Writer Officina
Autore: Daniele Possanzini
Titolo: Pervinca
Genere Thriller Psicologico
Lettori 6047 89 105
Pervinca
Sono le undici del mattino e una folla sta assediando la Fortezza da Basso a Firenze. Sono visitatori arrivati da ogni parte del mondo e sono sicuri che tutto quello che vedranno oggi sarà straordinariamente vero. Purtroppo non immaginano che assisteranno anche a qualcosa di verosimile, non sanno che non se ne accorgeranno e che questo sarà un grosso problema.

Ieri hanno approfittato del tempo libero per visitare l'incredibile museo a cielo aperto, per gustare la bistecca e per mangiare la ribollita, zuppa di pane raffermo e verdure, così come la panzanella, piatto fatto con pane raffermo pomodori cetrioli cipolla rossa e basilico. Anche per la gioia dei vegani, sempre più numerosi.

Oggi si aspettano l'incredibile, ma vero.

Fiorenzo, che è partito stamattina presto da Pisa, ha già raggiunto addirittura la Sala Ottagonale, ormai affollatissima. È sollevato sulla punta dei piedi per vedere da più in alto cosa sta per accadere e tiene per mano Gino che allunga il collo anche lui per vedere la mamma, imitando suo padre. Ha lo sguardo fisso sul palco quando, all'improvviso ma non sorprendentemente, vede spuntare Pervinca che si muove sinuosamente sulla passerella. Si accorge che non indossa quel vestito grigio asfalto che aveva portato da Pisa apposta per questa occasione.

Anzi, nota che non indossa né quel vestito né un altro.
È sul palco senza vestito! Merda! Vede solo lo slip, il top e quegli occhiali da sole che riflettono le luci della fiera in modo accecante. Quel fascio di luce proveniente dal cristallo con cui sono state prodotte le lenti è davvero forte e non gli consente di guardarla in faccia.

È l'invenzione di Pervinca! Lo sa bene. È il cristallo che lei ha progettato e che ora sta diffondendo una luce più intensa di quella del sole.

Al contrario, vede chiaramente che indossa scarpe dai tacchi altissimi e, alzando lo sguardo, scorge l'incavo perfetto di quei seni sodi e tonici che mozzano il fiato a uomini e donne. Lo conosce bene, lui, quell'incavo. Poi riabbassa lo sguardo e osserva quelle sottili caviglie e quei polpacci affusolati da fare invidia a una modella ben allenata.

A casa ne avevano parlato tanto, di questa fiera. Ma ora non gli interessa più niente di niente! Quello che ha visto, e solo quello, è sufficiente a fugare il dubbio che ha sempre avuto sin da quando l'ha conosciuta. Ma che dubbio ha sempre avuto Fiorenzo?

È arrivato anche il servizio di sicurezza e da questo momento in poi i pannelli divisori impediranno al pubblico di osservare i preparativi che i tecnici della fiera stanno freneticamente ultimando. Si sbircia con difficoltà. È inutile accalcarsi. Bisogna aspettare. Si entrava solo per invito e chi lo ha ricevuto vedrà tutte le dimostrazioni seduto comodamente.

Oggi è l'ultimo giorno della fiera e alle ore quattordici ci sarà la presentazione finale dei nuovi materiali tecnologici speciali. Ormai ogni mese ne compaiono moltissimi su Internet e pochissimi nei negozi. Non stupiscono più. Ma quelli che vengono presentati qui oggi sembrano proprio qualcosa di speciale. Promesso! Ci saranno molte sorprese anche per i bambini.

Si potrà trovare, vedere e toccare di tutto. Dagli strumenti per la percezione della realtà aumentata ai vestiti da montagna e alla biancheria intima, dagli ombrelli alle scarpe e agli stivali, dai cappelli agli occhiali, agli orologi e ad altri giocattoli e strumenti della vita di tutti i giorni che sfruttano questi nuovi materiali, con prestazioni ed effetti impensabili fino a pochi mesi fa.

I telefoni cellulari non sono più sconvolgenti come in passato, tuttavia servono ancora perché consentono di entrare nel mondo virtuale che si vede e si sente ma che non si tocca. Il mondo virtuale non è ancora il mondo dei sogni e bisogna ancora aspettare per toccarlo. Meglio così. I sogni non si toccano.

