Writer Officina - Scrittori Ribelli
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Margherita Giacovelli

Mi chiamo Margherita, sono pugliese d'origine ma da anni vivo in Romagna. Non sono in ritardo: sono creativa. Ho la testa che lavora 24 ore su 24, sempre impegnata a osservare il mondo, trovare storie, immaginare dialoghi che nessuno ha detto ma che avrebbero potuto cambiare le cose. Nella vita di tutti i giorni lavoro come impiegata, ma per anni ho lavorato nel digitale, e ancora oggi una parte importante del mio tempo è dedicata alla cura del mio blog e alla scrittura. Amo l'idea che anche una scena apparentemente normale, come una fila, una pausa pranzo, una serata no, possa trasformarsi in un racconto. Credo nel potere delle parole di sbloccare ciò che resta in sospeso, soprattutto nei silenzi. Mi piace dare voce alle figure femminili forti, anche quando non sanno di esserlo, e lasciare sempre, in ogni storia, una morale positiva, anche piccola, anche nascosta. Scrivere per me è restituire al mondo tutto quello che sento e che vivo, con ironia, con empatia, con un po' di coraggio.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Margherita Giacovelli: In realtà, la passione per la letteratura è qualcosa che mi accompagna da sempre. Sono stata una bambina precoce, curiosa al limite dell'invasivo, e ho iniziato a leggere e scrivere molto prima che mi venisse chiesto. Non mi limitavo ai libri illustrati: a un certo punto ho rubato dalla libreria di casa “Psicopatologia della vita quotidiana” di Freud. I miei genitori, inizialmente orgogliosi del mio entusiasmo, sono rimasti un po' perplessi quando ho detto che da grande avrei voluto “fare quello”. Non la psicoterapeuta, ma la scrittrice. È strano che un libro così impegnativo sia stato la mia scintilla, eppure è andata così.
Ho sempre avuto una mente narrativa, e quando non potevo scrivere, inventavo le storie a voce, sul momento, come un teatrino immaginario continuo. La verità è che lo sapevo già da allora, anche se ci ho messo anni per trovare il coraggio di espormi e di pubblicare qualcosa. Sono sempre stata una sognatrice, ma oggi provo a essere anche una che realizza, che condivide, che rischia. Per me scrivere è da sempre un atto naturale, come respirare o ascoltare chi non riesce a parlare.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Margherita Giacovelli: Ne ho letti e ne continuo a leggere tantissimi, quindi dirne solo uno è difficile. Ma se devo scegliere un libro che mi ha lasciato addosso la voglia concreta di scrivere, allora dico I love shopping di Sophie Kinsella.
È stato come aprire una finestra nella mia testa.
Ricordo perfettamente il pensiero che ho avuto mentre lo leggevo: “Ehi, ma lei scrive con la mia stessa ironia! L'ironia piace davvero!”.
Fino a quel momento avevo creduto che scrivere in modo semplice, diretto, quasi come se stessi parlando con la mia migliore amica, fosse qualcosa di cui vergognarsi. Pensavo che la scrittura dovesse essere complicata, ricercata, sempre in posa. Invece ho capito che scrivere con naturalezza, senza filtri, con quella voce vera che ci portiamo dentro, è un genere. Esiste. E può emozionare, far ridere, far pensare.
Quel libro mi ha dato il coraggio di aprire il pc e cominciare a scrivere le prime cose. Senza più la paura di sembrare “troppo pop” o “troppo leggera”. E in fondo è così che si comincia davvero: quando smetti di chiederti se stai facendo letteratura, e inizi semplicemente a dire la verità, nel tuo tono.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Margherita Giacovelli: Se devo essere onesta, Non è colpa tua (ma forse sì) non è il mio primo libro. Ho già pubblicato altri due romanzi sotto pseudonimo: uno è un romanzo di formazione, l'altro una raccolta di racconti rosa. E al momento ho un nuovo romanzo, sempre rosa, in uscita con un editore. Quindi sì, conosco il percorso “classico” della pubblicazione, le sue attese, le sue dinamiche, le risposte che non arrivano mai e quelle che ti sorprendono.
Ma per questa nuova opera ho deciso di muovermi diversamente.
Questo libro è mio, nel senso più personale e profondo del termine. È una parte del mio carattere messa su carta, teatrale, ironizzata, esagerata fino al grottesco in certi punti, ma anche reale, vissuta, condivisa con molte donne. È un racconto che nasce da una voce vera, e sentivo il bisogno di portarlo fuori nel modo più diretto possibile.
Per questo ho scelto il self-publishing: volevo curare ogni dettaglio da sola, scrittura, copertina, strategia promozionale, perché sentivo che solo così sarebbe stato pienamente mio. È una sfida, certo. Ma anche una libertà. E credo che chi scrive, a volte, abbia bisogno proprio di questo: la libertà di mettersi in gioco senza filtri.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Margherita Giacovelli: Con tutta la trasparenza del mondo: sì... e no.
