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Generalmente, non amo molto parlare di me. Ma non per vanità o timidezza. Semplicemente, credo che per conoscere realmente una persona sia necessario scoprirla, viverla. Ad ogni modo, dovendo tracciare un profilo, almeno a grandi linee, mi definirei una persona introversa e riflessiva. Forse, è proprio questo che mi ha avvicinato alla scrittura. Perché nelle storie che racconto c'è sempre qualcosa di mio, che sia un atteggiamento o un modo di pensare. E, soprattutto, sono una persona che non scende a compromessi sulle questioni che ritiene di primaria importanza. E questo alla gente non piace. Ma, sai che c'è? Semplicemente, continuo sulla mia strada senza mai guardarmi indietro. E poi, ovviamente, sono un grande amante della lettura; anche se, non avendo molto tempo da dedicarvi e non avendo spazio a casa, preferisco usare piattaforme come Audible, che mi consentono di scoprire tantissimi libri, noti e meno noti, senza togliere tempo al lavoro e ad altre attività.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Giuseppe Zolli: In breve, ho sempre avuto la passione per la scrittura. Può sembrare un luogo comune, ma è la verità. Ho iniziato a scrivere da bambino, per poi continuare durante l'adolescenza. Ma è stato solo nel 2024, dopo aver scoperto una community online di scrittori, che mi sono reso conto, per la prima volta, di avere davvero del talento. Ed è stato allora che ho scoperto che l'horror è il mio genere di appartenenza.
Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Giuseppe Zolli: Nessuno e tutti. Ciascun libro che leggo lascia inevitabilmente qualcosa dentro di me. Che sia la curiosità per un argomento o il desiderio di scrivere un racconto di quel genere, ne esco sempre arricchito. Ma la passione per la scrittura non è qualcosa che nasce dopo aver letto un libro. È qualcosa di innato, che non si può controllare. E, una volta accesa quella fiamma è impossibile spegnerla.
Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?
Giuseppe Zolli: Prima del 2024 non avevo mai proposto i miei libri ad alcun editore. Avevo sempre usato il self-publishing, convinto di dover ancora maturare prima di poter fare quel passo. Poi, a marzo 2024 ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, Diario della fine, che ho terminato a settembre dello stesso anno. La prima casa editrice a cui lo proposi fu la Austin Macauley, una rinomata casa editrice di Londra, con sedi anche a New York e Dubai. E, con mia grande sorpresa, mi offrirono un contratto. L'unico inconveniente era il prezzo che mi richiedevano per la pubblicazione, decisamente troppo per le mie tasche: io avrei dovuto versare un terzo della somma complessiva e loro i restanti due terzi. Successivamente, ho partecipato al XIV Premio Letterario Nazionale “Streghe, Vampiri & Co.” della Giovane Holden Edizioni, nel quale ho conseguito il Diploma d'Onore in qualità di finalista. Quindi, direi che i risultati, anche considerando gli altri contratti che mi sono stati offerti, sono stati assolutamente positivi e incoraggianti.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Giuseppe Zolli: Dipende molto dai casi. Amazon KDP è uno strumento molto potente e utile, che dà voce praticamente a chiunque. Però, lo svantaggio è proprio questo: la mancanza di qualcuno alle spalle che aiuta lo scrittore nel marketing e nell'editing. Quindi, se lo scrittore è in grado di realizzare autonomamente il file del proprio libro e di curare l'editing in maniera appropriata, allora sì. Molto spesso, però, gli autori e le autrici che pubblicano in self non hanno dimestichezza con le fasi più tecniche della produzione di un libro e, di conseguenza, il prodotto finale è molto grezzo. Anch'io ho pubblicato in self con KDP. Il mio libro, Rosso Natale, è una raccolta di dieci racconti horror, per la quale ho impiegato quasi un mese tra riletture, correzioni e creazione del file prima di pubblicarlo ufficialmente. Quello che mi manca è, ovviamente, una struttura di marketing alle spalle. Molta gente si vanta dei risultati ottenuti con il self publishing, ma la verità è che se non conosci nessuno allora nessuno comprerà il tuo libro. A meno di non spendere soldi, ovviamente.
Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?
Giuseppe Zolli: “Diario della fine” è certamente quello a cui sono più affezionato, perché, come già detto, è stato il mio primo romanzo. È un romanzo horror-gotico, ambientato nel Montana degli anni ‘50 e ‘60, che appartiene alla corrente della scuola lovecraftiana.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Giuseppe Zolli: Nulla di tutto ciò. Io non invento nulla: io scrivo ciò che vedo. La scrittura, perlomeno quella creativa, non può seguire un copione, una sceneggiatura. Le storie devono essere vissute dall'autore. Per questo scrivere è così difficile: perché bisogna far vivere al lettore quelle vicende. Poi, ovviamente, bisogna seguire una certa logica nel narrare gli eventi, però la storia deve nascere da sé.
Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?
Giuseppe Zolli: Ho appena concluso il mio secondo romanzo, intitolato “Di cenere e sangue”, che sta partecipando alla nuova edizione del premio letterario nazionale NeRoma. È un romanzo noir-gotico che mi ha messo a dura prova. Ho impiegato otto mesi per scriverlo, da settembre 2024 a maggio 2025. Però, ne è valsa assolutamente la pena. Ora ho iniziato, in maniera del tutto casuale, il terzo, che non ha ancora un titolo, e che rappresenta un “ritorno alle origini”, ovvero alla corrente della scuola lovecraftiana. È un romanzo ambientato agli inizi del 1800, nel Regno di Napoli. Spero di riuscire a concluderlo entro fine anno.
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