
L'aereo plana sulla pista di atterraggio sotto una pioggia incessante. I passeggeri scesi dal velivolo raggiungono la sala ritiro bagagli. L'uomo prende il suo trolley, quando involontariamente urta una persona. - Mi scusi. - - Nulla, si figuri. Ehi, ma tu ... sei Francesco! - - Pietro! - - Già! Eravamo sullo stesso aereo. - - Sembrerebbe di sì. - - È una piacevole sorpresa. Quanti anni sono trascorsi dall'ultima volta che ci siamo visti ... - - Direi parecchi. - - E non sei per nulla cambiato. - - Nemmeno tu. - - Cosa ci fai in questa città? - chiede Pietro. - Devo incontrarmi con una persona - risponde Francesco. - E tu? - - Mi trovo qui per lavoro, domani ho un'udienza in tribunale; sono un avvocato. - - Ci avrei scommesso. In fondo è quello che hai sempre desiderato. - - Tu cosa fai? Se non ricordo male, avevi la passione per il giornalismo, giusto? - - Sì, in effetti lavoro per un giornale. - - Alla grande! Ce l'hai fatta anche tu. Cosa scrivi? - - Mi occupo di spettacolo. - - Strano che non ti abbia letto, ma ti prometto che rimedierò al più presto. - A un tratto si sente la suoneria di un telefonino. Francesco tira fuori dalla tasca della giacca lo smartphone e risponde. Poche parole, dopodiché chiude la conversazione. - La persona con cui devi incontrarti? - gli chiede Pietro. - Sì; per via di questa pioggia c'è il traffico congestionato, c'è stato anche un incidente stradale, per cui hanno bloccato la viabilità. Ritarderà un po' - risponde Francesco. - Nell'attesa, ti va di andare a prendere qualcosa al bar? - - Ok. -
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I due amici si siedono a un tavolo di un bar, all'interno dell'aeroporto. Ordinano due caffè. - Non credevo che ci saremmo incontrati - dice Pietro. - La vita è davvero imprevedibile. - - Già - replica Francesco. - Abbiamo passato insieme dei bei momenti, divertendoci un mondo. L'amicizia su tutto, ricordi? - - Sì, certo. - - Sai a cosa penso spesso? - - Non saprei. - - A Maria. Cristo, te la ricordi? Che culo meraviglioso! Non mi è capitato di vedere nulla del genere. - Francesco l'osserva impassibile. - Non mi dirai che l'hai dimenticata? - chiede Pietro. - No - risponde l'amico. - Non so cosa darei per rinverdire quel favoloso periodo. - Francesco, inevitabilmente, si lascia trasportare dai ricordi.
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- Ne ho la nausea di questa scuola e di questa città - dice Pietro, all'uscita del plesso scolastico. - Stai calmo, se Dio vuole, siamo alla fine - risponde Francesco. - Ehi, non dimentichiamoci che ancora ci sono gli esami da superare - interviene un loro amico. - Semplice formalità - replica Pietro. - Sì, chiamala pure formalità, io inizio già a farmela addosso. - - Sentite, io direi al momento di non pensarci, ogni cosa a suo tempo - commenta Francesco. - E poi, proprio tu, Giovanni, problemi di questo genere non dovresti averne. - - Può darsi, ma non riesco lo stesso a dormirci la notte. - - Ora basta! Godiamoci la vita ... - dice Pietro, volgendo lo sguardo a una collega, girata di spalle, mentre si allontana in compagnia di un'amica. - Quel sedere mi fa impazzire! Me lo sogno anche di notte. - - Stai parlando di Maria? - gli chiede Giovanni. - E chi se no! Ha il più bel sedere di tutta la scuola, e aggiungerei, del mondo intero. - - Sì, devo ammettere che non è niente male, ma lei è di una bruttezza infinita. - - Io non mi riferivo al suo viso, non saprei cosa farmene del suo viso, ma del suo culo, quello sì che mi piace da morire. - - Secondo me ti masturbi pensando a lei. - - Ci sono arrivato molto vicino. - - Ehi, non dirai sul serio?! - - Su queste cose non mi piace scherzarci sopra. E scommetto che lei non vede l'ora che qualcuno la inculi. - - Io non penso che sia così - interviene Francesco. - Cosa vuoi dire? - replica Pietro. - Ecco, mi sembra una brava ragazza. - - Una brava ragazza un corno! Te lo dico io, lei freme nel farsi sbattere. E secondo