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Non a caso
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Vita eterna
Non sarà una vera fine se tu conserverai una piccola traccia di me. Non fatta di oggetti, suoni ma di impercettibili lampi, quelli dei nostri sguardi che attraversano l'aria, proprio questa, che un giorno non respirerò più, ma che ti accarezzerà. Ti domanderai allora se la vita è eterna. Lo è, tu stai leggendone il suo mistero.
Tempo
La testa nei libri. È così che affronto il vuoto del nostro futuro, guardando al passato. Eppure, mi dico, preferisco ciò che mi ha preceduto, anche se quel tempo non è più se non nei libri. Voglio anch'io scrivere una pagina che rimanga, di me. Ma la testa nei libri devo comunque affondarla.
Natale
Una cosa ho capito Che ognuno di noi è dentro una scatola All'interno vi sono virtù, difetti, silenzi e risate. Non è importante la loro quantità, ciò che conta è far parte, è esserci, sempre, in ogni momento, perché solo così si può amare. È una scatola magica, è il dono più bello e non solo a Natale Si chiama famiglia.
L'anno nuovo
Ringraziamenti trascritti sul foglio quello della propria anima che non ti mente mai. Ritrosia ad esternarli. Meglio chiedere, c'è molto spazio per i desideri, e chi non ne ha? Desideri che soffocano un grazie di maggior valore e spessore. Desideri che volano in alto ma non abbastanza. Ringraziamenti timidi, il tuo lato migliore.
La guerra degli altri
Non si può assistere impotenti dal caldo delle nostre case, indignandoci, commuovendoci. Non si può e si deve uscire per strada cercando angeli silenziosi che davvero stanno facendo qualcosa sul campo e chiedere loro di partecipare: un soldo, un pasto, un letto? Come? È venuto il tempo di ascoltare il cuore silenziando egoismi e inutili comodità. Uscirò per strada.
La pioggia
Piove nell'anima oggi, pare uno scroscio violento. Non lava nulla però, porta detriti, freddo nel cuore. Smetti di fingere che ognuno abbia un riparo, non per tutti la pioggia cade e parla allo stesso modo. A me urla dentro, la mia impotenza e la mia comodità. Vergogna che non riesco a cancellare.
La terza parte
Per eclissarsi è sufficiente invecchiare. Lasciare quel lavoro che ti ha portato via tanta vita Illudendoti che fosse l'unica, che volessi proprio lei. Ora i giorni non sono più lunghi ma sono soltanto tuoi. I passi si fanno più consapevoli, il respiro è libertà. Non pensare al segmento che ti separa dall'ultimo fiato, ma inebriati di luci, colori e forme che prima non vedevi. Fuggi da coloro che ancora stanno correndo.
Stomaci gonfi
Stomaci gonfi che faticano a digerire Case che si riempiono di spazzatura E oggetti bellamente inutili E loro fuori, che camminano cercando Un riparo dal freddo solitario Lo stomaco che brontola forse per fame Forse per rabbia vedendo la nostra indifferenza
Per la strada
Hai teso la mano cercando il mio sguardo occhi imploranti un aiuto. Sai che sono un passante e che entrambi non ci ricorderemo uno dell'altra a meno che a meno che io mi fermi ad ascoltare il tuo disagio, la tua disperazione. A te di me resterà una moneta a me la mia impotenza a comprenderti davvero.
Ascoltare
Ho chiuso i timpani Lasciando fuori il mondo I suoi rumori Le sue grida d'aiuto. Anche le risate non odo più, E nemmeno i sospiri d'amore. Vivo al riparo del silenzio E mi affido ad altro senso Quello dell'ascoltare Prima di tutto me stesso. Udire non è ascoltare. Ascoltare richiede conoscenza.
Il teatro
Siamo comparse piene di brio che calcano scene in divenire, pronte ad indossare maschere, abiti, persino cappelli di cattiva foggia. Dimentichi di specchiarci ci ritroviamo un giorno vecchi, protetti da un logoro sipario. Presto lasceremo il pubblico tra applausi o critiche, e gli abiti, i cappelli, e l'ultima maschera, forse a malincuore. Attori consumati, ci prepariamo a credere in un altro spettacolo, privo di pubblico ma luminoso.
Donne
Potenza spesso soffocata ma che non si lascia domare se non dall' amore, lui solo, le indica strade che si rivelano a volte vicoli bui, altre, tragitti difficili ma che mai temono di affrontare.
Fine
Guardo i giorni, uno dietro l'altro fitti di annotazioni, impegni, scadenze. Eppure, i riquadri che ora mi ricordano cosa devo fare, un giorno saranno bianchi. Come la mia anima, alla quale non servirà un calendario.
Lenzuola bianche
Perfette e ignoranti del corpo che verrà, adagiandosi e cercando riparo e conforto.
Laggiù nella cesta invece lenzuola sofferte che verranno lavate, colpevoli e complici di una morte che non hanno potuto evitare.
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Mi ritengo una persona molto fortunata perché dopo molti anni nei quali ho esercitato una professione nel mondo dell'alta finanza e aver viaggiato parecchio, ho potuto dedicarmi alla vera e incontenibile passione per lo scrivere. Figurati che già al liceo i miei componimenti venivano appesi in bacheca e mia nonna mi chiedeva di scriverle i bigliettini di Natale perché” avevo fantasia e garbo”. Così, con la maturità ho partecipato ad un concorso con il primo libro, che si è qualificato al primo posto. Non ci credevo, peccato però che l'editore che avrebbe dovuto pubblicarlo si è dileguato. Ma non ho smesso di misurarmi in concorsi e contest, arrivando al numero di otto romanzi. Ho nel tempo acquisito un necessario distacco dall'ambizione e punto ormai soltanto a migliorarmi per lasciare a quei pochi lettori dei buoni prodotti. Mi piace consigliare chi esordisce con una prima opera ma anche scambiare opinioni con chi non è più un esordiente.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Daniela Vasarri: Già alle elementari, e ancora oggi la ritengo la migliore opportunità di farmi sentire bene.
Writer OfficinaWriter Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Daniela Vasarri: Moltissimi, però non ho mai dimenticato “la casa degli spiriti” di Allende.
Writer Officina: Hai fatto dei corsi??
Daniela Vasarri: No, ho seguito una giornata di presentazione ad un corso, forse nel futuro potrei farlo ma non è ancora maturata in me questa necessità.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Daniela Vasarri: Non ho idea, di certo offre l'opportunità a tutti di pubblicare, tuttavia ritengo quasi fondamentale che un libro debba essere vagliato da chi è esperto nel settore, un editor o comunque un editore appassionato che sappia muovere le dovute critiche.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Daniela Vasarri: a “Maeva, la benvenuta”. Perché è una storia che ho scritto di getto e il cui epilogo si è avverato proprio come io lo avevo ipotizzato, è stata una sorta di premonizione.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Daniela Vasarri:L'idea non nasce mai a tavolino, ma una volta entrata nella testa ha bisogno di essere indirizzata sulla carta, quindi sì, preparo uno schema iniziale, ritaglio i personaggi, gli ambienti, lasciando i colpi di scena liberi di presentarsi nel corso della stesura.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Daniela Vasarri:: Ho iniziato da poco un romanzo che definirei intimista, io amo comunicare i sentimenti ed in particolare quelli femminili.
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