Writer Officina
Autore: Sara Conci
Titolo: La forza di una madre
Genere Romanzo
Lettori 3044 114 10
La forza di una madre
Tu, quegli occhi rossi,
le pupille a spillo
e i lividi che sembrano occhiaie.
Lui, quella cattiveria impetuosa,
l'odio negli occhi,
la ferocia su di te.

Un angelo ti ha salvata quel giorno
mentre lui ti colpiva.
Un angelo ti ha graziata quella sera
mentre lui ti picchiava.

Tu, quel viso marchiato,
l'espressione da bambina,
e i nodi che stringono lo stomaco.
Lui, quella faccia pentita,
t'implora perdono:
“Non succederà più”.

Un angelo ti ha salvata quel giorno
mentre lui ti colpiva.
Un angelo ti ha graziata quella sera
mentre lui ti picchiava.

“Non so che mi è preso,
non accadrà più”,
lo giurano tutti.
E tu, piccolina,
nell'inganno sei caduta;
ritirati finché sei in tempo!

(Perché) Un angelo ti ha salvata quel giorno,
ricordalo.
Un angelo ti ha graziata quella sera,
ma non sempre si riesce a fuggire...

4 marzo 2019. È una notte fredda e scura. Si odono delle urla provenire dalla strada, accanto al bosco. Un signore si affaccia alla finestra e scorge una ragazzina, disperata, che tenta di scappare da un'ombra che la insegue. Il signore esce di casa e, dietro l'ombra, scopre il ragazzo che abita di fianco a lui: Tiziano. La ragazza, appena 17 anni, è spaventata. Il suo viso è un livido. Tiziano cerca di tapparle la bocca, dicendo al vicino: “È impazzita. È matta. Ha fatto tutto da sola. Adesso la riporto a casa”.
Il signore, per nulla convinto della scena a cui ha appena assistito, chiama i soccorsi ed ecco che intervengono sul posto i Carabinieri e l'ambulanza, mentre Tiziano si rifugia in casa, indisturbato.
Arriva anche il padre della giovane che, infuriato, cerca di avventarsi verso l'abitazione dell'aggressore per dargli una lezione, ma viene trattenuto dagli agenti.
Nessuno sa cosa sia successo tra i due ma i segni su quel volto da bambina sono evidenti. Non mentono. E la ragazzina viene trasportata via con l'ambulanza, in pronto soccorso, mentre gli inquirenti raccolgono la testimonianza del vicino di casa:

Addì 5 marzo 2019, alle ore 00:10.
Noi sottoscritti Ufficiali Agenti di Polizia Giudiziaria appartenenti al suddetto reparto diamo atto che è qui presente il signor vicino di casa, che dichiara quanto segue:
“Premetto di essere il proprietario dell'abitazione sita nel Comune e nella serata odierna (04 marzo 2019) verso le ore 22:25, mentre mi trovavo nella mia abitazione intento a guardare la televisione con mia figlia, ho sentito delle urla provenire da fuori e subito dopo ho aperto la porta per vedere cosa stesse succedendo e ho visto una ragazza a me sconosciuta che urlava, piangeva e chiedeva aiuto e avvinghiato a lei c'era un ragazzo che la tratteneva. Poiché aveva notato la mia presenza, il ragazzo mi è venuto incontro dicendomi che era stato morsicato dalla ragazza e che la stessa fosse pazza. Io, vedendo e sentendo ciò, gli ho risposto che avrei chiamato i Carabinieri e il ragazzo, sentendo ciò, è scappato via. Successivamente vedendo la ragazza seduta a terra che piangeva ho preso una coperta e l' ho avvolta, vista soprattutto la bassa temperatura della serata, in attesa che arrivassero i Carabinieri. Ammetto che quando ho aperto la porta e ho visto il ragazzo ho ipotizzato che potesse essere il mio vicino di casa. Inoltre, voglio precisare che alla predetta scena ha assistito anche mia moglie che si trovava in bagno.
Fatto, letto confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra”.
La persona escussa
L'Ufficiale Agente di P.G.