me, sarebbe un peccato non accontentarla. - - Allora, cosa aspetti, perché non ci provi? - dice Giovanni. - Mi stai dando una buona idea ... - - State fantasticando, lei non si metterà con voi nemmeno per tutto l'oro del mondo - osserva Francesco. - Sì, è vero, con noi no, ma con te, sì. Quella è dal primo anno di scuola che ha perso la testa per te, non mi dirai che non te sei accorto? - gli chiede Pietro. - Continui a fantasticare, non c'è nulla di vero in quello che dici. - - Scommettiamoci sopra. - - Scommettere su che cosa? - - Sul fatto che lei ti adora, farebbe qualsiasi cosa per te, non so se mi spiego. - - No, non riesco a seguirti, per me stai dando i numeri. - - Facciamo una prova. - - Sì, sono d'accordo - interviene Giovanni. - Verifichiamo chi di voi due ha ragione. - - È un gioco stupido, io non ci sto - dice Francesco. - Come dici tu, è un gioco, quindi perché non farlo? - replica Pietro. - Non capisco, per quale scopo dovremmo farlo? - - Per divertirci un po', spezzare la solita routine, mi sembra ovvio. - - Siete semplicemente fuori di testa. -
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In fondo quando si è giovani lo spirito di avventura prevale su tutto. Ed è così, per gioco, che Francesco accetta la scommessa. - In che cosa consiste? Sì, la scommessa - dice Francesco, seduto a un tavolo di un bar insieme ai suoi due amici. - Se hai ragione tu, prometto che avrai la pizza gratis per un mese, se invece ho ragione io ... come premio voglio il suo culo - risponde Pietro. - Una parte del premio, chiunque vinca, la voglio anch'io - rivendica il suo ruolo, Giovanni. - Siete matti! E come pensate di ottenere questo premio? - replica Francesco. - Ci sto pensando, vedrai, non sarà difficile - risponde Pietro.
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- Stento ancora a crederci - dice Maria. - A cosa? - le chiede Francesco, mentre insieme camminano sul marciapiede. - Che tu mi abbia invitato a fare due passi. - - Be', cosa c'è di strano? - - Cosa c'è di strano? Frequentiamo la stessa scuola e la stessa aula fin dal primo anno di liceo e non mi hai mai degnata di uno sguardo, e non ci trovi nulla di strano? Tra qualche mese probabilmente non ci rivedremo più, e questo non ti sembra strano? - - Be', non so spiegarti il motivo, ma ... - - Cosa? Per caso in questi anni sei stato bloccato dalla timidezza? Perché se è così il discorso cambia. - - Sì, può darsi che sia questo il motivo. - - Allora, in parte sei giustificato. O forse pensavi che prima o poi l'avrei fatto io? Sì, invitarti a uscire. - - No, questo no. - - E dici giusto, perché non l'avrei mai fatto. Anche se ... mi sei simpatico, perché nasconderlo. Fin dal primo anno. Forse non te ne sei accorto ... - - No, me ne sono accorto. - - Ma ti sentivi bloccato. - - Già. - - Meglio tardi che mai. - - Sì, anche questo è vero. Ti va domani sera di venire a casa mia, i miei genitori si assenteranno l'intero week end ... - - Vedo che ti piace fare le cose in fretta. - - No, non è come pensi tu, io insieme a due amici abbiamo pensato di organizzare una cena e dopo di vederci un film, stando comodamente seduti a casa. - - Chi sarebbero questi amici? - - Pietro e Giovanni. - - Lo immaginavo. E io sarei l'unica donna? - - Sì. Ma se la cosa ti crea un po' di imbarazzo ... - - No, nessun imbarazzo, se a te fa piacere, ci sarò. - - Ok. -
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- Sapevo che non ci sarebbero stati problemi - dice con un'espressione compiaciuta, Pietro, all'uscita da scuola. - Possiamo affilarci le armi. - - Che intenzioni hai? - chiede Francesco. - Divertirci. Avevo ragione, ho vinto la scommessa, quindi, spetta a me organizzare la serata. - - Quella è casa mia e non voglio che succedano casini. - - Tranquillo, nessuno ci lascerà la pelle. Promesso! Ci sarà solo da divertirci - dice Pietro, attratto dal fondoschiena di Maria, la quale, poco distante, si volta a guardare i tre colleghi.
