|
|
Spirale di violenza
|

Aedis episodio 6.
- Grazie di avermi accompagnata, Kayla. Non sono esperta di armi e di sicuro il negoziante mi avrebbe venduto quello che gli conveniva. - - Te l'avevo promesso. Qui mi conoscono bene e sono corretti. Se tu fossi venuta da sola, avresti avuto un problema differente. - - Quale? - - L'hai detto tu: sei inesperta e ti avrebbero dato qualcosa di adatto a una novellina. Ma io so che hai già sparato diverse volte, e poi verrai con me al poligono a esercitarti, per cui voglio che tu abbia un'arma di primordine. - Siamo arrivate al negozio ed entriamo. Ha solo due vetrine, dove sono esposti diversi accessori, ma nessuna pistola. Spero che Kayla mi abbia condotta nel posto giusto. Aggrotto la fronte e lei se ne accorge. - So cosa stai pensando, ma aspetta a giudicare. - L'interno è un ampio salone col pavimento in legno. La mia amica aveva ragione, questo posto contiene di tutto. Fucili professionali incatenati alle pareti, vetrinette con armi corte, rastrelliere con fucili da caccia, archi con faretre in pelle, coltelli di varie dimensioni, giubbotti di ogni tipo. Sì, sono forniti. - Perché non espongono armi in vetrina? - - Perché sono furbi. Le vetrine sono blindate, ma vedendo delle armi qualcuno potrebbe provarci. E un vetro di quel tipo costa una fortuna. Anche se non riesci a sfondarlo, resta comunque danneggiato e va sostituito. - - Giusto. - Ci avviciniamo al banco, dove troviamo un signore attempato che sta osservando un fucile da caccia. Il commesso è un bell'uomo: capelli neri curati, occhiali, maglione verde scuro e pantaloni sportivi verde mimetico. Sarà il titolare, immagino. Kayla mi prende in disparte. - Intanto che aspettiamo che tocchi a noi, ti devo dire una cosa. - Alzo gli occhi al cielo. - Avevi promesso di non farmi la predica, ho quasi la tua età. - - Avevo promesso di accompagnarti a comprare un'arma e lo sto facendo. Ma ho anche il dovere di informarti su quello che significa possedere una pistola, l'età non centra. - Sospiro, rassegnata. So che ha ragione. Dopo quello che è successo il mese scorso, meglio saperne di più su come si maneggia un fulminatore e lei è di sicuro la migliore in questo campo. - Hai ragione - abbasso gli occhi. - Non credere che un'arma sia solo un oggetto. Uno dei tanti che possiedi e che ogni tanto utilizzi. Per prima cosa va protetta. Non solo dagli estranei, anche dai familiari. La devi tenere in un posto accessibile solo a te. Ti ricordo che hai un ragazzino in casa. - - Per quello non ti devi preoccupare - la rassicuro. - Peter non è come tutti gli altri. Un giorno te ne parlerò, ma ora non è il momento, scusa. - - In ogni caso, l'arma va tenuta in un luogo dove nessuno possa immaginare che ci sia un'arma. Tuttavia, devi poterla recuperare in un attimo in caso di bisogno. Per intenderci: no nel comodino del letto, no in cantina e no in una cassaforte. - - A questo non avevo pensato - incrocio le braccia e rifletto. Esploro con la mente tutte le stanze del mio appartamento alla ricerca del posto ideale. - Ci sono! Ho trovato un luogo perfetto, quando non l'avrò addosso. - - Per quanto riguarda il portarla in giro, ricorda che la polizia è tenuta a mostrarla, mentre i privati la devono tenere fuori vista. Il sistema più pratico è una fondina da portare sotto l'ascella. Dovrai indossare una giacca o un tailleur. - - Ho il giubbotto da motociclista. Oggi non l'ho messo, perché sono venuta a piedi, ma lo porto sempre quando vado in moto. - - Va bene anche quello, certo. Stabilito dove custodirla, la pistola va controllata periodicamente per essere sicura che funzioni. Il tipo di controllo da fare dipende dal tipo di arma. Se hai scelto un fulminatore come questo - mi indica il suo, che porta in una fondina legata alla cintura - devi verificare che sia carico al massimo. Se non lo usi per un mese intero o più, la batteria si scarica. Dopo un anno, meglio sostituirla. Se invece scegli una pistola con i proiettili... - - No, voglio un fulminatore. Mi sono informata sulle armi da fuoco, ma ho visto che hanno otto o dodici colpi, poi va inserito un caricatore nuovo. Il fulminatore, se usato bene, può sparare centinaia di volte. - - Sì, però devi aspettare cinque secondi fra un colpo e l'altro per dar modo al condensatore di ricaricarsi. A meno di non avere un modello doppio, come quello che uso io. - - Finora ho usato dei fulminatori e mi trovo bene, ho già deciso. - - Bene, anche a me piacciono queste armi, perché sono più pulite. Un'arma da fuoco sporcherebbe il tappeto se tu sparassi a tuo marito. - La guardo allibita, ma lei scoppia ridere e subito la imito portandomi una mano davanti alla bocca. Prendo un fazzolettino di