
L'aria è elettrica, satura dell'odore acre della birra versata e del fumo che aleggia nell'aria. La casa di Jace Holloway è gremita di gente: compagni di squadra, cheerleader, ragazzi venuti da altre scuole solo per festeggiare con noi. Abbiamo appena vinto la partita più importante della stagione, e io? Io sono il re della serata. Il quarterback che ha lanciato il passaggio decisivo nei secondi finali. Il ragazzo d'oro, come dicono tutti. Il ragazzo che tutte vogliono. Ma io voglio solo essere libero e divertirmi con i miei amici. "Callahan!" La voce di Jace mi raggiunge sopra il frastuono della musica. "Fratello, vieni qui! Facciamo un giro di shot per festeggiare." Jace è il nostro tight end, un colosso di un metro e novanta con un sorriso sempre stampato in faccia e più birra nelle vene che sangue. Accanto a lui c'è Hunter Maddox, linebacker e il tipo che non si tira mai indietro quando si tratta di fare casino, e Travis Reed, wide receiver e donnaiolo incallito. Prendo il bicchierino che mi allunga, il liquore brucia mentre scende in gola. Intorno a noi, il salotto della casa è un ammasso di corpi in movimento. Qualcuno ha ribaltato una lattina di birra sul tappeto, ma dubito che a Jace importi. Ed è lì, proprio quando poso il bicchiere, che la vedo. Sienna Hayes. Capelli biondo miele, occhi da gatta, un sorriso che sa essere veleno e miele insieme, un culo da sogno. È la ragazza che tutti vogliono, proprio come succede a me, la ragazza che potrebbe spezzarti il cuore e farlo sembrare un favore. E stasera... stasera sta ballando in mezzo alla pista, il corpo avvolto in un vestito nero che sembra fatto per lei. Abbiamo dei precedenti. Le nostre bocche si sono già incontrate, i nostri corpi si sono esplorati. Ma mai bene. Mai abbastanza. E tutto ciò va avanti da cinque anni, da quando eravamo alle scuole medie di Austin. Ora, io ho quasi diciotto anni, lei sedici. Non è una brava ragazza. Ha una fama crescente di bad girl. Bullizza le più piccole, fa a botte, si dice. Non so se credere alle dicerie. La osservo mentre si muove, circondata da ragazzi che cercano di attirare la sua attenzione. Le mani di un tipo—Tyler, credo, un ragazzo di un'altra scuola—scivolano sui suoi fianchi. Lei lo lascia fare, ridendo, muovendosi contro di lui, ma poi alza lo sguardo e i suoi occhi si incatenano ai miei. È sempre stato un gioco tra noi. Tira e molla. Seduzione e sfida. So che Sienna non appartiene a nessuno, nemmeno a sé stessa. Ma stasera è diverso. Si stacca dal ragazzo senza nemmeno voltarsi indietro e si avvicina a me. "Beau Callahan, il re della serata." Le sue dita scivolano lungo il mio braccio, e sento l'odore dolciastro del fumo misto a qualcosa di più dolce, più proibito. Ha fumato erba. "Ti sei divertita?" le chiedo, anche se so già la risposta. Lei sorride. "Lo farò ora. Vieni con me." Non è una richiesta. Si avvicina ancora di più, le sue mani scivolano sul mio petto, le unghie tracciano lievi graffi sulla stoffa della mia maglietta. "Dovresti essere tu a divertirmi, Callahan. Sei bravo a lanciare la palla... vediamo se sei bravo anche in altre cose." Inclina il viso, le labbra sfiorano appena la mia mascella, un gesto calcolato, studiato per mandarmi fuori di testa. E funziona. Le sue dita giocano con l'orlo della mia maglietta, gli occhi che brillano di malizia. "Ti sei mai chiesto perché non ho mai detto di sì a nessuno?" Mi irrigidisco. "Non hai mai detto di sì a nessuno? Andiamo, Sienna...Pensavo fossi troppo impegnata a giocare con tutti." Dicono che sia abile con i lavoretti con la bocca. Chissà se è vero. Lei ride, un suono basso e provocante. "Con tutti? Ti sbagli, Callahan. Forse stavo solo aspettando la persona giusta." E quel sorriso... quello è il colpo di grazia. La sua mano scivola nella mia e mi tira via dalla folla, senza nemmeno guardare indietro. La strada verso casa sua è un susseguirsi di luci sfocate e musica soffocata dalla notte. Il motore della mia Mustang rimbomba mentre percorriamo il vialetto. Le mani di Sienna si stringono al mio braccio quando spegniamo il motore. "Mio padre è fuori città per lavoro. Mia madre è con lui." Fa una pausa, e i