Writer Officina - Scrittori Ribelli
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Alessandro Molteni

Sono nato lo stesso anno di Paul Auster, Tom Clancy, Salman Rushdie, Paulo Coelho e Stephen King. Tanto per citarne alcuni.
A quel tempo, però, non avevo ancora deciso cosa fare della mia vita. Questa esitazione mi è stata fatale. Chi li ha più visti i miei coetanei più famosi. Loro già vendevano libri e io, trentasette anni di multinazionali mi sono fatto.
Nel frattempo leggevo.
Tra un libro e l'altro mi sono anche sposato. E dopo un paio d'anni vissuti in California, ho messo radici in “quel della Brianza”. Intanto...
Di giorno lavoravo e di notte leggevo. Ci ho passato la vita a vivere in prima persona le emozioni e conoscere i personaggi, quelli reali, che adesso popolano le mie storie. In quello che scrivo cerco sempre di dare testimonianza. Le grandi storie cambiano il mondo. Ma è con i piccoli fatti quotidiani che le persone devono confrontarsi.

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Alessandro Molteni: Le prime volte non ci ho fatto caso, ero ancora piccolo, poi mi sono accorto che era qualcosa di più di una semplice coincidenza. Succedeva puntuale, alla fine della storia.
Nel vortice di emozioni che ti prendono quando il libro si chiude, la mia mente reagiva seduta stante, con una veloce bozza di un improvvisato sequel. E a seconda di quello che avevo appena letto, diventavo di volta in volta il quinto moschettiere, l'amico di Robin Hood, il fedele scudiero di Ivanhoe, o il nuovo arrivato, nella banda de: I Ragazzi della Via Pal.

Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Alessandro Molteni: I pilastri della terra, di Ken Follet.
Narrazione che descrive un periodo storico ben definito, i cui dettagli arricchiscono e completano, lo spunto di fantasia che ha dato vita al racconto. Una piccola storia, all'interno di una più grande; che a sua volta è stimolo e scoperta, sia di chi la studia e la racconta, che del lettore. E io che scrivo e sono appassionato di “Storia”, mi cerco sempre di rimanere fedele a questo schema.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Alessandro Molteni: Ho fatto il mio contrattino. Ho anticipato soldi per comprare l'ISBN, e ho aspettato come da accordi, che si compisse l'iter -editing/copertina- per arrivare alla pubblicazione. Con una scusa dopo l'altra si è rinviato l'evento, finché la proprietà è passata di mano, e non se n'è fatto più niente.

Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?

Alessandro Molteni: Direi proprio di si. Allora non c'era Amazon. Ho cominciato con LULU, poi sono passato a KOBO. Mi sono trovato sempre bene.

Writer Officina: A quale dei tuoi libri sei più affezionato? Puoi raccontarci di cosa tratta?

Alessandro Molteni: Per forza di cose sempre all'ultimo, ti affezioni. È costato mesi e mesi di lavoro. È la summa del proprio “saper fare”. Che poco o tanto, cresce di libro in libro. Poi, col tempo...
Quando lo sguardo sfiora una qualsiasi delle tue copertine, scopri che ogni copertina sollecita ricordi, pene e gioie di quando l'hai scritto.
E ti accorgi, che non c'è un vero e proprio preferito.
C'è il “primo”. C'è quello che è piaciuto di più. Quello che è piaciuto di meno. Quello che se gli cambiavi la copertina chissà quanti ne vendevi...
Col tempo, insomma, a turno, sono tutti chi più chi meno, “i preferiti”.

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Alessandro Molteni: C'è l'idea. Cresce poco a poco, non ti da pace. Allora agisci. Butti giù di getto schema, trama, personaggi e magari pure il finale. Appeso lì come un impiccato. Prepari il primo abbozzo, diviso a grandi linee per capitoli. Poi parti.
E di sicuro diventerà qualcos'altro.
Se riguardo oggi quelle tracce, non c'è un libro che ha il finale di quando l'ho abbozzato. E a tradirti, sono proprio loro: i personaggi. Che strada facendo si muovono da soli. Quello che pensavi importante non ti dice più niente. E sparisce in due righe senza tanti complimenti. Quello che invece doveva solo fare una particina, via via prende vita e fa la “storia”. Unica certezza della faticata bozza.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Alessandro Molteni: È passato un anno. L'idea di ricominciarne un altro ancora non si vede. Le mie storie sono ambientate in luoghi che ho personalmente frequentato.
Sono nato a Sesto San Giovanni, la città delle ferriere, quando ancora funzionavano e per annunziare la “colata” suonavano addirittura le sirene; mentre il cielo diventava rosso per le polveri.
“Villa Rachele” in questo libro l'ho celebrata.
In “American River” c'è la storia della corsa all'oro e l'immigrazione che ha cambiato l'America. Luoghi e ghost-towns, degli anni passati in California.
Sono le emozioni, che stimolano ricordi e fantasia.
Prima o poi arriverà l'idea giusta. Nell'attesa mi do da fare.
Dopo averli pensati, scritti e pubblicati, mi manca solo di leggerli per chiudere il cerchio. Agli ebook, alla versione cartacea, libro dopo libro, sto affiancando anche gli audiolibri.
Per chi invece di leggerle, le storie preferisce sentirsele raccontare.
Come le favole.

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