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Autore: Gloriana Emerald
Non Solo Lussuria
Romance MM - Hot spicy
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Non Solo Lussuria

“James, perché non finisci il dolce?”.

Con uno sbuffo infastidito, ormai stanco di confermare l'ovvio ogni giorno, il ragazzo si voltò verso la madre per darle la solita spiegazione. Mesi di stancanti lotte verbali e pressioni psicologiche non lo avevano ancora fatto cedere, non avrebbe mollato di un centimetro.
Gli era inconcepibile che lei non capisse la situazione.

“Ancora, ma'? Davvero? Il foglio appeso al frigo è la dieta che il medico mi ha dato. Non me la sono inventata io. È scritto tutto lì, nero su bianco, per ogni giorno e ogni pasto.”
“Pensi che quello sappia meglio della sottoscritta cosa è giusto per te? Sei mio figlio! Solo perché lui ha un pezzo di carta in bella mostra sul muro ha la tua fiducia?”
“Sono sicuro che sappia bene cosa fa. È il suo mestiere, ha studiato anni per poter aiutare le persone.”

Il nonno si alzò in piedi e si intromise per evitare il degenerare della discussione.

“Angelica, smettila. Ha ragione il ragazzo. Non siamo in carestia, né sta per arrivarne una. Perché vuoi metterlo all'ingrasso? Gli hanno prescritto una dieta per questioni di salute, come puoi essere irritata per questo? Porta via il dolce ed evita di farne altri. James deve prestare attenzione a cosa mangia, con le eccezioni delle festività, o di altre occasioni speciali, tutta la famiglia si sforzerà di rispettare questa necessità.”
“Non iniziare anche tu papà, di fame si muore...”
“Anche di troppo cibo. Angelica. Devi aiutarlo a seguire le direttive del medico. Il ragazzo sta benissimo, non è debilitato né affamato. Segue le indicazioni di uno specialista, e per quanto mi riguarda penso abbia tutte le ragioni per farlo.”

La donna sparì in cucina, offesa dalle parole del padre, e James si voltò verso il nonno in cerca di risposte e suggerimenti su come gestire la situazione.

“Andiamo in giardino.”

Il giovane non aveva mai considerato l'uomo come anziano, ma, con l'avvicinarsi del suo sessantanovesimo compleanno, gli acciacchi si erano fatti notare. Niente di invalidante, qualche articolazione consumata dal troppo uso.
Piccole grandi conseguenze del pesante lavoro fisico portato avanti fin dalla più tenera età. Aveva iniziato come tuttofare nei cantieri edili poco più che bambino, e non si era mai fermato.
James era molto fiero del nonno.
Da immigrato di seconda generazione, aveva badato all'intera famiglia senza nemmeno un titolo di studio.

Volere è potere.

L'aveva imparato da lui, ed era lo stimolo alla base del proprio desiderio di migliorarsi.
Lo seguì fino al dondolo posizionato nell'angolo più lontano del giardino. Era il posto preferito dell'uomo, dove andava a leggere il giornale lontano dalle chiacchiere e dagli strepiti dei più giovani membri del clan.
Lo teneva il sotto braccio anche in quel momento, più per abitudine che per effettiva necessità.

“Siediti, James.”

Il ragazzo lasciò andare i suoi centoventi chili con la maggior delicatezza possibile.

“Sono tutto orecchi, ragazzo.”
“Cosa vuoi che ti dica?”

L'uomo non lo guardava nemmeno, gli occhi fissi sulla bassa casa di fronte a loro.
L'edificio aveva visto tempi migliori, ma era comunque stato il posto dove l'anziano capofamiglia aveva visto crescere i figli e che ora ospitava i nipoti.
Faceva fatica a pensarsi così vecchio, perché cervello e cuore continuavano a essere quelli di un venticinquenne. La percezione che aveva di se stesso si era cristallizzata, e sembrava impossibile modificare quello stato di cose, anche se la presenza del ragazzo al proprio fianco parlava chiaro.
Cercò di capire come affrontare la situazione prima di aprire bocca. La capacità di prendere le cose con calma era un indubbio vantaggio dell'esperienza.