Il 5 marzo 2019 Michela scrive nel gruppo WhatsApp di aver saputo di una brutta lite avvenuta tra Tiziano e la sua ultima ragazza: Tiziano l'ha chiusa dentro casa per un'ora e l'ha pestata. La piccola voleva chiamare i Carabinieri. Lui, per evitarlo, le ha rotto il telefonino. Poi, forse per miracolo, la sventurata è finalmente riuscita a scappare fuori casa, gridando forte e attirando l'attenzione dei vicini che hanno chiamato i soccorsi.
La piccola – così la chiamano le ragazze – cerca i contatti delle ex di Tiziano e riceve conforto da Michela, la quale ave- va già saputo dell'accaduto tramite un loro amico in comune. “La piccola”, Agnese il suo nome, invia a Michela una foto del suo volto con l'occhio tumefatto.
La sera del 6 marzo 2019 Minerva si ritrova un messaggio su Facebook da parte della ragazzina e lascia a quest'ultima il suo numero di cellulare per potersi sentire con maggiore comodità. Le due parlano scambiandosi alcuni messaggi vocali. “La piccola” era ancora scossa dall'accaduto. Era spaventata e aveva paura di denunciare Tiziano perché questi la minacciava, dicendole: “A me non frega niente delle regole. Prima o poi ti ammazzo”.
“La piccola” si era confrontata anche con Michela e Maria, riferendo che Tiziano la importunava di continuo, tra insulti, scuse e poi altri insulti. Le ragazze, le donne, la esortavano a non cedere alle implorazioni di lui, anche se avesse insistito fino allo sfinimento, e le passarono il contatto di Serena, affinché potessero incontrarsi e sostenersi, visto che abitavano a pochi km di distanza. Così, Agnese era stata supportata da tutte le donne che erano passate in quella stessa brutta storia prima di lei.
Venerdì 8 marzo 2019, alle ore 9:19, in occasione della Festa della Donna, Minerva riceve come regalo una telefonata inaspettata da parte di Tiziano, ma non gli risponde. Però trema. Cerca di stare tranquilla perché sta accompagnando il suo bambino a prendere il pulmino per andare all'asilo, e lo saluta con un bacio ricambiato gioiosamente.
Poco dopo, alle ore 9:32 le arriva un sms: “Brutta puttana. Troia. Bugiarda del cazzo! Ora fa tutto la polizia e la finisci del tutto”, seguito da un altro sms alle ore 9:47: “Ah ah ah, le paghi tutte, ora. Merdaccia. Bugiarda del cazzo. Tutte le paghi, ma tutte. Brutta merda schifosa”.
Un regalo ancor più spiacevole, vista la ricorrenza di quella festa dedicata alle donne.
Quello stesso pomeriggio, preoccupata di ritrovarsi Tiziano sotto casa, Minerva decide di andare a prendere il figlio all'asilo e di portarlo dai nonni per il fine settimana, per evitargli ogni tipo di pericolo.
E avanti con un'altra denuncia, oltre a quella esposta da Agnese il 9 marzo:

