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Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero).
Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori, arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia.
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Writer Officina
Autore: Marita Woods
Titolo: Anime a Metà
Genere Romance
Lettori 3523 37 58
Anime a Metà
10 ottobre 1995.
Nella cittadina di Monterey, California, famosa per il suo Acquario, in un tranquillo quartiere residenziale di case basse monofamiliari circondate da piccoli giardini senza recinzioni, vivono due famiglie le cui storie stanno per incrociarsi. I Bassett si sono trasferiti da poche settimane da Los Angeles, in cerca di una vita più tranquilla per la loro piccola di un anno, Pamela. La casa dei Pierce si trova proprio di fronte alla loro, al numero 1111 di Larkin Drive. Anche i Pierce hanno un solo figlio, Noah, di sedici anni, un bel ragazzo dal fisico asciutto, reso ancora più gradevole da un viso dai lineamenti regolari incorniciato da folti capelli castano scuro tagliati corti e due occhi grigio-verde grandi ed espressivi, sottolineati da lunghe ciglia nere. E' vestito come si vestono tutti i ragazzi della sua età nell'ottobre californiano del 1995: con una canotta scura sopra jeans slavati e flosci sui fianchi. Potrebbe essere il tipico liceale conteso dalle ragazze più carine della scuola, il re indiscusso del ballo di fine anno, oppure semplicemente un ragazzo sicuro di sè. Ha appena attraversando la strada e sta suonando il campanello dei nuovi vicini. Ad aprire la porta è una donna di circa quarantacinque anni, alta, sottile ed elegante con un cespuglio di capelli di fuoco lasciati sciolti intorno ad un perfetto ovale color dell'alabastro in cui risaltano due occhi azzurro cielo e labbra carnose, rese ancora più voluminose dal lucidalabbra. Accoglie il giovane con un caldo sorriso.
Ciao Noah, sei puntualissimo! Accomodati, la vuoi un po' di limonata?
Il ragazzo entra in casa accennando un rapido inchino con la testa.
Grazie, Signora Bassett, molto volentieri.
Chiamami Celia, per favore. ‘Signora Bassett' mi mette in soggezione.
La donna fa cenno a Noah di accomodarsi sul divano ed è subito da lui con un grosso bicchiere pieno di ghiaccio e limonata.
Pamela sta facendo il suo riposino quotidiano, te la presenterò quando ti avrò spiegato di cosa ho bisogno e ci saremo conosciuti meglio.
Certo.
Dunque, come ho già accennato a tua madre, mio marito è agente di commercio ed è spesso in viaggio, io invece sono una ‘strizza cervelli', una psicologa. Lavoro in un poliambulatorio 3 pomeriggi alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle 3 e 30 alle 6 e 30, per un totale di nove ore. In questo tempo, ho bisogno che qualcuno si occupi della bambina. Significa provvedere a cambiarla quando si sporca, tenerla lontano dai pericoli, farle fare un'ora di riposo pomeridiano, prepararle e somministrarle la merenda, portarla a spasso, farla giocare e in generale tenerla lontano dai guai. So che sei molto bravo a scuola e che hai già avuto brevi esperienze come babysitter per bimbi un po' più grandi. Credi di potercela fare... voglio dire, occuparti di Pam non porterà via troppo tempo ai tuoi studi?
Credo che riuscirò ad organizzarmi, Signora.
Celia annuisce soddisfatta.
Bene. Posso pagarti cinque dollari per ogni ora. Pamela è una bimba molto socievole e tranquilla; sono convinta che andrete d'amore e d'accordo. Ma ora dimmi qualcosa di te...
Non saprei che raccontare... andrò al college il prossimo anno. Voglio studiare medicina qui a Monterey. Faccio un po' di surf, vado in skateboard. Mi piace ascoltare musica, andare al cinema, suono il pianoforte da quando avevo otto anni... e che altro?... ah sì, mi piacciono molto i bambini, probabilmente perché non ho fratelli e ne sento la mancanza. Come direbbe lei, forse sto ‘cercando di compensare'...
Celia gli sorride e gli offre altra limonata da una brocca che è posata sul tavolino da caffè.
No grazie. Sono a posto così.
Hai qualche domanda per me?
Immagino che mi lascerà una lista con informazioni circa i numeri di telefono d'emergenza e le istruzioni sui pasti e la cura della bambina...
Mi hai preceduta. Ho già preparato tutto in un libriccino che ti lascio sopra il frigorifero. Sono contenta che tu voglia prenderti cura della nostra Pam. Tua mamma ha ragione: sei proprio un ragazzo con la testa sulle spalle! Ora però devo andare in studio, vieni con me che ti porto da lei.
Insieme, Celia e Noah salgono al piano superiore, i loro passi attutiti da una moquette folta e chiara. La cameretta della piccola è nella penombra, ma si distingue il colore lilla delle pareti e delle tende che ornano il lettino in legno bianco, dove riposa una piccola figura dai corti capelli di rame, come la madre, la pelle bianchissima, quasi trasparente. Respira piano e regolarmente, profondamente addormentata. Celia si china su di lei e le accarezza la testa prima di mostrare a Noah il bagno adiacente, con il fasciatoio e il contenuto della cassettiera. Poi fa segno al ragazzo di uscire con lei e accosta la porta senza richiuderla per ritornare infine in salotto, dove si congeda, lasciando Noah da solo, nella casa silenziosa.

*****

Nella sua cameretta, la piccola Pamela si è svegliata e sta vocalizzando qualcosa che assomiglia a dei gorgoglii intervallati da trilli; Noah, che sta leggendo un fumetto dei Fantastici 4 in salotto, la sente e si precipita subito da lei. Apre lentamente la porta, per non spaventare la bimba, che ancora non lo conosce, e le parla con voce calma e bassa, un ampio e rassicurante sorriso sul suo volto.
Ciao piccolina! Hai dormito bene?
Pamela è seduta con le gambe che penzolano attraverso le sbarre della culla e risponde al sorriso dello sconosciuto. Cerca di alzarsi in piedi con qualche impaccio e continuando a fissare Noah con i suo enormi occhioni blu. Quando finalmente è in posizione eretta, appoggiata alla sponda del letto, allunga le braccia verso di lui salutandolo con una nuova parola di sua invenzione. La cosa sembra divertirla, perché ridacchia mostrando una dentatura ancora incompleta ma ordinata, come piccoli chicchi di riso in fila.
Mamao!
Mamao a te!
Noah accetta l'invito di Pamela e la prende tra le braccia. Ora lei può osservarlo più da vicino e gli esplora il viso con una manina, sorridendo come se si sentisse perfettamente a suo agio. Mentre Noah la porta con sé in cucina per darle la merenda, continua a parlarle con voce pacata.
Ma lo sai che sei proprio una bella bambina? La vuoi la merenda?
Pappa Pam.
Ecco, brava, adesso Noah ti dà uno yogurt con un pezzettino di banana. Ti piace la banana?
Ba-na-na.
Ottimo! Credo proprio che noi due andremo molto d'accordo! Ora ti siedo sul tuo seggiolone e ti porto la merenda.
La bimba aspetta paziente mentre il suo babysitter fischietta un'allegra canzoncina e lei ripete come un mantra.
Mamao! Mamao!
Dopo la merenda e un cambio di pannolino, Noah e Pamela si concentrano su una scatola di costruzioni in legno. Noah erige torri e palazzi e la piccola glieli distrugge con suo grande divertimento. Quando Celia rientra a casa, sono ancora in ginocchio in mezzo a poliedri di ogni tipo, ridono e sembrano essere entrambi felici. Noah prende in braccio Pamela e la bacia su una guancia intendendo restituirla alla madre, ma lei gli si stringe al collo.
No voio! No voio!
Celia la prende con dolcezza con sé.
Vedo che avete fatto amicizia!
Noah accarezza la testolina rossa di Pam e le riserva uno sguardo colmo di tenerezza.
Ora devo andare... ti lascio alla tua mamma, ma tornerò presto. Promesso!
Celia e la figlia salutano Noah sulla porta. La piccola gli manda bacini con la sua manina grassoccia e lui li prende al volo, mentre si allontana.

20 dicembre 1998

Mamao! Vieni!
Noah è seduto al tavolo della cucina e sta leggendo un libro con una matita tra i denti. Al richiamo della piccola si alza di scatto e corre al piano superiore. Pamela è appena scesa dal letto e si sta infilando le sue pantofole seduta per terra. Ha i lunghi capelli arruffati e cerca di pettinarseli con le manine quando entra Noah. Lei gli sorride e balza in piedi prendendolo per una mano. Lui la prende in braccio e la porta in bagno, dove la fa sedere sul ripiano del lavabo per ravviarle i capelli e sistemarle due mollette appena sopra le orecchie.
Ecco qui! Ora sei di nuovo una signorina presentabile.
Lei strappa la spazzola dalle mani di Noah.
Adesso tocca a te! Vieni più vicino che ti devo spazzolare!
Noah ubbidisce e chiude gli occhi mentre Pam si mette al lavoro sulle lunghe chiome del ragazzo.
Mi piacciono i tuoi capelli... sono molto morbidi. Li vuoi lasciare crescere lunghi come le femmine?
Mmmm, forse, non so... penso che mi serva il consiglio di una signora. Come mi preferisci?
Non lo chiedi a Becca?
Becca dice che sto bene così.
Beh, io ti preferisco con i capelli da maschio e con la faccia pulita.
Noah ride.
La mia faccia è perfettamente pulita. Non ti piace la mia barba?
Non lo so, devo pensarci. E' importante? Perché se è importante, ci penso...
D'accordo. Intanto però ci prendiamo una limonata e...
Suoniamo insieme il piano?
Stavo pensando a un bel giro in bici, ma se vuoi il piano, che piano sia!
I due scendono le scale tenendosi per mano. In cucina Noah riempie due bicchieri con della limonata fresca, mentre Pam apre il nuovo pianoforte in salotto e vi si accomoda lasciando posto sulla panca per Noah. Nella stanza riecheggia una canzoncina infantile e le note un po' stonate del canto di Pam che accompagna le loro quattro mani sui tasti.
Brava Pam! Sei diventata proprio brava. Presto suonerai meglio di me!
Pamela si mette in ginocchio sulla panca e si stringe al collo del ragazzo, osservando l'ombra della sua barba appena accennata, poi gli stampa un bacio sulla guancia.
Ho deciso, ti preferisco senza barba. Punge se ti do un bacio.
Allora ti darò un bacio io...
Le dà un bacio lieve su una guancia rosata. Lei se la massaggia, dubbiosa.
No, non va bene nemmeno così. Guardiamo un po' i cartoni, ora?
Noah la mette a terra, il suo telefono vibra nella tasca dei jeans. E' Celia che lo informa che sarà impegnata ancora per un'ora.
Va bene, la mamma è in ritardo e abbiamo ancora un po' di tempo. Cosa vuoi vedere?
Insieme si accomodano sul divano. 

