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Erri De Luca. Nato a Napoli nel 1950, ha scritto narrativa, teatro, traduzioni, poesia. Il nome, Erri, è la versione italiana di Harry, il nome dello zio. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui”, è stato pubblicato in Italia nel 1989. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 30 lingue. Autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish e ebraico antico, ha tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi. Il suo ultimo libro è "A grandezza naturale", edito da Feltrinelli.
Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero).
Lisa Ginzburg, figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, si è laureata in Filosofia presso la Sapienza di Roma e perfezionata alla Normale di Pisa. Nipote d'arte, tra i suoi lavori come traduttrice emerge L'imperatore Giuliano e l'arte della scrittura di Alexandre Kojève, e Pene d'amor perdute di William Shakespeare. Ha collaborato a giornali e riviste quali "Il Messaggero" e "Domus". Ha curato, con Cesare Garboli È difficile parlare di sé, conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi. Il suo ultimo libro è Cara pace ed è tra i 12 finalisti del Premio Strega 2021.
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Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici, dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie capacità senza la necessità di un partner, identificato nella figura di un Editore.
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Writer Officina
Autore: Alberto Pileri
Titolo: Ingannevole come il mare
Genere Thriller Avventura
Lettori 2479 9 3
Ingannevole come il mare
Ingannevole come il mare.


Il mare a volte vizia

Ostriche e amori in dono

Svago di cor delizia

Freddo e severo attende


Al suo contrario piro

Senza annunciar si prende

Un ultimo respiro

Mancante nel perdono


Così l'umana mente

Solcandone il futuro

Un cambio di corrente

Temibile travolge


Di luce sopra abbonda

Nel mentre il sol l'avvolge

Ma al giungere de l'onda

Conduce pel oscuro


Tra lume ed ombra scisso

Nel quotidiano stare

Sprofonda nell' abisso

Chi smette di nuotare.



Giornata tipo.


" Fuoco! Davide, sei con noi?? " - STOCK!

Un gessetto colpì il mio banco.

" Si...?" - In questi momenti è come fare ritorno da un turbinio di immagini, ricordi, pensieri che si intrecciano vorticosamente e senza sosta. Nella mia mente prendono una colorazione rosa con sfumature bluastre, è come un trauma. Zio!! Si sta intorcolando ad una specie di ast..

" Si Prof! Nel 1967 Gell-Mann e, indipendentemente Zweig, suggerirono che gli adroni fossero composti da particelle veramente elementari, che Gell-mann chiamò quark, nome di fantasia ispirato ad un romanzo di James Joyce. "

" Si beh Era il 1964, ma va bene, molto bene! Bravo Davide! "

Fiuff.. Che ansia essere bravi studenti, più ti impegni e più si aspettano che tu sappia, ma a diciassette anni un ragazzo ha altre priorità! Per l'esattezza sto studiando un modo per influenzare telepaticamente i comportamenti degli altri, mi spiego meglio, ho una teoria:

Se si raggiunge un livello di concentrazione abbastanza elevato e si focalizzano tutte le energie su di un determinato soggetto, suggerendogli con un pensiero sufficientemente intenso che cosa fare, da quello strano vortice rosa bluastro che ci avvolge quando siamo sovrappensiero o appena prima di dormire può nascere una sorta di legame, come un canale di comunicazione con l'altrui subconscio e... Bum! La suddetta persona potrebbe sentire una spinta irrefrenabile a fare esattamente ciò che gli si sta chiedendo, ignara del fatto che quello stimolo, per lui naturale, sia in realtà un qualcosa di completamente indotto. Beh! Se per caso la telepatia esiste, non vedo davvero modo migliore di esercitarla.

" Ricorderete che il protone ha una massa di 938 Mev, sappiamo essere costituito da tre quark uud, facendo la somma, dovrebbe avere una massa di 2+2+5= 9 Mev. È evidente che i conti non tornano! E di parecchio! Ma perché? ...DAVIDE?! "

Che palle! Ma che gli ho fatto a questo vecchio chiacchierone secchione?

