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Se non avessi i sogni
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Oltre la notte
Oltre la notte Lampi di vento fugaci, sonni perduti e morsi di sogni sbagliati, in questa notte randagia che geme e sorride sfiorando le labbra dei corpi anelanti.
Gocce di luna sbiadita, l'arido pianto di mete spezzate: e intanto procede la giostra del tempo vagante.
Flussi
Pietra scagliata contro il fumo di mille parabole vane, ardore sognante fantasmi di Eden, riscopro nell'oggi correnti interrotte, ruscelli discreti e ritmi di gocce che danzano ignare: bisbigliano sale e dolci ballate di tempi vetusti.
Rinascenza
Pulsare di arterie, scrosciare di Eros sentirti come sole che prosciuga mestizie.
Trattieni profumi di terra riarsa e segui l'impronta di fiere selvagge.
Scolpisci profili di nitidi visi che adombrano, inquieti, spirali di eterno, diagrammi di cielo.
Umbratili cifre di chiare ed oscure assonanze di vita sopita, di vita rinata alla vita presente.
Quasi-modo Quel raggio di sole trafigge silenzi, illumina spazi di terre deserte e chiama a raccolta, mediocri ed eroi, comunque assiepati sul cuor della terra.
Derisione
Petali di rugiada tiepida e discreta sfiorano labbra insonni, sussurrano malizie e irridono alla casta impurità dei profeti di virtù.
Telaio
Contemplo i colori pastello del tuo ricamare. Trame e orditi di tela infinita, rigenerata e dissolta. Penelope rassegnata ai marosi dell'Egeo.
Impressioni
Rosa fugace, bocciolo ridente, vagare tra coltri di solido nulla, lasciarsi lambire da fiamme di eterno.
Lontananza
Tenebre di velluto ocra avvolgono il tempo di questa notte, ferma e solenne. Fremiti ribelli insidiano propositi di grigio candore, pensandoti qui mentre sei inesorabilmente al di là del tempo
Solcare
Come zattera sciantosa e civetta, navighi vezzosa e altera nelle acque dolci e salate del mio oceano di poesia in tempesta.
Apparizioni
Distante, appari e scompari, leggera, suadente, tra varchi di fumo, tra solchi di terra arata di fresco. È dolce saperti, nascosta e furtiva, in luoghi riposti, di terre remote e chiederti sempre di essermi qui, a sciogliere i nodi di un tempo mai stato.
Richiesta
Aiutami a cavare parole che come impietoso piccone spezzino la roccia dei miei silenzi e scaglino dardi di fuoco, a sciogliere le dure muraglie di ghiaccio del mio essere solo.
Metamorfosi
Ri-voltarsi. e il giogo dei tempi perduti ora è battito d'ali, a fendere il cielo.
Carnalità
Rinascere a nuove ipotesi di amore e ai sussulti sanguigni di un vento che sferza virgulti di ascesi mentre discendo negli inferi del mio paradiso.
Discontinuità
Periodi scorretti: mi salta la sintassi del vivere ordinario. Calligrafia ornata e sensi svuotati, con vaghe assonanze di corti sorrisi. Occhi di bimba curiosa divorano un mondo di sogni nascosti. Sei donna diversa da quello che sei. Affronti la vita con passo deciso e ami danzare con uomini intensi. Sei triste ed allegra, non sei piuma al vento ma brezza ti sfiora e affondi il sorriso in scrigni di perle lucenti e vincenti. Sai cogliere eloqui in sordi silenzi, sai dare la voce a muti viandanti.
Natale povero
Rigagnoli di neve piangono sul viso e fuochi di paglia distendono tiepide capriole.
Là, in fondo, dove il gelo t'inchioda, gli ultimi digrignano i denti, in sordido presepe senza pani, né pesci.
Nude sembianze di corpi disfatti, avvolti soltanto in coltri di carta.
Per chi è Natale? 25 aprile
Fuochi incrociati, carne esplosa da mine di odio.
