Writer Officina
Autore: Giampiero Momi
Titolo: Il capanno degli orrori
Genere Narrativa Thriller
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Il capanno degli orrori
La prima cosa che l'appuntato Ernesto La Torre scorse tra gli alti cespugli della pineta fu la carrozzella. Giaceva ribaltata al suolo defilata rispetto al luogo che la pattuglia stava ispezionando in quel momento.
Della ragazza però non c'era alcuna traccia.
«Signor maresciallo» gridò l'appuntato. «Qui c'è la carrozzella, venga.»
Il maresciallo si precipitò verso il luogo da dove proveniva la voce, seguito da due carabinieri tra quelli che partecipavano alle ricerche.
«Che c'è La Torre?» chiese Baldini.
«Ecco, guardi» disse l'appuntato, allontanando alcuni sterpi e indicando la carrozzella che sembrava fosse stata nascosta in un folto cespuglio. «L'abbiamo trovata!» esclamò l'appuntato.
«Sì, ma la ragazza dov'è?» chiese il maresciallo. «Non dovrebbe essere distante. Nelle sue condizioni non credo abbia potuto allontanarsi un granché» e chiamò a sé tutti i carabinieri impegnati nella perlustrazione del bosco.
«Voi due andate di là!» e indicò loro la direzione in cui muoversi. «Altri due dalla parte opposta» e anche a loro indicò la direzione in cui cercare. «Tutti gli altri con me!» e si slanciò verso il luogo dove la boscaglia si faceva più fitta.
La pineta di San Rossore, la più grande d'Europa, è il cuore del parco naturale e occupa, unitamente a quelle di Migliarino e di Massaciuccoli, circa la metà del territorio boschivo del parco e tra la boscaglia, che rappresenta circa il 40% di tutta l'area del parco, spiccano il pino domestico e quello marittimo che la fanno da padroni. Le due specie furono largamente seminate fra la fine del XVIII secolo e la metà del XIX secolo: il secondo lungo la fascia costiera, maggiormente esposta ai venti marini, il pino domestico più all'interno, ben protetto dal pino marittimo. Tra i pini domestici, la boscaglia costituita soprattutto da macchia mediterranea è fitta e talvolta così intricata da rendere molto difficoltoso il passaggio a chi voglia attraversarla.
Le ricerche della ragazza erano già iniziate il giorno prima, dopo la denuncia di scomparsa fatta dal padre e dal fidanzato ed erano state infruttuose fino ad allora. Quella mattina avevano preso l'avvio dalla tenuta di Migliarino, confinante con il lago di Massaciuccoli e con la cosiddetta tenuta del padule meridionale.
Le auto dei carabinieri erano entrate nella vasta area del parco dall'ingresso a sud di Torre del Lago, nella zona Casa delle Guardie e, subito dopo l'imbocco del parco, il maresciallo Baldini aveva fatto parcheggiare le auto e gli otto carabinieri erano scesi addentrandosi a ventaglio prima nella radura e poi nella boscaglia che, dopo quasi un'ora di ricerche, si era fatta fitta e difficilmente accessibile.
Gli arbusti, non ancora tagliati dalla ditta che aveva l'incarico di tenere pulita la pineta, ostacolavano l'andatura della pattuglia a mano a mano che gli uomini si facevano strada verso l'interno della boscaglia.
Il maresciallo Baldini, con lo sguardo fisso a terra, stava seguendo il percorso che altri piedi prima di lui avevano battuto, come appariva evidente dall'erba calpestata che gli si apriva dinanzi. Percorse circa una cinquantina di metri, poi di colpo si arrestò.
«Tutti qua!» gridò con voce perentoria. Una scarpa di donna giaceva sul bordo del sentiero.
Iniziò a pensare che quella ricerca avrebbe avuto un triste epilogo. Lo aveva pensato sin da quando il padre della ragazza due giorni prima si era presentato in questura per denunciare la scomparsa della figlia.
Era uno degli innumerevoli eventi che costellavano la sua vita di poliziotto, ma questa volta c'era un'aggravante: la ragazza era gravemente malata e viveva praticamente su una carrozzella. La SLA avrebbe, a detta dei medici, prima o poi posto fine alla sua vita anche se nessuno si era sbilanciato ad azzardare quando ciò sarebbe avvenuto, ma la fine della ragazza era irrimediabilmente segnata, gli aveva rivelato il padre.
Un vero spregio della natura per una giovane di 23 anni di una bellezza sconvolgente. Giulia – questo era il nome della ragazza – non era in grado di camminare e si spostava con la carrozzella manuale o con quella elettrica, mentre per gli spostamenti più lunghi usava l'auto ma, mentre la carrozzina elettrica era ferma in garage, la ragazza era sparita con l'auto e la carrozzella manuale.
