Writer Officina
Autore: Silvio Nizza
Titolo: È poi così difficile incontrarsi?
Genere Narrativa
Lettori 3950 95 56
È poi così difficile incontrarsi?
Mentre a brevi passi frettolosi si avviava verso il luogo dell'incontro, si sorprese a pensare che anche il suo comportamento poteva raffigurarsi come quello di un ladro. Usciva di notte cercando di non esser visto né tanto meno riconosciuto da alcuno, si introduceva in un edificio buio ed isolato in modo furtivo e ritornava al suo domicilio soddisfatto dell'opera compiuta come per un furto redditizio e ben riuscito.
Sorrise, chissà quante altre cose a lui sconosciute lo accomunavano al suo visitatore notturno.
Il corso dei suoi pensieri fu improvvisamente interrotto da una presenza.
Ma va', pensò guardando in lontananza avanti a sé sulla via, ma quello è il tizio dell'altra volta.
Procedeva, in effetti curvo su sé stesso, nella sua direzione il tizio che aveva incontrato tempo addietro pressappoco alla stessa ora.
Lo sguardo perduto nel vuoto, l'andatura lenta e un po' claudicante, l'abbigliamento usuale.
Solo arrivato quasi alla sua altezza alzò lo sguardo alla sua persona, accennando col capo il solito saluto, ma questa volta ad esso si aggiunse distinto, sia pur appena mormorato, un - Buonanotte - .
- Buonanotte - rispose d'istinto Gesualdo, sia pur sorpreso da quel saluto inaspettato.
Continuò ancora due passi quasi per inerzia il nostro bibliotecario, poi si fermò, si voltò su sé stesso, e rivolto allo sconosciuto che aveva ormai oltrepassato, chiese: - Scusi, ma ci conosciamo noi due? -
- No, non mi pare, ma non è un valido motivo per non salutare una persona che s'incontra per strada e che sembra avere le tue stesse abitudini, non crede? - rispose quello, arrestando il passo e voltandosi a sua volta verso l'interlocutore.
- Certo, non c'è motivo per non salutarsi, anche se non ci si conosce. Ma, scusi se mi permetto, lei va sempre in giro a quest'ora? Lo fa per piacere o per lavoro? -
- Per piacere, caro signore, esclusivamente per piacere. Ma la stessa cosa potrei io chiedere a lei. Come vede, spesso quel che sembra a noi normalissimo per la nostra stessa persona ci sembra molto strano, addirittura incomprensibile se riferito ad altri. Forse ciò è dovuto al fatto che conosciamo perfettamente le motivazioni che animano le nostre mosse, ma ignoriamo del tutto quelle che danno vita a comportamenti altrui. -
- Sì, certo, su questo ha perfettamente ragione. Ognuno sa i fatti suoi e li ritiene perfettamente normali, mentre ci sono per lo più oscure le motivazioni dei comportamenti altrui, che appunto per ciò possono risultare ai nostri occhi enigmatici, o assurdi addirittura. -
- È perfettamente vero, caro signore, quello che sembra a noi perfettamente appropriato e corretto per i nostri comportamenti, a volte ci sembra eccentrico e bizzarro negli atteggiamenti degli altri. È ben strano talvolta il filo dei nostri pensieri e la logica da noi utilizzata per imbastirli e portarli a conclusioni, talora purtroppo del tutto erronee e parziali. -
- Ma tornando a noi, appunto per sgombrare ogni equivoco e non indurmi a conclusioni fallaci, come appunto lei rileva, le spiacerebbe dirmi le motivazioni di queste sue passeggiate notturne, ammetterà piuttosto inconsuete? -
- Sì, certamente, non ho da nasconderle nulla. Mi piace passeggiare di notte, nulla più che questo. Senza altra motivazione oltre quella di attraversare le vie cittadine di notte in perfetta solitudine, col bel tempo, beninteso, non ci provo certo gusto ad inzupparmi tutto nelle notti di pioggia o quando tira vento forte. -
- Ammetterà che è una bizzarra abitudine, la sua. Uscirsene di notte senza alcuna motivazione valida, al solo scopo di fare due passi per le vie deserte della città, col rischio aggiuntivo di incappare in qualche malintenzionato che ti faccia passare un brutto quarto d'ora. -