È la trasformazione digitale di cui si è parlato tanto. Si osserva cosa consente la tecnologia e si organizzano la vita e il lavoro di conseguenza. Prima si cercava di capire di che cosa avesse bisogno l'uomo e la tecnologia lo avrebbe aiutato. Oggi la tecnologia è così fantasiosa che non si sa nemmeno a cosa possano servire tutte le invenzioni che si affollano su Internet, e non c'è nemmeno il tempo di utilizzarle. Però, chi lo fa si trasforma prima degli altri.
Ma cosa si deve diventare? Perché trasformarsi?

Perché non appena una nuova tecnologia diventa disponibile, essa rende tutta quella corrente relativamente inutile, costosa e inefficiente. Sì, relativamente. È questo il punto. Quindi si diventa obsoleti, scaduti o si va fuori moda, che è peggio. Se poi fortunatamente o disgraziatamente si riesce a capire il funzionamento di un nuovo strumento prima degli altri, allora c'è l'opportunità di utilizzarlo in modo da conquistare una posizione di mercato dominante o quantomeno vantaggiosa, o per essere alla moda e non essere esclusi dalla cerchia di amici che già lo usa. Si fa per essere inclusi ed essere adeguati al periodo, interessanti, dirompenti, stupefacenti, ipnotizzanti e per fare sognare.

Già, sognare. Non si può non sognare. Si deve immaginare il futuro. Altrimenti, quando il futuro arriva, non ci si accorge di lui. I sognatori, invece, sono eternamente nel futuro e non hanno bisogno di tecnologia. Non viaggiano nel tempo perché sono sempre a destinazione.

- Andiamo Gino. Non vedi che la mamma non è ancora arrivata? - dice Fiorenzo strattonando suo figlio ed evitando così che guardi verso il palco. Poi cerca di farlo allontanare, dicendogli: - Andiamo a vedere gli altri espositori. Ci sono le altre novità di questa tecnologia dei materiali. Forse la mamma è in giro per la fiera. Lo sai che lei è un'esperta, starà osservando la concorrenza. - Fiorenzo maschera la menzogna con l'espressione di chi si vuole convincere di quello che ha detto. Da quel momento guarda solo i passi che sta facendo, sempre più velocemente, ma senza più sapere dove sta andando.

- Scusa, non c'è la mamma sul palco con il suo capo? - chiede Gino, sgambettando sempre più speditamente per stare al passo del padre. Poi lo guarda stupito per questo improvviso cambio di programma.

Un australiano con il cappello di pelle di canguro passa vicino a Fiorenzo. Lo ferma afferrandogli il bicipite e gli chiede l'ora con le guance arrossate da un aperitivo a base di vino Vermentino.
- Mi dispiace, sto cercando Pervinca. - risponde Fiorenzo, senza fermarsi e in evidente stato confusionale. Vagabonda, osservandosi ormai solo le scarpe.

La risposta non arriva neanche per Gino, piccolino, che comincia anche lui a guardarsi i piedi e a seguire il padre correndo come se fosse un soldatino in ritirata. Vanno a prendere l'auto e in poco più di un'ora rientrano a Pisa.

Sono le due e mezzo del pomeriggio ma Fiorenzo, ancora molto pensoso da sembrare distratto, è sempre in tempo per preparare un piatto di spaghetti al pomodoro per sé e per Gino che, quando li vede mettere nel piatto e quindi senza bisogno nemmeno di assaggiarli, capisce che sono stati tenuti nell'acqua bollente a cuocere troppo. Hanno un colore trasparente. È segno che hanno assorbito troppa acqua per il troppo tempo rimasti a bollire. Gli spaghetti sono una cosa seria, in Italia. Ma appena il padre aggiunge il pomodorino rosso fresco fatto a pezzi, olio di oliva extravergine delle colline di Calci sul Monte Serra, e spolvera sopra del parmigiano reggiano colore paglierino intenso e stagionato per ventiquattro mesi, li mangia lo stesso perché ha una fame da lupo e perché sono comunque squisiti, anche se non a norma.

Più tardi, Fiorenzo rimette a posto la cucina e si siede alla scrivania per consultare Internet e cercare qualcosa sulla fiera di Firenze. Vuole rivedere il programma degli eventi. Gino gli sta seduto accanto per tutto il tempo guardando un po' lo schermo e un po' il suo naso, ma sempre tenendo il mento poggiato sulla scrivania.