Tutto ciò era emerso dai colloqui tra il maresciallo Baldini, capo della sezione dei carabinieri di Torre del Lago, il padre della ragazza e Andrea, suo fidanzato, al momento della denuncia di scomparsa di Giulia.
Subito la postazione dei carabinieri di Torre del Lago aveva diramato un avviso di ricerca dell'auto a tutte le stazioni circonvicine incluse quelle di Viareggio e di Pisa e la ricerca aveva dato quasi immediatamente i suoi frutti. Il Doblò di colore rosa era stato rintracciato, regolarmente parcheggiato a lisca di pesce, in fondo a via Europa quasi di fronte al bar gay Frau Marlene. La serratura della portiera era chiusa ma della ragazza e della sua carrozzella nessuna traccia.
Tra le varie ipotesi avanzate dai carabinieri in un primo momento c'era quella che la ragazza non avesse intrapreso quel giorno il percorso abituale in auto per tornare a casa dall'Università, che fosse rimasta coinvolta in un incidente stradale e che fosse stata ricoverata in qualche ospedale del luogo. Ma le immediate ricerche presso tutte le strutture sanitarie tra Torre del Lago e Pisa avevano ben presto escluso tale ipotesi. Non si erano verificati incidenti stradali di rilievo né nella mattinata né nel pomeriggio del giorno in cui Giulia era scomparsa e nessuna autoambulanza era stata allertata per trasportare alcun ferito.
Nei successivi colloqui con i famigliari era stato anche ipotizzato da parte dei carabinieri che Giulia, prima di rincasare, avesse magari desiderato fermarsi sulla spiaggia per prendere un po' di sole se non addirittura per fare un bagno, ipotesi avvalorata dal ritrovamento dell'auto parcheggiata nel viale di fronte agli stabilimenti balneari. Si poteva pensare che avesse raggiunto il bagnasciuga usando la carrozzina, si fosse poi sentita male in acqua e che non fosse stata più in grado di raggiungere a nuoto la battigia. Ma questa ipotesi era stata immediatamente scartata dal padre e soprattutto da Andrea che, pur conoscendo il carattere indipendente e talvolta sfrontato di Giulia, aveva dichiarato con sicurezza:
«E' assurdo! Mai e poi mai Giulia farebbe una cosa del genere senza avvertirmi. Oltretutto non è assolutamente in grado né di eseguire certe manovre con la carrozzina, special-mente sulla sabbia, né di entrare in acqua da sola. E' da escludere...e poi Giulia, anche se fosse stata aiutata da qualcuno, mai si avventurerebbe in acqua senza di me!»
Comunque il maresciallo Baldini aveva subito dato istruzioni di perlustrare accuratamente tutta la spiaggia antistante gli stabilimenti. Cosa che era stata fatta dando risultati negativi. Solo il giorno dopo, a seguito di ulteriori ricerche infruttuose in città e nei comuni circonvicini, era stato deciso di iniziare le ricerche nel parco e la pineta di San Rossore era stata scelta come il fulcro delle indagini.
Il maresciallo Baldini cercò di affrettare il passo incespicando tra i rovi, seguito da tutta la pattuglia. Poi, improvvisamente, lo spettacolo più atroce che mai avesse visto gli si parò dinanzi agli occhi. In uno spiazzo tra i cespugli il corpo seminudo di una donna privo della testa giaceva a terra con le gambe oscenamente divaricate.
Il maresciallo non poté fare a meno di distogliere per un momento lo sguardo da quell'incredibile scena e di stringersi la testa con le mani.
Il busto nudo lasciava fuoriuscire i seni dalla camicetta intrisa di sangue rappreso. Poco più in là le mutandine rosa della vittima, alla quale era stata inferta una serie di tagli intorno al pube, quasi a significare un macabro disegno. Intorno al corpo, per terra, alcuni spezzoni di una cinghia in tessuto e due pezzi di scotch da carrozzeria di larghezza cinque centimetri, reperti che furono prontamente raccolti da un carabiniere insieme alla borsetta della vittima che giaceva più in là e che conteneva documenti, soldi, un cellulare, una trousse da trucco, due assorbenti igienici salvaslip, fazzoletti per il naso, chiavi, un pacchetto aperto di caramelle alla menta e un blocchetto per appunti con una penna biro.
Le mani strette a pugno della ragazza mostravano probabilmente l'estrema ribellione al dolore causatole.