" Se non ho capito male Prof, per la famosa equazione di Einstein che recita Energia = Massa X velocita della luce al quadrato, l'energia equivale a massa, per cui questa grande massa mancante si può ricercare nell'energia di legame che tiene uniti i quark. "

" Ottimo Davide! Nella scorsa lezione abbiamo parlato del vuoto complessivo della struttura della materia, abbiamo detto che se la Terra fosse priva di elettroni, potrebbe collassare in una sferetta di dieci centimetri di diametro e, analogamente, l'intera specie umana vivente potrebbe essere contenuta in una piccola zolletta di zucchero! Bene, abbiamo ora un'altra grande sorpresa: la nostra massa corporea, ossia la massa dei nuclei che formano il nostro corpo è essenzialmente composta da energia! Ovviamente niente a che vedere con l'energia psichica o l'energia dei chakra, senza nulla voler togliere a queste forme di energia teoriche e spirituali, la nostra è un'energia verificata, esistente, reale, misurabile! "

Energia psichica!? Nominandola se ne presuppone l'esistenza! Altro che teoria! E poi: se la nostra massa è fatta di energia, non risulta inverosimile credere di poter manipolare quest'ultima come fosse anch'essa un'estensione di noi!

" Psssst!! " - Ecco Michele, un mix letale di goffaggine, disagio e insicurezza.

" A fine lezione devo dirti una cosa! "

" Ok, cosa? "

" A fine lezione. "

" Allora perché cominci adesso!? "

" Così te ne ricordi. "

" Devo ricordarmi IO, che TU, a fine lezione, DEVI dirmi una cosa? "

" Certo! " - Rispose.

Si. Certo. Quel che è certo è che non ha alcun senso. Quel ragazzo ha un disperato bisogno di attenzioni, potrebbe essere un'ottima cavia!

" Ok Michi! " - Predisposi la situazione per il mio prossimo esperimento. - " Dopo parliamo. "

Lo so, eticamente non è il massimo della correttezza, ma per la scienza questo ed altro! E poi non conoscete Michele... Quello userebbe sua madre come scudo umano per tenersi le natiche al sicuro! Non si offenderà!

Ora però volevo terminare la lezione.

Il nuovo insegnante di fisica era un mega cervellone: aveva reso questa materia finora noiosa e pesante, estremamente fluida e trasversale, se pur egualmente impegnativa e complessa. Le sue lezioni erano coinvolgenti, ricche di colpi di scena, illuminanti! L'entusiasmo che trasmetteva nel somministrarci quelle pillole di comprovata verità dava la percezione che la risposta di tutto fosse esattamente lì, tra le nostre mani, dovevamo solo riuscire a formularla. Gran parte dei miei compagni, ed era cosa rara, pendeva dalle sue labbra. Ma non Michele: troppo superficiale ed egocentrico per comprendere il valore di quegli spaccati di scienza. Passava quell'ora a farsi gli affari suoi e, all'occasione, a disturbare il prossimo.

Questa inaspettata partecipazione aveva fatto sì che terminassimo l'intero programma scolastico con largo anticipo, lasciando spazio ad approfondimenti su intrigantissimi argomenti random, ai limiti del religioso.

Paradossalmente le mie lezioni preferite, in questa fase di ricerca personale, erano quelle più noiose, le meno appassionanti, in cui non sentirsi troppo in colpa se non si riesce a starci dietro. Anzi! Dovremmo prendere atto che sono forse le più importanti: concedono il tempo e la scusa di vagare con la mente, a ruota libera, esplorando i lati più sinceri e meno condizionati della nostra esistenza, nonché i più vulnerabili, quelli che faticano ad emergere da soli, senza che si vada noi a stuzzicarli, cercandoli nel profondo della nostra personalità. In effetti un momento di noia, sfruttato con intelligenza, può divenire facilmente un portale perfetto per conoscere a fondo se stessi, analizzarsi e capire cosa si vuole effettivamente dalla vita. Questo è sicuramente formativo. Se tanto mi dà tanto la scuola è un luogo oltremodo adeguato allo svolgimento di tale attività.

DRIIIIIIIIIIIIIIINN!!!!!!

...Vabbè dai, anche oggi è finita.

