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Autore: Salvatore Scalisi
Che giorno è oggi?
letteratura
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Che giorno è oggi?

Cammina sul marciapiede, quando viene attratto da un uomo e un bambino che si tengono per mano. Dopo essersi incrociati, lui si gira e continua a osservare la coppia che si allontana. Un senso di piacere pervade il suo animo.
- Ciao papà. –
- ... ciao Luigi. Scusami, ero distratto. –
- Sì, guardavi ... con il sorriso sulle labbra, quell'uomo con il bambino. –
- Già. –
- Traspare tanta tenerezza. –
- È proprio così. –
- Ti vengono in mente vecchi ricordi. –
- Sì, anche. –
- Forse noi eravamo più discreti, ma questo non significa che si voglia meno bene. E tra te e il nonno? –
- Uguale; non si lasciava andare più di tanto. Su certe cose era un po' all'antica, e probabilmente avrò preso da lui. –
- Io ho dei bei ricordi ... di te. –
- Sicuro? –
- Certo! –
- Sei troppo educato per mandarmi a quel paese. –
- Papà, ma cosa dici? –
- Non prendermi sul serio. –
- Ci puoi giurare. Come stai? -
- Credo bene. –
- Credi ... che significa? –
- Sì, credo di stare bene, compatibile con l'età che ho. –
- Non sei vecchio. –
- Se è per questo, non sono nemmeno giovane. Dimentichi che ho da poco compiuto ... -
- Sì, sessantaquattro anni. –
- Esatto! –
- Le persone alla tua età ... -
- Si sentono dei ragazzini; già, è risaputo. Andiamo a prenderci qualcosa al bar? –
- Sì. –
I due uomini si siedono all'interno del locale. Giunge il barista con un vassoio che poggia sul tavolo, con sopra due tazzine di caffè e altrettanti bicchieri d'acqua e cornetti al miele, dopodiché si allontana.
- Hai detto che ti sei preso un giorno di permesso dal lavoro. –
- Sì, non mi sentivo di andarci – risponde Luigi.
- Capisco; spero che non ci sia nulla di serio. -
- No, tranquillo. –
- A casa? –
- Tutto bene; Angela è al lavoro e Monica è all'asilo. –
- La piccola cresce. –
- Già; fra due mesi compie cinque anni. –
- È dolcissima. –
- Sì, è un amore. –
- Spero almeno di ricordarmelo. –
- A cosa ti riferisci? –
- Al giorno del compleanno di Monica. Ti sarei grato se me lo rammentassi un giorno prima, onde evitare di fare una brutta figura. –
- Parli sul serio? –
- Certo. –
- Non ci credo. –
- Stamattina mi sono fatto la barba. –
- E qual è il problema? – chiede Luigi.
- Pensavo che fosse sabato; di solito è il giorno in cui mi faccio la barba – risponde l'uomo.
- No, oggi è venerdì. Comunque, può capitare che ci si confonde sul giorno. Forse è capitato anche a me. –
- Per me non è la prima volta – afferma il padre, mentre prende la tazzina con il caffè dopo aver mangiato il cornetto.
- Davvero? – replica Luigi, sorseggiando la bevanda scura.
- Sì. –
- Be', non so cosa dirti, sarà una cosa passeggera. Hai qualche pensiero che ti crea ansia? –
- No, la vita scorre in modo tranquilla ... forse troppo. –
- Cosa vuoi dire? –
- È un po' monotona; faccio sempre le stesse cose. –
- Perché non cambi? –
- Sì, dovrei farlo, lo dico sempre, ma non ne vengo mai a capo. –
- Non ti si chiede di fare dei sacrifici; o è così? –
- È un bel dilemma. –
- La cosa è più seria di quanto immaginassi – osserva con un sorriso, Luigi.
- Già. Dopo la morte di tua madre ... -
- Ti sei chiuso. –
- Sì. –
- La mamma se n'è andata cinque anni fa; il suo ricordo rimarrà indelebile nei nostri pensieri, ma la vita continua. Pensavo che fossi tranquillo, insomma, che si trattasse di una scelta di vita. –
- No, non ne posso più di questa tranquillità. Dispiace che debba tormentarti con questi discorsi. –
- No, fai bene a sfogarti; e poi, sono tuo figlio. Devi fare nuove conoscenze, cambiare le tue abitudini, il tuo stile di vita. –
- Sì, dovrei fare proprio questo. –
- Chi te lo impedisce. –
- Nessuno, a parte me. –
- Non gliela darai vinta, spero. –
- Ce la metterò tutta. –
- Papà, forse ha influito il fatto che tu abbia lasciato il lavoro; quantomeno ti teneva impegnato. –
- L'ho lasciato un anno fa, e non è che prima le cose andassero meglio. Lo vedevo come un peso, e liberandomene credevo di avere più tempo a disposizione per riflettere sul da farsi. Non è servito a granché, devo prenderne atto; tornare sui miei passi non ha più senso. –
- Ma qualcosa devi pur fare. –
- Sì, questo è ovvio, e al più presto. -