carta e mi asciugo gli occhi, che hanno iniziato a lacrimare. - Un'ultima cosa. Quando decidi di acquistare una pistola, devi essere pronta a usarla e, se occorre, a uccidere. C'è un aneddoto che ci raccontava spesso il nostro istruttore in accademia: “Se porti una pistola, c'è una persona deceduta che non sa di esserlo”. - - Me ne sono resa conto quando mi sono fatta prestare un fulminatore! Nel momento del pericolo mi sono difesa e mi sono scoperta priva di scrupoli. Agivo d'istinto e sparavo alle persone senza pensarci. In alcuni momenti mi sono anche preoccupata, perché uccidevo senza provare rimorso. A mente fredda credo che avrei dovuto provarne almeno un po', tu che cosa ne pensi? - - Da quello che mi hai raccontato, trovo che il tuo comportamento sia stato normale. Non tutti ci riescono, ma tu sei una donna decisa in ogni situazione: lavoro, famiglia e anche difesa personale. Se ti minacciano, reagisci nel modo più opportuno per minimizzare il pericolo, anche uccidendo, se necessario. La maggior parte degli agenti si comporta in questo modo. Chi è assalito da dubbi ha i riflessi lenti e rischia la vita. La sua e quella del suo compagno. Spero che non ti capitino più situazioni di quel tipo, ma è un bene che tu agisca così. - Sospiro e la ringrazio col pensiero per avermi confortata su questo argomento. Non sono una killer, meno male. Kayla deve aver capito cosa sto pensando, perché si avvicina e mi abbraccia. Il signore attempato ha finito e se ne va. - Tocca a noi - Kayla si incammina verso il bancone e io la seguo. - Ciao, Tom, ti ho portato una nuova cliente, si chiama Samira. È sposata, per cui non fare lo scemo con lei. - - Non lo farei mai, bellissima Kayla. Almeno... mai davanti a te! - mi stringe la mano. - La mia amica vuole comprare un fulminatore. Dev'essere leggero, ma di qualità. Non quei modelli che si inceppano dopo dieci colpi. - Tom alza le mani. - Non tengo armi di quel genere. - L'uomo si sposta di un metro e apre una vetrinetta sul bancone. Prende due pistole e torna da noi. - Questi due modelli sono i migliori. Sono garantiti per 500 colpi e hanno un diodo a elio-neon rosso brillante. La longevità dipende dalla manutenzione e dal fatto che sia conservato in un luogo asciutto. Se usato intensamente, sto parlando di più di cento colpi sparati, meglio metterlo in carica la notte stessa, anche se non sarebbe necessario. - Appoggia sul banco le due armi: una è gialla e nera e l'altra è azzurra. La seconda è un po' più piccola. Kayla le prova una dopo l'altra. Le impugna saldamente e prende la mira contro uno specchio che sta a fianco. La sua espressione fa paura più dell'arma che impugna. - Hai deciso quella più adatta a me? - chiedo. - Provale anche tu. Devi sentirla come un prolungamento del tuo braccio, una parte di te. - Impugno la gialla e faccio come ha fatto lei. È bella, ma l'impugnatura è un po' più grande della mia mano. L'appoggio sul bancone e provo quella azzurra. Ci siamo: questa è molto meglio. Aderisce alla mia mano come se fossero una cosa sola. E la sento anche più leggera. Ha la sicura sulla sinistra, che posso manovrare col pollice, e il grilletto morbido. Lo posso collaudare, poiché è libero quando la sicura è inserita. Sotto alla sicura c'è l'attenuatore di potenza a due livelli. Impostato al minimo, ferisce ma non uccide. Kayla sorride, perché ha capito. - Prendiamo quella, Tom. - Estraggo la mia carta di credito dalla tasca posteriore dei pantaloni e la consegno al giovane. - Hai anche il porto d'armi con te, Samira? - - Certo, sapevo che era necessario e l'ho portato. - Gli consegno il documento, che ho fatto la settimana scorsa con procedura d'urgenza, grazie ai buoni uffici di Kayla. Lui lo apre e annota i dati su un registro, insieme al numero di matricola del fulminatore. Striscia la mia carta sull'apposita macchinetta e mi riconsegna il tutto. - Cavolo, mi serve anche una fondina - mi rivolgo a Kayla. - Lo immaginavo - interviene Tom. Si gira e prende un oggetto di cuoio da un cassetto alle sue spalle. Sto per riconsegnargli la carta di credito, ma lui scuote la testa e sorride. - Omaggio per gli amici di Kayla. - - Sei un amico, Tom - Kayla gli sorride. - Torna a trovarmi più spesso, lo sai che ti voglio bene. - - Grazie di tutto - gli stringo la mano con calore. Indosso la fondina per provare se mi dà fastidio. È perfetta, non la sento nemmeno. Gli infilo la mia pistola nuova e la blocco con un fermo. Prendo a braccetto Kayla e usciamo. |
|
|
Votazione per
|
|
WriterGoldOfficina
|
|
Biblioteca

|
Acquista

|
Preferenze
|
Recensione
|
Contatto
|
|
|
|
|
|
|
|
Conc. Letterario
|
|
|
|
Magazine
|
|
|
|
Blog Autori
|
|
|
|
Biblioteca New
|
|
|
|
Biblioteca Gen.