L'orologio segna le 7 passate da pochi minuti. La porta di casa si apre e appare Celia in salotto.
Eccovi qui ragazzi! Scusa il ritardo, Noah! Oggi è stata davvero una giornata pesante. Ti aspettano per cena a casa, o ti fermi qui da noi, a questo punto?
Celia ha iniziato a frugare nel frigo e ad estrarvi contenitori e vegetali. Noah la raggiunge e cerca di rendersi utile.
No, non mi aspettano. Ho preferito avvisare mia madre che non sapevo a che ora sarei rientrato. I miei sono piuttosto abitudinari e non volevo tenerli a lungo nell'incertezza. Accetto volentieri l'invito, se mi permetti però di darti una mano.
Non dirmi che sai anche cucinare!! Studente esemplare, pianista provetto, babysitter impeccabile, figlio assennato e premuroso. Ma su quale pianeta ti hanno preso i tuoi?
Noah arrossisce e si schermisce.
Ho anche dei difetti piuttosto fastidiosi che compensano le mie doti e no, non so cucinare, ma posso tagliare le verdure o mettere a bollire l'acqua...
Ottimo. Allora prendi coltello e tagliere e inizia con i peperoni e le melanzane, per favore.
Pam corre in cucina chiedendo a gran voce di poter partecipare e Noah la fa sedere su uno sgabello di fronte all'isola su cui sta lavorando. La madre le assegna il compito di contare gli spaghetti che si trovano in un contenitore cilindrico. L'atmosfera è rilassata e serena fino al rientro di Ryan, marito di Celia e padre di Pamela. E' un uomo sulla cinquantina, capelli scuri ormai sale e pepe tenuti molto corti sui lati e occhi azzurro ghiaccio, una barba sufficientemente incolta da contrastare con il completo grigio classico e di buona fattura che indossa. Il suo ingresso è piuttosto drammatico. Sembra nervoso, addirittura infastidito. Mugugna un saluto rivolto genericamente ai presenti e sale in camera. Celia lo raggiunge.
Ryan, tesoro... qualcosa non va?
L'uomo toglie la giacca e si allenta la cravatta prima di rispondere.
Celia... le mie giornate sono piuttosto pesanti e quando torno a casa vorrei godermi la mia famiglia in pace. La MIA, famiglia, capisci? Che ci fa sempre qui quel ragazzo? E' il babysitter di Pam, va bene... è un bravo ragazzo, lo so... ma ormai passa più tempo a casa nostra che dai suoi!
Beh... qui si trova bene. A casa sua non c'è un'atmosfera molto serena e con il tempo... beh Pam si è affezionata molto a lui e ora è quasi un fratello maggiore. Forse se avessimo avuto altri figli nostri...
Io capisco che Pam lo veda come un fratello maggiore - ci è cresciuta insieme giorno dopo giorno - capisco anche che da un punto di vista educativo quel ragazzo sia diventato un elemento prezioso, insegnandole persino a leggere e a suonare il piano, ma quello che non capisco è come un giovane sano di diciannove anni stia sempre a casa nostra a giocare con una bambina piccola invece di andarsi a divertire con i ragazzi della sua età. Sei una psicologa e mi stupisce che tu non ti faccia delle domande.
Ryan inizia ad alzare la voce e la moglie cerca di calmarlo.
Parla a bassa voce, Ryan, non voglio che Noah ci senta.
Scusa Celia, non sono arrabbiato, solo un po' stanco. Però lo capisci che in quel ragazzo c'è qualcosa di strano? Non saprei dire cosa, ma c'è un che di morboso in questo suo attaccamento alla nostra famiglia. Che tipo di problemi ha a casa? I Pierce mi sembrano tipi tranquilli, ma anche loro non è che facciano molta vita sociale e in due anni, quante volte avremo parlato con loro...tre? Quattro, forse? C'è qualcosa di strano in quella famiglia e preferirei che Pam stesse con lui solo il tempo necessario. E poi...
E poi?
E' da un po' di tempo che questa situazione mi provoca disagio, quindi, visto che stiamo finalmente affrontando l'argomento, te la dico tutta: non mi piace che Noah ti ronzi intorno quando non sono a casa!
Celia sorride.
Aha! Allora è questo il problema! Sei geloso!
Si.. No... non mi preoccupo che tu... ma non sarebbe la prima volta che un ragazzo così giovane prendesse una sbandata per una MILF affascinante come te.
Ryan fa scivolare le sue mani intorno ai fianchi della moglie e l'avvicina a sè. Celia ride.
Se la cosa ti può tranquillizzare, Noah mi parla spesso dei suoi progetti per il futuro, progetti che includono una famiglia numerosa con quella sua fidanzata tanto carina, Rebecca. Stanno insieme da più di un anno, ormai. No, non credo proprio che si interesserebbe ad una MILF come me. Forse piuttosto mi vede come una zia, in fondo ho pressapoco l'età di sua madre!
Rebecca, sì, la ricordo! Davvero molto carina... un po' viziata forse. Mi sembra però una tipa interessata più a divertirsi che alla famiglia... mi sbaglierò...
Celia bacia il marito e si libera del suo abbraccio.
Ora scendiamo e mentre io mi occupo della cena, tu fai quattro chiacchiere con Noah. Per questa volta mangerà con noi, ma ti prometto che in futuro cercherò di dedicare le nostre serate solo alla nostra famiglia.
Grazie cara.
Quando la coppia arriva al piano di sotto, Pam è seduta sul tappeto con una bambola. Nessuna traccia di Noah.
Mamao se ne è andato! Ha detto che doveva tornare a casa.
Celia e Ryan si guardano in silenzio.

*****

Hai già mangiato, Noah? Pensavo saresti tornato più tardi! C'è ancora della minestra che puoi scaldare, sul fuoco.
Noah non risponde alla madre, una donna che sembra più vecchia dei suoi quarantotto anni, piuttosto trasandata e con evidenti segni di stanchezza sul volto. Il ragazzo sembra pensieroso.
Qualcosa non va?
Noah esita prima di rispondere.
No. Va tutto bene. Oggi però pensavo di riuscire ad avere più tempo per studiare. Credo che salterò la cena. Mi prendo solo un bicchiere di latte e vado a studiare. Papà?
E chi lo può dire dov'è tuo padre? In servizio, come al solito. Lui è sceriffo a tempo pieno. E' nato sceriffo. Il resto è un passatempo in cui indulge con molta moderazione. Fortunatamente, tra due anni va in pensione. Spero che non mi pentirò, allora, d'averlo sempre per casa!
Noah le sorride e le manda un bacio al volo, prima di lasciarla sola alle sue faccende in cucina.

In camera, Noah accende la luce sul comodino e si butta sul letto.
Ryan ha ragione. Non è normale che mi senta così bene in quella casa, con quella famiglia, come se fosse davvero la mia famiglia. Sono stato risucchiato nelle loro vite a poco a poco... No, non è vero. E' successo la prima volta che sono entrato in quella casa. Là, in quel momento, è come se avessi fatto in un istante un viaggio, un viaggio verso casa. Celia mi tratta come un figlio. E' sempre disponibile ad ascoltarmi. Riesce sempre a darmi buoni consigli e mi sento molto a mio agio con lei, come non sono mai riuscito a sentirmi con mia madre. E poi c'è la piccola, morirei di dolore se le succedesse qualcosa. E' possibile che sia perchè sono figlio unico e ho sempre desiderato dei fratelli? Ma se mi occupassi di altri bambini non sarebbe lo stesso, lo so.
E' vero, Pam è proprio speciale, però appartiene ai suoi genitori, non a te, Noah, quindi è ora di ampliare i tuoi interessi e iniziare a pensare ad una tua famiglia, al tuo futuro. E magari a divertirti un po' di più, così gli amici smetterebbero di prenderti in giro chiamandoti ‘vecchio'.
Per qualche minuto fissa il soffitto, cercando di placare la confusione che lo ha assalito, poi Noah inforca gli occhiali da vista e prende un fumetto da una pila che si trova accanto al letto. I numeri luminescenti della sua sveglia scattano sulle 8:30.
Buonanotte Pam. Ti voglio bene.
A trenta metri in linea d'aria, in un'altra stanza, Celia sta rimboccando le coperte alla figlia, che sussurra ad occhi chiusi.
Anche io ti voglio bene, Mamao!

*****

Seduti ad un tavolo del caffè universitario, Noah sta parlando con una ragazza bruna molto carina, con occhi da cerbiatta messi in risalto da un ombretto scuro ben sfumato e tanto mascara, che la fanno sembrare più matura dei suoi diciotto anni. La sua french manicure risalta in contrasto con la tazza scura con il logo dell'Università, che stringe tra le mani. Indossa un abito della stessa tonalità di rosso corallo del suo rossetto e sembra pronta per partecipare ad una festa di laurea, piuttosto che a seguire una lezione del primo anno.
Noah, come al solito non mi stai ascoltando!
Noah riprende il contatto visivo con la ragazza, dopo essere rimasto a fissare il liquido nero nella sua tazza per un tempo sufficientemente lungo da permettere a Rebecca di accorgersi di parlare da sola.
Scusami Becca. Sono preoccupato per l'esame di oggi. Non mi sento pronto e ho dormito troppo poco ultimamente.
Santo cielo, Noah! Da quando ti conosco non hai fatto altro che studiare e occuparti di quella mocciosa. Stiamo insieme da un anno e mi sembra di essere già una di quelle mogli annoiate con un marito sempre preso dal lavoro. Usciamo solo due sere a settimana. Trascorriamo insieme a malapena un giorno alla settimana. Inizio davvero a sentirmi trascurata!
Mi dispiace Rebecca, io... non sono molto adatto, credo, alle relazioni sociali. Non sei tu! Io non voglio trascurarti... è che... lo sai, fino a quando non ci siamo conosciuti io non avevo praticamente amici. Ero solo quello ‘strano'.
Già, lo ricordo. Te ne stavi sempre per i fatti tuoi e tutti pensavano che fossi uno snob. I ragazzi ti invidiavano perché le ragazze ti morivano dietro, ma tu non le calcolavi proprio. Poi, per fortuna, io ho capito che eri solo timido... Dovresti ringraziarmi! Adesso non ti manca certo la popolarità.
Rebecca gli dà un buffetto sul naso.
Sono timido? No, non credo. Solo non mi interesso troppo a quello che interessa normalmente alla gente della nostra età. Io voglio costruirmi un futuro solido e fare qualcosa di utile. A volte penso che agli altri - anche ai tuoi amici - importi solo ubriacarsi a delle stupide feste senza preoccuparsi di quello che succederà domani. Io voglio di più di quello che hanno avuto i miei genitori, sempre a contare ogni centesimo e accusarsi l'un l'altra di aver avvelenato le loro reciproche esistenze. Io so che posso fare di meglio e per farlo ho bisogno di restare concentrato.
Noah guarda con intensità e determinazione negli occhi di Rebecca.
Ma io ti capisco, amore. E' per quello che mi sono innamorata di te. Tu sei ambizioso e terribilmente intelligente. Noi siamo una coppia perfetta! Con le tue capacità e le conoscenze di mio padre andremo lontano. Dopo la laurea potremo lavorare nella clinica di mio padre a Los Angeles. Potresti diventare il nuovo ‘chirurgo delle dive'!
Becca, io non voglio fare il chirurgo estetico come tuo padre.
Si, lo so, ma anche un ginecologo può avere una clientela di un certo tipo. Comunque, c'è ancora tempo per la specializzazione, siamo ancora solo agli inizi; invece è ora di preoccuparsi del Natale! Domani è la vigilia e non ho ancora comprato né il tuo regalo, né quello dei tuoi! Il nostro primo Natale insieme! Non ci posso credere! Spero di piacere ai tuoi, mi conoscono appena e voglio fare una buona impressione.
Noah scuote la testa sorridendo.
Non preoccuparti. Ti adoreranno.
Rebecca allunga una mano attraverso il tavolo per stringere quella di Noah.
Promettimi che passerai un po' più di tempo con me, prossimamente.
Noah dà una stretta alla mano della giovane.
Certo. Non posso trascurare la futura mamma dei miei bambini!
Rebecca ritrae la sua mano.
Così mi metti ansia, Noah. Apprezzo la tua capacità di pianificare tutto, ma io ho solo diciotto anni. Ho il diritto di prendere le cose con un po' più di calma, non credi?
Sì, hai di nuovo ragione. Ho questo difetto sin da piccolo; mi costruisco un sacco d'immagini mentali. E ora ho questa immagine di una bella e grande casa piena di piccole Pam che corrono ovunque...
La ragazza gli sorride indulgente.
Per quello abbiamo ancora molto tempo. Dobbiamo fare ancora molto esercizio... perfezionare la tecnica.
Rebecca si inclina verso Noah attraverso il tavolo e abbassa la voce.
A questo proposito, è arrivato il momento della notiziona che volevo darti: vorrei che oggi ti facessi questa immagine mentale, di me con indosso della biancheria rossa molto sexy. E' un anticipo del tuo regalo di Natale. Mia madre parte il 26 e avremo tutta la casa solo per noi fino al 2 di gennaio. Una settimana intera solo per noi! Non è fantastico?
Noah le prende le mani guardandola negli occhi e le bacia.
Questo sì che è un regalo coi fiocchi. Non vedo l'ora di mettere le mie quattro cose in valigia.
Ti servirà solo lo spazzolino da denti...
Noah sorride complice e si allunga attraverso il tavolo per baciare nuovamente la ragazza, questa volta sulle labbra. Un compagno di corso chiama i ragazzi per salutarli e loro interrompono il bacio per fare a loro volta un cenno di saluto. Rebecca sospira raddrizzando la schiena e incrociando le dita sul tavolo.
Tornando alla realtà... come si vestono i tuoi per la cena di Natale? Devo mettermi qualcosa di formale, oppure non so, qualcosa di più casual?
Noah sorride divertito.
Rebecca, tu non sai cosa sia una tenuta casual. Vestiti come per una giornata qualsiasi all'università e sono certo che risulterai comunque più formale dei miei nei loro abiti migliori.
Beh... non vorrei metterli in imbarazzo. Se credi, potrei indossare anche solo un jeans e una maglietta.
Noah scuote la testa.
No, ti prego, sii te stessa. Comportati come al solito. Non metterai nessuno in imbarazzo. Sarai bellissima e perfetta. Come sempre. E io mi sentirò molto fortunato ad averti accanto.