- È quella la mamma? - chiede e, tutte le volte che una modella dell'evento di Firenze appare sullo schermo, riprova: - La mamma è bella come quella, vero? - Posa la guancia destra sulla scrivania fantasticando, guardando lo schermo e contorcendosi all'indietro per osservare il viso del padre. Si vuole assicurare che anche lui sia convinto che sua madre è proprio bella.

- No, non è quella, ma le assomiglia. - sbotta Fiorenzo con gli occhi lucidi e urla: - Ehi, Gino! Intendiamoci. La mamma non sfila sui palchi mostrando la biancheria intima. Chiaro? - Gino lo guarda per catturarne lo sguardo o magari un'altra spiegazione. - Cosa è la biancheria intima, babbo? - aspettando la risposta, senza ottenerla, continua a chiedere un po' preoccupato per il silenzio del babbo: - Insomma! Cosa ha combinato la mamma? Babbo! Allora? -

- Niente, niente. La mamma è rimasta impegnata tutto il giorno con i suoi clienti sul palco. - lo rassicura il padre e continua a guardare soltanto lo schermo del computer, evitando il suo sguardo. - Ma dai! Come facciamo a saperlo? Babbo! Siamo stati alla fiera solo mezz'ora, poi siamo entrati in auto per tornare a Pisa e poi siamo rimasti qui a casa. - dice Gino candidamente. Ha preso molto dalla madre, ha una logica ferrea, e ora colpisce nel segno.
Neanche qui arriva la risposta. Anzi, non c'è risposta.

Giunge la sera e cenano con due uova - occhio di bue - , preparate con olio e grani di sale grosso in un tegamino antiaderente, l'albume è cotto bene e il tuorlo è rimasto ben crudo. Inzuppano direttamente nel tegamino dei pezzi di pane toscano non salato cotto a legna. Dopo, inevitabilmente, arriva la notte.

- Ho sonno, babbo. La mamma non viene. - dice Gino con voce velata di malinconia poggiando la guancia sulla gamba di suo padre che ora sta guardando la televisione in poltrona. Poi si avvinghia con tutte le due braccia alla coscia come se fosse un cuscino. Si addormenta così e il padre lo porta a letto di peso, attaccato come un panda che riposa su di un ramo e non vuole scendere.
A Fiorenzo non resta che attendere Pervinca da solo, davanti alla televisione fino a tarda notte.
Se ne sta andando poi a letto anche lui quando sente un'auto che si ferma davanti al portone di casa con una rapida decelerazione e con un crescente crepitio di ghiaia sotto le gomme. Riconosce la voce di Pervinca che saluta le altre persone, sente ridere, sente chiudere lo sportello dell'auto, sente poi inserire la chiave nella toppa silenziosamente e avverte ancora lo stesso crepitio di ghiaia, che però si va affievolendo.

- Psst, ci siete? - sussurra Pervinca mentre entra in casa. Chiude la porta senza far sentire il rumore della serratura. Cerca di capire se gli abitanti siano ancora in piedi tentando di non svegliarli.
Nessuno risponde e Pervinca, dopo aver calciato in aria una per volta le scarpe décolleté, si ferma, guarda avanti restando un attimo sull'attenti come una sentinella di guardia, lascia cadere la borsa a terra e sgancia dietro la nuca l'unico bottone che ha. Il vestito scivola lungo il corpo che rimane completamente nudo e svela il fascino di Pervinca. Si raccoglie a terra intorno ai piedi disegnando una circonferenza molto sottile. Il vestito è l'unico a non fare rumore cadendo sul pavimento. Tira fuori il piede sinistro, che ha le unghie laccate di un raro celeste viola, dal cerchio disegnato dal vestito. Con un saltello tira fuori anche l'altro e continua a camminare verso il letto sulla punta dei piedi nudi, lasciando scarpe borsa e vestito sul pavimento di legno ruvido.

Una luce bianca è radente il pavimento. È intensa come solo i led possono dare e proviene dai fari dell'auto che si allontana girando per cambiare direzione. Si muove come le lancette dei secondi di un orologio che spazzola delicatamente la superficie rasposa ma piacevole del legno. Immediatamente è buio pesto.

Pervinca, esausta ma soddisfatta, si infila velocemente nel letto e si gira subito a pancia in giù con la testa sotto il cuscino a fianco di Fiorenzo che è rimasto per tutto il tempo voltato dall'altra parte.
E continua a sognare.
Fiorenzo, invece, per un po' cerca di capire se Pervinca abbia ancora gli stessi slip e reggiseno che ha visto sul palco, ma poi anche lui cade addormentato sotto l'antico orologio regalato dalla nonna Luisa per le nozze e ora appeso al muro della camera da letto.