- Sì, lo ammetto, non è un'abitudine comune la mia. Non le nascondo che fin da bambino, nel mio lettuccio, mi immaginavo la città di notte fuori l'uscio di casa e quella fantasticheria mi affascinava. Ma mica potevo, piccino com'ero, alzarmi, vestirmi e andarmene tutto solo soletto per le vie notturne cittadine. -
- Ora però, da adulto, ha messo in atto il suo sogno da bambino. E dica, non le mette tristezza questa città vuota, queste viuzze deserte, questa mancanza di vita tutt'attorno a lei? Non le dà un senso d'angoscia, di assenza, di mancanza di qualcosa? -
- Nient'affatto, trovo splendida al contrario la città così deserta, affascinante e misteriosa. -
- Lei rifugge quindi dai suoi simili, li scansa, li evita per quanto possibile, cerca di fare in modo di non incontrarne sulla sua strada? -
- No, non proprio, non è che la compagnia umana mi faccia senso o ribrezzo addirittura, è che trovo un che di arcano, di seducente in questo silenzio quasi assoluto, in questo lento scorrere del tempo non interrotto da nulla che non sia il guaire di qualche cane lontano o il rintocco di qualche orologio di campanile che segna l'ora in modo musicale. Di giorno mille altri suoni si sovrappongono a questi, li nascondono e li celano ai nostri sensi. Ha mai sentito in pieno giorno lo stormire delle foglie all'alito lieve del vento, oppure il rumore di passi leggero sull'asfalto? -
- È vero, in effetti il rumore delle attività umane copre un mondo ch'è sotto i nostri occhi, ma che a volte ci sfugge a pieno. -
- Ha mai notata lei, per esempio, la sacralità di una cripta buia, silenziosa, isolata dal mondo a confronto di una chiesa risplendente di luci nelle vetriate colorate e piena di fedeli? Io non disdegno la seconda, che apprezzo molto per le opere d'arte e la possibilità di riunione dei credenti, ma non le nascondo che preferisco infinitamente la prima per il raccoglimento e la comunione intima con l'Altissimo. -
- Lei dice? Sembra quasi trasparire dalle sue parole come se la presenza umana sia addirittura un disturbo per questo mondo. -
- No, non arrivo a questo, però non le posso nascondere che a volte ne farei volentieri a meno. -
- Nemmeno io posso nasconderle che ha un che di curioso e affascinante il suo pensiero, anche se non lo condivido a fondo. Non vorrà negare che anche il confronto con l'altro, con l'essere umano dico, ha un suo pregio, porta un arricchimento per sé stessi e per l'altro. Si immagina lei un mondo popolato da solitari, in cerca di angoli sperduti ed isolati dove potersi dedicare alle proprie meditazioni in piena libertà senza intrusioni, ma anche senza confronti con altre idee diverse dalle proprie? Penso sarebbe ben sterile e malinconico un simile Universo, non crede? -
- Certo che sì, ma io non intendevo che è preferibile vivere un'intera vita isolata dagli altri, ma solo che di tanto in tanto ricercare sé stessi in piena solitudine può essere utile e di qualche profitto per la nostra mente spesso distratta da mille pensieri ed afflitta da continue incombenze, per quanto queste ultime a volta in realtà del tutto futili. -
- Ah, su questo ha perfettamente ragione lei. Talvolta ci facciamo coinvolgere e trascinare in faccende del tutto irrilevanti, insignificanti addirittura, quando potremmo utilizzare il nostro prezioso tempo in maniera molto più sensata e producente. Su questo non c'è dubbio alcuno. - concluse Gesualdo.
Avevano intanto ripreso lentamente il cammino, uno accanto all'altro, quasi come due vecchi amici, lasciandosi condurre dall'istinto verso un lì da presso belvedere, che dava in parte su un quartiere periferico del paese ed in parte sulle campagne circostanti.