In casa dei Pierce, tutto è pronto per la cena di Natale. Come previsto da Noah, i genitori sono vestiti semplicemente. L'unico segnale che si tratti di una serata speciale è la cura con cui è stata apparecchiata la tavola. C'è persino un piccolo vaso con delle stelle di Natale al centro e intorno, dei segnaposto colorati su una tovaglia bianca con ricami dorati. Noah indossa un maglione rosso con il muso bianco di una renna stilizzata sul petto e appare piuttosto nervoso. Il signor Pierce guarda l'orologio e accorgendosi che l'ora di cena - che per lui è rigorosamente alle 7 in qualsiasi giorno dell'anno - è passata da quasi mezz'ora, si rivolge al figlio.
- Non mi sembra educato arrivare in ritardo, quando si è invitati ad una cena. Sicuramente non è un bel biglietto da visita quando ci si presenta ufficialmente per la prima volta a casa di qualcuno!
Dalla cucina arriva la replica della moglie.
Abbi ancora un attimo di pazienza, John. Rebecca non vive qui vicino e poi avrà voluto farsi bella per Noah. Qualche minuto di ritardo glielo dobbiamo concedere.
Pfff. Tanti soldi e i suoi genitori non hanno saputo insegnarle la buona educazione!
Noah interviene.
Dai papà, ancora un attimo di pazienza...
John fa spallucce.
Ancora dieci minuti e io inizio a mangiare!
Noah e la madre si guardano scuotendo la testa. Il ragazzo si siede sulla panca che si trova di fronte alla finestra del salotto e guarda fuori, in attesa di veder spuntare la Chevy rossa di Rebecca.
Invece, ad una finestra del piano superiore della casa di fronte, spunta la testolina rossa di Pam. Saluta Noah e gli manda dei baci con le mani, poi sparisce per qualche istante, prima di ricomparire con un grande foglio che appoggia sul vetro. A Noah sembra di distinguere un grosso cuore in mezzo a delle figure indistinte. Noah risponde a sua volta con un bacio e le parla con l'alfabeto muto.
Ci vediamo domani. Ti porto un regalo.
Pamela risponde.
Non oggi? Perché?
Devo cenare, adesso.
Anche io. Posso venire lì?
Adesso no. Devi stare con i tuoi. E' Natale.
Ma io voglio stare con te.
Ci vediamo domani. Ora vai a mangiare.
TVB
Anche io.
La testolina di Pam scompare e si spegne la luce della sua stanza. Finalmente appare la macchina di Rebecca. Poco dopo, la ragazza fa il suo ingresso, proprio mentre la madre di Noah porta in tavola un grande vassoio con il tacchino e le patate arrosto. Noah l'accoglie con un bacio.
Buonasera a tutti e scusate per il ritardo. 
La padrona di casa l'aiuta a liberarsi del cappotto e dei sacchetti contenenti i regali e l'abbraccia.
Sei la benvenuta, Rebecca e sei arrivata giusto in tempo per metterci a tavola, non preoccuparti.
John resta al suo posto e le fa solo un breve cenno con la testa.
Non offenderti se mio marito non si alza per accoglierti. Lui è fatto così, burbero ma innocuo. Vero John?
Mmmm. Se continuate a parlare, si fredderà tutto.
Rebecca si siede al posto che le viene indicato e si rivolge all'uomo.
Buonasera, signor Pierce e grazie per l'invito. Sono molto felice di essere qui con voi questa sera.
Sarà dispiaciuto ai tuoi...
I miei sono felicemente divorziati da anni e mia madre non è una grande fan delle Feste... quindi...
La madre di Noah abbassa gli occhi con aria compassionevole, mentre suo marito storce la bocca all'accenno di un tema per lui tabù come il divorzio.
Capisco.
Noah interviene per cambiare l'argomento e presto la conversazione si sposta su temi più frivoli. La cena si svolge quindi in un'atmosfera rilassata. Persino John sorride spesso. Dopo il dessert, Rebecca e Noah sparecchiano la tavola e poi tutti si siedono in salotto vicino all'albero, per lo scambio dei regali. Rebecca riceve dai genitori di Noah uno scialle ricamato e in cambio regala loro un cofanetto contenente dei sali da bagno e un buono per un massaggio di coppia nella Spa più in voga della città, che i due ricevono con gradi diversi di entusiasmo. Il regalo per Noah, invece, è un cellulare nuovo accompagnato dall'invito a usarlo più spesso per mandarle romantici messaggini. Ora è il turno di Noah, che dopo aver dato al padre due biglietti per una partita di baseball della sua squadra del cuore, si rivolge a Rebecca mettendosi di fronte a lei in ginocchio. Dal nulla appare una scatoletta di velluto nero, che una volta aperta, rivela una piccola fascia d'oro sormontata da un'acqua marina tagliata a forma di cuore e circondata da piccoli cristalli. Il ragazzo si schiarisce la voce emozionato.
Rebecca, ho immaginato tante volte questo momento e non sono mai riuscito a trovare le parole giuste per esprimerti quello che provo. Ti chiedo solo di avere fiducia in me; permettermi di dimostrarti ogni giorno, nel corso di una lunga vita insieme, quanto ti amo e ti giuro che saprò renderti felice. Vuoi sposarmi?
Rebecca è senza parole. Noah prosegue.
Non subito, certamente. Alla fine del tuo terzo anno sarebbe il momento ideale, credo, prima della specializzazione. Avremo tempo per pianificare tutto e fare le cose con calma, che ne dici?
Rebecca allunga la mano sinistra verso di lui sorridendo felice.
Dico di sì! Dico sicuramente di sì!
Noah infila l'anello sull'anulare della fidanzata, poi i due ragazzi si alzano in piedi e si baciano. La mamma di Noah ha gli occhi lucidi e applaude, alzandosi in piedi per abbracciare i due ragazzi. Il marito scuote la testa rassegnato e resta seduto in poltrona, borbottando.
Mai vista tanta fretta di mettersi il cappio al collo.
La moglie gli lancia un'occhiataccia e si rivolge al figlio.
Noah, tuo padre ed io ne stavamo parlando da qualche tempo...Tra due anni andrà in pensione e questa casa è troppo grande per noi, Inoltre lui vorrebbe trasferirsi in Florida, vicino a sua sorella che è vedova e non sta benissimo. Io, come insegnante, posso facilmente trasferirmi a Tampa e abbiamo sufficienti risparmi per permetterci un piccolo appartamento nel quartiere dove sta tua zia. Quindi ti lasceremo questa casa. Non potremo aiutarti con gli studi, né con le spese del matrimonio, ma avrai questa casa e credo che sia un buon inizio, per voi. 
Noah abbraccia forte la madre e il padre ringraziandoli per la generosa offerta. John si schermisce imbarazzato e invita Rebecca ad avvicinarsi.
Vieni qui, ragazza. So che mio figlio ti vuole molto bene...
Rebecca si siede accanto all'uomo.
...e lui dice che anche tu gliene vuoi. Ma la vita è lunga e a volte l'amore non basta a tenere unita una coppia. Ci vuole tanta fatica e spirito di sacrificio, soprattutto quando arrivano i figli. Perciò, ora divertitevi finché siete giovani, perché poi non ne avrete più il tempo. Mio figlio è pieno di buone intenzioni, ma non ha ancora imparato a godersi la vita. Assomiglia troppo a sua madre.
Sentendosi chiamata in causa, la donna interviene.
Ma che discorso strampalato! Nostro figlio è un tesoro e tu gli vai a mettere in testa delle sciocchezze!
Interviene anche Rebecca.
Non si preoccupi signora. Ho capito perfettamente cosa intende suo marito e ha ragione. Noah dovrebbe prendersi solo un po' più di tempo per se stesso e per uscire a divertirsi. Ma ora che siamo ufficialmente una coppia, sarà mio compito occuparmi personalmente del benessere del mio fidanzato. A partire proprio da questi giorni di festa. Giusto, Noah?
Lei gli strizza l'occhio e lui risponde arrossendo.

