
Una folla di curiosi, di tutte le età, si accalcava ai cancelli del Liceo Ginnasio Statale - Giulio Cesare - tra le imprecazioni e le vessazioni degli esasperati poliziotti. Il convenzionale nastro a bande bianche e rosse era stato teso da poco a circoscrivere il cortile della scuola, sul posto un'ambulanza, uomini vestiti di tuta bianca, mascherina e guanti di lattice, con il loro febbrile e indaffarato andirivieni, chiusero senza accorgersene un'area circolare di una decina di metri, opporltunatamente occultata alla vista degli invadenti curiosi. Qualcuno riuscì a intravedere un lenzuolo steso su qualcosa di deforme, amorfo. Quella mattina il commissario Ionico era stato svegliato da una telefonata dell'amico ispettore Giorgio De Nardi. Ore 6:00: la monotona suoneria del cordless interruppe la beata quiete del sonno in casa Ionico. Greta, la moglie del commissario, rispose con la voce impastata di chi si era appena svegliata: - Pronto? Ciao Giorgio... che succede? – nel dormiveglia, Remo avvertì la preoccupazione vibrare nella voce della moglie – Te lo passo subito - . Prima di raccogliere il telefono dalle mani della moglie, Ionico diede uno sguardo furtivo all'orologio. - Giorgio? - . - Buongiorno commissario, scusa per l'ora - . Ionico sapeva bene che quando l'amico smetteva di essere semplicemente Giorgio e vestiva i panni dell'ispettore De Nardi, c'era da preoccuparsi. Ancora di più si preoccupò per lo stato d'animo che trasmetteva la sua voce attraverso il ricevitore. - Giorgio ma che hai? Sembra che hai visto la morte in persona... - . - Quasi, commissa', quasi... hanno trovato il cadavere di un ra gazzo nel cortile del Giulio Cesare . - - A Faro?! Ma che stai dicendo? - Il Commissario Ionico era già scattato a sedere e cercò a tastoni il pantalone stirato che la moglie gli preparava abitudinariamente la sera prima, su una sedia accanto al letto. - Non volevo crederci neppure io, ma quando sono andato lì e l'ho visto... - Ionico si accorse che De Nardi non riusciva a proseguire, bloccato da un nodo in gola. Si spazientì. - Giorgio, e Dio santo! Ma che hai da cagarti addosso così?! -. - Remo, vieni qui e vedi tu stesso, – disse De Nardi con la risoluzione di chi stava per mandare qualcuno a quel paese – la Scientifica l'ho già chiamata, ho aspettato che venissero e poi ho chiamato te. E ora vedi di sbrigarti perché io adesso me ne vado - . Attaccò rabbioso. De Nardi era noto per la sua fermezza... cosa poteva averlo scosso fino a quel punto?
Tommaso Adiletta
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