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Sono pugliese doc, e sono nato a Corato, in provincia di Bari, dove tuttora vivo. Sposato con Giacinta, ho due figli e sono un imprenditore in pensione. Da vecchie famiglie: paterna, di artigiani del Nord Barese e materna, di agricoltori dei Monti Dauno-Irpini, sono cresciuto e ho voluto studiare per essere avviato verso il lavoro autonomo. Perito meccanico, dopo il servizio militare nei carristi, avvio con mio padre un'azienda metal meccanica, e da solo, dopo circa venti anni, un'azienda agricola per l'allevamento dei cavalli purosangue da galoppo: altra mia grande passione. Le due culture, artigianale e agricola, si sono fuse in me in un tutt'uno, consentendomi di sviluppare la passione per la meccanica, prima, e poi per l'allevamento dei cavalli. Ho seguito cioè le orme di mio padre e poi di mio nonno materno. Come sono stati mio padre e nonno, anche io sono uno spirito libero, un uomo indipendente da ogni vincolo che non sia da me accettato e condiviso. Grande appassionato di letteratura, romanzi in particolare, alle soglie della pensione ho deciso di scrivere, cominciando dalla mia biografia. “Serra delle Volpi” è il mio primo romanzo.
Writer officina: Qua è stato il momento in ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Franco Arbore: Come ho già detto i miei studi sono stati di carattere tecnico e tecnologico, e quindi non c'è stato un approfondimento per quelli letterari, ma l'incontro come autrice con Oriana Fallaci ha cambiato le cose.
Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Franco Arbore: Niente e Così Sia della Fallaci, appunto. In quegli anni, siamo nella seconda metà dei favolosi anni sessanta, gli immancabili e quotidiani servizi giornalistici sulla guerra del Vietnam mi hanno fatto conoscere quest'autrice, che ho immediatamente apprezzato per il suo modo di scrivere e di raccontare e per quello spirito libero e indipendente che la caratterizzava. Poi, la scoperta, sempre nel medesimo periodo, di case editrici svizzere, che avevano collane editoriali e i cui libri erano spediti in abbonamento postale a tariffa ridotta, ha fatto il resto. La mia paghetta di studente l'ho investita in libri, e così sono diventato un assiduo lettore.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Franco Arbore: E' stata la prima cosa che ho fatto; almeno quaranta e-mail indirizzate a case editrici famose e non, seguendo pedissequamente le loro istruzioni, e inserendo come opzioni la ricevuta di ritorno e la notifica dello stato di consegna. Una delle grandi mi ha risposto che non era interessata; le altre, e non sono poche, non hanno neanche aperto l'e-mail; le meno note mi hanno chiesto dai novecentocinquanta ai duemila euro; e allora ho optato per Amazon.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Franco Arbore: Certamente, ed è quello che ho fatto, e ne ho avuto riscontro positivo e immediato; anche se per me, ultrasettantenne, non è stato facile sbrogliare la matassa. Per fortuna che le relative istruzioni sono abbastanza chiare: basta ragionarci su, e seguirle passo passo. Ho fatto tutto io, anche la copertina. Scaricando il loro programma Kindle Create ho pubblicato il mio romanzo anche come E-book. Lo stesso romanzo l'ho tradotto e pubblicato anche in Inglese e Francese. Le royalty sono accreditate puntualmente ogni fine mese, e con percentuali più che soddisfacenti; cosa pretendere di più!
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Franco Arbore: Al romanzo Serra delle Volpi, ovviamente. E' l'unico libro che ho scritto finora. Il romanzo è autobiografico, e comincio a raccontare partendo da un mio viaggio, fatto da solo all'età di sette anni, e neanche compiuti. Un viaggio di poco più di un centinaio di chilometri, che a quei tempi però richiedeva almeno quattro ore e tre cambi di autobus, da fare in paesi a me sconosciuti. Tutto per andare a passare l'estate, per ben dodici anni consecutivi, dalla mia nonna materna: donna nata nell'ottocento, e che non accoglieva un nipote con un abbraccio, un bacio e con delle caramelle o dei biscotti tenuti nella tasca del grembiule. Per lei, un bambino di sette anni era già abbastanza grande da doversi svegliare all'alba e da poterla, e doverla, aiutare nei pesanti lavori da farsi nella vigna o alla mietitura del grano. I figli non ancora sposati, poi, dovevano sottostare alle sue rigide regole: specialmente le femmine. Donna dal carattere forte e impregnata di una cultura fortemente condizionata da un ambiente prettamente agricolo, e non avvezzo ai cambiamenti che negli anni cinquanta cominciavano già a delinearsi. Fatti, avvenimenti, alcuni dei quali mi vedono protagonista, e tradizioni, nella Puglia agricola degli anni '50 '60. Vicissitudini famigliari, e riferimenti storici sull'unità d'Italia, sulla prima guerra mondiale e sul fascismo, raccontatimi da un vecchio vignaiolo che si dice analfabeta, ma che parla in perfetto italiano, e che alla fine mi confesserà di non esserlo affatto, anzi. Nuove amicizie, e vari personaggi, in questo romanzo sono con me interpreti di un tempo passato, i cui ricordi sono racchiusi nella mia mente come in una miniera, ed io ne sono stato il minatore.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Franco Arbore: Nessuna tecnica, scrivo d'istinto. Quando ho deciso di scrivere la mia biografia, non meno interessante, diversa e coinvolgente di quelle di personaggi o famiglie "importanti", decisi d'incominciare dall'inizio: dalla mia adolescenza. Ho preso solamente appunti per quei ricordi che man mano mi venivano in mente, e che avrebbero aspettato il giusto inserimento nel racconto.
Writer officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? E' dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Franco Arbore: Si, lo sto scrivendo, ma non è un genere diverso; come in Serra delle Volpi, continuo a parlare di me partendo dal periodo successivo alla maturità; in questo però do anche sfogo alla mia immaginazione, descrivendo anche luoghi, fatti e personaggi totalmente inventati dalla mia fantasia, cercando di creare nel lettore il dubbio sulla veridicità, o meno, di quanto raccontato. Poi si vedrà.
Writer Officina: Cosa vorresti che le persone dicessero del tuo romanzo?
Franco Arbore: Che hanno letto un romanzo, attraverso la cui esposizione quanto mai semplice e lineare dal punto di vista espressivo, coinvolgente, e che l'hanno letto tutto d'un fiato.
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