Sì, perché pubblicare su Amazon KDP può essere una grande opportunità se sei affamato, se non vuoi attendere mesi per una risposta editoriale che forse non arriverà mai, se desideri mostrare subito la tua opera al mondo e lanciarla in un mercato globale, accessibile e reattivo.
No, se pensi che basti caricare il file e il gioco sia fatto.
Il self-publishing richiede molto: non solo un minimo di investimento economico, ma soprattutto un grande investimento personale, emotivo e strategico. Serve tempo, costanza, conoscenza dei meccanismi digitali. Funziona benissimo per chi ha già una fanbase attiva o una certa presenza online. Se parti da zero, devi essere disposto a lavorare: creare una community, essere presente nei gruppi di lettura, raccontarti sui social, promuovere il libro con contenuti mirati, gestire rubriche, collaborazioni, interviste, e a volte anche campagne pubblicitarie.
Insomma: tutto ciò che un editore farebbe al posto tuo, qui lo fai tu.
Ma la soddisfazione, quando arrivano le prime recensioni spontanee, i commenti di chi si è riconosciuto nella tua voce, le condivisioni di lettrici che citano una tua frase come fosse loro, quella è incredibile. E vale ogni ora investita.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionata? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Margherita Giacovelli: Premettendo che sono affezionatissima a Non è colpa tua (ma forse sì), perché rappresenta una parte profonda del mio carattere, e perché è il primo libro che ho deciso di curare completamente da sola, dalla scrittura alla pubblicazione – se devo scegliere quello a cui sono più legata emotivamente, allora dico Rewind – The Web Coffee.
È stato il mio primo vero romanzo, pubblicato sotto pseudonimo, e ho con lui un rapporto di amore e odio. È imperfetto, tanto, ma in quelle imperfezioni ci sono tutte le mie prime volte: i dubbi, l'entusiasmo, la paura.
Racconta la nascita di una redazione online tra amicizie, intrecci amorosi, fallimenti e colpi di scena. Ma in realtà, è ispirato alla vera nascita della redazione che gestisco da oltre dieci anni. Alcuni episodi sono inventati, e per fortuna, ma l'energia di quel progetto è vera, reale.
Purtroppo è uscito tramite editore proprio il giorno prima del primo lockdown, e non ha mai avuto la risonanza che forse avrebbe meritato. Forse un giorno lo riediterò. O forse resterà così, con le sue sbavature e le sue ingenuità. Ma resterà sempre nel mio cuore come si ricorda il primo amore: con affetto, con indulgenza, e con un pizzico di tenerezza.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Margherita Giacovelli: Appunti? No, io scrivo di getto. Di cuore. Di istinto.
Quando inizio un nuovo romanzo non ho uno schema, non faccio scalette: inizio a scrivere perché sento l'urgenza di farlo. A volte faccio addirittura fatica a rileggere subito quello che ho scritto, perché mi sembra talmente personale, talmente “mio”, che ho bisogno di prendere le distanze prima di tornarci sopra.
Poi, ovviamente, arriva il momento della revisione. E lì sì, divento meticolosa: cerco l'arco narrativo, la coerenza tra le scene, la fluidità emotiva del testo. Ma il primo getto è sempre puro, istintivo, come un flusso di coscienza che segue il ritmo della storia.
Faccio anche una cosa un po' particolare: immagino le scene come se fossero episodi di una serie TV. Penso ai personaggi come attori veri, ai dialoghi come battute da recitare, e questo mi porta a scrivere molto in forma di sketch, con botta e risposta secchi, realistici, a volte anche surreali. Ma è voluto. È il mio modo di far vivere la storia nella testa di chi legge, come se la stesse guardando su uno schermo.
È un approccio istintivo, certo. Ma è anche quello che, finora, mi ha fatto sentire davvero viva mentre scrivo.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Margherita Giacovelli: In questo periodo, in realtà, sto seguendo più di un progetto. Come dicevo, c'è un nuovo romanzo rosa in uscita con un editore, e per adesso il mio desiderio è quello di dedicarmi completamente a lui e a Non è colpa tua (ma forse sì), che è il mio progetto del cuore in self-publishing.
Detto ciò... c'è anche un altro “figlio” in sospeso: il seguito di Rewind – The Web Coffee. Ne ho scritto un centinaio di pagine, ma ogni volta che lo riprendo in mano, finisco per cancellarne la metà. E questo mi ha portata a una riflessione: forse alcuni libri devono rimanere autoconclusivi. Senza sequel, senza forzature, lasciati così come sono, imperfetti e veri.
Tuttavia, non escludo sorprese. Sto valutando l'uscita di una nuova protagonista, frizzantissima e decisamente sopra le righe. Una voce tutta nuova che mi ronza in testa da un po', e che potrebbe trasformarsi in romanzo giusto in tempo per spuntare tra i regali sotto l'albero di Natale. Vedremo. Come sempre, scrivo quando qualcosa dentro di me mi costringe a farlo.

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