Si fa presente che alla stesura del verbale è presente il padre della denunciante.
Nel mese di agosto dello scorso anno, in occasione di una festa rap, ho conosciuto due ragazzi, Tiziano e Michela, che all'epoca dei fatti erano fidanzati. Siamo stati assieme tutta la sera, chiacchierando del più e del meno e poi ci siamo persi di vista. Nel mese di ottobre ho ricevuto un messaggio da Tiziano, il quale mi chiedeva se avessi voluto uscire con lui. Ci siamo dati quindi appuntamento e dopo alcuni giorni ci siamo incontrati. In quella circostanza mi ha detto che si era lasciato con Michela, poiché non andavano d'accordo, addossando a lei tutte le colpe di quella relazione finita male. Da quel primo incontro abbiamo iniziato a sentirci regolarmente tutti i giorni e poco dopo abbiamo iniziato a frequentarci come fidanzati. Dopo alcune settimane di frequentazione, di tanto in tanto mi fermavo a dormire da lui. Mi parlava spesso delle ex, facendomi credere di essere stato sempre lui la vittima; oltre che con Michela, aveva avuto una relazione con una tale Minerva dalla quale era nato un bambino e con una tale Maria. Durante i mesi nei quali l'ho frequentato, Tiziano non si era mai mostrato violento; era sempre dolce e gentile. Venerdì 1 marzo sono partita da casa per passare alcuni giorni a casa di Tiziano. Lunedì pomeriggio siamo usciti per un aperitivo; in quella circostanza ricordo che Tiziano ha bevuto un paio di spritz con il campari e una grappa. Verso le ore 19:00 siamo tornati a casa, dove avremmo dovuto cenare. Improvvisamente Tiziano ha iniziato a inveire contro di me, alzando la voce e dicendomi che lui non usciva con le sue ex. Tutto questo perché gli avevo detto che il martedì successivo sarei tornata a casa, in occasione del carnevale, e che avrei chiesto un passaggio a un mio amico, con il quale sono stata tempo fa fidanzata. Vedendolo molto alterato sono stata presa da un attacco di ansia e ho cominciato a piangere; a quel punto sono salita al piano di sopra, dove si trova la stanza da letto, e lui ha iniziato a baciarmi e ha cercato di tranquillizzarmi. Poco dopo mi sono recata in bagno per sciacquarmi il viso; improvvisamente Tiziano è entrato e ha iniziato a urlare dicendomi che ero matta e che non stavo bene. D'un tratto ha cominciato anche a colpirmi con calci e pugni al volto; mi sono seduta sul pavimento coprendomi con le mani e poco dopo mi sono alzata, cercando di scappare. Mi sono diretta verso la scala che porta al piano di sotto ma lui continuava a colpirmi. Giunta a metà della rampa di scale, mi ha spinto facendomi ruzzolare. Presa dal panico e non sapendo cosa fare, ho afferrato un coltello da cucina, ma lui si è avvicinato e me lo ha tolto dalle mani. A quel punto sono tornata al piano di sopra e mi sono sdraiata, dolorante, sul letto. Ho preso il telefono cercando di chiamare qualcuno che potesse venire in mio aiuto, ma lui me lo ha tolto dalle mani e lo ha sbattuto a terra rompendolo. Non contento di quello che mi aveva fatto, ha afferrato un mobiletto che si trovava nella stanza e me lo ha tirato addosso, colpendomi al capo. Nel tentativo di difendermi gli ho tirato un calcio in faccia ma lui ha iniziato nuovamente a colpirmi con dei calci alla schiena; lo pregavo di smettere perché stavo quasi svenendo per il forte dolore. Vedendomi in quelle condizioni si è fermato e io, con la scusa di scendere a prendere un sacchetto per riporvi all'interno alcune cose, sono riuscita a scappare. Mentre correvo in direzione della casa dei vicini lui mi ha raggiunta e mi ha aggredita nuovamente. In quel preciso istante ho iniziato a urlare, cercando di attirare l'attenzione di qualcuno, ma lui ha cercato di tapparmi la bocca; è stato in quell'istante che gli ho dato un morso alla mano. Pochi istanti dopo sono usciti i vicini e Tiziano è scappato in casa, urlando che ero una matta.
Sara Conci
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Autori di Writer Officina