*****

Celia apre la porta di casa e lascia entrare Noah, che tiene un pacchetto tra le mani.
Buon Natale, Celia! Sono passato per farvi gli auguri e portare un piccolo regalo a Pam.
Una voce maschile proviene dalla cucina; è Ryan che è rientrato dal giardino dalla porta secondaria.
Ciao Noah! Ho appena saputo la bella notizia da tua madre. Auguri!
Il ragazzo abbassa gli occhi un po' imbarazzato e si rivolge a Celia.
Immagino si stia riferendo al mio fidanzamento ufficiale con Rebecca.
Celia solleva le braccia come ad invitare il ragazzo ad un abbraccio.
Congratulazioni, Noah. Siete una bellissima coppia tu e Rebecca. Siamo davvero felici per voi. Vero Ryan?
Ryan si avvicina alla moglie e le mette un braccio attorno alle spalle.
Certamente! Un po' giovani forse, ma santo cielo, perché aspettare quando si trova la persona giusta? Oggigiorno si aspetta troppo a metter su famiglia, anche noi abbiamo aspettato troppo, e poi Pam è rimasta sola. Sarebbe stato bello poterle dare almeno un fratellino.
L'attenzione di Noah è concentrata su quello che sta osservando alle spalle della coppia.
Si parla del Diavolo e spunta la coda!
Qualcuno sta scendendo lentamente le scale, per non farsi notare. Il ragazzo sorride mentre si china ad accogliere a braccia aperte la piccola Pam, che gli corre incontro, e la solleva. Appena i loro volti si trovano alla stessa altezza, lei gli schiocca un bacio sulle labbra.
Non voglio un fratellino. Io ho già un fratello grande, anche se non vive qui con noi.
Noah sorride e le fa il solletico sul collo.
E il tuo fratellone ti ha portato un regalo.
La bambina è elettrizzata.
Dov'è? Cos'è?
Noah la posa a terra e le consegna il pacchettino legato con un nastrino lilla. Con delicatezza e calma la bambina lo apre. Contiene un ciondolo a forma di sfera con tanti buchini a forma di stella, infilato su una cordicella di filo cerato color lilla. Pam lo vuole indossare subito e solleva i capelli per permettere a Noah di agganciare la collana più facilmente. Il ciondolo suona come un campanellino.
E' un ciondolo che servirà al tuo angelo custode per trovarti sempre quando avrai bisogno di lui.
Ryan sembra divertito.
Non c'è pericolo che il suo angioletto la perda di vista, è già abbastanza rumorosa di suo.
La piccola batte le manine dalla felicità e abbraccia nuovamente Noah.
Grazie, Mamao! E' il regalo più bello del mondo e non me lo toglierò mai più.
La bimba torna di corsa in camera sua. Ryan propone a Noah di accomodarsi in salotto per un caffé e lui accetta di buon grado.
Sono venuto anche per anticiparvi che l'anno prossimo dovrò ridurre la mia presenza qui. Forse non potrò occuparmi di Pam con la stessa costanza di ora. Sto cercando di mettere via un po' di denaro per gli studi. La mia borsa di studio non copre tutte le spese necessarie, quindi ora ho bisogno di trovare un lavoro più regolare e questo inciderà sul tipo di servizio che posso garantirvi. Spero di non avervi creato troppi disagi avvertendovi solo ora.
Ryan prende la parola.
Certo che no, ragazzo. Capiamo perfettamente la tua situazione e se vuoi, posso mettere una buona parola per te nella mia azienda, so che stanno cercando un fattorino in questo momento. Lo studente che abbiamo ora se ne andrà dopo le feste e magari tu–
Sarebbe fantastico signor Bassett! Grazie per le referenze!
Non c'è di che. E' un piacere. Noi cercheremo qualcuno che possa coprire le ore che non ci potrai garantire tu. Ma non ti sostituiremo completamente, se non è necessario. Sarebbe un duro colpo per Pam, se sparissi così all'improvviso.
Celia annuisce e aggiunge
Sì, sarebbe un duro colpo. Per lei sei ormai una parte importante della famiglia, quindi vedremo insieme come riorganizzare le giornate in modo che la situazione sia per tutti la più vantaggiosa.
Noah sente una fitta dietro lo sterno, gira il volto alla sua destra e si accorge che Pam è tornata ed è seduta sull'ultimo gradino delle scale. Sta osservando la scena con aria di chi vorrebbe piangere. Accanto a sé è appoggiato un rotolo di cartoncino. Il ragazzo le fa cenno di raggiungerlo. Lei ubbidisce e gli si siede in grembo, mogia.
Non ti piace più essere il mio babysitter?
Certo che mi piace! E continuerò ad esserlo, anche se magari ci vedremo un po' meno.
Pam annuisce con la testa trattenendo le lacrime, dando segno così di aver compreso la situazione. Noah sente sciogliersi la tensione al petto.
Va bene.
In mano la bimba tiene ancora il grande rotolo di cartoncino. Squilla il telefono, Ryan si alza per rispondere e Celia ne approfitta per riempire nuovamente la caraffa del caffé. Noah tocca il cartoncino arrotolato.
Fammi indovinare, Pam. Questo è il mio regalo?
Sì! L'ho fatto io, tutto da sola!
La piccola sembra aver ritrovato la sua consueta vivacità. Noah svolge il suo regalo. E' il disegno che aveva visto alla finestra il giorno prima. Nel disegno ci sono un uomo dai capelli scuri e la barba e una donna con i lunghi capelli rossi. La donna ha in testa quello che parrebbe un lenzuolo o un velo da sposa e in una mano dei fiori rosa. I due sono su una spiaggia e danno le spalle al mare. Nel cielo un enorme cuore rosso circondato da raggi, come se si trattasse di un sole al tramonto.
Ma che bel disegno! Hai disegnato la tua mamma e il tuo papà! Ma tu dove sei?
No, questi non sono mamma e papà. Questa qui sono io, da grande.
Pamela indica la sposa e sorride felice a Noah che sembra indeciso su come proseguire la conversazione e un po' impacciato ripiega il disegno.
- Grazie, Pamela. E' davvero il più bel regalo che ho ricevuto quest'anno. Lo appenderò in camera mia.
Si china a dare un bacio alla bambina. Ringrazia i suoi ospiti per il caffé e si accomiata, con una strana sensazione nel petto, come se si apprestasse a fare il più grande errore della sua vita.
*****

In un quartiere della Monterey bene, con vista sulla baia, Noah si trova alla porta di una grande villa. Suona un paio di volte, ma deve aspettare diversi minuti, prima che Becca gli apra la porta. Ha i capelli bagnati e un'asciugamano stretto intorno al corpo.
Sei in anticipo! Di almeno due ore!
Sì, non avevo niente da fare e ho pensato di raggiungerti prima. Ti dispiace?
No, certo che no!
Mi fai entrare, allora?
Rebecca indietreggia per aprire la porta e lasciare entrare il fidanzato.
Eri in piscina?
Ah? No, cioé sì. Stavamo studiando, ma avevamo caldo, così abbiamo deciso di fare un bagno. Poi sono salita a farmi una doccia e prepararmi e poi sei arrivato tu.
Noah sembra confuso.
‘Stavamo' studiando?
Ehm, sì. Stavo dando ripetizioni di letteratura a Jeff.
In quel preciso istante, un ragazzone muscoloso biondo e proveniente dal giardino fa il suo ingresso nella hall.
Ehi, ciao. Come butta?
Noah lo guarda sempre più confuso, mentre si allontana in direzione della cucina, lasciando ovunque pozze d'acqua, poi riporta la sua attenzione su Rebecca.
Il Quarterback della nostra squadra di Football? Il tipo con meno neuroni di tutta l'università? Non ce la farai mai a dargli una mano. Ci vuole un miracolo! Spero che almeno ti paghi bene!
E' un piacere che mi ha chiesto mia madre, in verità. Lei conosce i suoi genitori e così... Ma dai, ora mettiti comodo. Corro a vestirmi e torno subito da te.
Mentre Rebecca sale le scale, riappare Jeff con una lattina di birra in mano.
Ehi! Come butta?
Alla grande, Jeff. E i tuoi allenamenti?
Top. Vieni a vederci domenica?
Forse.
Grande. Bene. Io devo andare, salutami Becca quando scende.
Certo.
Il ragazzone esce in giardino e raccoglie le sue cose. Noah invece va in salotto e accende la TV. Poco dopo, sente la porta d'ingresso che si chiude. Una puntata di X-Files dopo, lo raggiunge la fidanzata, in shorts e maglietta, ma con scarpe e borsetta di Gucci, come i suoi grandi occhiali da sole.
Vogliamo andare a farci un giro a Peeble Beach? Kelly e Tom ci aspettano al golf club. Ma se preferisci, possiamo fare un salto al centro commerciale.
Vada per il Club, purché tu non insista ancora per farmi provare a giocare.
Tranquillo, tesoro. Solo una chiacchierata tra amici. Poi torniamo qui e ci mangiamo una pizza guardando un film.
Ottimo. Volevo stare solo con te, questa sera.
Rebecca si siede in braccio a lui e lo abbraccia.
Esattamente il mio pensiero, Noah.
Si baciano a lungo. Poi Rebecca si alza e si avvia alla porta.
Forza pigrone! Avremo un'intera settimana per stare soli a pomiciare. Ora andiamo a goderci il sole e questa fantastica temperatura!
Noah la raggiunge fuori di casa e la fa salire sul suo pick-up, datato, ma in ottime condizioni e lucidato per l'occasione, poi si mette alla guida e ingrana la retromarcia.






























