Writer Officina
Autore: Andrea Ansevini
Titolo: La più bella estate della mia vita
Genere Romanzo Contemporaneo
Lettori 461 1
La più bella estate della mia vita
Mi chiamo Tobia Caporali; Tobi per gli amici.
Ho quindici anni e sono figlio unico, i miei genitori si chiamano Marco e Laura.
Quella che mi appresto a raccontare è la storia dell'estate più bella della mia vita.
L'estate, si sa, è tempo di vacanze e di relax per tutti.
Chi ama leggere, per esempio, riesce a trovare non solo il tempo, ma anche il momento giusto per immergersi nelle pagine di un bel libro e godersi la lettura senza fretta.
Un buon libro può essere un ottimo compagno di viaggio e, al rientro dalle ferie estive, avrà un aspetto particolare, che ricorderà immediatamente quei giorni di relax, stupore e spensieratezza vissuti durante la bella stagione: magari avrà la copertina sporca di sabbia e salsedine, oppure sarà sgualcito e arrotolato a mo' di giornale per averlo tenuto parecchio tempo nella tasca laterale dello zaino durante le escursioni. Le pagine saranno forse permeate dall'umidità assorbita nelle calde notti e alcune, chissà, saranno corredate da appunti e impressioni sui luoghi visitati, le facce incrociate per caso, gli scorci di bellezza improvvisa
scovati girovagando con curiosità.
Per me, scrivere è come dipingere: non si sa mai l'esatta sfumatura che si otterrà.
Mentre sto scrivendo, la mia mente torna alla stupenda isola di Favignana, nell'arcipelago delle Egadi, in Sicilia.
Un'isola felice, dove vorrei vivere per sempre.
Tobia chiuse l'amato diario e lo ripose nel cassetto del comodino. L'indomani sarebbe partito per Favignana, e doveva ancora preparare la valigia.

Favignana, giovedì 24 luglio 1975.