" Uè Dave! Hai visto con che macchina si aggira Cangiangelo? " - Eccolo Michele, come un avvoltoio sulla preda! Solo per ottenere le mie attenzioni!

" No. " (- SALTA!! -)

Cangiangelo, al secolo Angelo Cangioni, era il prof. di disegno tecnico, non si sa bene perché, ma dopo circa quindici minuti di lezione, cominciava a guardare il soffitto con aria sognante, continuando a parlare da solo per i restanti quarantacinque... Beh, quella era un'ottima lezione per esplorare sé stessi!

" Era questo che dovevi dirmi? " - Domandai.

" Beh, no. "

In realtà l'avevo vista il giorno prima, (- SALTA!!-) al discount (- SALTA!!-).

La mia attenzione era stata colpita da questa specie di carro funebre bianco, travestito da Cadillac, tutto tirato a lucido! La privacy del bagagliaio era salvaguardata da due tendine di pizzo (- SALTA!!-) con ricamati alberi e cervi, che nemmeno mia nonna nella sua vecchia casa di montagna avrebbe saputo fare di peggio! (- SALTA!!-)

Dopo essere sceso continuava a tenerla d'occhio da dentro le vetrine, come se davvero qualcuno potesse essere interessato a violare quello strano oggetto (- SALTA!!-) fuori tempo, fuori luogo e probabilmente, se l'estetica fosse argomento di studio in giurisprudenza, fuori legge!

(- SALTAAA!!!-) No, niente... non funziona!

" Dicono l'abbia ereditata da una zia vecchissima che abitava fuori paese, una signora d'altri tempi, una specie di strega! La usava per andare per boschi e cimiteri a procurarsi gli ingredienti necessari alle sue pozioni, fatture e malefici! Pare che una parte di questa energia malvagia, sprigionata da tali sinistre attività, sia stata assorbita appunto dall'automobile. Adesso chi vi si avvicina troppo inizia ad avvertire malesseri inspiegabili! " - Spiegò Michele.

" Ma dai? Pazzesco! Davvero avvincente! Un po' fantasioso, forse! "

(- SALTA!! -)

Questa cosa delle energie... Boh!

(- SALTAAAAA!!! -)

Niente da fare.

" Cosa mi volevi dire, dunque? "

" Ah, sì! Hai presente q... "

" OOH!!! AVETE SENTITO? "

" Ciao Fra! " - " Ciao... "

Michele aveva una cotta per la Fra, ragazza carina, sportiva, mora dagli occhi scuri, molto seria, ma allo stesso tempo arguta e simpatica! Non il mio tipo comunque. Anche a lei, per quanto non se ne capisca il motivo, piaceva Michele, ma lui tendenzialmente non piaceva alle sue amiche quindi... Nulla di fatto. Che stronzata!

" Che succede? " - Domandai.

" La Manu stava fumando una sigaretta poggiata all'auto di Cangioni e all'improvviso è svenuta e si è rialzata vomitando! "

" Oh Madonna, che schifo! "

" Te l'avevo detto! " - Esclamò soddisfatto Michele saltando per l'eccitazione! - " Andiamo a vedere! "

Aveva saltato! Ma nel momento sbagliato. Pffff.. A monte. Tutto da rifare!

Ci precipitammo giù.

Era pieno di ragazzi di ogni classe, tutti addosso! Sembravano formiche feroci su di una cavalletta a cui un bambino aveva appena strappato le zampe.

" Ohhh! Fatele spazio! Lasciatela respirare! Come stai Manu? "

" Meglio. "

" Andiamo in bidelleria dai, vieni, ti aiuto! "

Mise un braccio intorno alla mia spalla e attraversammo insieme il giardino della scuola.

La bidelleria era lì di fronte, sfilammo nel silenzio come reduci di guerra, non ci fu nemmeno uno sguardo tra di noi, non una parola. Probabilmente era in imbarazzo. In fondo non c'era nulla di sbagliato nell'esser stata male, insomma, vomitare fa schifo, ma capita!

In ogni caso le formiche non ci attaccarono. Per fortuna!

Salutai e andai a casa.