Capitolo 2



8 marzo 2007

E' quasi ora di cena e Noah è nella cucina della sua casa. Sta preparando un sugo al pomodoro. Ci sono stati dei cambiamenti nell'arredamento, la cucina è più moderna e il salotto adiacente più sofisticato, dalle linee pulite e i colori freddi. Noah invece non sembra cambiato molto. Forse è un pochino più alto e ha le spalle più larghe, ma il viso ha la stessa dolcezza del ragazzino che è stato. Ora porta i capelli corti, ben pettinati ed è perfettamente sbarbato. Sembra più giovane dei suoi ventotto anni. Alla mano destra porta una spessa fede in acciaio satinato. Rebecca lo raggiunge e lo abbraccia da dietro stampandogli un bacio sul collo.
Mmmm. Che profumino! Una festa della donna con i fiocchi! Non devo neanche vestirmi per uscire, proprio quello che mi ci voleva dopo una lunga giornata alla clinica. Davvero non capisco dove le trovi tu le forze. Studi, lavori, insegni e poi vieni a casa e cucini.
Rebecca prende una carota dal frigo e inizia a sgranocchiarla. Noah si volta verso di lei e le sorride con dolcezza.
Da oggi in poi, potrò rallentare i ritmi: il dottorato è finalmente concluso e diminuirò anche le ore di insegnamento, con il prossimo semestre. E' arrivata l'ora di fare un passo avanti, che ne dici?
Le strizza l'occhio. Rebecca sembra interessata a proseguire il filo del discorso.
Assolutamente sì! Ma, prima di parlarne, mettiamoci a tavola, che ho una gran fame.
Noah scola la pasta e la condisce con il sugo al pomodoro in una zuppiera, che mette al centro del tavolo accanto ad una pinza, poi serve entrambi. Infine versa del vino rosso in due calici e si siede, dopo aver aiutato la moglie ad accomodarsi, da vero gentiluomo.
I due assaporano il cibo con calma e in silenzio, mentre le note dell'ultimo album di John Mayer si diffondono nell'ambiente. Rebecca appare infastidita da qualcosa.
Tesoro, davvero ti piace questa canzone? Non possiamo mettere qualcosa di meno deprimente?
Noah spalanca gli occhi.
- Credevo piacesse anche a te!
No... non esattamente. Credo che ci siano ancora un paio di cose che mi riguardano che tu non riesci proprio a mettere a fuoco, anche dopo otto anni di convivenza. I miei gusti musicali, per esempio. Non mi piace la musica classica e non mi piacciono i chitarristi sfigati, ma li ascolto per farti piacere. In fondo, il matrimonio è fatto di compromessi.
Rebecca si tampona la bocca con il tovagliolo e beve un sorso di vino, guardando con intensità negli occhi del marito.
Forse è colpa mia, cerco sempre di compiacerti e trascuro le mie esigenze. Dovrei parlarti in modo diretto, comunicare di più e non aspettarmi che tu impari a leggermi dentro.
Noah posa il suo bicchiere.
Beh, non vedo come si possa far funzionare un matrimonio senza una comunicazione trasparente. Io credo di non averti mai taciuto nulla, sino ad ora.
Mmmm. Forse no, ma hai dato molte cose per scontate. Me, per esempio.
Cosa vuoi dire?
Tesoro, da quando ci siamo sposati, hai dato per scontato che ti appoggiassi in tutte le tue decisioni, che fossi sempre lì per te, ogni giorno, ad assisterti, ad incoraggiarti. Che ti amassi incondizionatamente, senza se e senza ma. Non ti domandi dove vado quando esco con le amiche, non ti preoccupi se rientro in ritardo. Non sei mai geloso... A volte mi domando se davvero hai bisogno di me.
Noah pare stupito e confuso.
Ma solo perché mi fido di te, non perché ti dia per scontata. Io ti amo e mi sembra di averti sempre coinvolto in tutte le mie scelte. Non ho mai preteso che tu mi appoggiassi a prescindere. A volte ti vedo stanca, altre sei nervosa - sei un essere umano ed è naturale - ma ho sempre pensato fossi felice con me! Ti ho semplicemente lasciato i tuoi spazi.
Rebecca si copre la faccia con le mani, che poi passa tra i capelli, per liberare la fronte.
Certo che sto bene con te, ma sento anche che potremmo essere arrivati ad un punto di svolta e non ci stiamo muovendo ancora nella direzione giusta. Dopo otto anni sento che è arrivato il momento di far fare un salto di qualità a questo matrimonio, o finirò per restare incastrata in un limbo.
Noah sembra rassicurato.
Esattamente quello che dicevo io prima, amore!
Sorride alla moglie e le prende una mano attraverso il tavolo.
Il lavoro di entrambi è stabile e gratificante e abbiamo quasi trent'anni. Possiamo permetterci una casa più grande, in un altro quartiere, se vuoi, e finalmente metter su famiglia! Se ci impegniamo, entro dieci anni potremo avere anche quattro cuccioli da coccolare. Tre anni di differenza sarebbero ideali, ma naturalmente dovremo fare i conti con madre natura, che ne dici?
Noah sorride estatico, mentre sul volto della donna si dipinge l'orrore. Lei ritrae la mano e si versa da bere.
Noah! Non so più come fartelo capire. E' esattamente questo quello di cui parlavo prima quando dicevo che mi dai per scontata: pensi che quello che va bene per te, vada necessariamente bene anche per me. Noah... Io non sono pronta per avere un figlio e sapere che tu stai addirittura pensando a farne quattro, mi spaventa!
Ma se noi–
Rebecca alza una mano a interrompere il marito.
Lasciami finire. Non posso garantirti, oggi, che mi sentirò mai pronta per questo passo. Quando ci siamo sposati ero molto giovane e pensavo che il mio istinto materno si sarebbe risvegliato più in là, ma per ora, più ci penso e più mi terrorizza l'idea di passare le mie giornate a pulire sederi e preparare pasti per dei piccoli selvaggi. Non ce la posso fare. Non sono adatta e forse non lo sarò mai!
Noah abbassa lo sguardo e incurva leggermente le spalle. Ferito.
Cosa vuoi allora, Rebecca. Cosa vuoi da questo matrimonio e da me?
Rebecca fa un lungo sospiro e raddrizza la schiena.
Intanto voglio andarmene via da questo quartiere e da questa città. E' un mortorio, socialmente parlando. Voglio che ci trasferiamo a Los Angeles, come avevamo deciso, e voglio che tu accetti il posto che ti spetta in una clinica privata. Abbiamo tutti gli agganci che ci servono perché tu possa fare una rapida e brillante carriera. Voglio viaggiare più spesso e potermi permettere qualche lusso in più, non lo nego. Rivoglio il mondo in cui sono cresciuta, Noah. Io qui mi sento soffocare!
Rebecca butta il tovagliolo sul tavolo e si alza in piedi. Anche Noah si alza. I due sono uno di fronte all'altra. Lui la guarda negli occhi come se vi cercasse delle risposte.
Adesso sei tu che mi hai dato per scontato. Io non ho mai detto che un giorno saremmo andati a Los Angeles o che io avrei accettato un posto in una clinica per ricconi con problemi di fertilità. Ne abbiamo parlato, è vero, ma non abbiamo mai fatto piani che riguardassero la mia carriera. Abbiamo sempre convenuto che io mi specializzassi qui e che poi avremmo discusso sul da farsi.
E io non ti ho mai promesso che avrei messo al mondo i tuoi figli!
Il tono di voce di Noah è pacato, ma la rabbia è ormai trattenuta a stento.
E' vero, ma normalmente i figli sono la naturale conseguenza di un matrimonio!
Rebecca sembra esasperata.
Nel tuo mondo, forse! Cosa c'è di male nel desiderare una vita tranquilla a due?
Noah si lascia cadere su una poltrona e si piega in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e le guance alle mani.
Hai ragione tu, non c'è niente di male. E' tutta colpa mia. Ho lavorato anni per costruire qualcosa che era solo nella mia testa e tu me l'hai lasciato fare pensando che un giorno avrei cambiato idea. Ora è tardi e non posso forzarti a fare qualcosa che non desideri e anzi ti spaventa. Neanche io però posso realizzare il tuo sogno di vivere a LA. Non la voglio la carriera che hai in mente tu. Temo che saremo entrambi costretti a rinunciare a qualcosa, ma forse è meglio dormirci su. Domani, quando saremo più calmi, forse...
Noah si raddrizza e si alza lentamente, come se avesse un peso sulla schiena. Rebecca sospira.
Si. Forse domani possiamo parlarne con più calma. Grazie per la cena.
*****

Noah è a letto, l'abat-jour diffonde una luce dorata. Sta leggendo distrattamente e dopo aver riletto per l'ennesima volta lo stesso rigo, si toglie gli occhiali e li appoggia sul comodino accanto al libro.
Rebecca esce dal bagno e si avvicina al letto sfregando le mani tra di loro per farvi assorbire la crema che vi ha appena steso. Nessuno dei due parla. La donna solleva le coperte e sistema i cuscini, prima di sdraiarsi. Chiede a Noah di spegnere la luce, lui invece l'attira a sé e la bacia. Lei resta rigida tra le sue braccia.
Mi dispiace Noah, lo sai che quando discutiamo non ho nessuna voglia di fare sesso. Mi blocco.
Noah è imbronciato.
Sono stato via tre settimane per quella serie di convegni e speravo che al mio ritorno avremmo recuperato... sicura che non posso convincerti?
Sicura. Ora fai il bravo e fatti una bella dormita. Domani rimetteremo le cose a posto. Forse siamo solo troppo stanchi.
Noah spegne la luce convinto che non riuscirà a prendere affatto sonno. Troppi pensieri e dubbi gli affollano la mente. Rebecca si volta sul fianco e gli dà le spalle, mettendo definitivamente la parola fine ad ogni ulteriore tentativo di conversazione.

*****

Al tavolo della colazione regna un silenzio colmo di tensione. Rebecca gioca con i cereali nel latte, Noah continua ad ingurgitare caffè, mentre cerca le parole per rompere il ghiaccio, ma l'atteggiamento scostante della moglie lo mette sulla difensiva.
Non sembra che la notte ci abbia portato consiglio, come sperato. Io non ho chiuso occhio e tu hai un'aria piuttosto battagliera. C'è qualcosa d'altro che ti brucia e che vorresti dirmi? A questo punto vuotiamo tutti e due il sacco e poi vediamo dove ci troviamo. Sarà più facile rimettere le cose a posto se conosciamo entrambi la reale entità dei danni.
Rebecca smette di giocare con il cibo e guarda Noah dritto negli occhi.
Hai ragione. A questo punto mettiamole tutte le carte sul tavolo.
Noah annuisce.
Giusto.
Rebecca si prende una pausa prima di continuare.
Ti ho tradito. E' stata una sola volta, ma ti ho tradito. E mi è piaciuto un sacco farlo. Tu eri via per lavoro e io sono andata in un Motel con il marito di una mia paziente. E la cosa peggiore è che non so perché l'ho fatto! Volevo sentirmi libera e senza vincoli, credo. Volevo scoprire cosa si prova a fare le cose di getto, senza pianificazione, senza responsabilità, solo per il gusto di farlo. Naturalmente non volevo dirtelo, perché é stata l'avventura di un pomeriggio, senza alcun senso e futuro. Non volevo ferirti per una cosa che tanto non si sarebbe ripetuta. Ma poi ho pensato che quello che è successo non è successo per caso, ma è un segnale che sto soffrendo, intrappolata come sono in una vita che non è più la mia. Non mi basta l'amore, Noah. Non mi basta più.
Rebecca scoppia a piangere e Noah la guarda come se non avesse capito una sola parola di quello che ha appena ascoltato. Resta in silenzio.
Dimmi qualcosa! Non restare lì pietrificato! Urla, picchiami... fai qualcosa, ma parlami.
Noah fatica a pronunciare poche parole, evidentemente profondamente scosso.
Non so cosa dirti, Rebecca. Non so più chi sei.
La donna si asciuga le lacrime e prosegue.
Abbiamo sbagliato a sposarci tanto giovani. Siamo cambiati e vogliamo cose diverse. Ma possiamo rimediare. Possiamo prenderci una pausa, magari, e capire se tra noi c'è ancora abbastanza amore per –
Io non sono cambiato. Ma certamente entrambi abbiamo fatto degli errori. In questo momento non so più cosa voglio e forse, prima di prendere qualche decisione avventata... sì, credo che una pausa aiuterebbe. Da oggi io dormirò nello studio. Non sentirti obbligata a provvedere alla mia cena. Fai le tue cose senza tenermi in considerazione, io farò lo stesso... almeno per un po'. Adesso scusa, ma vado a prepararmi. E' tardi.
Noah lascia la cucina e riappare poco dopo perfettamente rasato e in ordine. Esce dalla porta principale di fretta e senza salutare la moglie, che è rimasta seduta al tavolo della cucina a fissare la tazza dei cereali ormai vuota, davanti a sé.