|
|
|
|
Biblioteca Top
|
|
|
|
Autori
|
|
|
|
Recensioni
|
|
|
|
Inser. Estratti
|
|
|
|
@ contatti
|
|
|
Policy Privacy
|
|
Autori di Writer Officina
|
|
|
Sono romagnolo, cresciuto a prosciutto e piadina (quella alta un dito), e poi salsiccia e patate fritte. Il mio fegato ringrazia. Ho frequentato il liceo scientifico, perché andavo bene in matematica, e in generale in tutte le materie scientifiche. È stato allora che ho iniziato a sviluppare la passione per il calcolo mentale, che è poi sfociato, diversi anni dopo, nel libro "Stenaritmia", un elenco completo di tutti i metodi per eseguire calcoli a mente, anche quelli ritenuti impossibili. In seguito mi sono trasferito a Bologna per laurearmi in fisica ed è stato nei suoi sotterranei che ho conosciuto il computer. Prima ancora che uscissero in commercio i primi personal, io sapevo già addomesticarli. Infatti, ho creato una delle prime software house in Italia. Dal 2003 faccio il consulente Privacy nell'azienda che ho fondato, insieme ad altri amici, e come hobby sono passato alla scrittura. Il mio genere preferito è la fantascienza, perché, anche se i dispositivi che descrivo sono futuristici, secondo me devono sempre avere una base di attendibilità. In pratica, prima li invento, poi li posso usare in un romanzo.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Daniele Missiroli: Nel 2014 avevo collezionato un sacco di raccontini e trame per ipotetici romanzi (scrivo dalla seconda elementare e conservo sempre tutto). Stavano in una scatola (non un cassetto, era proprio una scatola da scarpe). Ho ancora dei fogli ingialliti, datati 1999. In quell'anno, per la prima volta, ho fatto leggere in giro l'unico racconto - presentabile - e ho visto che è piaciuto. Allora ho cercato in rete se poteva essere pubblicato e ho scoperto - Il mio libro - che permetteva di farlo in autonomia. Ho iniziato ad auto pubblicarmi con loro, ma dopo alcuni problemi di qualità, sono passato a YouCanPrint. La situazione è migliorata molto, ma non ero ancora soddisfatto. Da tre anni pubblico solo su Amazon. Se dovessi dare un punteggio percentuale alle mie tre esperienze (sono dati soggettivi), darei 60% a IML, 80% a YCP e 98% a KDP.
Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Daniele Missiroli: Il ciclo della fondazione di Isaac Asimov. Quando l'ho scoperto, ho fatto mattina più di una volta poiché, nonostante la stanchezza, non riuscivo a smettere di leggere. In seguito mi sono procurato tutto ciò che ha pubblicato Asimov, a partire dal ciclo dei robot, e ho adottato la sua visione. Non è detto che i robot (o gli alieni) siano nostri nemici. Nelle avventure ci dev'essere sempre una componente misteriosa e tutto deve essere credibile, al limite della scienza disponibile già oggi. In un mio romanzo, il protagonista si salva con una tuta alare, senza paracadute, atterrando su un laghetto e questo è stato fatto davvero. Quando alcuni lettori mi hanno scritto, dicendo che non era possibile, ho mandato loro il link dell'impresa.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Daniele Missiroli: Prima di passare da IML a YCP ho fatto una ricerca di case editrici no EAP e ne ho trovate diverse, ma vedendo il loro catalogo mi reputavo inadeguato, e con opportuna umiltà, rinunciavo a inviare manoscritti. Alla fine ho seguito la via dell'auto pubblicazione e credo di aver fatto bene. Accetto l'aiuto di tutti e sono disposto a mettere tutto in discussione, ma mi sono abituato a essere indipendente nelle decisioni, fin dalla scomparsa di mio padre, avvenuta quando avevo tredici anni. Ho scritto un racconto su questa tragedia personale che nel 2017 è stato pubblicato dalla Bel-Ami Edizioni.