suoi occhi brillano. "C'è solo Cassidy in casa." Cassidy. La sorellina di Sienna. Ha dodici anni, occhi grandi e sempre curiosi, e un modo di guardarmi che non ho mai saputo spiegare. A volte sembra ammirazione, a volte qualcos'altro, qualcosa che non ho mai avuto il coraggio di approfondire. Sienna in auto non fa altro che provocarmi, palpandomi senza vergogna, e quando arriviamo s'impadronisce delle mie labbra imperiosamente e mi trascina dentro prima che possa pensarci troppo. La casa è silenziosa, a parte il rumore delle nostre scarpe sul pavimento. C'è una luce accesa in fondo al corridoio: la camera di Cassidy. La porta è socchiusa, e per un istante sento il peso di quegli occhi su di noi. “Sei tu, Sienna?” Cassidy posa lo sguardo su di me e poi sulla sorella, e il modo in cui lo fa mi mette in imbarazzo e in soggezione. Ma poi Sienna ride piano e mi prende per mano, attirandomi nella sua stanza. Chiude la porta. Lei mi trascina dentro con un sorriso audace, i suoi occhi brillano sotto le luci soffuse del soggiorno. Il silenzio della casa, vuota, amplifica ogni nostro respiro. Le sue mani scivolano lungo il mio petto, le dita sfiorano la pelle calda sotto la maglia ancora umida di sudore. I suoi movimenti all'inizio sono incerti, ma carichi di desiderio. Dopo, tutto cambia. Mi bacia con una fame nuova, diversa da tutte le altre volte in cui ci siamo sfiorati, provocati, fermati a un passo dal punto di non ritorno. Ma stasera non ci sono freni. Senza alcuna esitazione, mentre mi lecca il collo, con un solo dito fa un intero giro intorno ai mei jeans. Sono duro come il marmo. E mentre cerco di liberarla dai vestiti, lei mi apre la cerniera e abbassa boxer e jeans. “Ehi”, esclama, rivolta al mio cazzo, “piacere di conoscerti.” E comincia a leccare, prima la punta, poi tutto intorno, e su, e giù. Scorre lungo l'asta, aiutandosi con una mano. Mi afferra le palle, le accarezza, ci gioca, se le mette in bocca. La sua saliva mi bagna, e lei ci soffia sopra. Ci sa fare. Vedo le stelle. E spingo la sua testa verso di me. Più in fondo, sempre di più. Lei succhia, vorace, leccandosi di tanto in tanto le labbra, concentrandosi sulla cappella. Ma improvvisamente si ferma. “Non devi venire, non così.” Mi spinge sul letto, il suo corpo si muove contro il mio, il calore che si sprigiona tra di noi è travolgente. La spoglio, voracemente. Il suo seno è un sogno morbido, bianco e abbondante. Ci sprofondo, ci gioco, lo lecco, mi fermo sui suoi capezzoli duri e scuri. Li succhio. S'induriscono ancora di più. Sienna ansima. Il suo respiro si mescola al mio mentre le mie mani esplorano ogni curva, ogni centimetro di pelle esposta. Lei sussurra il mio nome con un'intensità che mi incendia il sangue nelle vene. Non c'è fretta, ma nemmeno esitazione. Sienna vuole questo momento e io lo voglio con la stessa forza. Ogni gesto è puro istinto, ogni tocco una promessa sussurrata nella penombra. “Ti voglio dentro.” “Sei sicura?” “Mai stata più sicura.” Le spingo un dito dentro. Lei geme. È bagnata, ma non abbastanza. La spingo dolcemente giù sul letto, mi posiziono sopra. Scendo sul suo corpo con la lingua, con calma, guadagnando centimetro dopo centimetro, partendo dal collo, per arrivare al pube, totalmente depilato, fino ad arrivare al centro del suo piacere. Lecco e colpisco. Lì, nel punto più sensibile. Anche con i denti. Succhio fortissimo quel bottoncino di carne e le infilo due dita dentro. Lei urla. “Beau, mi fai morire!” Continuo a succhiare e leccare, finché non m'inzuppo con il suo piacere. Sento gli spasmi del suo orgasmo. Con la bocca sporca di lei la bacio, bisbigliando: “Lecca il tuo sapore, Sienna. Ti piace? Mi vuoi ancora?” “Non voglio altro.” Con un colpo secco la penetro. Lei fa un po' di resistenza, ma poi cede ai miei colpi, mentre io continuo a leccarla, baciarla e toccare il clitoride con la mano destra. Sono bravo, sì. Me lo dicono tutte. Le mie stoccate aumentano, finché lei non libera il suo piacere, e io subito dopo. La casa sembra trattenere il respiro insieme a noi, testimone di una notte destinata a restare impressa per sempre nella nostra memoria. E il resto è un vortice.