Tobia era uscito presto di casa per correre in spiaggia a guardare il sole sorgere sul mare. Lo faceva ormai da una settimana, perché adorava quel momento unico ed emozionante del mattino. Da quando aveva raggiunto la casa che era stata dei suoi nonni paterni per trascorrervi le vacanze con i suoi genitori, non aspettava altro. Ogni volta si incantava a guardare i gabbiani volare liberi e salutare con i loro garriti il sole nascente.
Poi si toglieva in fretta i sandali e iniziava a correre a piedi nudi sul bagnasciuga. Sorridendo, allargava le braccia facendole vibrare nell'aria come fosse anche lui un gabbiano.
«Sto volando! Sto volando!» ripeteva felice.
Come ogni mattina, mamma Laura e papà Marco lo avevano accompagnato alla spiaggia.
«Attento a non inciampare!» gli gridò la madre cercando di non perdere di vista il suo piccolo, grande tesoro.
Tobia si fermò. Stanco, ma felice. Piano, ritornò accanto ai genitori e dallo zaino estrasse la macchina fotografica di suo padre.
«Fai attenzione a non farla cadere in acqua!» si raccomandò il padre.
«Dai, babbo! Ho ormai quasi quindici anni, non sono più un ragazzino!»
Giunto vicino al mare, scattò una foto per fissare quel momento magico, l'attimo sospeso tra la notte che muore e il giorno che sta per nascere e che riporta il battito della vita.
L'acqua era talmente trasparente che si vedevano nuotare banchi di pesciolini e, sul fondale, piccoli granchi bianchi, così simili al colore della sabbia, che fuggivano rapidi in ogni direzione.
Laggiù, dove il cielo abbracciava il mare, ora c'era solo un bagliore rosso fuoco, che si stemperava in mille sfumature.
«Sembra la copertina dell'album “Sabato pomeriggio” di Claudio Baglioni, vero?» disse, rivolgendosi ai suoi genitori.
«Eh già. Troppo bella quella canzone, peccato solo che il testo sia un po' triste», rispose Laura.
«Sì, certo... come tutte le sue canzoni; del resto, se lo chiamano “agonia” un motivo ci sarà, no? Io preferisco il “Mimmo nazionale”», rise Marco, che adorava la canzone “Piange il telefono” di Domenico Modugno.
«Però Claudio ha un fascino irresistibile ed è più bello di te!» ribatté Laura.
Mentre i due si rimbeccavano scherzosamente sui capisaldi della musica italiana, Tobia accese la radio che suo nonno Attilio gli aveva regalato tre anni prima, giusto un mese prima di morire.
In quel momento stavano trasmettendo “Amore grande, amore libero”, de Il Guardiano Del Faro, una vera hit che da alcune settimane stava dominando le classifiche dei 45 giri.
Ogni volta che ascoltava quel brano, Tobia si sentiva libero di viaggiare con la fantasia.
«Adesso vi faccio vedere che so volare come i gabbiani!»
Allargò di nuovo le braccia, agitandole come ali, e ricominciò a correre, poi si arrampicò sugli scogli.
«Tobia, scendi giù subito, finirai per farti male!» urlò Laura, ma lui si gettò nel vuoto, urlando: «Guardate come volo!»
«Oddio!» esclamò la donna, ma poco dopo Tobia stava già risalendo sulla scogliera, per poi lanciarsi di nuovo in mare.
Il tempo di riprendere fiato e via, di nuovo sugli scogli.
Aveva iniziato con quelli più bassi, poi si era arrampicato sempre più in alto, lanciandosi senza paura. Il suo sogno era quello di tuffarsi dalle scogliere a picco sul mare.
E un giorno, un giorno in cui il mare infuriava e ruggiva in mille gorgoglii e onde con tutta la sua forza e il vento sferzava le vie dell'isola, gemendo e ululando quasi fosse una minaccia pericolosa, Tobia decise che era venuto il momento di lasciare il segno.