“Alla tua età ci sono poche cose in grado di scatenare una motivazione assoluta come quella che ti sprona. La più comune mi spinge a chiederti: per chi vuoi cambiare? E penso di aver posto la domanda giusta, sei arrossito in modo così violento...”

James sentiva bollire il viso, sorpreso dalle parole del nonno gli era stato impossibile nascondere le proprie emozioni in tempo. Trovare il modo migliore per rispondere era fuori discussione, il cervello era ottenebrato dal desiderio di darsela a gambe.
L'anziano non era tipo da mollare la preda appena catturata.
Da vecchio cacciatore sapeva bene come muoversi per impedirne la fuga.

“Parla, ragazzo. Sono vissuto abbastanza a lungo da riconoscere i sintomi, e non sono così vecchio da aver dimenticato come mi sentivo quando ho conosciuto nonna. La tua non è una cotta, per le infatuazioni si cambia in modo superficiale. Al contrario, per i grandi amori si fanno scelte radicali. Preda degli sbandamenti adolescenziali si cercano scorciatoie, non si fa altrettanto per le storie che si vogliono far durare a lungo.”

Il nonno era più percettivo di quanto James potesse sospettare, ma non lo preoccupava in modo eccessivo. I pensieri negativi venivano da ben altra direzione.

“Mamma lo sa?”
“La conosci, è troppo impegnata a cercare di governare la propria piccola fetta di mondo. Le è impossibile trovare il tempo per osservare davvero ciò che la circonda.”
“Forse hai ragione. Comunque non cambia molto, nonno. In realtà so di non avere speranze, nemmeno riesco a spiegarmi perché mi do tanto da fare.”

La mano del nonno, grande e forte al punto che avrebbe potuto abbattere un lottatore con un singolo schiaffo, si posò con delicatezza estrema sulla spalla del giovane.

“James, ho la vista acuta. Con molta probabilità non sono intelligente quanto te, ma di sicuro nemmeno sciocco. Il rapporto con tua madre non è ideale, lo capisco bene. Ti sei sempre sentito trattato in modo diverso, messo in disparte. Lei ha sempre legato di più con tua sorella. Ha speso troppe energie nel cercare di tenerla vicino alla famiglia, e ha finito per perderla. Ora non sa più come recuperare la connessione con Gloria, nonostante viva sotto il nostro stesso tetto, e non si rende conto di aver sprecato l'occasione con te.”
“Nonno, è complicato...”
“Ti sembra un discorso campato in aria il mio? Fatto solo per trattenerti qui e forzarti a dire qualcosa? È l'opposto. Non pensare che questo vecchietto voglia farsi i complimenti da solo, il mio scopo non è spiegarti quanto sono bravo a osservare e cogliere i più minimi dettagli. Devi capire una cosa molto importante, io non sono qui per giudicare le tue scelte. So sempre di cosa parlo, o quantomeno molto spesso, e tu cerca di ricordarlo bene, James.”

Il nonno si prese una pausa. Il silenzio tra loro non era mai stato un problema. Durante le loro lunghissime partite a scacchi, o davanti al televisore per seguire il baseball, se c'era da dire qualcosa bene, altrimenti si godevano con semplicità la reciproca presenza.

Alla fine l'uomo sganciò la bomba.

“Chi è il giovanotto?”

James rimase senza fiato.
La vita era stata abbastanza stronza con lui. Non troppo, doveva essere onesto, ma a sufficienza da portarlo pensare di aver fatto del male a parecchie persone in una precedente incarnazione.
La scoperta della propria omosessualità gli era sembrata l'ennesimo colpo basso dell'universo. Si era domandato più volte quale dannatissimo karma si portasse addosso.
Rendersi conto che il nonno era già a conoscenza del proprio segreto lo mise a soqquadro. Ora temeva le reazioni, le conseguenze che sarebbero seguite alla sua conferma, perché negare sarebbe stato assurdo.
Non osava immaginare come il rapporto tra loro avrebbe resistito a quel tornado.