*****

Pam è nella sua stanza seduta sul suo letto a gambe incrociate. In grembo tiene un diario voluminoso, pieno di foto e pagine scritte fitte fitte con una grafia minuscola e vi sta annotando rapidamente qualcosa, perfettamente concentrata.
...Non so cosa gli stia succedendo. Per tutto il week-end non si è fatto vedere. Non l'ho mai visto uscire, non ha risposto ai miei messaggi e non è da lui. Doveva anche riportare un attrezzo da giardino a papà e se ne è dimenticato, così ora lui ha dovuto farselo prestare a sua volta dai Rogers, che gli stanno pure antipatici, perché sono troppo appiccicosi, come dice mamma. Insomma, sono preoccupata perché sento che gli è successo qualcosa di brutto e non so cos'è. Sono tre giorni che ho il cuore che mi batte a mille e ho i crampi allo stomaco e so che non sono io a stare male. Il mio corpo sta sentendo quello che sente lui, come succede sempre quando sta male. Solo che questa volta è anche molto triste e io voglio aiutarlo, ma non so che fare.
Dalla porta fa capolino la testa di Celia.
Ho preparato del té, ne vuoi, Pam? C'é anche la torta di mele.
Grazie mamma, volentieri! Finisco di scrivere poche righe e ti raggiungo in salotto.
Pamela si illumina di un sorriso radioso e due fossette le si formano ai lati della bocca. Si richiude la porta e lei torna al suo diario. Da una pagina scivola fuori una foto sul cui retro è segnata la data, 2002 e che ritrae Noah in jeans con un maglione scuro, aperto sul davanti. Pam la rimette nel diario, dopo aver accarezzato le labbra di un altro Noah in un primissimo piano dove dominano i suoi grandi occhi cangianti.
Ah, Rebecca. Se gli hai fatto del male te la vedrai con me! Il mio fratellone non si tocca!
Pamela si ferma a riflettere un istante con la penna appoggiata alle labbra, prima di continuare a scrivere.
Io lo so che il mio cuore sogna l'impossibile, però che colpa ne ho se lo amo? Lo amavo già quando appena riuscivo a balbettare qualche parola! E lo so, io lo so che non potrà mai essere mio e che potrò solo continuare a fingere di essere la sua sorellina. Ma che importa, se comunque potrò far parte della sua vita? Fino a che saprò che mi vuole bene, sarà tutto a posto. Forse un giorno mi innamorerò di qualcun altro, ma non credo. Vorrà dire che resterò da sola. Magari mi occuperò dei suoi bambini, così sarà quasi come essere parte della sua famiglia. Una vice moglie, in pratica!
Celia chiama dal piano di sotto e Pamela ripone il diario in un cassetto della sua scrivania prima di scendere.
Il té è già sul tavolino del salotto. Pamela si serve di una grande fetta di torta prima di sedersi sul divano accanto alla madre.
Oggi non esci con le tue amiche?
Forse più tardi. Stavo aspettando un messaggio di Mamao.
Celia sorride indulgente.
Non è il caso che inizi a usare il suo nome? Suona strano sentirti chiamarlo a quel modo alla tua età. Sembra che tu stia parlando di un tuo amico immaginario.
Pam ride con la bocca piena.
Hai ragione mamma, devo proprio smetterla, prima che si offenda.
Dovevate fare qualcosa insieme, oggi?
Niente di particolare, ma gli ho scritto questa mattina perché è da venerdì che non dà segni di vita e non mi ha ancora risposto.
Se non si trattasse di Noah e di te, direi che è tutto assolutamente normale, ma devo ammettere che nel vostro caso è piuttosto strano. Probabilmente è solo impegnato con Rebecca.
Mmmm. Qualcosa mi dice che c'è dell'altro.
Qualcosa come?
Come il mal di stomaco che ho da due giorni, per esempio. Non so come spiegartelo, ma a volte il mio corpo sente delle cose che succedono a lui.
Già, quegli strani fenomeni.
Celia si versa del té e lo beve in silenzio, riflettendo. Pamela finisce la torta e guarda la madre indecisa se continuare a parlare di Noah o cambiare argomento.
Tra il papà e la mamma di Noah ci sono quasi venti anni di distanza. E' per quello che non vanno d'accordo?
Sinceramente non so perché non vadano d'accordo, ma non credo sia per l'età, o almeno non credo sia l'unica ragione. E' più probabile che siano male assortiti.
Pamela aggrotta le sopracciglia.
Cioé?
Cioè non sono nati per stare insieme. Hanno gusti diversi, caratteri diversi. A volte funziona, altre volte le differenze tengono le persone lontane.
Celia stringe gli occhi e guarda di traverso la figlia.
Ma perché mi fai proprio questa domanda sulla differenza d'età?
Pamela arrossisce violentemente e distoglie lo sguardo.
C-così, non so perché, ma mi son venuti in mente i genitori di Noah. Stavo pensando prima che non vengono mai a trovarlo e che forse non vengono perché non se la sentono di viaggiare insieme. Ricordo che quando vivevano qui non facevano che litigare e Noah usciva sempre di casa e veniva da noi quando le cose si mettevano male.
Già, lo ricordo bene. Ricordo anche che era ansioso di farsi una famiglia sua. Spero che sia riuscito ad avere quello che cercava.
Pamela resta in silenzio.
Posso darti un consiglio, piccola? 
Pamela rivolge lo sguardo alla madre, in attesa.
Sei cresciuta, Pam, e Noah non è più il tuo babysitter. Ti sei abituata a piombargli in casa in qualsiasi momento. Lo chiami per ogni stupidaggine e lui ti dà sempre retta, ma... forse è ora che lo lasci respirare un po' e soprattutto che ti fai degli amici tra i ragazzi della tua età. Esci con loro, invece di stare qui ad aspettare che Noah ti chiami. Noah è un uomo, non ha bisogno di te, come tu non hai più bisogno di lui. E non è giusto che una ragazzina della tua età si senta pienamente a suo agio solo con gli adulti. Potete continuare a frequentarvi come fratelli, senza che questo legame arrivi ad escludere tutti gli altri, come stai facendo tu. Capisci quello che ti sto dicendo?
Gli occhi di Pamela si velano di tristezza.
Sì, mamma. Ho capito. Però Noah non è un adulto come tutti gli altri. Lui è dentro di me. Che io voglia o no, noi siamo sempre insieme, anche quando siamo in posti diversi. A volte, se mi concentro o mi rilasso, posso sentire persino i suoi pensieri e anche lui può sentire i miei, se vuole. Lo so che sembra strano e che non è facile da capire, però è quello che è, e non posso sostituire Noah con nessun altro.
Celia posa la tazza vuota sul piattino.
Un giorno, anche tu ti innamorerai e allora esisterà soltanto quel ragazzo. E Noah diventerà semplicemente un vecchio amico di famiglia.
Potrebbe accadere, probabilmente accadrà, ma fino ad allora io mi godrò ogni istante dell'amicizia che ci unisce. Capisci?
Celia guarda la figlia con occhi lucidi.
Sì, capisco. E non posso fare a meno di preoccuparmi.

*****

Il bagno in casa Pierce è un disastro. Sul ripiano del lavabo ci sono creme e trucchi ovunque. Asciugamani bagnati per terra e vestiti sporchi qui e là. Rebecca è allo specchio e non sembra infastidita da ciò che vede intorno a sé. E' intenta a stendere del rossetto color prugna sulle labbra, quando entra Noah e inizia a riordinare in silenzio. Lei gli parla senza distogliere lo sguardo dalle proprie labbra.
Tranquillo, metto a posto io quando rientro.
Noah sbuffa e continua imperterrito a riassettare.
Va bene, fa' quello che vuoi. Io sono in ritardo. Vado alla clinica. Ciao.
Noah la segue con lo sguardo e dopo un laconico saluto, riprende il suo lavoro. E' già pronto per uscire, quindi dopo aver messo al loro posto le ultime cose, prende dal comodino accanto al letto il suo cellulare ed esce di casa, uno sguardo severo sul volto tirato. Davanti casa, accanto alla sua nuova Ford Mondeo bianca, lo sta aspettando Pamela, che, come ogni mattina, fa un pezzo di strada con lui per andare a scuola. La saluta mentre sale in auto, ma non le sorride come al solito. E' visibilmente soprappensiero e guida distratto. Inchioda ad un semaforo accorgendosi all'ultimo momento del rosso.
Scusa, Pam. Forse è meglio che ti porti alla fermata dell'autobus, oggi sono un po' troppo nervoso.
Lo so, sono giorni che ho una morsa allo stomaco ed è tutta colpa tua.
Noah gira il volto verso di lei e le sorride teneramente.
Questa cosa tra noi è davvero curiosa, vero? A volte penso che siamo stati gemelli in qualche altra vita.
Pamela ci riflette un po' su.
Potrebbe essere. Comunque a me non dà fastidio. E a te?
Noah riparte e continua a sorridere guardando di fronte a sé.
No, che non mi dà fastidio...
Riflette e aggiunge.
...penso anzi che sia una cosa molto bella.
La guarda.
E' il segno di un legame molto profondo tra noi.
Pamela sfodera uno dei suoi sorrisi con fossette.
Sì. Anche io credo che sia una cosa molto speciale! A volte penso che se mi trovassi in pericolo, mi basterebbe pensarti e tu verresti subito a salvarmi, solo chiamandoti con il pensiero.
E io invece penso che non potrei mai nasconderti niente, come adesso.
Esatto. Quindi sputa il rospo. Cosa c'è che non va? Hai problemi con Rebecca?
Noah respira profondamente prima di rispondere.
Già, ma non so se è giusto che te ne parli. I problemi di coppia degli adulti sono complessi e...
Non devi parlarmene se non vuoi, so di essere ancora troppo giovane per capire certe cose.
...Rebecca vuole che ci trasferiamo a Los Angeles e non vuole bambini. E io invece voglio restare qui e vorrei metter su famiglia.
Pamela solleva le sopracciglia e scuote la testa.
Beh, anche se ho appena quasi tredici anni, lo capisco da sola che avete un problema! Soprattutto per la questione dei bambini. E, te lo devo dire, si capisce proprio che a lei non piacciono. Non me la immagino proprio come mamma. Mentre tu... tu saresti un papà fantastico!
Noah le lancia un'occhiata con la coda dell'occhio e sorride.
Grazie della fiducia, Pam, ma temo che se le cose continueranno così, questa è una cosa che non scoprirò mai.
Pam guarda le sue mani incrociate in grembo e con circospezione gli domanda
Tu la ami abbastanza da rinunciare ai tuoi sogni?
Un sospiro.
E questa è appunto la domanda a cui devo trovare una risposta rapidamente e che mi rende tanto nervoso in questi giorni.
Io credevo che, quando si ama qualcuno, lo si sente e basta. Mi sembra strano che tu debba pensarci su.
Mmmm. E' un po' diverso quando hai promesso di vivere per sempre con un'altra persona. Non si possono dare risposte frettolose. Ho giurato di amarla nel bene e nel male e devo per lo meno provarci.
E se non funziona?
Allora non saremo la prima coppia che si separa.
I tuoi genitori non si sono separati, però.
A volte penso che avrebbero fatto meglio a farlo, ma appartengono ad una generazione che non accetterebbe il fallimento di un divorzio. Per me non sarebbe un fallimento. Fallirei se restassi in un matrimonio infelice, invece.
Pam lo guarda seria.
Allora sei infelice, ora?
Noah si prende del tempo per pensare prima di rispondere.
Non esattamente. Non ancora. Al momento sono confuso. Sento che ho percorso una lunga strada per finire in un vicolo cieco e voglio uscirne al più presto, ma non sono infelice. La mia vita, tutto quello che mi identifica come persona, è molto di più del mio matrimonio. Ho tante cose che mi rendono felice ogni giorno: un lavoro che mi piace, bei progetti, amici che mi vogliono bene... una sorellina speciale che adoro.
Le strizza l'occhio. Pam gli sorride estatica.
...Vivo in una città bellissima, sono in salute e ho ancora una vita davanti... con Becca o senza di lei.
Pam lo incalza.
Ma se lei decidesse di lasciarti, tu che faresti?
L'uomo stringe forte le mani sul volante.
La seguirei, probabilmente. Non le permetterei di arrendersi così, senza aver cercato una soluzione insieme. Ci deve essere una soluzione, maledizione!
Pam resta in silenzio, timorosa di aumentare la tensione di Noah, che ne approfitta per rivolgerle una domanda e cambiare discorso.
Come vanno le cose a scuola?
Non c'è male. Tutto come al solito. I voti sono ok - a questo proposito, ti ringrazio ancora per le ripetizioni di matematica - piuttosto, è l'ambiente che è un po' pesante, in generale.
Che intendi esattamente con ‘pesante'? Compagni che ti infastidiscono?
Perloppiù mi ignorano, ma alcuni, soprattutto ragazze, mi prendono sempre di mira con scherzi stupidi e commenti odiosi.
Noah ride.
E lo dici a me? Per anni mi hanno trattato come un lebbroso, solo perché mi piaceva studiare e non correvo dietro a tutte le ragazze carine della scuola o perché mi piaceva di più starmene da solo che andare alle loro stupide feste.
Già, però ti rispettavano perché eri... diciamo... molto bello. Io invece sono un disastro!
Ma che stupidaggini stai dicendo? Sei adorabile!
Per favore Noah, non ho bisogno di bugie bianche. Siamo seri: ho dei capelli di un colore impossibile, delle guance da criceto, una gabbia di ferro in bocca e sono troppo secca e piatta come una tavola. 
Noah scuote la testa, serio.
Hai ragione. Siamo seri! I tuoi capelli sembrano fili d'oro e rame, le tue guance sono irresistibili con quelle piccole fossette e hai un sorriso luminoso che scalda il cuore. E poi l'apparecchio non ci sarà per sempre e il tuo corpo si trasformerà, crescendo. Non sei affatto un disastro e un giorno qualcuno ti vedrà entrare in una stanza e ti dirà che gli è sembrato di vedere sorgere il sole.
Wow! Dici sul serio? E' questo quello che pensi?
Dico sul serio. E quando quel qualcuno arriverà, dovrà fare i conti con me, se ti farà mai versare anche una sola lacrima. Nel frattempo... ignora i commenti odiosi e le prese in giro dei tuoi compagni, più dai loro importanza, più troveranno sempre nuovi modi per ferirti.
Pam arrossisce e abbassa gli occhi.
Grazie Noah, per essere il mio angelo custode.
L'uomo parcheggia in uno dei posti assegnati ai visitatori di fronte alla scuola. Pam scende e prende dal sedile posteriore il suo zaino. Questa volta anche Noah scende e mentre Pam raggiunge le sue amiche Melissa e Susanna pochi passi più in là, lui si appoggia al cofano dell'auto ad osservare gli altri studenti raccolti in piccoli gruppetti sul prato. Tre ragazze molto carine, un po' più grandi di Pamela, con le gonne blu della divisa tagliate un po' troppo corte, si avvicinano a Pam e le sue amiche. Una di loro parla a voce sufficientemente alta per essere sentita dai presenti.
Ciao, Zucca! Uno di questi giorni ce lo presenti quel gran gnocco del tuo autista, o te lo vuoi tenere tutto per te?
Una seconda aggiunge.
Scommetto che tu non sapresti neppure che farci. Se fosse toccata a me la tua fortuna, non andrebbe sprecato tanto ben di Dio!
La terza interviene, ridendo.
Già, lo immaginiamo! Così davvero non arriveresti mai più puntuale in classe!
Risata generale. Mel e Sue cercano di allontanare Pam dalle ragazze, ma lei punta i piedi e sembra voler rispondere alle provocazioni. Noah, che ha osservato la scenetta in silenzio, ora si avvicina al gruppetto e si affianca a Pam. Le mette un braccio intorno alla vita e lancia un'occhiata di superiorità alle sfidanti.
Volevate conoscermi, ragazze? Eccomi qui, sono Noah e, per la cronaca, ‘tutto questo ben di Dio'
Indica se stesso con un pollice.
...non si sprecherebbe mai, scendendo al vostro livello!
Si volta a guardare Pam con un sorriso complice. Lei agisce d'istinto, allunga le braccia intorno al suo collo e gli dà un bacio a stampo sulle labbra, di fronte a tutti. Lui spalanca gli occhi dalla sorpresa, ma sta al gioco e quando lei lo lascia andare, le sussurra
Ci vediamo più tardi, Pam. Buona giornata.
Prima di allontanarsi, si guarda intorno a valutare il risultato della loro piccola scenetta e dai volti dei presenti capisce di essere riuscito a zittirli. Ora il suo nome finirà sulle bocche di tutti, ma per un po' lasceranno stare Pam e tanto gli basta.

