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Controcorrente
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DIO E L'UOMO Voce di uno che grida nel deserto misero uomo che abbaia alla luna. Dio sei per pazienza in mezzo a tanta ipocrisia. Animale ignorante quando alzi gli occhi al cielo, abbassi la testa e scappi via piangendo.
FIORE INQUIETO Nel passato inquieto di quando avevi un filo di barba e più acne che esperienza sognavi in fondo, una vita tranquilla. Vita borghese, ho avuto. Di nuovo è tornata però come la notte che ad essa somiglia l'inquietudine. Ora lo scompiglio è linfa, il caos ti fa crescere le differenze, ti alimentano. Ma domani vorrai di nuovo essere, come un fiore che cresce, sano e forte su un terreno stabile.
IL CINICO SOGNATORE T'improvvisi cinico per superare la dura realtà ma solo sognando potrai vincere la battaglia senza banalità.
PANTA REI La vita, come il fiume del filosofo greco, ove tutto scorre, non aspetta mai, i tuoi dubbi e rimpianti. Dall'esperienza capisci che il cinismo è il segreto della vita. Ma non troppo o tu saresti altro, che non vuoi.
ECCE HOMO A valle, de la montagna dei pensieri, tutto frana. E io scappo.
I MAGGIO Primo Maggio è la festa der lavoro ma senza pane e diritti come lo onoro? Alla fine der mese nun posso più arivà e la matina presto in fabbrica me tocca annà, senza più manco la libertà.
LA STORIA De la storia so appassionato perché er presente er futuro m'ha incasinato. Non è nostargia ma piuttosto sintonia. Pe li grandi der passato c'ho rispetto de quei valori che oggi purtroppo so solo n'oggetto.
LO STRANIERO Triste è la sorte der forestiero, che ariva a n'artro paese e se sente chiamà straniero. Nessuno je dà er lavoro a lui je tocca campà senza decoro. Se se mette a rubà è er primo che vanno a pijà. Quanno capita un incidente subito è accusato de esse lui er delinquente. Se da noi, che nun stai bene te vieni a sfamà, io me chiedo, quanto male ar paese tuo poi da stà.
L'INDIANO D'AMERICA Quella terra era tua caro indiano, prima che arivasse er sordato americano. Coi fucili e le pistole t'assaliva in ogni dove. Te co l'ascia e cor cavallo pe cercà de ricacciallo. Alla fine t'è toccato in sorte da perde, pe vive oggi da straniero, dentro le riserve.
L'URTIMO GIORNO Quanno che sarà l'ora mia, dritto ne l'occhi te fisserò e fiero, tutto n'pettito te dirò, a me nisuno me se pija. C'è la privacy, c'è vole er consenso e io n'artro po' ce vojo stà, dentro de me penso. Mha so goduta, ho sofferto, ho gioito e mò si permetti, nun te vojo scontà manco n'dito. Pijate er corpo, vecchio e stanco, tanto è tutto rotto, che ce faccio? Ma lassame perde l'anima mia, che è ancora pulita, amen e così sia.
ER BOIA E chi l'avesse detto che quella vorta er popolo avrebbe dovuto da di poro boia! Quer giorno sotto la sua ascia, c'era capitata na povera bacascia. Niente de strano, pe lui, che fino all'artro giorno, ne aveva mannati, de tutti i tipi, a l'artro monno. Ma quer dì, er fato aveva voluto, che er boia e la povera troia, la sera prima, un bicchiere in più, avevano bevuto. Niente de più strano, er destino aveva creato, che con a botta sola, qua vorta, er tajateste, de lei s'era innamorato. Quando la vide salì ar patibolo n'groppo n'gola je pijò e la testa je risparmiò. Allora er popolo inferocito disse “er comanno, và comunque eseguito!”. Che famo, che nun famo, chi ce mettemo sotto alla ghigliottina? Dar fonno de la piazza allora, s ‘arzò na povera pazza che tutti guardaveno co paura, perché se sa dei matti, di sempre la verità è la bravura. Tremolante, prese la parola e disse” sotto ar boia, non deve annà la povera troia ma er re, che de cattiverie,indicando l'artri, na fatte, più de te, de quell'artra e de me”. Quanno che lo portarono dar boia, er re riconobbe la povera troia, che tante sere j'aveva fatto compagnia e gridando”a lei, ho fatto der bene!”, dateme l'amnistia! Ma er popolo in coro che de fame se moriva arzando l'occhi ar cielo, disse “giu la testa, amen e cosi sia!”
