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                    |  Writer Officina Blog   |  
                     
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    |   Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori 
      emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP, 
      ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo 
      articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da 
      seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo 
      già formattato che per la copertina. |  
    |   Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto 
      di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da 
      un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici, 
      dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere 
      derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie 
      capacità senza la necessità di un partner, identificato nella 
      figura di un Editore. |  
    |   Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori, 
      arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel 
      DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti 
      di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli 
      della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle 
      favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |  |  |  | 
    
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                                      |  Natale, il Fato e l'Amore   |  
                                    
                                      |    Natale è alle porte, Chris come ogni anno ritorna nel suo paese natale "Rovaniemi", presa dai suoi studi e il suo lavoro a Parigi non è molto felice di raggiungere la sua famiglia, preferirebbe restare al Campus a studiare e fare festa con gli amici. Chris però, non ha fatto i conti con il fato che in poco tempo stravolge la sua vita. Cosa può accadere quando si mettono insieme più elementi? Il periodo magico del Natale, il fato e un piccolo imprevisto chiamato amore. Una storia che possa portarci col pensiero nel periodo più bello dell'anno “Il Natale” quando l'amore e l'altruismo dovrebbero prevalere su tutto, maggiormente in questo periodo di difficoltà mondiale. Spero con questa breve lettura di allietare chiunque come me vivrebbe tutto l'anno nello spirito del Natale.
 Betty Esse
 
 Rieccomi ancora una volta in viaggio,torno a  casa,Rovaniemi mi aspetta,i miei genitori mi  aspettano.Sono circa tre mesi che non rientro a casa dei miei. Dopo  una lunga sessione di esami da domani mi toccherà  ancora una volta fare l'elfo di Babbo Natale,la  mamma dice che per quest'anno è probabile che mi  promuovano capo elfo,come se quella fosse la  massima aspirazione che una donna lappone possa  avere.Loro non condividono la mia scelta  lavorativa,studio design a Parigi e della mia vita vorrei  fare tutt'altro che starmene a due passi dal villaggio  del Natale.Ad ogni modo tra non molto mi laureerò e  grazie alle conoscenze di un amico avrei già un paio di  clienti tra le mani,non vedo l'ora!
 
 Siamo appena atterrati a Stoccolma dove l'aereo fa  scalo,dovremmo ripartire nel giro di un'oretta,mi giro  verso il finestrino cercando di capire quanta gente stia  per salire,quando ad un tratto sento un peso  improvviso sulla testa   - Scusa! non volevo,questi scomparti per il bagaglio a  mano sono ancora più piccoli di quanto sembri -   Mi volto e vedo questo ragazzo alto con un'aria da  nerd,porta persino gli occhiali,alzo gli occhi al cielo e  penso, chi è questo imbranato?  Spero proprio di non trovarmelo accanto per tutto il  viaggio,il tipo intanto continua a straparlare   - Non vorrei disturbarti ancora ma quello è il  mio posto,il 25A -   Ok è assodato! imbranato e rompiballe,vedi un po se  mi tocca litigare su un aereo,ma a quanto pare devo  far scendere dal piedistallo il tipo “so tutto io” così...  facendo un po da pappagallo e devo dire che quando  mi ci metto so essere molto acida,diciamo pure che  nella vita riesco a farmi odiare con facilità ripeto le sue  stesse parole simulando il suo tono  - Mi scusi il posto è mio!Bla...bla...bla... non vorrei  disturbarla...e intanto mi da un  borsone dietro alla testa,cosa vuol fare uccidermi? E  poi, controlli il suo di biglietto perché il 25A è già mio  quindi... -   Resta in silenzio, finalmente,sembrerebbe  seriamente sconvolto,benissimo si riprenderà in fretta  non resto più di un secondo a fissarlo che mi rigiro  verso il finestrino come se nulla fosse.Sento il tipo  sbuffare per poi andare via in malo modo e dopo  neanche trenta secondi lo sento conversare con  l'hostess.Ma guardalo come fa il carino, sta portando  avanti la sua ragione facendo passare me per la  pazza di turno,ad ogni modo la faccenda finirà non  appena l'hostess avrà fatto i sui controlli e a quel  punto sarà lui a passare per l'imbranato.   - Uh...uhhh - Oh no!ancora lui, schiarisce la voce,mi  volto e vedo che alle sue spalle c'è l'hostess che con  un sorriso docile mi saluta   - Salve signorina,la prego di mostrarmi il suo biglietto  deve esserci stato un errore,vede questo posto è  assegnato al signore -  e con una mano indica l'imbranato,
 ecco ora sono davvero nera di rabbia così con modi  tutt'altro che gentili tiro fuori il mio biglietto dalla borsa  e “tadaaaa”signori e signori sul mio biglietto è segnato  25A  - Ecco a lei,adesso come la  mettiamo? - sventolo il biglietto davanti alla faccia  della tipa, diventa rossa dall'imbarazzo,prende in  mano i due biglietti,li confronta e rimane in silenzio,poi si schiarisce la voce dicendo  - Io...vi chiedo  scusa ma qui di sicuro ci sarà stato un errore,vi chiedo  di attendere un minuto vado a sentire con la  direzione -   Il tipo inizia a ridere tra sé e sé scuotendo  leggermente il capo,lo guardo come se fosse un  nemico da combattere,anche se... adesso che mi  soffermo di più devo ammettere che ha un non so  chè...naaaaa è troppo...è troppo...è troppo...ohhh  insomma non mi è simpatico!  Con un sorriso spavaldo mi chiede   - Quindi?in questi casi come si fa? Io in braccio a te o tu in braccio a me?
 - Tu non sei normale! -  gli dico sbuffando stanca di  tutta questa situazione.Riflettendoci forse mi sto  scaldando troppo,con un altro umore probabilmente  tutto ciò mi avrebbe fatto sorridere,invece...   - Beh! Se per questo dimmi cosa c'è di normale in  tutto ciò? - dice   - Credo in effetti che tu abbia ragione - e in un attimo  di mia ritrovata cordialità sorridiamo all'unisono.
 