*****

A scuola, è l'ora della pausa pranzo. Come al solito, Pam, Melissa e Susan occupano un tavolo piuttosto defilato in un angolo della mensa. Pamela è piuttosto silenziosa e Melissa e Susan si lanciano occhiatine complici trattenendo a stento una risatina. La prima a parlare è Mel.
Non riusciamo a crederci che tu l'abbia baciato davvero!
Interviene anche Sue.
Prima in bagno ne parlavano tutte! Stai entrando nel mito!
Mel è più cauta.
Aspetterei ad esultare, Sue. Sai come vanno le cose qui. La versione più recente è che si siano baciati con la lingua. Entro un paio di giorni staranno ufficialmente insieme. Pam, non vorrei spaventarti, ma se la cosa arriva alle orecchie della Preside, che è amica di tua madre...
Pamela solleva il mento con aria di sfida.
Che dicano quello che vogliono. Non mi importa. Mi è venuto d'istinto. Noah era lì, intenzionato a darmi una mano con quelle streghe e mi è sembrata una grande idea sul momento, per farle tacere e schiattare d'invidia. A mia madre lo racconto io appena arrivo a casa, così avrà la mia versione.
- E Noah?
Chiedono in coro le amiche.
- E Noah, cosa?
L'hai baciato. Cosa gli dirai?
Niente. Lui ha capito perché l'ho fatto, non devo dirgli niente.
Sue la guarda come se una domanda le bruciasse sulle labbra.
Ma... come è stato?
Ti riferisci al bacio?
Chiede Pam. Entrambe le ragazze annuiscono all'unisono. Pam arrossisce.
Beh, non lo so. Recentemente non ho mai baciato sulle labbra nessuno, a parte i miei genitori.
E...?
E' stato diverso. Ho sentito come una scossa sulla labbra, al principio. Poi tutto un calore che si spandeva nel corpo. E poi ho provato vergogna, credo.
Le due ragazze le si avvicinano, cambiando posto al tavolo. Mel le parla a bassa voce.
Ma tu sei sicura di voler bene a Noah solo come a un fratello?
Il volto di Pamela va in fiamme.
Non lo so. Non ho fratelli veri.
Sue prende la parola.
Va bene, ma tu vorresti baciarlo ancora, o vorresti che lui ti baciasse, quando siete da soli?
Pam si mette le mani sul volto
Adesso sì che muoio di vergogna!
Vuol dire che la risposta è un sì?
Pam annuisce tenendosi ancora il volto coperto. Le due ragazze sospirano.
Allora sei innamorata sul serio, Pam. E si capiscono tante cose.
Pam guarda le sue amiche preoccupata.
Che cosa si capisce?
E' Sue a rispondere.
Beh, come lo guardi, per esempio. Il fatto che parli più di lui che di chiunque altro, o che hai scritto il suo nome negli angoli di quasi tutti i tuoi libri.
Pam annuisce e ammette
Sì, credo proprio di essere innamorata di lui, ma non deve saperlo nessuno. E' un problema mio e solo mio. Capito, ragazze?
Mel le mette una mano sul braccio accanto al suo.
Certo, Pam. Non preoccuparti. Comunque, se ti può consolare, è successa una cosa simile a una mia cugina. Anni fa si è innamorata di un insegnante. La prendevano in giro perché se ne erano accorti tutti a scuola, ma poi un giorno è arrivato in classe un ragazzo nuovo e... bum! Hanno iniziato ad uscire insieme. Vedrai che passerà anche a te. E' solo una cotta infantile.
Pamela non sembra convinta, ma non replica. Al tavolo delle ragazze si avvicina un ragazzo dell'ultimo anno.
Ehi, tu sei Pamela, vero? Si dice in giro che te la fai con i vecchi. Mio nonno è rimasto vedovo, magari ti andrebbe di fargli compagnia, qualche volta, che ne dici?
Melissa e Susan si alzano e cacciano a spintoni l'insolente, che si allontana ridendo sguaiatamente. Pamela appoggia la fronte sul tavolo.
Dovevo saperlo. Non c'è modo di farli smettere. Ora saranno anche più cattivi.
Le amiche le accarezzano la schiena cercando di consolarla.
- Per un po' non ti daranno tregua, ma poi si dimenticheranno di te, vedrai.
Intanto, però, vorrei morire!
La ragazza raddrizza la schiena e guarda di fronte a sé, colpita da una rivelazione.
Devo avvertire Noah che la cosa ci è sfuggita di mano; se i pettegolezzi arrivano fino a lui, non vorrei pensasse che l'ho raccontato io in giro che stiamo insieme!
Sì, forse è meglio, anche se non penso che qualcuno glielo vada a raccontare.
La rassicura Mel, ma Sue non sembra dello stesso parere.
Però la scuola è grande e noi non sappiamo se qui c'è qualcuno che conosce i Pierce. Monterey non è Los Angeles e la gente adora i pettegolezzi. Soprattutto se riguardano un uomo sposato e una ragazzina. Potrebbe anche finire in guai grossi!
Pamela scoppia a piangere.
Oh no! Che ho fatto? Povero Noah; ha già tanti problemi e io...
Le due ragazze l'abbracciano e le sussurrano che andrà tutto bene. E' ora di rientrare in classe e la mensa si sta svuotando. Pamela si soffia il naso, si asciuga gli occhi e si prepara al resto della giornata inalando ed esalando aria con calma per riprendere il controllo, come le ha insegnato la madre.
Va tutto bene, ragazze. Oggi stesso rimetterò le cose a posto. Adesso fate finta di ridere per qualcosa che ho detto. Non vinceranno loro!
Le tre giovani escono dalla grande sala ridendo e scherzando.

*****

...E questo è tutto, mamma. Volevo che lo sapessi, nel caso qualcuno ti raccontasse una versione diversa di tutta questa faccenda.
Pam è seduta sul suo letto e sta parlando con Celia, in piedi accanto alla finestra.
Mmmm. Ora ti dico che ne penso. Se si fosse trattato di un ragazzo un po' più grande della tua scuola, le voci di corridoio sarebbero rimaste solo voci di corridoio. Ma trattandosi di un uomo fatto e sposato per giunta, non mi stupirei se qualche insegnante, o qualche genitore, decidesse di ricamarci un po' sopra. Potrebbe diventare una cosa spiacevole, per lui, in questa città di provincia.
Sei arrabbiata con me, mamma?
Celia le sorride rassicurante.
No, tesoro. Non sono arrabbiata. Ma so come le malelingue possono fare danni, quando viene data loro una possibilità. Quindi è meglio prepararsi ed è bene che lo faccia anche Noah. Su certe cose, lui è anche più ingenuo di te.
Celia dà un bacio sulla fronte alla figlia ed esce dalla stanza. Sulle scale si rivolge al marito, seduto in salotto.
Esco per pochi minuti. Pam è in camera sua. La cena è pronta, mentre mi aspettate potete apparecchiare.
Pamela esce dalla sua stanza e raggiunge il padre al piano di sotto.

*****

Noah apre la porta a Celia, che si scusa dell'improvvisata.
Mi dispiace di disturbare a quest'ora, ma avrei qualcosa da dirti di urgente, Noah.
L'uomo annuisce e lascia entrare Celia. Lei nota che la casa è più in disordine del solito. La porta dello studio è aperta e si vede il divano letto preparato per la notte. Non c'è traccia di Rebecca.
Rebecca non c'è?
La risposta di Noah è secca.
No, questa sera è uscita a cena con delle amiche.
Bene. Allora posso parlarti più liberamente.
Noah sembra incuriosito e preoccupato allo stesso tempo.
E' successo qualcosa?
I due si accomodano in salotto.
No. Niente di grave. Ho pensato però di venire a parlarti di quello che avete fatto tu e Pamela oggi di fronte alla scuola perché...beh... potrebbe avere delle conseguenze spiacevoli e mi premeva che ne fossi consapevole. Naturalmente mi sto riferendo al bacio. Pamela mi dice che prima dell'orario di uscita, nei corridoi della scuola, già si parlava di un bacio alla francese tra lei e il suo bel vicino di casa.
Celia, ti giuro che io... che noi...
Celia annuisce sorridendo.
- Siii, lo so, lo so. Era tutta una commedia per dare una lezione a tre ragazzine pettegole, ma vedi, proprio il fatto che si tratti di ragazzine popolari e pettegole, renderà la loro vendetta molto rapida e cattiva.
Noah scuote la testa divertito.
Se fossi in te, non mi preoccuperei. Tra una settimana quei ragazzi avranno dimenticato tutto e si concentreranno sulla prossima vittima.
I ragazzi probabilmente sì. Ma ci sono un paio di insegnanti in quella scuola, che invece potrebbero non dimenticare. Questi signori non hanno il benché minimo senso dell'umorismo e godono, quando si trovano servito su un bel piatto d'argento uno scandalo da sventolare ai quattro venti. Purtroppo il bacio di oggi non passerà indenne dalle loro grinfie. Se uscisse il tuo nome, ti additeranno come un fedifrago e pergiunta pedofilo, quindi mi sembrava giusto avvertirti, anche se non ho idea di cosa tu potresti fare per mettere a tacere le malelingue.
Ammetto che, considerata da questo punto di vista, questa cosa non arriva proprio in un momento propizio.
Noah si muove sul divano cercando una posizione più comoda.
Vedi Celia, le cose con Rebecca non stanno andando proprio bene e di questo sicuramente se ne parlerà presto in giro. Immagino che molta gente si divertirà a trovare un nesso tra i due fatti e quindi sì, hai fatto bene ad avvertirmi, anche se trovo ridicolo e folle che qualcuno che mi conosca anche solo di vista possa pensare che io... io con una bambina! Mi fa orrore anche solo pensarci!
Lo so, Noah. E' ridicolo, ma molta gente è maligna. Anche quella che sembra più insospettabile. E te lo dico soprattutto come professionista!
Celia si alza.
Quello che potevo fare, a questo punto l'ho fatto. Ora torno a casa. Ti auguro una buona serata e anche di poter superare questo momento di crisi con tua moglie al più presto.
Si abbracciano, poi Celia se ne va, lasciandosi alle spalle un Noah palesemente confuso.
*****