Nei giorni feriali, all'ora di pranzo, i miei genitori erano fuori per lavoro. Io mi dilettavo in sughi tipo: 'wurstel e formaggio' o qualunque altra cosa non fosse considerata socialmente accettabile! Quali migliori occasioni per creare e sperimentare nuovi sapori, dissapori e contrasti?

Il piatto di oggi era un mio cavallo di battaglia: la pasta à la Mariabbella, ella è come viene e, come viene viene, viene sempre bene! Un nome complesso, che racchiudeva la vera essenza di quella prelibata pietanza!

Una specie di amatriciana improvvisata con tutto quello che c'è, ma con alla fine la rigorosa aggiunta di un uovo crudo negli ultimi minuti di cottura del sugo e due sottilette o fette di formaggio fresco tipo caciotta, una sul piatto, sotto la pasta, e una in cima a coronare il tutto.

Speciale!

Dopo tale impresa, un riposino era doveroso.

Al risveglio, come spesso succedeva, misi il costume e andai alla foce del fiume.

Mi recai in una zona paludosa di acqua salmastra non lontano da casa, La Schiumarola, in realtà l'acqua era piuttosto limpida e io questa schiuma non l'avevo mai vista.

Mi sedetti nell'acqua bassa, era piacevolmente tiepida! Un po' come essere alle terme, o almeno così le immaginavo, dato che non ci ero mai stato!

Smuovendo energicamente la sabbia emergevano di tanto in tanto le 'Vongole Maschie' o 'Arselle Pisciate', grossi bivalvi striati grigio-bianchi o marroncini, unico ingrediente di spaghettate eccezionali!!

In effetti era un luogo magico!

Durante le migrazioni, tra ottobre e novembre, i fenicotteri vi facevano tappa e tutti gli anni regalavano uno spettacolo cromatico mozzafiato! Danzavano nel cielo emergendo all'orizzonte come goffe nuvole impazzite color tramonto finché, d'un tratto, si spalmavano tutti insieme sul terreno a mo' di crema di lamponi su di un'enorme fetta di pane muffita, giallo-verde e puzzolente, seminando il panico tra la popolazione ittica locale.

Era molto affascinate in quanto si trattava di una vera e propria invasione aliena!

Fortunatamente, a parte qualche pescatore, nessuno mai veniva in questo luogo incantato, che si era dunque preservato dai disastri dell'uomo.

Tornai a casa con uno o due chili di succulento bottino gastronomico. Lo diedi alla mamma, che ci avrebbe sicuramente fatto alcuni dei suoi capolavori culinari e, anche stasera a cena, avremmo mangiato da Re!

Le giornate scorrevano così, lisce e serene.

Nulla di speciale, ma riuscivo a ritenermi fortunato!

Qualcuno una volta mi suggerì che, vivere in un bel posto, fa metà della qualità della vita. Io ci ero nato, conoscevo i suoi segreti, lo rispettavo e venivo generosamente ricompensato!

Cosa potevo volere di più?

Il resto son sfumature, che s'intrecciano con immagini e ricordi, favole e speranze che si fondono vorticosamente in forme circolari concentriche. Sembrano fuoriuscire da una non meglio definita materia viscosa, tendente ad una strana colorazione rosa bluastra, in grado di dare origine ai sogni.


Risveglio traumatico.


" ISOLATE LA ZONA, NON FATE PASSARE NESSUNO!! "

" Hai idea di cosa sia successo? "

"No, sono uscito a prendere il giornale e le brioches e quando sono rientrato c'era tutto questo macello! Parlano di alcune ossa dentro un tombino. "

" Non ci credo... ricordi quel disgustoso tanfo di qualche tempo fa? Proprio lì all'incrocio. "

" È vero non ci avevo pensato! "

" Robe da matti... "

" Buongiorno!! Cos'è questa confusione? "

" Ciao Davide!!" - "Buongiorno Dado! "

" Mamma... " - Sbadigliai - " Per favore, é da quando ho dodici anni che ti chiedo se gentilmente puoi evitare di chiamarmi Dado! " - Dissi scendendo le scale - " Sbaglio o ho sentito la parola brioche? "

Era usanza che il sabato papà andasse al bar, prendesse il caffè, leggesse il giornale e tornasse con le brioches per tutti, sé stesso compreso dato che rifaceva colazione a casa! Un'idea che venne alla mamma durante un litigio, era stanca di passare la mattina da sola nel fine settimana. Comprensibile!

