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Autore: Barbara Busiello
Un magico destino
Romance
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Un magico destino

Era una tiepida giornata di settembre, il sole caldo filtrava attraverso le tende celesti della stanza dove Sara stava ancora dormendo, o almeno ci provava. Era stata una notte agitata, pregna di incubi che si mescolavano a ricordi del suo recente e burrascoso passato.
Passato. Poteva davvero definirsi così? Una cosa passata era finita, allora come mai si sentiva ancora così in balia di quella tempesta se era passata? Anche il sole che entrava prepotente nella sua stanza le testimoniava che il tempo scorreva, le stagioni si susseguivano imperterrite, incuranti del suo dolore. Eppure sapeva che le sue ferite infette e doloranti si stavano, piano piano, trasformando in cicatrici e questo era solo merito della sua famiglia, delle sue amiche e della sua psicologa.
Dopo cinque anni d'inferno era finalmente riuscita ad afferrare la mano di chi gliela porgeva e mai scelta fu più saggia. Sapeva di essere stata fortunata, era ancora viva. Un brivido freddo la travolse facendola rimanere ancora un po' sotto le coperte. Quando al telegiornale aveva sentito la notizia dell'ennesima ragazza vittima di femminicidio, qualcosa dentro di lei si era acceso. Forse la paura, forse la consapevolezza che la prossima vittima sarebbe potuta essere lei. Dopo cinque anni era riuscita a dire basta, a mettere un punto definitivo. Certo, era stata fortunata, Claudio aveva accettato la sua decisione senza troppe cerimonie, era palese che avesse un'altra già da qualche tempo e Sara sperava solo che con lei si stesse comportando bene. Del resto il problema nella coppia era Sara e non Claudio, così le aveva ripetuto lui fino allo sfinimento, fino a convincere anche lei.
“Sei grassa, se ingrassi ancora ti lascio, sei un peso, se non porti i soldi a casa io non ti mantengo, se mi tradisci ti mando sulla sedia a rotelle, con te mi annoio, sei ridicola...”
Le illazioni del ragazzo le rimbombavano nella testa come un mantra e Sara sentiva che un altro attacco di panico stava per arrivare.
Si costrinse ad alzarsi dal letto e aprì la finestra ingoiando l'aria fresca del mattino come fosse una medicina miracolosa.
“Inspira, espira” le parole della sua psicologa le rimbombavano in testa e così il cuore che le martellava nel petto fino a pochi istanti prima, si calmò. Riaprì gli occhi per guardare tutto quello che la circondava, distraendosi dai brutti pensieri. Era nella sua stanza, al sicuro dal male e, impegnandosi un po', in lontananza riusciva a scorgere anche il luccichio del mare.
Un'altra giornata di rinascita la attendeva e le sue amiche la stavano aspettando, come sempre, senza mai fare domande, portando solo sorrisi e abbracci.
Quando suonarono il campanello, Sara si precipitò ad aprire alle sue amiche, era sabato ma nonostante ciò, Jessica ed Eleonora anziché passare quella giornata con i loro fidanzati, si chiudevano in casa con lei per fare una maratona di film comici finché non si addormentavano tra pop- corn e patatine, con la tv accesa.
Sara era grata, lei non se la sentiva di uscire con il rischio di incontrare Claudio. Non era ancora pronta ad affrontarlo, sperava solo di riuscire a tornare alla normalità un giorno e fare tutto quello che facevano le altre ragazze della sua età. Si ripeteva ogni giorno quanto fosse fortunata ad avere le sue amiche, la sua famiglia a sostenerla. Se non ci fossero stati loro chissà che fine avrebbe fatto.
“Allora ragazza, hai scelto i film di questo sabato sera?” le chiese Jessica baciandola sulle guance, seguita da Eleonora che le diede un abbraccio stritola costole.
“Non ancora ma sicuramente vedremo qualcosa di leggero e divertente.” Rispose lei mentre salivano le scale per andare nella sua stanza. Aveva già sistemato i pouf e riempito la scrivania di ogni genere alimentare.
“Sono d'accordo” rispose Eleonora mentre Jessica sbuffava e prendeva una boccata dalla sua sigaretta elettronica.
“Mai una volta che possiamo vedere qualcosa di piccante, ho due verginelle come amiche!” Jessica le prendeva in giro, lei era la stravagante del gruppo ma adorava le sue amiche e sapeva adeguarsi ai loro gusti, l'importante era stare insieme e far distrarre Sara. Jessica era quella che era stata più in pena per l'amica, Claudio non le era mai piaciuto e sapeva che se lo avesse incontrato gli avrebbe tirato un pugno sul naso.
“Sei la solita Jess, se avevi altre voglie stasera potevi uscire con Bizio” rispose Sara tirandole un cuscino in faccia e ridendo alla reazione sconvolta dell'amica che rispose all'attacco e la stanza si trasformò in un campo da battaglia fatto di risate e piume di cuscino.
Dopo la battaglia le tre ragazze si ritrovarono sdraiate sul tappeto viola della camera di Sara, con il fiatone e le lacrime agli occhi per le risate.
“Per fortuna che i miei non ci sono altrimenti avrebbero richiesto uno TSO.”
“A proposito dei tuoi, sei andate a fare shopping con tua madre stamattina?” chiese Eleonora che adorava la parola shopping, soprattutto se pagava qualcun altro.
“Oh si, siamo andate!” sussurrò Sara che ora sembrava in imbarazzo e si rizzò a sedere. Le altre la imitarono.
“Scusa ma cos'è questo mistero? Non avrai mica incontrato quel...”
“No” Sara interruppe Jessica prima che iniziasse a inveire contro Claudio, non voleva parlare di lui.
“Ok, bene e quindi?” le chiese l'amica un po' più rilassata.
“Ho visto Alessandro...”
“Quell'Alessandro?” chiese Eleonora stupita.
“Scusate chi è questo tizio? Perché io non ne so nulla?” chiese Jessica mentre prendeva una manciata di pop–corn, come se il film fosse già iniziato.
“Non lo hai mai sentito perché ancora non ti conoscevo Jess. A quanto pare ha aperto un negozio di moda femminile al centro.”
“Wow! E com'è?” chiese curiosa Eleonora.
“Un bel negozio, a dire la verità” rispose Sara scoppiando a ridere e coinvolgendo anche le altre.
“Sei tremenda... hai capito cosa intendo, è come me lo ricordo?”
“Oh, anche meglio” sospirò la ragazza sognante.
Era stata innamorata per anni di Alessandro quando andava al liceo, ma lui era così bello, così irraggiungibile e così stronzo che alla fine si era arresa e poi...poi era arrivato Claudio. Negli occhi di Sara passò un'ombra ma subito la scacciò scuotendo la testa, doveva pensare ad altro.
“Amica ci sei?” chiese Eleonora preoccupata.
“Si scusate, ad ogni modo, forse non mi ha neanche riconosciuto... quindi basta parlare di lui, vediamo il film.”
Le ragazze annuirono, forse era meglio non parlare ancora di ragazzi con Sara, l'ombra di Claudio era sempre dietro l'angolo pronta ad annientarti alla prima distrazione.