Una serie di profonde coltellate era distribuita tra il busto e i fianchi. Un' abbondante quantità di sangue era defluita dal collo reciso e si era dispersa sul terreno circostante. Intorno ronzavano tuttora nugoli di mosche.
Appena ripresosi da quell'ignobile scenario, il maresciallo Baldini impartì ordini perentori per un'ambulanza e per le chiamate del medico legale e del giudice.
Dai documenti fu identificata la vittima: Giulia Signorini, di anni 23, residente a Torre del Lago, quartiere Lagomare. La fotocopia di un certificato universitario la individuava come studentessa iscritta al quarto anno di medicina e chirurgia a Pisa. Oltre alla patente di guida, il portafoglio conteneva un fascio di banconote e un pugno di monete, il tesserino di iscrizione a una palestra di Torre del Lago, una foto strappata a metà che la ritraeva sorridente in un luogo con tanti alberi attorno, alcuni badge tra cui quello della Coop, quello della biblioteca Giacomo Puccini, il bancomat, una carta di credito e altri tesserini di vari negozi di abbigliamento e di scarpe di Pisa e di Torre del Lago.
Baldini comandò a un poliziotto di andare a prendere in una delle auto, parcheggiate all'imbocco del parco, un rotolo di scotch, del tipo di quelli a strisce bianche e rosse usati nei cantieri stradali, con cui fece circoscrivere la zona del delitto e inviò il brigadiere Ascani con tre poliziotti a perlustrare l'area circostante in cerca di ciò che mancava a quel corpo straziato: la testa.
Giampiero Momi
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Giampiero Momi
Sono nato a Firenze nel 1945. Dopo aver condotto gli studi inferiori in una scuola privata svizzera ed essermi diplomato al liceo scientifico della mia città natale, ho conseguito nel 1971 la laurea in ingegneria elettronica all'università degli studi di Bologna, per lavorare poi presso alcune aziende di Milano. Attualmente vivo e lavoro a Monza. Ho viaggiato frequentemente nei cinque continenti e solo negli ultimi anni mi sono dedicato intensamente alla scrittura di raccolte di racconti, di un'autobiografia e di alcuni romanzi: Undici giorni (edito nel 2020 da Leone Editore), E finalmente la farfalla si posò sul campo di fiordalisi, Per tutta la vita (in pubblicazione a giugno 2021 sempre con Leone Editore), Un autunno di tenerezza (in edizione e-book con NextBook), Delitto in clausura, Il collezionista di teste. Questi ultimi due romanzi saranno oggetto di prossima pubblicazione). Mi sono cimentato anche con un libro di favole Storie dal regno di Capperolandia, che spero prima o poi sia oggetto di pubblicazione da parte di una casa editrice interessata e in varie serie di racconti, improntati soprattutto alle mie esperienze di vita e che ho raccolto in una biografia.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Giampiero Momi : La mia passione per la scrittura risale ai tempi del liceo, ma solo negli ultimi anni, disponendo di maggior tempo, ho potuto realizzare l'antico sogno di scrivere e pubblicare. L'argomento principale delle mie storie è la Donna, di cui ho cercato durante tutta la mia vita di capire la personalità e tutti i risvolti dei suoi sentimenti. Una cosa veramente difficile ma che continua tuttora ad appassionarmi. Sono peraltro convinto che non mi basterà questa vita per scoprire appieno i segreti dell'altra faccia della luna! Quindi la “donna” è il principale obiettivo delle mie ricerche e l'oggetto dei miei romanzi che essi siano di natura sentimentale, come Un autunno di tenerezza e Per tutta la vita, o thriller come Undici giorni, Delitto in clausura e Il collezionista di teste.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Giampiero Momi : Non uno in particolare, ma molti. Non ho mai frequentato corsi di scrittura e il mio unico insegnamento è stata la lettura, a tal punto che oggi possiedo una biblioteca di oltre mille opere (tutte lette!e alcune anche più volte) che spaziano dalla narrativa classica a quella contemporanea.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Giampiero Momi : L'ho proposto a varie case editrici e quella che mi ha convinto è stata la Leone Editore. Ovviamente, essendo uno sconosciuto e non pubblicizzato dai media (talkshow televisivi) ho trovato difficoltà ad esser preso in considerazione dalle case editrici, ma con la Leone Editore sto verificando che un rapporto professionale può anche essere un rapporto di amicizia.