Sara Conci
Mi chiamo Sara Conci e sono nata a Trento nel 1988. Adoro viaggiare, ballare, ascoltare musica, camminare, nuotare, incontrare persone e ascoltarle, osservare la natura, leggere, cucinare, disegnare, dipingere,... amo la vita per quello che è, con le sue gioie e i suoi dolori, e scrivo da sempre. Scrivo per amore della vita e della verità, e per portare un raggio di sole.
Ho pubblicato “La forza di una madre” (2021) e “Aspettando te, diario in dolce attesa” (2023). Ho curato “Un magico e prezioso Natale, piccoli racconti per bambini di tutto il mondo” (2023), ho pubblicato “Racconti di un arcobaleno vagabondo” (2018) e, insieme ad altri autori, “Sei fiabe per un sorriso” (2017). Ho realizzato “Poesie ed oltre, pensieri sussurrati dal vento” (2023). Diversi sono testi premiati e racchiusi in altre sillogi.
Lavoro spesso con i bambini “per cambiare il mondo bisogna educare i bambini”. Propongo laboratori di scrittura creativa ed emozionale per tutte le fasce d'età. Nel 2021 ho ideato il progetto educativo “Le mani legate al cuore” che, ancora oggi, prosegue il suo percorso ed è molto richiesto.
Mi piacciono le partenze ma apprezzo anche il ritorno a casa, dalle persone che amo.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Sara Conci: Non saprei dire se sono di più le pagine che ho letto o quelle che ho scritto. Posso però dire che leggo volentieri le storie vere, i rimedi naturali, le testimonianze degli sciamani, le enciclopedie degli animali o delle erbe. Sono autodidatta ma mi piace imparare.
Quando ero piccina mi divertivo a scrivere, non solo nei miei diari, ma anche poesie, lettere e pensieri belli da regalare. Nel corso della crescita, ho scoperto che le mie pagine racchiudevano sempre un raggio di sole: qualche volta mi pareva di lasciare scivolare fuori dalle mie mani parole tristi ma, poi, rileggendole, scoprivo sempre uno spunto positivo. Forse perché, come si impara a vivere vivendo, si impara a scrivere scrivendo.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Sara Conci: Per quanto io sia giovine, ho vissuto parecchie esperienze. Qualche volta mi pare di avere vissuto così tante vite in una sola vita!
Questa domanda mi riporta indietro di 12 anni, in un periodo in cui ero costretta (nel vero senso della parola) a restare a casa. Ricordo i libri di Oscar Wilde, non solo Il ritratto di Dorian Gray che tutti conoscono, ma tutti i suoi racconti delicati oppure strazianti; in particolare rammento due frasi che avevo letto nella sua ultima lettera scritta prima di morire, pubblicata in seguito nel De profundis: “ricorda che tutto quanto ti rende infelice a leggerlo, ha reso me ancora più infelice a scriverlo” e ancora “forse sono destinato a insegnarti una cosa assai più splendida: il significato del dolore, la sua bellezza.”
Ecco, questo elogio al dolore denso di bellezza, mi ha spinta a scrivere la vita. Nel bene e nel male. Sempre.
Gli amici hanno fatto il resto: mi hanno spronata a pubblicare perché - mi dicevano - quello che scrivo fa bene a chi lo legge.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Sara Conci: Era il 2012. Cercai online qualche casa editrice e mi affidai (purtroppo) alla prima che aveva risposto: si pubblicò “Tutto iniziò un giorno”.
Il libro narrava una vicenda realmente accaduta, quindi andava. Ho venduto copie su copie in autonomia, ma dall'altra parte non ha mai avuto un riscontro sincero, quindi ho chiesto di ritirare il contratto. Anche perché non ero d'accordo sul carattere di stampa troppo piccolo). Oggi quella casa editrice non c'è più, ma il libro – strano ma vero – si trova ancora su alcuni canali.
E' una storia che dovrei riprendere in mano, per sistemarla e pubblicarla ad hoc. Con calma... Ora ho altri progetti.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Sara Conci: Non lo so. Se il libro tratta un argomento interessante e magari viene anche tradotto, potrebbe essere un'opportunità.
Penso che stia a ognuno di noi valutare l'opportunità e crearla.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Sara Conci: Domanda curiosa: ciò a cui sono affezionata io non è quello a cui sono legati i lettori.
“Il sole e il piccolo fiore” è certamente la piccola fiaba che più mi preme: è delicata e gentile, è il sole che guarda il mondo ed è un fiore che cresce nella tempesta. E' il caos che regna sovrano sulla terra e lo stesso fiore che impara a mantenere le radici salde nella stessa terra. E vive.
La lettura prediletta dai lettori è “La forza di una madre”; probabilmente perché è una storia vera, documentata – con atti del tribunale, relazioni psicologiche, denunce, ammonimenti, ... - , un tema attuale molto sentito: la violenza di genere. Credo che questo libro sia molto apprezzato perché non c'è uno schieramento da parte delle donne o viceversa, ma vuole piuttosto riflettere e fare riflettere, per dare valore e forza alla donna e all'uomo “insieme”.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Sara Conci: Risposta
Beh, le storie vere e vissute vanno narrate per quello che sono, quindi vi è ben poco da schematizzare. Si scrivono da sole. Per quel che riguarda i racconti, invece, prima di scrivere, immagino... vedo le cose, gli inizi, e prendo la penna. Il resto scivola fuori da sé. Sono certa che “tutto è dentro di noi” e aspetta solo di essere tirato fuori. Lo stesso vale per la poesia: quando viviamo gli attimi in silenzio, ammirando la natura e ascoltando le nostre emozioni e il respiro, fiorisce.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Sara Conci:
La vita è mutamento e lo stesso vale per la scrittura, così ho è appena uscita un'opera completamente diversa da “La forza di una madre”, fatta “Di respiri dell'anima”. Credo che sarà l'ultima pubblicazione per un po'. Raccoglie alcuni racconti brevi che non hanno tempo, storie di cielo e di terra, frammenti di vita, parole gentili, attimi racchiusi nell'eternità. Ed è un respiro. Da leggersi con una buona tazza di the fra le mani, per concedersi una piccola pausa sul lavoro, per stare bene. E' una lettura che fa bene ed è l'introduzione al libro che uscirà fra un paio di anni: una raccolta di storie di vite. Un'opera che racconterà la vita di alcune persone che hanno vissuto in psichiatria, di altre che sono immigrate, di altre ancora che hanno conosciuto la malattia. Nel mio piccolo cammino di vita, ho fatto volontariato in diversi ambiti e ho incontrato molte storie che meritano di essere conosciute. La mia volontà è quella di proporre un libro che mette al centro la vita, l'umanità e la speranza. Voglio fare un buon lavoro, che porti a vedere ogni persona come essere umano, al di là della malattia, del colore della pelle e del pensiero... nell'anima.
Ricordiamoci che ogni parola svela un mondo e, se usata con cura, può creare cose meravigliose.
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