Nonostante il cielo cupo e il vento forte, quella mattina era andato sulla spiaggia per dare sfogo ai suoi pensieri, felice di poter volare nell'aria come i gabbiani che amava tanto.
Era arrivato in cima alla scogliera salendo gli scalini sconnessi e si era fermato in una cava di tufo, quella chiamata “del Bue Marino”. Qui, aveva inciso il suo nome
sulla parete rocciosa, poi aveva raggiunto lo spiazzo da cui si sarebbe buttato.
Nonostante il cielo grigio, da lassù si poteva godere di una vista mozzafiato.
Tobia cercava con lo sguardo l'orizzonte, ma il cielo e il mare sembravano una cosa unica, fredda e scura.
Si avvicinò al parapetto di pietra, sporgendosi per guardare il mare. Sotto di lui le onde s'infrangevano violentemente sulla scogliera. Provò a chiudere gli occhi,
immaginando sotto di sé un immenso tappeto di erba verde. Li riaprì, prese la rincorsa e si buttò con coraggio nel vuoto.
«Tobia!» urlò suo padre, vedendolo volare giù da quell'altezza terrificante.
Per qualche secondo Tobia ebbe veramente l'impressione di volare come un gabbiano. Poi arrivò il devastante impatto con l'acqua e subito dopo venne sommerso dai cavalloni.
«Oh mio Dio, Marco... Dove è finito Tobia?» urlò Laura, atterrita.
«Non lo so, non lo vedo più...»
Marco correva avanti e indietro, scrutando il tratto di mare che aveva davanti.
«Tobia, dove sei?» urlava disperato.
«Tobia, ci senti?» gridava sua madre.
Del loro figlio, però, nessuna traccia, e iniziarono a temere il peggio.
«Dobbiamo chiamare i soccorsi», affermò Laura, sempre più spaventata.
«Babbo, mamma... Sono qui. Avete visto? Ce l'ho fatta!»
La voce di Tobia giunse loro da uno scoglio; il ragazzino li stava salutando come se nulla fosse accaduto. «Visto che volo ho fatto?»
«Tobia, ci hai fatto morire di paura!» gridò suo padre dirigendosi verso di lui. «Dai, adesso scendi. Torniamo a casa, prima che inizi a piovere.»
«Arrivo. Prima però voglio fare un altro salto.»
Nonostante le proteste dei genitori, e prima che potessero raggiungerlo per fermarlo, salì di nuovo sulla scogliera, deciso a ripetere l'esperienza.
Saltò di nuovo, questa volta senza paura alcuna, ma invece di cadere in mare, andò a sbattere su uno scoglio che sporgeva dall'acqua. Un dolore lancinante al fianco gli tolse il fiato. La vista gli si annebbiò e perse i sensi.
Suo padre lo raggiunse in un battibaleno, lo prese in braccio e lo riportò sulla spiaggia.
«Ha una profonda ferita al fianco e perde sangue!» disse a sua moglie.
«Chiamo l'ambulanza!» rispose la donna correndo verso il vicino bar.
Il mezzo di soccorso arrivò pochi minuti dopo e Tobia venne portato al Pronto soccorso dell'ospedale più vicino.
«Vostro figlio ha riportato la frattura di tre costole», disse il dottore che lo aveva avuto in carico, dopo averlo sottoposto a radiografia e ulteriori accertamenti.
«Quindi cosa dobbiamo fare?» chiese Marco.
«Per un mese circa dovrà stare a riposo, non dovrà fare sforzi né sollevare pesi. Vi prescrivo degli analgesici per alleviare il dolore.»
Ormai le vacanze erano rovinate, ma Tobia non si perse d'animo. Una volta tornati alla casa dei nonni chiese a sua madre con un sorriso: «Ci torneremo presto a Favignana, vero?»
«Sì, tesoro, il prossimo anno ci ritorneremo», rispose Laura, intenta a preparare le valigie.
«Non vedo l'ora di tornare a volare con i gabbiani.»
Il giorno seguente la famiglia Caporali partì per fare ritorno a Pistoia. Per strada, li accompagnava una nuova canzone, appena uscita: “Sei bellissima” di Loredana Bertè.
Andrea Ansevini
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Autori di Writer Officina