Writer Officina : Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Giampiero Momi : Tutti i mezzi di divulgazione sono buoni per farti conoscere e Amazon è ovviamente un grosso veicolo di divulgazione. Anche se non il migliore. Penso che la libreria sia ancora la migliore vetrina per uno scrittore.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Giampiero Momi : Le opere di uno scrittore sono come i figli: a quale si vuole più bene? Forse si è più affezionati al primo libro, nel mio caso Undici giorni, perché è stato quello che è stato pubblicato per primo. Forse per le lodi che gli amici hanno tessuto in suo favore o forse perché con quello ho iniziato a sognare. Quello però a cui tengo molto è il libro di favole Storie dal regno di Capperolandia che ho scritto per i miei favolosi nipoti.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Giampiero Momi : Normalmente scrivo di getto, una volta che nella mia testa nasce una storia, e non seguo alcuna scaletta se non una tabella degli eventi (date in cui si svolgono i fatti descritti, età dei protagonisti ecc.)

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Giampiero Momi : Ho da poco iniziato una nuova storia, ancora un thriller, con al centro, al solito, una figura femminile della quale, a mano a mano che scrivo, scopro aspetti nascosti e finora per me inesplorati. Se son rose fioriranno!

Writer Officina: Per i personaggi hai fatto riferimento, magari in parte, a persone reali oppure sono solo frutto della fantasia?

Giampiero Momi : Per tutti i miei personaggi non mi sono mai ispirato alle mie vicende personali, ma li ho creati solo e unicamente con la mia fantasia. Ho riportato invece, nei miei romanzi, le molteplici esperienze di viaggiatore per il mondo, frutto della mia professione.

Writer Officina: Ti sei documentato, p.e. sui luoghi, sulle professioni di cui parli, sulle industrie farmaceutiche?

Giampiero Momi : Per la scrittura dei miei romanzi ho approfondito, documentandomi, sia luoghi storici, che professioni, soprattutto nel campo della sociologia, della biologia e della farmacologia.

Writer Officina: Ritieni che la verosimiglianza sia importante oppure no visto che si tratta comunque di fiction?

Giampiero Momi : I miei romanzi trattano di cose terrene e pur essendo frutto di fantasia, trovano riscontri oggettivi nella realtà.

Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?

Giampiero Momi : Non so se la scrittura abbia una valenza terapeutica; so solo che “scrivere per me è la più grande sensazione di libertà. Scrivendo si è liberi di sognare, di ricordare, di sperare, di ridere e piangere; in una sola parola: di vivere”.

Writer Officina: Cosa vorresti che le persone dicessero del tuo romanzo?

Giampiero Momi : Mi si chiede cosa vorrei che le persone dicessero dei miei romanzi? Desidererei soltanto che coloro che decidessero di leggerli, arrivando all'ultima riga, chiudendo la copertina, fossero soddisfatti di ciò che hanno letto, senza porsi la classica domanda: è un capolavoro?
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