- E poi guardi, - riprese lo sconosciuto, alzando gli occhi al cielo - guardi che luna e che splendore questo panorama ai nostri piedi, tutto perfettamente immobile e silenzioso. Se lo immagina di giorno pieno di rumori, attraversato da mille automobili, invaso da gente che corre come sciami di formiche a destra e a manca, con un preciso scopo e talvolta senza neanche questo? -
- Beh, in effetti devo ammettere che non è la stessa cosa. -
- Osservi che fascino quelle case in lontananza mezze illuminate e mezze in ombra piena, chissà che vita le anima all'interno, e quelle viuzze strette ed ondulate fra esse, che non si capisce bene se le separino o al contrario le riuniscano come un tutt'uno. Ci si può immaginare un mondo intero da quassù. E guardi quei vecchi lampioni che oscillano lievi sotto la spinta di un vento leggero, che mandano lampi di luce, ora illuminando ora celando alla vista altri particolari. Non pensa lei che tutto questo sarebbe un ottimo soggetto per un esperto pittore? -
- Quanta fantasia in lei, in ciò che magari un altro definirebbe come un insieme indistinto di quattro case di un agglomerato urbano. -
- Basta vederle le cose, sono sotto i nostri occhi, basta osservarle e farle affiorare, portarle alla nostra consapevolezza dico, e ci renderemo conto di un mondo che ci circonda ma che a volte neanche scorgiamo, intenti come siamo ognuno ai nostri affari e presi dai nostri pensieri. -
- È davvero così, a volte tanto più una cosa ci è vicina, tanto meno noi ci avvediamo di essa. Basta pensare ai tanti bei monumenti che adornano la nostra bella città, che i turisti vengono a vedere di proposito, ed accanto ai quali, noi abitanti del luogo, passiamo vicino senza degnarli neanche di uno sguardo, ormai assuefatti a tanta bellezza, o addirittura colpevolmente inconsapevoli di ciò. -
- Allora conviene anche lei che, di tanto in tanto, convenga fare una sortita notturna per godere di tutto ciò e far beare la nostra anima di questa splendida visione in perfetta solitudine? -
- Convengo... convengo - confermò Gesualdo annuendo lentamente col capo, mentre un sorriso appena accennato faceva capolino sulle sue labbra dischiuse.
- Ma non voglio trattenerla oltre, la lascio alle sue impellenti incombenze, visto il passo frettoloso con cui procedeva sia l'altra che questa volta e la saluto augurandole una nottata proficua e fruttuosa. - Così dicendo, lo sconosciuto gli strinse calorosamente la mano, gli sorrise e prese commiato da lui riprendendo con passo lento la sua strada.
Gesualdo rimase per qualche istante appoggiato al muricciolo del belvedere, rivolse un ultimo sguardo a quel panorama stupendo e poi si avviò spedito verso la sua destinazione.
Se ne incontra di gente eccentrica di notte, in giro per la città, disse fra sé e sé, chissà quanti penserebbero però di me la stessa cosa, aggiunse poi con un sorriso.
Per qualche minuto ancora i suoi pensieri furono rivolti a quell'incontro inatteso e al dialogo avuto con lo sconosciuto camminatore notturno, poi si reindirizzarono al prossimo abboccamento col ladruncolo.
Arrivato al portone d‘ingresso dell'edificio, diede un'occhiata tutto intorno, proprio come un ladro che si accerta di non esser scorto da alcuno prima di accingersi alla sua opera truffaldina.
Scosse il capo sorridendo. No, quella del ladro non era certo la sua vocazione. Troppo avventurosa, rischiosa e per nulla adatta al suo carattere tranquillo e metodico.
Si introdusse nei locali, si accomodò sulla solita poltroncina malridotta e si predispose al convegno.
No, non aveva voglia di leggere questa sera. Avrebbe atteso senza far nulla pregustando l'approssimarsi dell'incontro.
Silvio Nizza
Votazione per
WriterGoldOfficina
Biblioteca
Acquista
Preferenze
Recensione
Contatto
Home
Admin
Conc. Letterario
Magazine
Blog Autori
Biblioteca New
Biblioteca Gen.