LA MIA ROMA Amo la Roma, quella der popolo che continuava a morisse de fame sotto i re, l'imperatori, i tribuni o i Cesari. Amo la Roma, der maestro Fellini E quella delle fontane, delle piazze e de li vicoli. Amo la roma de quelli come a me che nun se svennono pe du quatrini. Amo la Roma de Pasolini, delle vecchie canzoni e delle periferie. Amo quella der mio maestro Trilussa, che co li versi dentro ar core me bussa.
LA MIA POESIA Pe er sociale, che rimane la grande passione mia, me ispiro a Pasolini. Per dialetto, bè è presto detto; c'è Belli, er maestro. Quanno sento dentro er sacro foco dell'ispirazione che me bussa, c'è er divin Trilussa. Er sonetto, come n'tetto me protegge; cor romano la rima sempre regge. Scrivo in versi, perché così li pensieri, n'so mai persi.
ROMA A Te che sei la mia città sti versi vojio dedicà. E' na poesia d'amore pe Te che me dai li brividi ar core. Pe strada o pei vicoli io cammino senza pericoli perché Roma è mamma e mamma nun te po fa mai male.
LA GELOSIA Nun è solo corpa mia, questa malattia. Quanno ce lho io, nun me carma manco Dio. Quanno invece tocca a te, allora tutto bene, eh? Può esse pure insicurezza ma quanno te pija, che gran tristezza! Ma in fondo sai perché te viè? Io ce tengo e te vorei tutta pe me.
RISALIRE LA CORRENTE Nessuno di noi due deve sentirsi in prova. Lo sappiamo. E' forte, passionale, intenso. Vero. Ci conosciamo. Anche il solo pensiero, che ci ha sfiorato, di andare oltre l'ostacolo è amore. Se mi immagino mentre leggo un libro, mi vedo accanto a te. Se sento un odore, il tuo. Dietro di noi solo il passato, duro e fragile. Avanti, forse incertezze ma tanta voglia di provare se sarà diverso. La voglia, ancora una volta di andare controcorrente.
BLOOD La notte è tutto per Noi. E' vita. Il tuo sangue, il tuo odore, linfa per me. Di giorno tutto svanisce, sogni, passioni e speranze, di normalità. Di giorno, non siamo. La notte soltanto, mano nella mano. Di giorno, lontani. Ho voglia di noi che quella notte diventi col tempo giorno.
SOSPESI NEL FUTURO Due libertà ferite, due storie di vita difficile. Uno spazio comune, condiviso tutti i giorni ma non amato. Le passioni e gli ideali in comune. L'amore per la Cultura. Passione e rispetto. Giorno per giorno ma il pensiero rivolto al futuro. Voglia di stare insieme pur sapendo la grigezza della quotidianità. Voglia di andare oltre l'ostacolo. Voglia di me e di te. Insieme, contro, sempre.
LOTTO PURE PE TE! Volemo cambià er monno nun ce piace così com'è. Co la fame e senza giustizia che mestizia a vedè quell'operaio che nun magna tutto l'anno! Lotto pure pe te che insegni ma nun sei padrone nemmeno de quello che dici. Pe te che te arzi presto prima de tutto il resto. Pe chi vorrebbe ma nun pò pe chi cambiare si può . GIUDICE Te tocca un mestieraccio giudicà er poveraccio. C'hai in mano er destino de un povero cretino. Decidi la vita de uno che c'avuto sfiga. Nun c'ho proprio invidia pe te, io che te tocca da fà er mestiere de Dio.
LIBERO POETA Co le rime E le quartine te rallegro le matine. So poeta un pò inventore me diletto a tutte l'ore. L'ho scritte pe l'amore pei fratelli, pe l'amici gioie e tanti sorisi. Ma pe te che c'hai er potere te ricordo tutte e sere che nun so un profeta ma un libero poeta. Nun c'ho schema Né padrone, so poeta, libero pe definizione.