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Ha inizio la fatidica serata. I tre amici si trovano già a casa di Francesco, nell'attesa che arrivi Maria. I due ospiti non si sono presentati a mani vuote. - È un buon vino, prodotto nelle campagne di mio nonno - dice Giovanni, con in mano due bottiglie della preziosa bevanda. - Ho già avuto il piacere di assaggiarlo, e devo ammettere che è di gran qualità, oltre ad avere una gradazione alcolica non indifferente. Per questo direi di andarci molto cauti nel riempire i bicchieri - risponde Francesco. - Hai paura che possiamo ubriacarci? - - Non siamo soli, non dimenticarlo. Tu cosa hai portato? - Francesco chiede a Pietro. - Un DVD - risponde l'amico. - Un film? - - Sì. - - Già, ne avevamo parlato. Di che genere? - - È una sorpresa. - - Cosa vuoi dire? - - Nulla. Non è un film horror, ma qualcosa di più appropriato per la serata. - - Se è quello che penso io, te lo puoi scordare, non voglio brutte sorprese, ci siamo capiti?! - - Ehi, non allarmarti, stai tranquillo; sei prevenuto, parli già di brutte sorprese e questo non è di buono auspicio. Magari ti sbagli, non credi? Rilassiamoci e godiamoci la serata. -
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I buoni propositi di Pietro non convincono del tutto Francesco, anche se alla fine si spera che prevalga il buon senso. Intanto giunge Maria. La giovane indossa una camicetta bianca e un paio di jeans; nulla di particolarmente seducente, ma il suo fondoschiena non passa certamente inosservato. Pietro sembra ammaliato da quel ben di Dio. Comunque, è bene metterci un freno, altrimenti si rischia di scivolare sul patetico. La distrazione cade, provvidenzialmente, su un sacchetto di carta che tiene in mano Maria, il cui contenuto lascia pochi dubbi. - Ho portato un pensierino - dice la giovane. - Vediamo, provo a indovinare: una bottiglia di vino? - replica Pietro. - Sì; mi hanno assicurato che è di quello buono. - - Ne siamo convinti. - - Bene, vogliamo sederci? - propone Francesco. - Ecco, non farti illusioni, per la cena ci siamo affidati a un negozio di gastronomia. - - Per me nessun problema. -
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- Ho mangiato con gusto - afferma Maria, seduta a tavola insieme ai tre amici. - Concordo - afferma Francesco. - Al riguardo non ero molto ottimista, invece, a un certo punto, mi sono venuti in mente certe prelibatezze che preparava mia nonna. - - Be', non esagerare, diciamo che ci aspettavamo di peggio - commenta Pietro. - Peccato che non sia rimasto più nulla, io avrei fatto il bis - interviene Giovanni. - Una nota di merito va certamente all'ottimo vino - aggiunge l'amico. - Anche in questo caso mi sembra che abbiamo fatto piazza pulita, praticamente ci siamo scolati tre bottiglie di vino. Niente male, considerando che nessuno di noi ha professato di essere un bevitore - dice Francesco. - Io non so nemmeno quanti bicchieri ne ho bevuti ... - ammette Maria. - ... non mi era mai successo una cosa simile. - - Non ti sentirai mica in colpa? - le chiede Pietro. - Se non dico o commetto sciocchezze, no. - - Tranquilla, siamo qui per divertirci, e la serata non è ancora finita ... - - Cosa prevede il programma? - - Bella domanda. Fin qui è stato tutto bello, ma sarebbe un peccato non aggiungere la ciliegina sulla torta - dice Pietro, attirando su di sé lo sguardo attonito del gruppo. - Non starai pensando a quel DVD che hai portato? - gli chiede Giovanni. - Sì, seguire un film seduti comodamente sul divano ritengo che sia il modo migliore per concludere la serata. - - Io, invece, direi che va bene così - replica Francesco. - Non ho detto di scendere in guerra. Comunque, possiamo metterla ai voti. - - Visto che non dobbiamo andare in guerra, io ci sto! - esprime la sua posizione, Giovanni. - Tocca a te - dice Pietro, rivolgendosi a Maria. - Non so che dire ... - risponde la donna. - Un sì o un no, tutto qui. - - Non penso che un film possa nuocerci ... va bene, ci sto. - - Ottimo! -
Salvatore Scalisi
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