Fiorenzo non lo ha mai capito, quell'orologio. Non lo ha mai visto camminare. È rimasto sempre fermo alle 12 e 29. La lancetta dei minuti è incastrata sul 29, mentre quella delle ore è ferma sul 12.
Non lo ha mai toccato per paura di romperlo. Saggia decisione.

Domani sarà il giorno dopo la fiera.
Daniele Possanzini
Votazione per
WriterGoldOfficina
Biblioteca
Acquista
Preferenze
Recensione
Contatto
Home
Admin
Conc. Letterario
Magazine
Blog Autori
Biblioteca New
Biblioteca Gen.
Biblioteca Top
Autori

Recensioni
Inser. Estratti
@ contatti
Policy Privacy
Autori di Writer Officina

Daniele Possanzini
Sono nato a Lecce, una magnifica cittadina barocca della Puglia che ho lasciato quando ancora frequentavo le scuole elementari. Dopo il liceo scientifico mi sono laureato in scienze dell'informazione e appena ho iniziato a lavorare ho messo in pratica con soddisfazione tutto quello che avevo studiato. Negli anni successivi ho ricoperto ruoli tecnici, imprenditoriali e manageriali nel settore informatico in Italia, negli Stati Uniti d'America e in Europa. Negli ultimi anni sono stato Confidential Counselor per la prevenzione delle molestie sessuali e psicologiche e ho acquisito molta esperienza e conoscenza del comportamento delle persone in condizioni di conflitto. Attualmente vivo a Pisa con mia moglie, sulle rive del fiume Arno, e dedico molto tempo a lettura, scrittura e a passeggiate in montagna.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Daniele Possanzini: Ai tempi del liceo, quando studiavo molta letteratura italiana sia per motivi scolastici che per interessi personali. Nel tempo, il lavoro mi creava interessi per altre culture e, quindi, pur mantenendo la passione per i classici italiani, mi avvicinavo sempre più agli autori francesi e inglesi. Nei classici ho cercato la struttura dell'opera, il messaggio che l'autore voleva inviare e lo spazio che veniva dato ai sentimenti umani nel contesto delle diverse storie.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Daniele Possanzini: Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas, letto tanti anni fa, mi lasciò sicuramente la voglia di costruire un romanzo basato su una storia costituita di un intreccio di eventi e di personaggi dotati di notevole intelligenza e umanità. In quel romanzo Dumas creò un intarsio di avvenimenti coordinati tra loro e finalizzati a ottenere il castigo finale di chi aveva procurato un torto, sfortunatamente per lui, a uno che era dotato di ingegno. Con il tempo ho pensato, però, che proprio il Conte invitasse il lettore alla vendetta e ne ho preso le distanze dal punto di vista del messaggio che inviava al pubblico.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Daniele Possanzini: Il primo libro, di tanti anni fa, aveva un contenuto tecnico e fu pubblicato sulla richiesta di una piccola casa editrice toscana per un mercato universitario che lo attendeva. Quindi fu un'esperienza poco formativa in termini di successo o fallimento dell'iniziativa.

Writer Officina: Pubblicare su Amazon KDP è stata una scelta vincente?