 Dopo un po arriva la hostess a darci spiegazioni   - Signori sono desolata ma sembra che ci sia stato  un errore di sistema,a quanto pare avete prenotato lo  stesso biglietto e lo stesso posto a sedere nello stesso  momento, e quindi eccovi qui,non riusciamo a  spiegarlo neanche noi. Il programma della  nostra compagnia non ha mai fatto di questi errori,ad  ogni modo per farci perdonare e dimostrare la nostra  professionalità offriamo due posti in prima classe per il  resto del viaggio,quindi se volete seguirmi... -   Restiamo entrambi senza parole,ci guardiamo negli  occhi per un attimo poi prendiamo i bagagli e ci  avviamo verso la prima classe dove ovviamente ci  danno due posti vicini.
 
 Una volta ristabilita la normalità restiamo entrambi in  silenzio,l'aereo si prepara per il decollo e vedo il  ragazzo a fianco irrigidirsi sulla poltrona,avrà paura?  Continuo ad osservare il suo volto,ha chiuso gli  occhi,la testa è attaccata al poggiatesta,le gambe  rigide,le mani stritolano i manici della poltrona,non so  se mi diverte o mi fa tenerezza. Vedere una persona  che fino a cinque minuti fa dimostrava una tale  spavalderia adesso avere paura di volare,comunque  non sono poi così cattiva quindi vince la tenerezza  tanto è che prendo una delle sue mani tra le mie e con  la voce calma e rassicurante cerco di aiutarlo   - Non avere paura,ci sono io,parla dai ti farà  bene! - sento piano piano il suo respiro  regolarizzarsi,intanto l'aereo decolla,una volta su, lui  lentamente ritrae la mano   - Grazie! -    - Figurati! -  gli rispondo con un sorriso di cortesia   - Io sono Steve - vedo la sua mano avvicinarsi per  stringere la mia e presentarsi   - Chris - rispondo senza aggiungere altro,è lui a  continuare   - Chris...bel nome! - e riporta la testa indietro  chiudendo per un attimo gli occhi,evidentemente  ancora non gli è passata del tutto,ma continua a parlare  - Chris, tu credi al fato? -
 - No! - rispondo secca  - Eppure, pensaci...Quante probabilità ci sono che due persone  provenienti da due città diverse,lo stesso giorno allo  stesso momento prenotano lo stesso posto in aereo?  E tu, non credi che questo sia stato il fato? -
 - Ti do una brutta notizia Steve,delle volte le cose  succedono e basta,si chiama caso -    - Sarà! - dice con l'accenno di un sorriso   - Cosa ne dici di cambiare argomento? -  e con un  gesto distratto si sistema gli occhiali sul naso   - Ok...allora, cosa ti è capitato per essere così di  cattivo umore? Insomma stai andando in uno dei  luoghi più magici della terra dovresti sorridere e  sentire lo spirito natalizio crescere in te! -   Non mi dire! Penso tra me e me, bambino mai  cresciuto che crede ancora a Santa Claus,comunque  per gentilezza gli rispondo  - Già davvero bello! -  lui  mi guarda e ride, evidentemente non sono stata  convincente, così data la situazione sempre più strana  non posso fare a meno di ridere anche io.
 Incuriosita da questa situazione ora sono io a fare  domande   - E tu? Cosa ci fai in un posto come la Lapponia? -   non posso fare a meno di chiederglielo,mi incuriosisce  sempre di più   - Lavoro! -  certo che stupida, lavoro vero, mica l'elfo  di casa natale   - Chris mi sbaglio o tu non sei tanto felice di  andare? -    - In effetti vado a trovare i miei,ma sai ho dovuto  lasciare un po di lavori importanti in sospeso e  quindi... -  mi guarda sbalordito   - Uauuu! quindi donna in carriera che preferirebbe il  lavoro alle coccole della propria mamma, e di cosa ti  occupi? -  Proprio non riesce a stare zitto e a  malincuore rispondo, anche se non proprio in totale  sincerità  - Interior designer -  vedo ancora più  stupore nei suoi occhi, stupore,curiosità e...non saprei  fatto sta che mi ritrovo a parlare della mia vita con uno  sconosciuto   - Tu invece di cosa ti occupi? -   Lo vedo in leggera difficoltà poi risponde   - giornalismo -  bene bene giornalista da strapazzo  che ha paura di volare in aereo.  Dopo un po sentiamo il comandante che raccomanda  di allacciare le cinture per prepararsi all'atterraggio, lo  vedo irrigidirsi ancora una volta, poi si volta verso di  me e dice  - Potresti tenermi ancora una volta la  mano? -  mi viene da ridere,ma cerco di contenermi  - Ma certo! -  Gli do la mano e penso... niente male  per due persone che molto probabilmente non si  vedranno mai più.  Finito l'atterraggio siamo ancora mano nella mano,  lentamente, questa volta, sono io che cerco di ritrarla  ma lui la trattiene e la stringe di più   - Quanta fretta per una che neanche voleva  venire! -  dice con quella faccia da schiaffi,adesso che  l'aereo è atterrato, si è ripreso e ricomincia con la  spavalderia, passa dal nerd che fa tenerezza al tipo  stronzo in un attimo,poi cambia ancora   - Chris, grazie di tutto! - dice seriamente  guardandomi negli occhi   - Di niente! Però la prossima volta ti conviene  cambiare mezzo di trasporto visto che non ci sarò io a  tenerti la mano -  Ma che cavolo dico? Starò  impazzendo sul serio, lui non si fa sfuggire l'occasione  per controbattere   - Bhè... chi può mai dirlo! - e mi fa l'occhiolino, resto  in silenzio ripensando al discorso del fato, usciamo dall'aeroporto e ci salutiamo per l'ultima volta.
 