“James, non rimuginarci troppo. Lo so da parecchio. Non è una novità per me, quindi cerca di rimanere tranquillo. Trovo l'amore sia la cosa più naturale del mondo. Raccontami.”

In quella semplice giornata di fine aprile, James iniziò a parlare e lo fece davvero, fino in fondo.
Non tralasciò nulla.

Gli bastarono pochi giorni per rendersi conto di aver preso la decisione migliore della vita, perché da quel momento in poi niente rimase come prima. Confidarsi con il nonno gli aveva portato supporto inaspettato, ma lo aveva anche aiutato a trovare in sé ancora più energie per perseguire i propri obiettivi.

~~~

Aveva impiegato otto anni per arrivare alla fine del percorso intrapreso. Il traguardo immaginato e perseguito era diventato un punto di arrivo concreto. Non più collegato all'amore a senso unico delle scuole superiori, ma base e fondamento dell'esistenza che aveva costruito a piccoli passi.
Ancora una volta grazie al nonno.

Volere è potere, una frase verissima e complicatissima da mettere in pratica. In quel percorso aveva imparato l'importanza dei perché nascosti dietro i desideri totalizzanti. Motivazioni da portare alla luce con fatica, per poi accettarle con pienezza.

Era stata una lezione vitale.

Il nonno aveva capito da subito quello che lui aveva impiegato tempo ad assimilare. Ricordava ancora quel loro discorso, in un pomeriggio come mille altri.
Se fosse stata una cotta si sarebbe dissolta senza lasciare traccia, ma era un amore profondo. Non era scomparso e non lo avrebbe fatto in futuro.
La vita li aveva allontanati, ma il sentimento era rimasto, chiaramente forgiato per durare, passare da un anno al successivo senza sfilacciarsi. Non si era limitato a rimanere intatto, si era rafforzato con il passare dei giorni. Per assurdo accresciuto dall'impossibilità di diventare reale.
Lui si limitava a custodirlo, conscio che i propri desideri erano destinati a rimanere chiusi nel cassetto dei sogni del ragazzo che era stato. Con il passare del tempo era diventato l'uomo che proteggeva quei sogni dall'abrasione del tempo. Indifferente a cancellarli, desideroso solo di conservarli come coccole infinite.
In quella sua lettura del presente non aveva considerato quanto la vita potesse riservare sorprese imprevedibili.

L'inevitabile era una possibilità nell'infinita estensione degli universi, e non poteva essere ignorato.

Non avrebbe mai pensato di trovarsi a passeggiare, un giorno come mille altri, e vederlo davanti a sé.

Era lui, senza ombra di dubbio. Lo avrebbe riconosciuto anche in mezzo alla ressa dei tifosi in uscita da uno stadio gremito per una finale. Camminavano nella stessa direzione e, anche se ne vedeva solo la schiena, sapeva con precisione chi fosse l'uomo a pochi metri di distanza.
Sempre dieci passi davanti a lui.
Era così da sempre in fondo.
Non sarebbe mai riuscito a sfuggire al percorso disegnato dal proprio destino: inseguirlo in eterno.
Felicità irraggiungibile vicina al punto da sembrare possibile, mai davvero a portata di mano.

~~~

Diede uno sguardo all'orologio prima di prendere la decisione più idiota della vita.
Cosa avrebbe ottenuto dal diventare uno stalker?

Voglio solo vedere dove vive ora.

Pietosa bugia che rifilò a se stesso in un misero tentativo di mantenere intatta la propria dignità.
Era più interessato a capire se fosse sposato e con chi, se avesse già dei figli o se fossero in arrivo. Desiderava solo scoprire il tipo di vita condotta dal suo unico amore, quello in grado di accelerargli i battiti del cuore.

