mattina presto ha un suo fascino particolare, il mondo ancora dorme e tu puoi percepire ogni singolo rumore, anche il più fievole. Parto, accendo la radio, penso ai prossimi giorni di festa, agli innamorati che non possono stare insieme, alle famiglie divise dalla quarantena ed ecco "Elisa", "Tua per sempre", direi perfetta in questo momento di distacco, di lontananza. Proprio nessuno in strada, solo dietro di me una volante della polizia, no, non mi sta inseguendo, fa il suo giro di controllo, ci dividiamo a Porta Fiorentina, parcheggio libero ed arrivo al supermercato. C' è già la fila fuori, sono le 7,25 ed apriamo tra un'ora. Faccio la spesa con mascherina e guanti, nell'attesa dell'apertura sistemo le piante e poi si comincia. Oggi, come ieri, sono spese consistenti, è un flusso continuo di persone regolato dai ragazzi della sicurezza, non so quante volte avrò detto "Buona Pasqua" talmente tante che ad un certo punto ad un cliente ho detto " Buon Natale", giuro! Ci siamo guardati e l'uomo ha risposto" Vabbè che sono lento ad imbustare, ma da qui a Natale avrò fatto!" Siamo scoppiati a ridere e con noi i clienti presenti, poi salutandomi mi ha detto " Buon Ferragosto"! Altra risata inevitabile. Ridere fa proprio bene e Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno in questo momento. Servo poi due giovani signore che in confronto un bradipo è una scheggia, dopo mezz'ora ritornano, bradipo 2 la vendetta, poi una terza, alla quarta è una sola, la guardo e le dico che non può fare così, non è consentito, non puoi fare la spesa a rate in tempo di pandemia, chiaro? Sbuffa scocciata e se ne va. Ma dico io, hai il cervello in naftalina? O hai paura di consumarlo, usandolo? Temo che anche l'avesse usato, non sarebbe servito a niente, era scaduto. Vedo arrivare due tifosi interisti, hanno la mascherina fatta con la sciarpa dell'Inter, ingegnosi devo dire, solo che questo caldo sudano come avessero fatto dieci giri di campo. Dopo la pausa pranzo arriva lui, immancabile, avevo sperato che fosse rimasto nella lampada, invece è qui con una birra ed un brik di vino, non è ancora iscritto alla classe del " piccolo chimico", ma è sulla buona strada. Finisco il turno, un caro saluto ai colleghi, auguri di Buona Pasqua fatti a distanza, carico la spesa della mattina e vado via pensando che ora mi aspettano due giorni di riposo. Metto in moto l'auto e subito parte Aretha Franklin, indovinate con quale brano? "Freedom", l'ho messa a tutto volume, mi è venuto da sorridere pensando ai miei due giorni di libertà, ma soprattutto mi è venuto in mente che potesse essere una specie di augurio, un inno alla libertà riconquistata dopo tanto tempo.
Monica Saraca
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Carmen Trigiante
Diario di una cassiera - Monica Saraca
"Diario di una cassiera" di Monica Saraca ha i toni dell'amaro sarcasmo, di chi ha vissuto in prima linea una pandemia, di cui a molti è sfuggita la gravità. Immergendoci nella pagine di un racconto serrato e avvincente, ci ritroviamo anche noi in questa anomala trincea, come protagonisti di un diario di guerra. Stavolta, però, la battaglia si combatte con l'intermezzo del bip delle casse di un supermercato. La protagonista narra la propria vicenda autobiografica e ci veicola in un mare di emozioni contrastanti, tra buffi personaggi che popolano quel mondo diventato d'improvviso alieno. Dunque i clienti bizzarri spuntano come funghi, e ci si ritrova ad arrabbiarsi col "bandito", a discutere con la "donna bionda", ad interfacciarsi costantemente con "il rimproverato", "il piccolo chimico", per una mascherina abbassata sotto il naso, per la distanza non mantenuta, per la spesa fatta tre volte al giorno. Per fortuna arriva puntuale "lo svizzero", a segnare la pausa pranzo.
Non è solo ironia quella che permea il racconto di Monica Saraca, ma delusione profonda per la superficialità e la strafottenza con cui molti hanno ignorato che, mentre loro continuavano a cercare pretesti per eludere le regole imposte a tutela della collettività, una fascia della popolazione non ha potuto sottrarsi al proprio dovere: medici, infermieri, forze dell'ordine, ma anche cassiere e addetti alle filiere produttive dei beni di prima necessità, persone che hanno continuato a rischiare, per garantire una parvenza di normalità, in una situazione paradossale, e che forse avrebbero meritato un po' di rispetto in più.
Ma se l'umorismo è il vero segreto della vita, l'abilità letteraria dell'autrice sta nel saper guardare la situazione col distacco che solo il saggio sa concedersi, immergersi nella musica che l'accompagna nei suoi solitari rientri in auto, e farci sorridere del paradosso in cui ci siamo ritrovati immersi fino al collo.
"Diario di una cassiera"
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