" ALLORA DA OGGI OGNI SABATO CI VAI A PRENDERE LE BRIOCHES! " - Gli disse - " E NON HO NESSUNA INTENZIONE DI MANGIARLE DA SOLA!! INTESI? ".

Mio padre nemmeno dovette rispondere. Da quel giorno ci guadagnammo la colazione a domicilio. Brava Mamma! Così si fa! Lei era una specialista nel girare le situazioni a suo vantaggio, specie quelle che riteneva fastidiose. Era un'arte che stavo cercando di carpire.

" Certo Dado! " - Rispose papà con un mezzo sorrisino divertito - " Marmellata di ciliegie, la tua preferita! "

" E comunque sappi che io ti chiamo come voglio! " - Puntualizzò la mamma ridendo.

In effetti sarebbe imbarazzante se ci fosse qualcuno estraneo alla famiglia, ma finché riuscivo ad arginare la cosa all'interno delle mura domestiche e trovavo le brioches alle ciliegie servite a tavola, la situazione poteva ancora essere considerata accettabile.

" Che succede fuori? " - Domandai.

" Pare abbiano trovato delle ossa dentro ad un tombino, sarà uno di quei casi di animali esotici tipo coccodrilli o serpenti che scappano giù per le fognature... "

" Si sarà mangiato qualche cane! " - Aggiunse mamma - " Meglio stare attenti. "

"Sì, direi di sì! Vado a fare un giro. "

" Ok, ma attento ai coccodrilli! "

" Si Pá!!! Ciao Má! "

" A casa per mezzogiorno, che non vogliamo mangiare tardi. Ciao! "

" Ok ciao, ciao, ciao. "

Fuori tirava un'aria strana. Molta gente si era riversata in strada per cercare di capire cosa stesse succedendo. La polizia aveva sbarrato un'intera corsia all'incrocio che da casa mia porta verso il bosco di querce, situato all'ingresso del paese, sulla via che porta al parco naturale. Si chiamava così perché, lungo la strada, c'erano tre o quattro lunghe file di querce da sughero, simbolo del parco stesso, a cui periodicamente, tra primavera ed estate, veniva rimossa la corteccia. I tronchi nudi assumevano una colorazione sanguigna molto viva e scenografica, al punto che da bambini eravamo convinti che fosse infestato da streghe, lupi mannari e altre creature malvagie e quello fosse un palese monito a non avvicinarsi.

Quando da più grandi trovammo finalmente il coraggio di esplorarlo, scoprimmo non solo che non vi era traccia di mostri, ma che oltre alle querce, c'erano tantissime altre tipologie di alberi, anche da frutto! Vi si potevano trovare mandorle, nocciole, castagne e noci; e poi more, asparagi e corbezzoli! Ciò non solo gli conferiva un aspetto rinnovato, molto meno tetro e spaventoso, ma lo rendeva anche un ottimo sito di raccolta per frutta e, nel periodo giusto, di moltissime varietà di funghi commestibili! Porcini, chiodini di faggio, di pioppo e ovviamente di quercia! E poi boleti, mazze di tamburo, prataioli e tanti altri! Da evitare solo i chiodini di pino, più limacciosi e dal sapore meno apprezzato, quantomeno a casa mia. In effetti la zona era particolarmente battuta tra settembre e novembre ma, nel resto dell'anno, risultava molto difficile incontrarvi qualcuno, se non per qualche occasionale merenda en plein air.

Pensai dunque, vista la scarsa quantità di macchine che in questo periodo passano ogni giorno per di là, che la chiusura di mezza strada non sarebbe stata poi un problema così grande!

Presi la bici e andai al fiume.

Mi venisse un colpo! Quella è la macchina di Cangioni! Ma che ci fa qui? Meglio tirare dritti, sia mica vero che porta sfiga!

Giunto vicino l'argine mi sdraiai sotto ad un cipresso, al fresco sole della mattina, era una bella giornata di fine maggio, le rondini erano già tornate da un bel po' e gli alberi e i fiori tingevano allegramente prati e giardini di colori e profumi.