 Lo sento urlare a distanza mentre entra nel taxi   - Chris diminutivo di cosa? Christina? -  Nooo questo  è davvero pazzo penso sorridendo, ma rispondo  perchè non riesco a farne a meno  - Sì... -  e lui  ancora  - Cristina è stato un piacere! -  poi salta in  auto e non lo vedo più.  Ok via verso casa,passeranno presto le feste ne sono  sicura.
 
 Casa dei miei non è in centro città, siamo più vicini alla  foresta, da qui il paesaggio è mozzafiato devo  ammetterlo, peccato che non ci siano grandi  opportunità di lavoro.  I miei hanno scelto questo posto perché più turistico  essendo vicinissimo all'attrazione di Santa Claus,  gestiscono una tavola calda e fanno anche da albergo  nei periodi più affolati tipo Dicembre.  Sono figlia unica e tutte le volte che torno devo  sorbirmi la predica sul futuro dell'impresa di famiglia e  come un giorno finirà tutto poiché la loro unica figlia  non vuole portare avanti i sacrifici dei genitori.  Gli voglio bene ma delle volte mi sembrano un  pochino egoisti a pensarla così perchè non  comprendono i miei desideri.  Prendo su un grande respiro e con le mie chiavi apro  la porta di casa,entro ed è tutto come prima.La nostra  casa è una baita e attaccata ad essa sorge la  tavola calda con al piano superiore giusto tre camere  matrimoniali per gli ospiti di passaggio.
 Essendo le sei di sera sono tutti indaffarati per la cena  alla tavola calda,approfitterò per farmi un bagno caldo  e chiamare Ester così che mi possa mettere al  corrente di ciò che mi aspetterà domani col mio lavoro  da elfo. Giro un po per casa, nonostante tutto è  sempre bello tornare tra queste mura e mentre mi  soffermo vicino al camino per scaldare le mani noto la  porta del piccolo studio aperta, quella porta di solito è  sempre stata chiusa, così vado per chiuderla e resto a  bocca aperta, invece della solita scrivania in mogano e  la piccola poltrona in pelle, c'è un letto matrimoniale,  un comodino e un piccolo tavolino con un televisore,  trovo tutto molto strano ma decido di non pensarci,  tanto più tardi i miei rientreranno e cercherò di capirci  qualcosa.Vado al piano superiore dove trovo invece la  mia camera in perfetto ordine e profumata, come  sempre pronta ad accogliermi.
 Sono ancora in pieno relax nella vasca da bagno  quando sento dei rumori,i miei saranno rientrati,così  mi sbrigo ad asciugarmi e li raggiungo in cucina per  riabbracciarli. E' mia madre la prima ad  abbracciandomi con un grande sorriso  - La mia Chris  è tornata! Tesoro sei dimagrita tantissimo, ma cosa  mangi lì a Parigi? A ma vedrai che con le mie zuppe ti  rimetterai subito -  In effetti non ha tutti torti diciamo  che la nouvelle cuisine non fa per me  - Hai ragione  mamma, la tua cucina mi manca tantissimo, ogni tanto  potreste venire voi a Parigi, sono sicura che vi  piacerebbe! -  una volta sciolto l'abbraccio stritolante  della mamma resto in attesa di quello di papà, ma non  arriva,così ancora prima di voltarmi - Ehi tu! Già in  poltrona? Non merito un abbraccio? -  ma una volta  incontrato i suoi occhi capisco subito che qualcosa  non va così senza perdere tempo mi avvicino lo  stringo forte e gli domando  - Cosa succede pà! Pà su  dimmi cosa succede? Perché non dici nulla? -  mi  