Andrea Ansevini
Mi chiamo Andrea Ansevini e sono nato ad Ancona il 30 aprile 1979.
Nel 2010 ho pubblicato il mio primo libro di poesie, "Poesia nel diario - 50 pensieri nel tempo" , edito da Marcelli Editore.
Nel 2015 ho pubblicato in self il mio primo romanzo dal titolo "La porta misteriosa" .
Nel 2017 "Le Mezzelane Casa Editrice" , pubblica il mio secondo romanzo, "Oltre la porta" .
Il 2019 viene pubblicato il romanzo giallo dal titolo "Delitto in casa" Le Mezzelane, scritto con Alessandra Piccinini.
Nel 2020 pubblico in self una raccolta di racconti dal titolo "Vietato dormire (20 racconti per restare svegli)".

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Andrea Ansevini: Era il 1995 e in un giorno di noia abbozzai su un foglio una mia piccola riflessione riguardo i poeti. Qualche giorno dopo l'ho voluta modificare in formato poetico. Nacque così la mia prima poesia.

Writer OfficinaWriter Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Andrea Ansevini: It di Stephen King

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Andrea Ansevini: Si, l'ho proposto a un editore. I risultati ci sono stati e il riscontro era stato positivo, poi ruppi con lui a causa di problemi economici che mi ha causato e così dopo qualche tempo ho pubblicato il mio primo romanzo in self "La porta misteriosa". Due anni dopo ho trovato come casa editrice "Le Mezzelane Casa Editrice" di Rita Angelelli e le ho proposto il mio secondo romanzo "Oltre la porta" , romanzo con cui ho realizzato oltre 100 presentazioni e ricevuto vari riconoscimenti letterari.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Andrea Ansevini: Per me si, poi pure vero che ci sono tanti altri store oltre ad Amazon, quindi usati sapientemente possono portare risultati anche soddisfacenti.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Andrea Ansevini: Sono affezionato a tutti e cinque quelli che ho scritto, ma più di tutti il sopra citato "Oltre la porta" . Parla Questo romanzo racconta le nuove avventure di Michele Rovito. Il ragazzo che era tanto pauroso e insicuro ormai è cambiato, diventando un marito esemplare e il padre di due meravigliosi gemelli.
Ma, "Oltre la porta" , lo attendono sempre nuovi problemi, imprevisti della vita e ricordi penosi, che lo porteranno fuori dal mondo che conosce attraverso situazioni al limite del paranormale; in un vorticoso turbinio di eventi e riflessioni sulla vita e sulla morte, dal quale non gli sarà facile uscire nonostante abbia una figlia dotata di poteri particolari e sente le cose prima che succedono.
Il tutto alternato da momenti di realtà, fantasia, sogni e paranormale. Solo alla fine si saprà se tutto ciò che Michele vive è la sua vita reale, se sta fantasticando, se sogna o se è addirittura morto.
Un romanzo che vi lascerà a bocca aperta, dato che oggi giorno tutti ci troviamo davanti ad una porta e prendere delle decisioni che ci riserva la vita, perche alla fine Michele è uno di noi. E se il protagonista fossi proprio tu che mi leggi?


Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Andrea Ansevini: Prendo appunti al pc e a volte anche d'istinto scrivendo di getto quello che ho dentro in quel momento.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro?
È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?


Andrea Ansevini: Si. Non uno ma tre libri. Uno mio da solo e due in collaborazione di due amiche, mentre un terzo in collaborazione l'ho già scritto e inviato alla casa editrice. Sono generi diversi tutti e quattro tra loro, ma non posso svelare nulla perché non mi piace dire le cose prima del tempo. Sai, sono molto geloso....

Writer Officina: La tua passione per la scrittura come e quando nasce?

Andrea Ansevini: Nasce come detto sopra nel 1995.

Writer Officina: Hai fatto dei corsi?

Andrea Ansevini: Si. Ho fatto dei corsi di scrittura creativa e un corso di dizione e pronuncia con il doppiatore nazionale Luca Violini.

Writer Officina: Come hai trovato il tuo editore?

Andrea Ansevini: Una persona straordinaria e accogliente disposta ad ascoltarti ed aiutarti. Organizza molti incontri reali e virtuali in modo impeccabile. Ha uno staff molto efficiente.

Writer Officina: Cosa c'è di te nel tuo romanzo?

Andrea Ansevini: Ci sono io e sono l'Andrea Ansevini che tutti conoscono essendo un amico del protagonista. Ho dato a lui le mie passioni musicali e letterarie.

Writer Officina: Per i personaggi hai fatto riferimento, magari in parte, a persone reali oppure sono solo frutto della fantasia?

Andrea Ansevini: Si, perché mi ispiro molto a fatti reali e a volte ci scrivo nomi e cognomi di persone realmente esistenti. Altri poi sono frutto della fantasia.
Writer Officina: Ti sei documentato, p.e. sui luoghi, sulle professioni di cui parli, sulle industrie farmaceutiche?

Andrea Ansevini: Ho fatto una ricerca prima e mi sono basato anche su conoscenze di amici e amiche.

Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?

Andrea Ansevini: Si confermo ma in parte. Aiuta nei momenti di stress o di stanchezza e può essere una liberazione di ciò che non va. Altre volte può essere anche un solo divertimento per dare libertà alla nostra fantasia.

Writer Officina: Cosa vorresti che le persone dicessero del tuo romanzo?

Andrea Ansevini: Leggetemi e non ve ne pentirete. Vi porterò a fare un viaggio reale e al tempo stesso fantastico.

Writer Officina: Stai lavorando a un nuovo progetto? Ce ne vuoi parlare?

Andrea Ansevini: Sto scrivendo a diversi progetti, sia da solo che in collaborazione. Mi piace mantenere il segreto, ma vi dirò vi saprò "catturare" e farvi "viaggiare" fuori dal solito mondo che conosciamo.
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