SOTTO AR TEVERE Sotto ar fiume c'ho n'attichetto semo io, er patata e geppetto. Stretti stamo bene co li sorci, i cartoni, e daije a beve! Ogni tanto ce scappa pure un pescetto ma a me me pija n'dolore n'petto quanno guardo un po' più n'là do ce stanno du rumeni che nun se movono mai parono du alieni. Loro i cartoni manco ce l'hanno ma a beve ponno stà pure n'anno. So tre anni che stanno qua e pare proprio che nun se ne vonno annà. Na matina, sento n'grido me se spegne er soriso. Er più grosso pe du lire l'ha mazzato senza corpo ferire.
SPUGNA Ti rendi conto da solo che cosi non ce la puoi fare. E' una vita che passi tempo con te stesso e ti conosci. Eppure non puoi proprio farne a meno, tu sei cosi, ti ripeti e ti ripetono. Sei come una spugna, tutto quello che succede o ti viene riferito assorbi. Ogni tanto ti ripeti: non vorrei essere cosi. Ma sai che quello che è il tuo peggior difetto è anche quello che ti rende amato, è quello che ti specifica, che ti fa diverso. Sei sensibile e pure intelligente. E credimi non esistono cose peggiori. Meglio stupidi. E lo diventi pure quando ti chiedi se mai ci sarà una soluzione.
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Ho 44 anni e due figli adolescenti. Sono portiere in un Campus dove studiano e vivono persone provenienti da ogni parte del mondo. Lavoro in questo posto da 16 anni: in guardiola sono solo e ho sempre avuto modo di leggere e scrivere tanto. Cosa che fra l'altro ho sempre fatto. Mi sono laureato nel 2005 all'Università La Sapienza di Roma in Storia e Filosofia che sono due delle mie più grandi passioni insieme alla Politica. La specializzazione che ho conseguito è appunto in Filosofia Politica. La mia tesi di Laurea ha per titolo "Carlo Rosselli e il socialismo liberale" uno studio su questo autore che rivendicava il diritto di essere di sinistra senza necessariamente essere marxisti. In seguito per due anni mi sono anche occupato di formazione politica. Oggi svolgo la stessa "missione" civile attraverso la scrittura.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Marco Barricata: Ho sempre letto molto fin da piccolo utilizzando la vasta biblioteca presente a casa dei miei genitori. Dal 2010 circa ho iniziato a scrivere soprattutto poesie, un campo che mi aveva sempre affascinato fin da adolescente. Da un paio d'anni ho compreso che potevo declinare l'impegno civile che sento come un dovere anche attraverso la scrittura e non dunque soltanto attraverso la militanza politica.
Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Marco Barricata: Nessun testo in particolare ma tuttavia ci sono vari autori che hanno segnato la mia formazione: tutti i marxisti, Pasolini, Belli e Trilussa.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Marco Barricata: Sono arrivato alla mia casa editrice L'inedito Letterario tramite un collega di lavoro che vi aveva già pubblicato. Qui ho incontrato l'editore Fabio Martini che mi ha parlato della possibilità di dare spazio a opere prime privilegiando autori che potevano avere difficoltà a pubblicare dietro grandi compensi. Oggi purtroppo il mercato è cambiato infatti e siamo noi autori a dover ricercare le case editrici.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Marco Barricata: In assoluto preferirei aiutare le piccole case editrici. Ma vivendo in questo sistema e non essendo anch'io quindi privo di contraddizioni mi avvalgo di ogni strumento utile non tanto per diffondere il mio libro quanto le idee che lo caratterizzano.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Marco Barricata: Per ora sono alla mia prima opera: Controcorrente è un libro di poesie che descrive la realtà che vivo cercando però di suggerire anche dei cambiamenti per gli aspetti più negativi della nostra società. Inoltre vi sono tante dichiarazioni d'amore per la città in cui vivo, Roma. Si parla anche di sentimenti ma con un approccio materialista: ormai il sistema economico in cui viviamo finisce purtroppo per condizionare anche gli affetti.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Marco Barricata: Nessuna tecnica in particolare anche se leggo molte poesie. Per quelle in vernacolo romanesco mi ispiro tuttavia ai maestri Belli e Trilussa mentre per quelle sociali ho come riferimento Pasolini.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Marco Barricata: Sto lavorando su due fronti: uno di poesie e uno completamente diverso in cui racconterò in forma di saggio un periodo della storia cinese.
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