Writer Officina
Autore: Claudia Calisti
Titolo: Lista d'addio
Genere Avventura
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Lista d'addio
Il cuore mi guida

Zoe parcheggiò di fianco al Derby bar, deserto, a quell'ora del primo pomeriggio di una settimana torrida, non insolita per la stagione.

In pensione da circa un anno, non aveva né l'aspetto né l'intenzione di fare vita da vecchia signora in disarmo, tutta uncinetto, biscotti e torte della nonna.

Perciò aveva progettato per tempo come impiegare le giornate quando avesse finito con la sua professione da criminologa.

Ogni mercoledì si incontrava con tre amiche tutte in pensione come lei ma altrettanto vivaci.

Appena entrata, le ragazze, come le chiamava, le fecero un segno di saluto.

Zoe prese posto accanto alla finestra. Alle amiche non passò inosservata la nuova espressione del suo viso.

- Hai una faccia compiaciuta, mia cara, deve esserti capitato qualcosa di speciale- A Marisa non sfuggiva mai niente, col suo occhio attento da ex assistente sociale.

Le altre due si misero in ascolto, convinte che da Zoe non potessero aspettarsi niente altro che un evento interessante.

Adriana estrasse un ventaglio dalla borsa e prese a rinfrescarsi facendo danzare i suoi biondi capelli curatissimi.

- Ricordate di quando vi ho parlato della mia passione per le percussioni? -

Le ragazze si scambiarono uno sguardo sconcertato, ricordando che aveva avuto problemi di dolore al polso.

Bella l'avrebbe imitata volentieri.

- Non ci penso nemmeno-

- Dunque? - incalzò Marisa.

- Venti anni fa avevo conosciuto un ragazzo, già allora più giovane di me, avrebbe potuto essere mio figlio, molto garbato, oltre che attraente, bravissimo maestro di percussioni. Chiuso con quella passione, sono comunque restata in contatto con alcuni compagni di corso. Sentendoci in diverse occasioni. -

- Finché è scoppiata la scintilla? - Bella, inguaribile romantica.

- Ma no! Mica mi sono rimbecillita! -

- E che ci sarebbe di male? – sogghignò Marisa,

- Ma dai! - Aggiunse Adriana con una smorfia eloquente.

- Fatemi finire, accidenti! Bene: questo ragazzo, Ariel, ha deciso di fare un esperimento sociale ed è partito a piedi per arrivare in Nepal. -

- Che nome romantico: come il vento! - ancora Bella con sguardo sognante.

- Spirito dell'aria, secondo Shakespeare e arcangelo, secondo la tradizione ebraica. - puntualizzò Adriana.

- Gli ho chiesto come fosse arrivato ad un simile progetto, cosa lo avesse spinto, con quali risorse intendesse farvi fronte. -

Zoe parve meditare assorta, lasciando le ragazze in sospeso. Poi

- Mi ha risposto: è il mio cuore che mi guida, semplicemente. -

Zoe fece ancora una pausa e guardò le amiche: voleva i concetti che stava per esporre facessero una certa presa su di loro.

- Perché a piedi? - La precedette Bella

- Più economico, immagino, o magari è un atleta- Adriana scosse il ghiaccio nel suo bicchiere di analcolico.

Non gli ho fatto domande troppo personali ma solo tecniche, di cui poi vi dirò. La ragione per la quale ve ne sto parlando è invece molto strana. Quest'uomo sta facendo una cosa che io non avrei mai fatto, eppure la sua impresa mi attrae. Detesto l'improvvisazione, l'imprevisto, la mancanza di comfort, e soprattutto non sapere con chi mi sto rapportando. Ovviamente non parlo di oggi, nelle condizioni precarie di salute in cui mi trovo, ma anche di prima: non avrei sfidato il mondo nemmeno a venti anni. Proprio non so spiegarmi questo interesse per un progetto che mi scombina. Ed escludo un interesse particolare per Ariel che, ripeto, potrebbe essere mio figlio. -