A tavola, i Bassett stanno amabilmente conversando delle prossime vacanze di primavera. Celia vorrebbe uscire dalla città per qualche giorno, ma Ryan non sembra dello stesso parere. Ha viaggiato molto ultimamente e vorrebbe godersi un po' di relax tra le mura domestiche. Pamela propone invece una gita a Disneyland.
Se non mi ci volete portare, allora lo chiederò a Noah!
Ryan guarda la moglie come se stesse cercando il suo appoggio, prima di rivolgersi alla figlia.
Pamela. Mamma mi ha raccontato cosa è successo oggi. Non è stata per niente una bella idea la tua. E' ora che lasci in pace quel povero ragazzo: non sei più una bimba e anche se per te è il fratello che non hai avuto, la gente, i nostri vicini, non la vedono in questo modo. Per chi vi guarda e non vi conosce, siete una strana coppia di amici. Da qui a pensar male, il passo è breve e ora hai dato il via a dei pettegolezzi che potrebbero nuocere non solo a te stessa, ma anche a Noah.
Pamela abbassa lo sguardo sul suo piatto.
Hai ragione, papà. Ho capito, sì, anche mamma me lo ha detto. Questa mattina ho agito senza pensare, mi dispiace.
Allora, se hai capito, almeno per un po', ti prego, evita di andare a casa di Noah, o di cercarlo. Fai in modo di non offrire altri appigli a chi metterà in giro falsità su di voi!
Interviene Celia.
Ho già parlato a Noah, anche per lui è stato difficile comprendere che un'amicizia tanto innocente possa essere male interpretata e tanta malignità lo ferisce, come ferisce te. In un mondo ideale, non avreste fatto nulla di male, ma viviamo purtroppo in un mondo imperfetto e–
Dacci un taglio, mamma. Ho capito. Lo lascerò in pace, ma per favore, non parliamone più.
Pamela si alza da tavola con gli occhi lucidi e corre in camera sua. Ryan appoggia una mano sul braccio della moglie per impedirle di proseguire la conversazione, o di richiamare la figlia.
Va tutto bene, cara. Lasciala stare, ora. Le passerà.
Pamela chiude a chiave la porta della stanza e si butta sul letto, dando sfogo alle sue lacrime. Quando le lacrime finalmente si asciugano, con calma si alza dal letto e va alla sua scrivania. Accende il computer ed entra nel suo profilo di Windows Live Messenger. Scrive a Noah.
Ci sei, Mamao?
Dopo qualche minuto, arriva la risposta.
Sì. Tutto bene?
No. Non possiamo più vederci.
Tua madre ha ragione, piccola. Per un po' è meglio che evitiamo di farci vedere troppo insieme.
Ma non abbiamo fatto niente di male!
Certo che no! Però sappiamo entrambi come nascono facilmente certe leggende metropolitane. Facciamo passare solo un po' di tempo e si stancheranno di parlare di noi. Nel frattempo io ho da sistemare un po' di cose, come sai e comunque avrei poco tempo e poca testa per altro.
E' lì con te, Rebecca?
No, è fuori con delle amiche. Probabilmente a parlare male di me :-/
Ma come si fa a parlare male di te!? Tu sei perfetto!
Ahahahaha. Grazie, ma il giudizio dei fan non conta.
Sono tua sorella e le sorelle devono sempre difendere i fratelli!
Già. Hai voglia di ascoltare un po' di musica insieme?
Sì. Il CD che mi hai regalato, quello di John Mayer?
Sì. Quello. Tra cinque minuti esatti fai partire la prima canzone, ok?
Ricevuto.
Pam prende il CD dal comodino e lo mette nel lettore aspettando il momento giusto per farlo partire, poi torna al PC.
Eccomi. Mi piace questa canzone, ma la mia preferita è ‘Belief'.
A me piacciono tutte. Non ho ancora deciso quale sia la mia preferita. Scusami un attimo, torno subito!
Diversi minuti dopo riappare online.
E' tornata Rebecca?
No, sono andato a prendermi un bicchiere e una bottiglia di vino. Ti dico un segreto: questa sera credo che mi ubriacherò.
No, non farlo. Poi starai male!
Non credo che potrò stare peggio di così, Pam.
E non c'è qualcosa che posso fare per farti stare meglio?
Fammi compagnia.
Non mi muovo da qui. Per fortuna che esiste la Chat. E' un po' strano, però. Mi sembra di parlare con il genio della lampada. Non possiamo vederci, ma sei qui con me ugualmente. E' fantastico!
Sì, è pazzesco. La tecnologia è una benedizione!
Pam cambia improvvisamente d'umore.
No, non è vero! E' orribile. Mi manchi già tantissimo e vorrei averti qui in carne ed ossa, non chiuso in una stupida scatola!
Sì, hai ragione. Lo so. Anche tu già mi manchi.
Silenzio. Insieme, anche se in case diverse, ascoltano le parole della canzone. “Gravity is working against me and gravity wants to bring me down”.
Sai Pam? E' proprio così che mi sento ora, come se la forza di gravità mi schiacciasse a terra.
Pensavo che essere adulti ci rendesse più forti. Pensavo che tu fossi come un grande albero, di quelli che resistono ad ogni tempesta.
Crescere è uno schifo. Resta per sempre piccola, se puoi.
Non credo dipenda da me. Prova tu a smettere di invecchiare, così posso raggiungerti e potremo essere amici senza che nessuno abbia da ridire!
Sbagliato. Sarebbe ancora peggio.
Perché?
Perché se tu fossi grande, saresti una ragazza bellissima e vedendoci sempre insieme direbbero che abbiamo una storia. E Rebecca allora sì, mi lascerebbe subito.
Pamela non riesce a distogliere lo sguardo da quel “saresti una ragazza bellissima” e non risponde.
Ehi. Sei ancora lì?
Sì, scusami, sono andata un attimo in bagno.
Mmmm. Anche io devo andare. Aspettami.
Non mi muovo.

Tornato. Ho preso anche una nuova bottiglia. Sono ancora troppo sobrio.
Ti prego, smettila, mi stai facendo preoccupare.
Stai tranquilla. Domani starò da schifo, ma poi continuerò ad essere il bravo ragazzo che conosci. E' dal primo anno di università che non mi sbronzo. E' tempo di ricordare a me stesso come funziona.
Non si arrabbierà Rebecca quando tornerà a casa?
Probabilmente, ma sai che c'è? C'è che quando mi sbronzo dico tutto quello che penso e ho un paio di sassolini da togliermi dalla scarpa. Un paio di cosine che non le ho mai detto e che deve ascoltare. Lo sai che mi ha tradito?
Noah, forse non mi devi raccontare tutto. Non sono certa di volere sapere queste vostre cose.
...Io invece le sono stato sempre fedele. Non è giusto.
Ti prego, Noah. Non voglio ascoltare; queste sono cose da grandi.
Hai ragione, Pam. A volte dimentico la tua età. Sei già così matura. Sai tante cose, parli come un adulto e su molti argomenti ragioni anche come un adulto. E soprattutto mi conosci come nessun altro e sento che posso dirti tutto. Come fai?
Sono la tua sorellina e ti voglio bene. Immagino che sia per questo.
Anche io ti voglio tanto bene. E sai che ti dico?
Dimmi.
Ma non arriva nessuna risposta, così, dopo diversi minuti di inutile attesa, Pam si sdraia sul letto e, cullata dalla musica di Mayer, finisce per addormentarsi. Nella sua stanza, anche Noah si è addormentato alla scrivania, accanto a due bottiglie di vino vuote.

*****

E' molto tardi. Ryan dorme profondamente, ma Celia è ancora sveglia al suo fianco. Sta leggendo un libro intitolato “Molte Vite, Un solo Amore”, scritto dal Dottor Brian Weiss, uno psichiatra di cui ha recentemente visto un seminario sull'ipnosi regressiva. Sta rileggendo un passaggio che l'ha colpita particolarmente: “A ciascuno di voi è riservata una persona speciale. A volte ve ne vengono riservate due o tre, anche quattro. Possono appartenere a generazioni diverse. Per ricongiungersi con voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali. Vengono dall'altrove, dal cielo. Possono assumere diverse sembianze, ma il vostro cuore le riconosce. Il vostro cuore le ha già accolte come parte di sé in altri luoghi e tempi, sotto il plenilunio dei deserti d'Egitto o nelle antiche pianure della Mongolia. Avete cavalcato insieme negli eserciti di condottieri dimenticati dalla storia, avete vissuto insieme nelle grotte ricoperte di sabbia dei nostri antenati. Tra voi c'è un legame che attraversa i tempi dei tempi: non sarete mai soli.” Celia prende un quaderno e una matita posati accanto a lei nel letto. Sulla pagina aperta scrive.
E' possiblie che Noah e Pam siano Fiamme Gemelle?
Poco più sopra, in un riquadro, si legge un altro appunto: “Dal momento che le fiamme gemelle condividono la stessa anima, esse hanno anche una sola risonanza e vibrano alla stessa frequenza, il loro flusso energetico li rende telepatici  e permette loro di conoscere intuitivamente ciò che l'altro sente, desidera o pensa.” La donna posa libro e quaderno sul comodino e spegne la luce.
Da quando Noah è entrato nelle nostre vite ho sempre sentito, nel profondo del mio cuore, che non sia arrivato per caso e so che tu appartieni più a lui che a me, Pam. Qualsiasi cosa vi unisca è sicuramente molto speciale, più di quanto voi stessi abbiate compreso.
Ryan si agita nel sonno e la moglie gli sistema addosso le coperte con tenerezza. Apre gli occhi.
Ehi, sei ancora sveglia?
Ti agitavi nel sonno.
Mi dispiace se ti ho svegliata. Vado a prendere qualcosa in cucina. Vuoi un bicchiere di latte?
No, vengo con te.
In cucina, al buio e seduta al tavolo, si trova una Pam tutta scarmigliata davanti ad un barattolo di gelato. Si rivolge ai genitori.
Questa notte nessuno riesce a dormire, allora?
Il padre le si avvicina per darle un bacio sulla testa.
Così sembra. C'è una strana elettricità nell'aria, come se stesse per succedere qualcosa. Spero non sia un terremoto.
Pam sospira. Celia la osserva, poi le sia avvicina e le sussurra.
Non preoccuparti, andrà tutto bene. Va tutto bene. Tutto è come dovrebbe essere.
Pam alza il volto verso la madre e uno sguardo d'intesa passa tra loro. Si sorridono.
Marita Woods
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