Nel giardino delle rose perenni, irrorate da sangue mai sciolto, ogni giorno germoglia semenza di libere ali.
Incipit
Anno nuovo... Presagi di neve e intenti di vita, rubati ai miei sogni. La neve cadrà con dolci movenze e fragranze d'eterno.
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Recensione di

Amelia Belloni Sonzogni
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Se non avessi i sogni -
Bruno Belletti
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Scrivo questa recensione a "Se non avessi i sogni", risonanze poetiche di Bruno Belletti, intingendo il pennino nell'inchiostro dell'amicizia: quella bella, che resta nonostante lunghi reciproci silenzi. Bruno Belletti e io non sapevamo di frequentare lo stesso liceo: lui nel corso G, io nel corso C del Carducci a Milano; ci divideva un piano e il caso ha voluto che non ci si incrociasse, neppure per quelle scale che io ho percorso infinite volte per... ma questa è un'altra storia. L'ordine alfabetico ci ha fatti incontrare nelle aule dei concorsi a cattedra prima, nei corridoi del provveditorato di Milano poi, dove abbiamo scelto la sede definitiva come vincitori di concorso, la stessa per entrambi. Banchi, cattedre, scuola, cultura sono dunque il nostro comune denominatore. Lui è bravissimo. Sono sempre stata consapevole della sua validità di docente, delle sue capacità di studioso di filosofia ma la sua squisitezza di poeta è una più recente rivelazione. E lo ritrovo tutto, Bruno, per me - il - Belletti, nella prefazione alla sua silloge poetica: quando dice dei temi del suo scrivere, quando mostra l'umiltà dei migliori, quando afferma di trovare - pace soltanto nella contesa - che credo di poter tradurre anche con l'intervento costruttivo a imprimere una più etica direzione a quanto vede distorto, perché al - così fan tutti - non ci si deve rassegnare. La correttezza è la sua cifra di persona, percorsa dalla sagacia e da un'ironia colta con la quale ama giocare. Bene fa quindi Paola Maldotti nella bellissima Introduzione (interessante lezione che mi ha riportato ad imparare con gioia sui banchi) a indagare le intenzioni poetiche e – loro tramite – il poeta: docente, dirigente scolastico (il più giovane vincitore di concorso in Italia), onesto, vero e veritiero, come la sua poesia.
Avevo letto qualcosa, sparso qui e là. Mi aveva colpito la densità dei messaggi racchiusa in concetti semplici, che inducono però riflessioni profonde, come quelle che si sente il poeta ha operato su di sé e l'introduzione spiega.
E a piccoli sorsi vanno lette, per comprenderle e gustarle in pienezza nelle pieghe della - vicenda insensata - dei giorni: un uomo che assiste al risveglio della propria donna, pensieri che si abbandonano al riposo domenicale o vanno ai genitori rimasti nei ricordi più belli, il senso glaciale e duro della solitudine, il tormento di una passione inquieta, il bisogno di un silenzio puro, la speranza nel domani, il ri-prendersi: recuperare fiducia, energia, desiderio di gioia... e tanto altro, compreso e non ultimo il potere corroborante dello scrivere.
Credo che scrivere e pubblicare poesie come queste richieda un coraggio di mostrarsi non indifferente. Apparirà evidente al lettore la figura, con aspetti per me insospettati, di un uomo complesso, abituato a riflettere, a scandagliare, capace di - un vivere caparbio - , di bene e di amore, del - mite calore dei gesti normali - . Apparirà evidente al lettore un poeta contemporaneo di spessore, intimista, con lo sguardo disteso sul divenire delle tante brutture dei nostri giorni, del nostro - vivere gramo - . Di certo, infine, apparirà evidente al lettore che il concetto di utilità spicciola, tanto in auge, costringe (in senso etimologico) e toglie al nostro vivere la possibilità di non essere gramo.
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"Se non avessi i sogni"
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