Raccolsi un piccolo fiorellino giallo di trifoglio e lo misi tra i denti, sapeva di agrumi!

Ottimo luogo questo per addestrare la mente all'utilizzo dell'energia psichica, ora volta ad aumentare le potenzialità pratiche del subconscio.

Da qualche tempo stavo lavorando su me stesso per riuscire a diventare un onironauta: un viaggiatore dei sogni! Il primo passo del mio percorso fu cominciare ad annotare al risveglio tutto ciò che ricordavo del sogno appena trascorso; luoghi, persone, avvenimenti. Lo facevo innanzitutto per rendere partecipe di quel progetto ogni parte della mia personalità, quindi sia il lato conscio, che il subconscio; inoltre dovevo abituare la mente a ricordare, quindi a tener da conto ciò che accade nei sogni. Un grande traguardo l'avevo raggiunto di recente, poche settimane fa, dopo innumerevoli tentativi, ero stato in grado di fare un sogno lucido. Sostanzialmente si trattava di restare coscienti all'interno di un sogno, di conseguenza poterlo plasmare e riscrivere a proprio piacimento. La cosa interessante è che ogni sensazione o emozione provata ed elaborata dalla nostra mente è a tutti gli effetti reale. La paura è paura anche se la provi in un sogno, lo stesso vale per l'angoscia, lo stupore, il piacere, la gioia e via dicendo. Questo ha infinite possibilità di sviluppo!

Il ricordo di quell'esperienza infatti sembrava legato a qualcosa di vissuto, nulla a che vedere con la dimensione onirica! Era andata più o meno così:

Mi ero addormentato ripetendomi che dovevo restare lucido, che dovevo passare per quella fase difficile, confusa e vorticosa di transizione tra realtà e sogno mantenendomi consapevole che quel sonno in cui stavo per immergermi non era orientato al riposo, ma all'esercizio! Inculcai questo concetto nella mia testa ribadendomelo in continuazione per quasi un'ora!

Cominciò con un falso risveglio, mi trovavo a casa di un vecchio amico, Iacopo. Ero emozionato perché stavamo per andare in montagna a sciare. A sciare? Non ero mai andato a sciare! Questo fu un primo campanello d'allarme. Mi stavo preparando i vestiti nella sua stanza, dove ero coricato fino a poco tempo prima. Aspetta un attimo. Che ci facevo nella sua stanza? Mi guardai le mani, erano normali. Guardai intorno a me, sembrava tutto normale! Sentivo però un certo slancio, un'emozione particolare, come un impulso imminente! La situazione era ingiustificatamente frizzante! E se ci fossi riuscito? E se fossi all'interno di un sogno? Ne ero convinto diciamo al settanta per cento, però me lo sentivo al cento! Mi mancava una prova schiacciante, una conferma assoluta che non stavo per fare cazzate nella realtà! Mi avvicinai alla finestra, ero titubante. Beh, normale! - Pensai - Altrimenti non sarei lucido! Era solo il primo piano, tre metri scarsi. Se davvero non fosse stato un sogno non sarei di certo morto! - Pensai. - Salii sul balcone e senza pensarci troppo mi lanciai. Inizialmente mi sembrò di cadere, ma lentamente e ondeggiando leggero come una foglia. Ebbi dunque la prova, era un sogno lucido. Mi posizionai in piedi al centro del giardino e strinsi forte i pugni. L'obiettivo era uno solo, volare! Non sapendo da dove cominciare cercai di gonfiare tutti i muscoli del corpo, come a cercare in me una forza sovrumana che sconfiggesse quella di gravità! In effetti sentii tutta la mia energia prendere una direzione specifica e pian piano mi sollevai da terra! Stava funzionando. Avevo appena imparato a volare! Una volta in aria dovevo solo restare concentrato e fare un ennesimo, grande sforzo per prendere quota! Trovavo assolutamente interessante e assurdo il fatto che per continuare a volare dovevo stare davvero concentrato, non era per nulla facile, anzi, molto impegnativo! Comunque ne valeva la pena! Ci presi subito la mano e cominciai a sfrecciare velocissimo nel cielo! Non immaginavo fosse così faticoso, ma nemmeno così, fottutamente bello! La soddisfazione e l'emozione che stavo provando erano potentissime e assolutamente autentiche. Stavo ingannando la mia mente? O era lei che ingannava me? Non importava. Sentivo distintamente l'aria sul viso e l'adrenalina scorrermi dentro. Nulla di più reale! Mi sentivo completamente padrone della situazione, come in un videogioco iperrealistico di ultima generazione di cui però ero regista assoluto. Potevo decidere trama, scenari e personaggi. Vedevo il mondo e il mare dall'alto, stavo vivendo un'esperienza indescrivibile! Esattamente quello che cercavo. Ad un certo punto persi d' improvviso la concentrazione, qualcosa mi aveva disturbato. Precipitai verso il mare fino a trovarmi a volare al di sotto di esso. Inizialmente fu interessante questa nuova prospettiva, ma ben presto mi resi conto che, sebbene si trattasse di un sogno, un mio sogno, non potevo respirare sott'acqua. In questa nuova condizione non ero più sovrano degli eventi. Ricordai di aver letto da qualche parte che in queste situazioni si andava a scatenare una sorta di malumore tra l'Io, quindi la propria personalità conscia e l'Es ossia la parte inconscia, in parole povere Es tentava di riprendersi il suo posto, cercando di spaventare o mettere a disagio Io che, abusando del proprio potere e della propria volontà si era impadronito indebitamente di una fase della giornata, anzi, della vita che non è di sua competenza! Ergo, il sonno. Immaginai fosse ciò che mi stava accadendo, mi accorsi di essere veramente in apnea, provavo un'intensa e spaventosa sensazione di soffocamento. Mi svegliai di colpo per poter respirare!