-Non mi sembrerebbe troppo strano. Ti ci vedrei proprio con un toy-boy. -

- Marisa, non scherzare, neanche per idea, guarda: la semplice libertà di mangiare, dormire, perseguire i miei interessi senza interferenze o presenza di qualcuno, non la baratterei con niente al mondo. Pensa alla meraviglia di potermi concentrare nei miei pensieri senza interruzioni. -

- Forse c'è una parte di te che hai soffocato. -

- Forse ma non ho mai desiderato davvero viaggiare, allontanarmi, esplorare: a scuola detestavo tanto la Matematica quanto la Geografia. Per questo vorrei capire perché ogni sera aspetto con tanta ansia di collegarmi con lui in streaming per sentire le ultime notizie. Inoltre mi capita altro fenomeno strano: mentre lui parla io indovino la parola esatta che sta per usare nel suo discorso, in qualunque lingua si stia esprimendo, poiché nei collegamenti si rivolge ad amici e followers di ogni provenienza. -

- Sollecitudine materna? - Adriana azzardò una ipotesi.

- Potrebbe essere ma io ho un figlio con cui rapportarmi e lui una madre. -

- Se non è attrazione per lui come uomo, né come figlio, cosa può mai spingerti a seguire la sua avventura? -

-Ragazze, è quello che vorrei mi aiutaste a capire. Ditemelo voi. Non amo l'avventura e nemmeno i viaggi, sono attratta solo dai documentari-

-Ci sono! - disse Adriana sbattendo il ventaglio sul tavolo, è la crisi della pensionata. -

- Vuoi dire la noia? -

- Sicuro! -

- Ma no, lo sai che ho molti interessi, faccio Tai chi, leggo, studio lingue orientali, ho le mie piante, il giardino. -

- Dici di no, eppure qualcosa ti coinvolge. Io ho una idea- Bella prese a giocherellare con il suo anello preferito- forse il tuo interesse ha a che fare con la tua professione. - Zoe le toccò un braccio.

- Non sei lontana dalla verità. Unamuno asseriva che l'uomo spesso manca del senso della tragedia. Io invece penso di averlo radicato, fin troppo, e per sfuggirlo ho bisogno di provare a me stessa che il male è inevitabile. -

- Ti serve una sfida per sentirti viva-

- Marisa, hai centrato. Non un uomo ma una sfida, credo sia questo. Ho bisogno di storie: una vera dipendenza. -

- Una vita piatta non ti si addice: non ti vedo con l'uncinetto in mano. -

- Non ne sono capace, ecco tutto. Avevo una amica dal cuore grande e le mani d'oro: Tina. Con ago e filo faceva ricami sublimi e con l'uncinetto trine spettacolari, non è certo un'arte minore, sapete. -

- Nessuno lo nega Zoe, solo che a te le trine piace farle col pensiero. -

Zoe tacque a lungo meditando sulle parole di Adriana.

- Facendo il mio mestiere ad un certo punto cominci a chiederti che cavolo ha la gente per agire in un certo modo. E te lo chiedi talmente a lungo che finisci per odiare tutta l'umanità come genere. E questo fa sì che ti passi la voglia di stare vicino agli altri. -

- A sentirti sembra irreversibile- Adriana la fissò poco convinta- ma a noi non dai questa impressione -

- Strano-aggiunse Marisa- poi all'improvviso ti coinvolgi nell'impresa di Ariel, così lontana dal tuo sentire. -

- Non faccio che chiedermelo: fino a che punto il coinvolgimento in una storia altrui è aneddotico o definitivo.
Claudia Calisti
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Autori di Writer Officina