Cassidy Il suono mi sveglia. Non è un rumore forte. Non è un grido. Ma è sufficiente. Mi tiro su nel letto, stringendo il lenzuolo tra le dita. La casa è buia, a parte la luce del lampione che filtra dalle persiane. E poi c'è il suono. Quel suono. Un sospiro. Un gemito soffocato. Il mio cuore martella nel petto mentre scendo dal letto, muovendomi piano. Il corridoio è freddo sotto i piedi nudi mentre mi avvicino alla porta di Sienna. È chiusa, ma non serve aprirla. So cosa sta succedendo. Sento la voce di mia sorella, il modo in cui ride piano. Poi il suono più strano. Un ansimare. Un bisbiglio. Poi lei urla il nome di lui. E poi sento lui. Beau Callahan. Alto, muscoloso, fisico allenato da anni di football. Capelli color miele, occhi blu che sembrano sempre in grado di scrutarti dentro. Il ragazzo che amo da sempre, se alla mia età esiste l'amore. Il ragazzo che non mi ha mai guardata davvero. Il ragazzo che ora è con mia sorella. Ricordo quando ero più piccola e lui mi sorrideva da lontano, quando mi sollevava tra le braccia facendomi sentire leggera come una piuma. Ricordo la volta in cui mi ha difesa da un gruppo di ragazzi che mi prendevano in giro, il modo in cui si è messo tra me e loro senza esitare. O il giorno in cui mi ha regalato un braccialetto di cuoio, dicendo che era un portafortuna. Mi stringo le braccia attorno al corpo, il petto che si contrae come se qualcosa dentro di me si stesse spezzando. So che dovrei andarmene. So che non dovrei stare qui, dietro la loro porta. A dodici anni non si può assistere senza volerlo a uno scempio come questo. Ma non riesco a muovermi. Mia sorella, invece si muove, eccome. Sta facendo l'amore con Beau. Con Beau. Qui. In casa mia. Resto lì, nell'ombra, ad ascoltare il suono del mio cuore che si spezza nel silenzio. E quando il rumore proveniente dalla camera di Sienna si affievolisce, quando tutto torna quieto, mi volto e torno nella mia stanza. Stringo il cuscino tra le braccia. E piango.
Mi sveglio con un nodo in gola. Mi alzo dal letto e mi trascino in cucina, ancora con il pigiama addosso. E lì, davanti al frigorifero aperto, c'è Beau. In mutande. Il mio stomaco si chiude. "Ma che diavolo..." sibilo, incrociando le braccia. Beau si gira con un'espressione assonnata, una bottiglia d'acqua in mano. "Ehi, Cass." "Cassidy," lo correggo, stringendo i denti. "Non ti vergogni neanche un po'?" Sienna arriva con un sorriso svogliato, tirandosi su i capelli con un fermaglio. "Datti una calmata, è solo Beau." "Solo Beau?" Ripeto incredula. "Solo il ragazzo che hai trascinato qui mentre i nostri genitori non c'erano! Non provi nemmeno un po' di vergogna?" Sienna sbuffa, prendendo una mela dal tavolo. "Sei solo una bambina, cosa vuoi saperne?" Beau solleva le mani, provando a stemperare la tensione. "Ehi, Cass..." "Lasciami stare!" lo interrompo, il viso in fiamme, poi afferro il mio zaino e scappo fuori di casa. A scuola la giornata trascorre lenta. I corridoi della Austin Middle School sono affollati di ragazzini che corrono, parlano, ridono. La mensa è rumorosa, il cibo è pessimo come sempre. Le lezioni di scienze e matematica si trascinano, la mia mente torna a lui più volte. Beau Callahan. Il ragazzo che non sarà mai mio. Fuori dalle finestre vedo il cielo azzurro del Texas, il calore che increspa l'asfalto. Ma dentro di me, tutto è freddo. E per la prima volta, odio mia sorella con ogni fibra del mio essere. Il resto della giornata passa in una bolla. Quando torno a casa, sento il rumore della doccia aperta. La porta della camera di Sienna è chiusa. E nel soggiorno, adagiato sul divano come se fosse il padrone di casa, c'è ancora lui. Beau. E allora capisco che tutto è cambiato. Per sempre.
Isabel White
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