guarda con occhi spenti, tristi allora guardo mamma   - Nulla piccola mia, stai tranquilla è solo che tuo  padre ultimamente ha avuto qualche problemino di  salute ma tutto si sistemerà! -  D'improvviso sento  come se la terra sotto i miei piedi tremasse, le mie  sicurezze, le mie certezze, mio padre, il più forte per  me, lo vedo adesso così fragile, sento i miei occhi  inumidirsi, sono sempre andata via da quì per trovare  la mia strada, convinta che ogni volta tornando avrei  trovato i miei genitori sereni e in salute, non ho mai  messo in conto che qualcosa potesse andare storto. Mi sento un arrivista, egoista, lui qui a soffrire ed io a  far la bella vita a Parigi a studiare con i loro soldi,così  tra i miei sensi di colpa mi limito ad abbracciarlo, sento  la sua stretta forte e come se fossi ancora la sua  piccola  - Non temere per me Chris, tornerò come  nuovo, te lo prometto! Adesso però devo chiederti un  enorme sacrificio -
 - Tutto quello che vuoi! -  non esito a rispondere   - Io e la mamma tra un paio di giorni andremo ad  Helsinki, lì c'è una clinica specializzata sul midollo  spinale, sarà un intervento complicato ma all'ottanta  per cento dovrei tornare come nuovo, solo che ci vorrà  un po di tempo per la riabilitazione, ad ogni modo  dovrai badare tu alla tavola calda insieme a Louise e  Carl. So che per le festività sei già impegnata con il  villaggio di Santa Claus ma servirà solo dalle  diciassette del pomeriggio la tua presenza, alla sera lo  sai c'è sempre più gente, credi di potercela fare? -   senza neanche pensarci rispondo  - sarà un gioco da  ragazzi! -  e gli faccio l'occhiolino per sdrammatizzare,  voglio che lui si senta tranquillo, mi volto verso la  mamma che con gli occhi lucidi dice  - Bene, ora che  è tutto sistemato, ci mettiamo in tavola? -
 Durante la cena cerco di mostrarmi serena,  spensierata ma la realtà è che dentro sono in tumulto, la verità è che non ho idea di come si mandi avanti una tavola  calda, si tratterà di cucinare, non lo faccio da una vita  anche se ricordo con gioia le giornate passate con la  nonna e tutto l'amore che metteva in ogni sua ricetta. Bisogna che io rispolveri il suo ricettario, poi la  questione dell'intervento, sono preoccupata per papà,  voglio che si rimetta del tutto, mi fa male vederlo così,  ma nonostante tutto cerco di sorridere.  Dopo cena prendo appunti su tutto ciò che bisogna  sapere, sia papà che mamma cercano di spiegare in  maniera minuziosa quali saranno i miei compiti,  incluso la mattina presto dare a mangiare gli animali  della stalla, ce la metterò tutta non voglio deluderli.  Trascorsa la serata piena di forti emozioni mi preparo  per andare a letto, do un'ultima occhiata fuori dalla  finestra, vedere i fiocchi di neve che scendono nel  silenzio della foresta mi rilassa, per un attimo il mio  pensiero va a quello strano ragazzo di oggi e al suo  “credi al fato?” Adesso vorrei tanto conoscere il mio  fato, destino o chicchessia per essere sicura di riavere  il papà di sempre, poi penso allo sguardo che aveva  quando mi ha salutata e ricordo che in quell'attimo  anche io ho desiderato nonostante tutto che il fato ci  facesse rincontrare.
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