Qualche mese dopo...

Sara era in camera sua a preparare le ultime cose. La sua famiglia e le sue due amiche la stavano aspettando giù, in parte felici, in parte tristi per questa partenza ma sapevano che Sara ne aveva davvero bisogno.
La ragazza uscì sul balcone della sua camera, come faceva sempre quando era pensierosa o triste. Stavolta era pensierosa.
Stava per partire, andava a vivere in Belgio per un periodo, non sapeva nemmeno lei per quanto. Dopo sei mesi stava ancora male, eppure ci aveva provato con tutte le sue forze. Claudio continuava a perseguitarla nella sua testa, anche se per fortuna era sparito dalla sua vita, totalmente, i danni che aveva fatto però erano ancora visibili nella sua anima che andava ricostruita. Non poteva continuare a rimanere in quel limbo, non era così che aveva immaginato la sua vita. Chiusa in una stanza per paura di incontrarlo, non riusciva a dormire perché sapeva che avrebbe fatto i soliti incubi, non ascoltava più la radio perché ogni canzone gli ricordava la loro storia. Non si riconosceva più, non era più in sé. Era sempre stata una ragazza allegra, solare, dinamica, con tanti sogni e progetti. Voleva sposarsi e avere tanti bambini, fare il lavoro che amava e per cui aveva studiato tanto: l'insegnante. Ora però le sembrava tutto senza senso, non aveva più sogni, ed era ora di dire basta, doveva ritrovare se stessa. Forse partire l'avrebbe aiutata a ritrovarsi e a reinventarsi. Non era certa ci sarebbe riuscita ma aveva bisogno di scappare da tutto e tutti. Da quei mille ricordi, da quei dolori, da quei giorni sempre uguali, dallo studio, dal lavoro, dalle lacrime. Nonostante la sua psicologa le avesse ripetuto mille volte che i problemi ti seguono ed è inutile scappare, lei sentiva che doveva farlo.
Un'altra stagione stava per arrivare e si sentiva male al pensiero che nella sua vita nulla fosse cambiato. Il tempo passava inesorabile, le cose si evolvevano e lei rimaneva con i suoi pensieri, con la sua vita vuota.
Aveva paura, una paura tremenda di partire ma doveva farlo, non sopportava più quell'ambiente, si sentiva schiacciata, le mancava l'aria e doveva liberarsi di Claudio.
Ricordava con sollievo il giorno in cui decise di partire. Era successo tutto per caso, aveva preso il mappamondo che aveva sulla scrivania e iniziò a farlo girare poi con gli occhi chiusi puntò il dito, fermandolo. La sua destinazione era il Belgio.
Prese la valigia, salutò la sua camera come si saluta un'amica a cui hai confidato tutti i tuoi segreti, scese le scale lentamente, come se volesse memorizzare ogni gradino. Sapeva e si augurava che al suo ritorno sarebbe stata una persona diversa. Non vedeva l'ora di tornare per scoprire se era riuscita a vincere.
Appena arrivò in cucina trovò tutti lì pronti ad accompagnarla con le lacrime agli occhi.
Ognuno cercava di convincersi che faceva bene a fare quel viaggio, ma ciascuno di loro egoisticamente voleva averla con sé, sempre.
In religioso silenzio entrarono in macchina e partirono verso l'aeroporto di Ciampino.
Sara sapeva quello che stava lasciando ma non poteva di certo immaginare cosa e chi stava per trovare. Perché l'imprevisto non è mai tale, è un regalo del destino che viene dato solo a chi ha il coraggio di prenderlo e conservarlo.

Barbara Busiello

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