Daniele Possanzini: Sicuramente in termini di rapidità di preparazione e pubblicazione. Mi ha esposto però subito alle problematiche della promozione e vendita del libro. Richiede, come per l'editoria tradizionale, che il processo di creazione, pubblicazione e commercializzazione sia di qualità in tutti i suoi aspetti. Un aspetto importante è che i pagamenti ogni mese sono puntualissimi. Al momento, anche se i numeri non sono grandi, la considero una scelta che sta vincendo. Nel senso che sto combattendo per farla continuare a vincere.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Daniele Possanzini: Senza dubbio, - Pervinca – enigma della molestia per una donna geniale - . È un libro costruito con intrecci temporali surreali. Racconta una storia infinita di una molestia sostanzialmente psicologica che può essere sofferta anche da una donna geniale quando ha un sogno da realizzare, perché in quel momento espone la parte più vulnerabile di sé. Il romanzo è ed è stato giudicato complesso e con molte chiavi di lettura dai recensori, specialmente quelli che hanno intercettato la insolita struttura temporale e spaziale della storia. I personaggi sono però così quotidiani e vicini alla vita di tutti i giorni che con il loro pensare e agire dovrebbero mettere in guardia tutti noi da chi sfrutta i nostri sogni, che sono le nostre debolezze, per i propri fini.
È un thriller psicologico e surreale perché ho immaginato una situazione famosa nella storia che riappare nel presente evocando il sogno e che poi sprofonda di nuovo nel suo passato remoto. Vengono affrontati temi molto attuali oltre alla molestia, cioè l'amore fisico, il desiderio fuori dalla morale, la genialità che non protegge da tutto e il piacere intimo e infinito che può dare il raggiungimento di un obbiettivo.
Sono affezionato a questo romanzo perché racchiude tutto il mio pensiero sulla quella libertà di sognare e di amare che ci rende vulnerabili all'inganno. Per sognare e amare dobbiamo aprirci agli altri e fidarci anche degli sconosciuti che possono però approfittare di noi.
In più, questo libro contiene anche elementi misteriosi che mi divertono molto, che mi aiutano ad attirare la curiosità del lettore e a mantenere la sua attenzione. Così accadeva da bambino, quando mi inventavo le situazioni più illogiche e insensate con lo scopo di sconcertare i miei genitori e i miei amici per far sì che ascoltassero con più interesse il mio messaggio nascosto.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Daniele Possanzini: Creo e confermo l'idea iniziale. Identifico i vari percorsi di lettura in modo da rendere possibili diverse interpretazioni della storia. Individuo il messaggio che deve rimanere addosso alla lettrice e al lettore. Poi definisco il luogo e il tempo. I personaggi vengono alla fine. Può sembrare strano ma sono i portatori del messaggio e quindi arrivano dopo di tutto. Sono i miei umili esecutori. Scrivendo, qualche idea può modificare qualcosa, ma deve rimanere costante il messaggio. Come è successo per il mio romanzo in preparazione, dove ho cancellato tutto e ho ricominciato con elementi completamente diversi. Poi accade che, viaggiando in auto, io mi debba fermare all'improvviso per prendere qualche appunto riguardo la storia che sto scrivendo. Oppure, come in passato, è successo che alla guida dell'auto io dicessi a mia moglie: - Ricorda che Pervinca deve andare da sua nonna e parlarle del viaggio che deve fare, ma non può dirlo a suo marito. E ricorda anche che suo padre dovrà essere sincero con sua moglie, madre di Pervinca. E ricorda che... - e che mi venisse risposto: - Scusa, non ho sentito, mi sono distratta. -
Ho tanti piccoli libretti con matita allegata in cui scrivo qualcosa non appena mi fermo a un semaforo e mia moglie non mi ascolta.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Daniele Possanzini: Sto completando un nuovo libro che sarà un giallo contenente un bel rompicapo per il lettore. Questa volta metterò furtivamente molta della mia competenza professionale di esperto di sicurezza informatica e dei miei periodi di vita vissuta in Italia e all'estero in comunità internazionali.
I personaggi avranno una carica intellettiva notevole e ciascuno di loro crederà di capire la soluzione del giallo prima della fine. Che sarà sorprendente e comprensibile a tutti i lettori. Queste sono le mie intenzioni.

Writer Officina: Dove trovi l'ispirazione per le tue storie?

Daniele Possanzini: Traggo ispirazione dalla mia esperienza professionale tecnica, da quella umana di imprenditore e manager pubblico e da quella psicologica di Confidential Counselor. Poi, la mia forma mentis di progettista di sistemi e sicurezza informatica mi suggerisce trame intricate con eventi correlati e distribuiti come bombe a orologeria lungo la vita dei miei personaggi che amano e sognano senza limiti.
Le mie storie nascono per stupire con lo scopo di far riflettere, per invitare a intuire cosa possa accadere nelle situazioni in cui il tempo ci posiziona anche a nostra insaputa. Non è facile avere consapevolezza che le cose stanno andando bene, o male, o che il tempo si è fermato o che il presente che si vive è già il futuro o è addirittura ancora il passato.
Anche il vero e il verosimile, la fiducia e l'inganno mi affascinano e sono un'altra fonte non secondaria di ispirazione. La natura umana è disposta a tutto pur di soddisfare i propri desideri e questo crea motivazioni per simulare e dissimulare i propri stati d'animo e azioni.
Tutti i miei Libri
Profilo Facebook
Contatto
 
2631 visualizzazioni