Ora, in questo caso la situazione era piuttosto diversa: trovarsi al mattino all'aria aperta comportava sicuramente più stimoli e impedimenti di una stanza buia di notte, anche l'addormentarsi sarebbe stato sicuramente difficile! Forse potevo girare tutti questi fattori a mio favore, durante un sonno leggero e ostacolato, magari, sarebbe stato più facile rendersi conto di sognare e assumere quindi il controllo della situazione!

Mi concentrai ripetendo tra me e me come un mantra - " Devo restare lucido, devo restare lucido, devo restare lucido!" - Finché, non poco tempo dopo, mi addormentai.

" TSSSSSSH!! "

Aprii gli occhi. Stavo sognando? Stetti in silenzio. Mi guardai le mani. Che ore sono? Il vento fresco mi solleticava il viso e i capelli, ma portava con sé uno strano odore acre di bruciato. Le dieci e ventitré. Se puoi leggere l'ora non ti trovi in un sogno, è risaputo.

" SONO QUI!! "

Era una voce bisbigliata, ma forte, come qualcuno che vuole farsi sentire, ma senza urlare! Mi alzai.

" CHI C'È? " - Chiesi a gran voce - " CHI SEI! "

Cadde il silenzio.

" C'È QUALCUNO? " - Gridai!

Feci qualche passo verso la boscaglia, quello strano odore pungente mi bloccava il respiro.

" Ma cos'è?! " - Pensai a voce alta.

Mi addentrai fra gli alberi, non sembrava esserci nessuno, ero molto scosso per la situazione e questo odore schifoso e mai sentito prima non era di certo normale.

Avevo le allucinazioni? Stavano bruciando qualche sostanza tossica?

" Meglio andare via! " - Di nuovo la voce tradì il mio pensiero. - Indietreggiai!

Dicono che a farsi i fatti propri, si campa cent'anni! - Pensai - Vai via Davide! Che te ne frega? Vattene! - Mi ero quasi convinto, ma poi... - No no. Ora devo sapere. - Conclusi.

Mentre avanzavo tra le sterpaglie, l'odore si faceva sempre più intenso quando, superata una barriera di cespugli e rovi, in una piccola radura si palesò davanti ai miei occhi una visione decisamente disturbante.