Claudia Calisti
Sono nata nel 1951 a Roma. La passione del raccontare devo averla nel DNA e già alle elementari mi distinsi con un tema in un concorso per alunni che premiava con borsa di studio. Questa esperienza fu negativa però, in quanto il Ministero fece questione per un fattore di reddito familiare, pur essendo i miei genitori appartenenti al ceto medio e abitassimo in una casa popolare, per cui non mi fu pagata. Requisito economico non specificato nel bando, per cui vissi la faccenda come una ingiustizia, avevo appena iniziato a credere nel merito, al punto tale che non ho mai più partecipato a concorsi di scrittura. Ma non ho mai smesso di scrivere, per me è ossigeno, fino al giorno in cui ho incontrato l'autopubblicazione e ho visto realizzato il mio sogno di poter far leggere ad altri le mie storie. Ho pubblicato da indi una trentina di libri e sapendo che sono in rete, esistono e mi sopravviveranno, sono abbastanza soddisfatta.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Claudia Calisti: Praticamente da sempre, ho iniziato a leggere e a leggere di tutto quello che trovavo, persino il Decamerone, fin dalle elementari. Salvo poi indirizzare i miei gusti in ben altra direzione.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Claudia Calisti: Alcuni autori più che un singolo libro, studiati alle scuole superiori, Giovanni Verga, Grazia Deledda, Luigi Pirandello, per lo stile e Curzio Malaparte per stile e contenuti, poi in seguito la letteratura statunitense contemporanea in particolare Philip Roth. Ma anche Edgar Lee Masters.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro lo hai proposto ad un editore e con quali risultati?

Claudia Calisti: Ho provato, non col primo libro, con un editore non a pagamento ma per indipendenti, senza avere grande diffusione.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare con Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Claudia Calisti: Una mezza opportunità: senza sbattimenti, come va di moda dire oggi, non ottieni granché.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa si tratta?

Claudia Calisti: Sì, il libro si intitola Pescatore di donne, e come sempre è una storia vera. Non scrivo e non leggo genere di fantasia o fantascienza o falso storico. Si tratta della storia di uno stalker raccontata dal suo punto di vista e non dalla sua parte, che è cosa ben diversa. Una operazione che ho fatto per capire l'eziologia di certi comportamenti devianti, nella speranza di far passare il messaggio di imparare a leggere i segnali che precedono certe azioni spesso tragiche. Una operazione che ho fatto prima su me stessa, nello sperimentare certe situazioni, e poi scritto perché potesse essere utilmente condivisa.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti oppure scrivi d'istinto?

Claudia Calisti: Premesso che scrivo solo di quello che ho sperimentato di persona, non invento mai, tranne che i nomi dei protagonisti, per ovvie ragioni, essendo storie vere, prendo nota degli spunti di contenuto e narrativi: ho numerosi quaderni che conservo come riserva di embrioni. Poi procedo per capitoli, costruendo una struttura narrativa tale che consenta di leggerli anche singolarmente poiché hanno un senso compiuto, pur mantenendo ovviamente continuità con la storia.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro dello stesso genere di quello che hai pubblicato, oppure si tratta di un'idea completamente diversa?

Claudia Calisti: Non ho in progetto un nuovo libro perché voglio seguire meglio quelli già scritti e comunque non mi sono mai scostata dal genere narrativa nel quale includo anche un esperimento di favole realistiche, adatte non solo a bambini, e illustrate anche da me.

Writer Officina: Quali sono le difficoltà che hai incontrato?

Claudia Calisti: Nella vita ho odiato due cose: la Matematica e l'impaginazione dei miei libri. Tanto ho facilità di scrittura, tanto detesto stare ai parametri grafici.

Writer Officina: Ritieni che la verosimiglianza sia importante oppure no, considerato che si tratta comunque di fiction?

Claudia Calisti: Credo di aver già risposto a questa domanda quando ho detto che scrivo solo di cose vere e vissute e non amo inventare.

Writer Officina: La scrittura ha una forte valenza terapeutica. Confermi?

Claudia Calisti: Senza dubbio. Anche se non vedo questa possibilità nel genere erotico, se non quella di allenare la manualità.
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