Non pensava di parlargliene al figlio, ma la cosa è venuta da sé, e in qualche modo, questo è vero, è servito a sfogarsi. Luigi gli ha espresso quelle che sono le linee giuda da seguire, su cui il padre ne è pienamente consapevole. Il problema è non lasciarle nell'immaginario, ma metterle in pratica. Al momento non se la sente di cambiare le sue “sane” abitudini. Rientrato a casa, l'uomo deve decidere se per pranzo prepararsi un piatto al sugo già pronto, o riso con i legumi nel barattolo in vetro. I soliti primi piatti. Alla fine sceglie la pasta al sugo.
- Già, è più facile dirlo che farlo – osserva l'uomo seduto a tavola, mentre avvicina la forchettata di spaghetti alla bocca, volgendo lo sguardo al piccolo televisore spento posto sopra un mobiletto. – Non accendo più nemmeno la TV, a parte la sera per vedere qualche film. Mi sto spegnendo, è questa la verità; sì, come quel televisore. Andando avanti così, finirò male, tanto vale rinchiudermi in una casa di riposo. Il problema è tutto nella mia mente ... cosa mi è successo? – Mi faccio la solita domanda, ma io conosco la risposta ... sì, la conosco. –


Finito di pranzare, va in camera da letto e si sofferma a guardare una foto incorniciata in un portaritratto poggiato sul comò, in cui si vede l'uomo abbracciato alla moglie e sullo sfondo uno splendido mare azzurro.
- Non faccio altro che pensarti ... mi manchi terribilmente. Non ce la faccio, non riesco a vivere senza di te – l'uomo scoppia in lacrime, buttandosi sul letto. – Perdonami, ti avevo promesso che mi sarei preso cura di me, e invece sono ridotto a un vecchio rudere. Dovrei riprendere in mano la mia vita. Sì, è quello che dico sempre ... perdonami. –


Nel pomeriggio fa la solita passeggiata sulla via principale della città, guardando distrattamente tutto ciò che gli sta intorno.
- Almeno mi è utile a sgranchirmi le gambe – l'uomo cerca di dare una ragione alle sue uscite. A un tratto incrocia quella donna con il cane di piccola taglia che porta al guinzaglio. È una bella donna, sulla sessantina, ben curata, con i capelli biondi lunghi che le scendono sulle spalle, che incontra spesso. All'inizio si scambiavano la reciproca attenzione, in seguito, inspiegabilmente, lui ogniqualvolta che se la ritrova davanti, abbassa lo sguardo. Ed è quello che fa anche ora. Eppure, gli piace tantissimo, potrebbe essere l'occasione per fare nuove amicizie. – Dannazione! Cosa mi prende? Così non va bene, da questo limbo non me ne uscirò più; e più tempo lascio scorrere e peggio è - prosegue la passeggiata, senza che questa venga interrotta da fattori esterni; è come se stesse attento che nessuno provasse a violare la sua privacy. – Amore ... era bello, camminare per ore intere, mano nella mano, senza stancarci, come il primo giorno che ci siamo frequentati – dice tra sé e sé l'uomo. – Ogni angolo di questa strada, perfino l'aria che respiro mi fanno ricordare di te ... mi sei sempre accanto, non te ne sei andata; sento perfino il tuo profumo, ma non riesco ad accarezzarti ... -

L'uomo, rientrato intorno alle ore venti a casa, si prepara una frugale cena a base di insalata mista e mozzarella. Finito di mangiare, rimane seduto in cucina a guardare un film alla TV, alla fine del quale va a letto. Tutto prosegue come ogni giorno. Disteso di fianco, osserva la parte dinanzi vuota del letto e socchiude gli occhi, accennando un dolce sorriso.

Schiude lentamente gli occhi.
- Amore ... sei bellissima. –
- Anche se ho l'aria stanca? – risponde lei.
- Sì, sei bellissima, e lo sarai sempre. –
- All'inizio me lo dicevi sempre, e mi faceva molto piacere. –
- Sì, ma dentro di me non è cambiato nulla, desidero che tu lo sappia. Il tuo viso è una luce splendente che riempie il mio cuore di gioia. –
- Sei ancora innamorato? –
- Sì. –
- Devo crederci? –
- Tu cosa dici? –
- Va bene, mi fido di te – afferma la donna, osservandolo con tenerezza.
- Cosa c'è? – chiede lui.
- Niente; ecco ... -
- Cosa? –
- ... sì, non voglio che tu soffra. –
- Perché dici questo? –
- La vita è imprevedibile ... possono esserci dei momenti brutti. –
- Li supereremo insieme; con l'amore si supera ogni avversità. –
- ... sì. –
- Mi stai nascondendo qualcosa? –
- No, non è così. Io ultimamente sono stata male. –
- Sì, lo so, ma è una cosa passeggera. Ora come stai? –
- Bene; ora sto bene. –
- Mi prenderò cura di te. –
- Sei un angelo. E tu farai altrettanto ... su di te, intendo; lo prometti che lo farai? –
- Sì, te lo prometto. Desidero baciarti. –
- Cosa aspetti? –
La coppia si lascia andare in un caloroso abbraccio, baciandosi appassionatamente

Salvatore Scalisi

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