Writer Officina: Pubblicare su Amazon KDP è stata una scelta vincente?
Daniele Missiroli: Sì, il loro programma è molto valido. Ci sono ancora alcuni punti migliorabili, ma si riescono a fare cose quasi perfette. Però si deve avere molta pazienza, saper usare Word di Microsoft e anche qualche programma grafico, se si vogliono inserire immagini. Essendo un programmatore, so quanto sia difficile scrivere buoni programmi.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Daniele Missiroli: A parte Stenaritmia, che amo per tutti i trucchi sul calcolo mentale che contiene, la mia saga su Aedis, di cui sono in pubblicazione il sesto e il settimo episodio, è la storia che preferisco. Ci sono decine di colpi di scena e tutto è coerente e credibile, come si usava fare nella fantascienza Asimoviana anni '40 e '50. Non ci sono parolacce (Asimov le odiava) e non ci sono situazioni concettualmente irreali. Anche i cosiddetti - cattivi - hanno la loro logica (nel settimo episodio questo viene evidenziato meglio). La storia inizia col viaggio di un'astronave - generazionale - che in 30 anni approda su Aedis e fonda una colonia. Subito compare il primo problema: qualcuno vuole tornare indietro, ma facendo esperimenti in tal senso, distrugge tutta la tecnologia, oltre a uccidere un quinto della popolazione. Il pianeta arretra di 1000 anni, e solo dopo parecchio tempo torna a essere come i nostri anni '80. Poi le avventure proseguono, Daniel Sung, il protagonista, si forma una famiglia e adotta un bambino, che in realtà è un piccolo androide. L'unico esistente, dato che non c'è più quella tecnologia. Dal sesto episodio in poi, la protagonista diventa Samira, la moglie di Daniel.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Daniele Missiroli: Ho un sistema che si è generato in modo naturale. Devo dire che negli ultimi dieci anni ho letto un sacco di libri sullo scrivere narrativa, per cui, forse, questo sistema si è generato in modo subliminale, non so. Io parto dal finale. Quando ho un'idea per un buon finale, scrivo il percorso per arrivarci, i personaggi che mi servono e i passaggi principali. Non più di una pagina. Poi inizio a sviluppare ogni scena. Ogni riga diventa un file separato. Quando ho scritto il 90%, li metto insieme, li raccordo meglio, inserisco le parti mancanti e, se occorre, tolgo quelle in eccesso. Poi scrivo l'incipit, decido il titolo, cerco la copertina e quando mi sembra a posto, inizio la fase di editing vero e proprio, che può durare anche il triplo. I tempi ideali, per me, sono due mesi per scriverlo e sei mesi per la fase di editing. Finita questa fase, lo posso far leggere. Se lo reputo opportuno, ricorro anche a una fase di editing da parte di un professionista.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Daniele Missiroli: Ho scritto il sesto e il settimo episodio della mia saga: Aedis, dove la protagonista ora è Samira, la moglie del protagonista dei primi cinque. Ho scoperto che lei è un personaggio che ha delle caratteristiche più interessanti e avvincenti, rispetto a Daniel. E poi è autonoma. Prima di tutto l'ha sposato a sorpresa, al posto della sorella Alisha, poi è disposta a correre più rischi e ha un senso della giustizia più duttile del marito. La ritengo molto più credibile, visto anche quello che si legge e si vede in televisione.
Writer Officina: Oltre ai romanzi e ai racconti di fantascienza, hai scritto anche qualcosa ambientato sulla Terra?
Daniele Missiroli: Ho scritto Annabel, un'avventura ambientata a Las Vegas, dove un uomo e una donna vogliono arricchirsi truffando un Casinò, ma ognuno ha un piano che nasconde all'altro. Per ora, questo è l'unico a contenere qualche scena soft core. Anche qui, però, non manca la tecnologia, perché fare Jackpot e sottrarre venti milioni di dollari senza essere scoperti non è facile. Il finale è diverso da qualsiasi romanzo rosa o d'avventura, perché, a metà della storia, entra in scena una coppia, e la donna dichiara di essere sua sorella. Niente di più falso, ovviamente, ma per sapere come va a finire, si deve leggere Annabel. L'altro romanzo ambientato sul nostro pianeta che ho scritto si chiama Moonlift e racconta del primo ascensore lunare che sia mai stato costruito. Anche qui, a parte il cavo, tutto il resto sarebbe fattibile.
Writer Officina: Che altri hobby hai, oltre alla lettura e alla scrittura?
Daniele Missiroli: Perché, c'è qualcosa di più bello?
|
|
Tutti i miei Libri

|
Profilo Facebook

|
Contatto
|
|
|
|