Riverso a terra, avvolto nelle fiamme un grosso animale giaceva inerme buttato su un fianco. Sul muso ribolliva del liquido biancastro che fuoriusciva dalle narici, la pelliccia gli si era fusa addosso in una sorta di coperta di catrame, gli occhi sembravano evaporati e, in alcuni punti, la pelle era coperta di bolle che andavano ormai carbonizzandosi, mentre in altri, si stava aprendo di netto lasciando intravedere lo strato di grasso sottostante. La parte bassa del ventre era recisa di netto e le budella, versate a terra, creavano una grande pozza, come una secchiata di sugo vecchio, con grossi pezzi di carne marcia e anguille putrescenti al suo interno, il tutto era immerso in un fluido maleodorante e denso di insetti morti e morenti. L'olezzo sprigionato da quella carcassa era stomachevole, insopportabile. Stavo per vomitare!

Mi voltai di scatto per correre via e mi trovai davanti una strana figura: alta, longilinea, il viso nascosto all'ombra di un cappello da pescatore, da cui fuoriuscivano crespi capelli bianchi. Sembrava vecchio. Portava una camicia larga a quadrettoni marroni e righe rosse, pantaloni grigi da lavoro rinforzati alle ginocchia e scarponi gialli, quelli grossi di pelle.

Allungò una mano verso di me.

Io urlai. Urlai e corsi come non avevo mai corso prima! Mentre li attraversavo, senza alcuna intenzione di ridurre il passo, i rovi mi segnavano braccia e gambe scoperte con graffi più o meno profondi, ma in confronto alla scena che mi lasciavo alle spalle mi sembravano dolci carezze di velluto! Altro che sogni, nemmeno nei peggiori incubi avevo mai visto nulla di così raccapricciante.

Mi sentivo una lepre in fuga da un gigante, uno di quei pesci che nuotano pacifici per le loro acque tranquille e dal nulla si trovano davanti un enorme fenicottero incazzato! Saltai sulla bicicletta poggiata al cipresso e già stavo pedalando a tutta velocita. Non mi girai. Non mi girai mai! Pedalai a testa bassa in direzione di casa, incredulo, cercando di capire se tutto ciò fosse accaduto realmente! Avrei preferito essere in preda a qualche delirio, ma invece no, era tutto vero.

Arrivai a casa, il basculante del garage era aperto, mi ci schiantai all'interno e lasciai cadere la bici. Chiusi tutto molto velocemente e salii in camera. Non incontrai nessuno, diedi due giri di chiave! Ero sotto shock! Che senso aveva? Chi era quello uomo? Cos'era quella bestia per terra? Perché era lì? E il fuoco? Non c'era logica! E la polizia stamattina? Le ossa nel tombino? Erano collegate?

Mille domande si presentarono come una valanga irrefrenabile, con tutte le possibili soluzioni che si affollavano e bussavano incessantemente sull'uscio della mia mente. Mi venne un forte mal di testa.

E se mi avesse seguito? E se mi avesse riconosciuto? Non l'avevo visto bene, poteva essere un abitante del posto! Forse un pazzo serial killer! Ma qui? Qui non succede mai niente! Ma perché tutte a me!?

OK, calmiamoci.

" Davide sei tu? "

" Si mamma sto... Studiando! " - Una goccia di sudore mi percorse velocemente la tempia, scese sotto l'orecchio e si fermò alla base del collo, facendomi il solletico. Mi infastidì. Tirai indietro la testa guardando in alto per asciugarla sulla maglietta.

Calmiamoci!

" Ma non eri uscito? Ricordati che all'una si mangia! "

" Ok MA!! "

Optai per buttarmi a letto e dormirci su mezz'ora, per distendere i nervi e specialmente riposare il cervello, altrimenti l'ansia mi avrebbe divorato vivo.

Uscii solo per pranzo, non raccontai nulla di quanto accaduto, non avrei saputo da dove cominciare e poi mi avrebbero preso per matto, o peggio, avrebbero pensato che avessi cominciato a drogarmi! Meglio riordinare le idee prima, cercare di capire non dico il senso, ma almeno il contesto dei fatti.

Sicuramente - Pensai - Non andrò al fiume per un bel po'.
Alberto Pileri
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