Lo seguì in silenzio, senza prestare attenzione a null'altro se non l'uomo davanti a sé. La strada era una delle tante della città, i negozi una serie di vetrine inutili aperte su mondi poco interessanti, e i passanti mere ombre prive di consistenza.
Lo osservò fermarsi, controllare la posta e aprire il portone per accedere al piccolo cortile interno.
A quel punto si rese conto.

Conosceva ogni dettaglio di quell'edificio, dalla cassettina in metallo rosso brillante fissata alla ringhiera, al breve acciottolato che portava dalla strada alla porta in legno scuro.
Tutto era identico, intatto. Il tempo in quell'angolo di città pareva essersi fermato. Dieci anni non sembravano passati.

Proseguì senza nemmeno rallentare, non voleva attirare l'attenzione. Con passo regolare, concentrato solo sul proprio respiro e sulla necessità di non farsi riconoscere, superò la casa di qualche centinaio di metri.

Gli era bastato passargli accanto per rendersi conto di quanto fossero cambiati.
Entrambi.

Lui era sempre affascinante, ma c'era qualcosa di sbagliato in come si muoveva, in come aveva superato i miseri tre scalini che portavano alla porta d'ingresso.
Per quanto lo riguardava le differenze erano ancora più palesi. Non era più il grasso, tozzo, insulso James delle superiori. Gli otto anni spesi a forgiare se stesso non si erano dissolti.

Aveva una vita nuova, migliore anche se imperfetta, e non sarebbe tornato indietro per nessun motivo. Con o senza la persona alle proprie spalle c'era una sola direzione possibile: avanti.
Non poteva voltarsi verso il passato, né doveva cedere al desiderio di sbirciare all'indietro nel tempo.
A ridurlo un ammasso tremante di desideri utopici era la realizzazione di cosa avesse appena visto.

Viveva ancora nella casa dei genitori.

Ormai abbastanza lontano, di certo non più rilassato, si passò una mano sul viso.
La cittadina nella quale vivevano era una delle tante definibili ordinarie. James la considerava accogliente, non così grande da diventare impersonale e per questo ricca di una dimensione che aveva il sapore della realtà.
Gli era sempre piaciuto vivere lì e mai aveva pensato ad andarsene, anche se non era il luogo più adatto per poter esistere in serenità. Lo scotto da pagare era nascondere le proprie preferenze sessuali.

Perché non l'ho mai cercato sui social?

Domanda idiota, per non soffrire nel vederlo con qualcun altro accanto. Non aveva mai voluto sapere fino a quel giorno e, a pensarci bene, nemmeno avrebbe saputo spiegare perché lo aveva seguito quel pomeriggio.

L'inevitabile che prende forma e diventa incontro fortuito.

Ora doveva decidere cosa fare della nuova informazione.
In realtà il poco che aveva visto non forniva reali certezze. Poteva aver deciso di vivere lì con la propria famiglia, magari i genitori avevano traslocato, oppure...
Non c'erano molte altre opzioni pronte a balzargli alla mente. Il suo cervello sembrava bloccato sulla possibilità fosse ancora scapolo.

A chi posso chiedere?

Aveva poche opzioni. L'unico amico sincero delle superiori sarebbe stato la scelta migliore, ma era certo avesse lasciato la città parecchi anni prima. Non ci aveva più rimesso piede e dubitava fosse rimasto in contatto con qualcuno.
Decise di non coinvolgere Sophie, aveva i suoi impegni e di certo avrebbe finito per redarguirlo.
Altre conoscenze in comune non ne avevano, troppa distanza sociale e non solo.
Era riuscito a vivere dieci anni senza cercare alcun contatto. Le cose erano cambiate, non era più in grado di continuare a ignorare la sua esistenza.
Non dopo averlo visto.

Se l'unica strada percorribile era arrangiarsi... lo avrebbe fatto. A costo di diventare davvero uno stalker.

Volere è potere, vero nonno?

Gloriana Emerald

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Scrittori si nasce Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori, arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia.
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