Biblioteca Top
Autori

Recensioni
Inser. Estratti
@ contatti
Policy Privacy
Autori di Writer Officina

Silvio Nizza
Sono nato a Sciacca e vivo a Siracusa.
Si può dire che ho passato tutta la mia vita sui banchi di scuola, prima da alunno, poi da insegnante. Ho insegnato matematica, prima al nord d'Italia, poi al sud.
Il mestiere di docente è il più bello del mondo, si insegna tanto e si apprende ancor di più. Quello di insegnante è un mestiere, più che una professione. Occorrono indubbiamente competenze culturali imprescindibili, ma poi ad insegnare lo si apprende sul campo, con l'esercizio e una buona dose di predisposizione naturale a questa attività. Il continuo confronto con gli allievi è quanto di più gratificante e creativo possa esistere (altro che frequenza di corsi di scrittura creativa.
Si capisce che sono innamorato del mio mestiere? Il contatto giornaliero coi ragazzi aiuta a mantenersi giovani e fornisce stimoli continui.
Non ho fatto null'altro nella vita allora mi chiederete? Sono felicemente sposato e mi piace viaggiare. Anche dai viaggi si apprende molto: usi, costumi, panorami, stranezze, suggestioni, ricordi... Hobby? Scacchi, astronomia, e soprattutto lettura.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Silvio Nizza: La letteratura mi ha sempre interessato, fin da bambino.
Non appena comperavo i libri di scuola, prima ancora che iniziassero le lezioni io avevo già letto il libro di narrativa e gran parte dei brani di prosa e di poesia presenti nell'antologia d'italiano. Scrivere mi è sempre piaciuto, ma da relativamente poco tempo ho incominciato a farlo con una certa continuità.
Prima racconti brevi, poi un po' più lunghi ed ora libri, anche questi però non ponderosi (sono persona di poche parole.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Silvio Nizza: I Buddenbrook mi ha letteralmente ammaliato: la sua ricchezza di particolari, lo spaccato dell'epoca riportato in maniera magistrale, la scrittura fluente e preziosa, tutto in una parola. Poi anche Kafka e Pirandello mi hanno irretito, solo per fare alcuni nomi.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Silvio Nizza: Ho presentato “La felicità”, il mio primo libro, a un concorso letterario organizzato da una casa editrice. È stato accettato, selezionato fra i finalisti e pubblicato.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Silvio Nizza: Non ho esperienza di pubblicazione con Amazon KDP, quindi non posso dare una risposta.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Silvio Nizza: Ho già pubblicato un libro, un altro sarà pubblicato a breve e un terzo è già terminato ma non ancora inviato a nessuna casa editrice.
È a quest'ultimo che sono più affezionato, ma per scaramanzia preferirei non parlarne.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Silvio Nizza: Ho in mente uno schema mentale di massima. Solo inizio e fine mi sono quasi sempre ben chiari nei particolari, tutto il resto viene da sé di getto, e a volte con qualche sorpresa pure per me stesso che lo scrivo, quasi i personaggi avessero personalità propria reale e tendessero a prendermi la mano. Raramente prendo appunti.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Silvio Nizza: Sì, sto scrivendo un quarto libro, e ho un'idea appena abbozzata per un quinto. Tutti i miei libri affrontano tematiche diverse, non prediligo un genere ben preciso.
Il mio primo libro pubblicato era un giallo solo perché questo prevedeva il concorso letterario a cui l'ho inviato, non perché io prediliga questo genere.

Writer Officina: Cosa vorresti che le persone dicessero del tuo romanzo?

Silvio Nizza: Semplicemente la loro opinione in merito, cosa gli ha lasciato dentro (se ciò è successo).
È sempre il lettore che completa il libro che l'autore gli ha proposto come suggestione.
È il lettore che ne dà una sua interpretazione personale diversa da quella di ogni altro.
È l'insieme di questi giudizi che dà al libro un senso compiuto.
Tutti i miei Libri
Profilo Facebook
Contatto
 
2488 visualizzazioni