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Writer Officina Blog
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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Imparare ad amare
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Alla fine, Lili dovette ammettere con se stessa che non le dispiaceva chiacchierare insieme ad Alessandro, in fin dei conti la semplicità con cui riuscivano a conversare la faceva stare bene. Ogni cosa con lui era così spontanea che non si preoccupava di dover nascondere i propri difetti e si rese conto che persino il proprio carattere introverso, quando stavano soli, si trasformava. Una sera, mentre il venticello autunnale faceva volteggiare le foglie gialle verso il terreno, Lili e Alessandro si trovavano sul balcone a scambiare due chiacchiere, come spesso accadeva a fine giornata. «Come è andata oggi?» domandò lei. «Bene, ma è un periodo piuttosto stancante e carico di stress. Come ti ho raccontato sono il responsabile marketing di un'azienda e in questo momento ci sono due importanti campagne pubblicitarie in partenza. Sono progetti su cui è stato investito molto, quindi abbiamo riunioni su riunioni, ci sono un sacco di decisioni da prendere, modifiche da apportare, budget da tenere d'occhio. Si tratta di progetti a cui sto lavorando insieme a Fabrizio, lui è l'assistente del grande capo», aveva spiegato Alessandro, per poi cambiare discorso nel timore che Lili potesse tentare di sondare ulteriormente il terreno con altre domande sul suo lavoro. Le chiese invece come mai quella sera avesse un'aria tanto pensierosa. «Sono un po' preoccupata per mia sorella,» ammise la ragazza con un sospiro, «sta vivendo parecchi cambiamenti ultimamente, eppure l'unica pagina che non si decide a voltare è quella della sua storia con Federico. Quel ragazzo non mi piace e non mi piace com'è lei per piacere a lui. È troppo accondiscendente, ha chiuso troppe volte gli occhi di fronte alle sue mancanze di rispetto, ha sorvolato sul dubbio se non addirittura sulla certezza dei suoi tradimenti. Sembra che non si renda conto di quanto è malsana una simile relazione. Vorrei che trovasse un ragazzo con la testa sulle spalle, rispettoso, gentile, affidabile.» «Che ne dici se per farla svagare un po', una sera di queste ce ne andassimo al cinema tutti insieme? Io, tu, lei e Fabrizio?» «Perché no, una serata di relax di certo non fa male a nessuno di noi.»
Qualche mattina dopo Lili si dedicò alle ultime rifiniture per un evento che le era stato chiesto di organizzare all'interno del locale, la presentazione di Eternity, una nuova collezione di gioielli, e più tardi, mentre era diretta al supermercato, ne approfittò per chiamare tutti i fornitori, il personale e il catering per sincerarsi che non ci fossero intoppi in vista della serata. Rientrando, incontrò Alessandro che si offrì di aiutarla con le buste della spesa fino alla porta di casa. Lili lo invitò a entrare e gli mostrò dove posare le buste. Nel frattempo, il suono di una raffica di messaggi arrivò dal telefono del ragazzo. «Problemi con il lavoro? Oppure è una donna che ti reclama?» «Non c'è nessuna donna che può reclamarmi, se non mia madre», rispose lui deciso, ignorando il cellulare e posando lo sguardo su di lei. «Dicono tutti così», scherzò Lili. Alessandro, però, ribatté con voce offesa: «Ma io non sono tutti. E tu sei fidanzata?». In risposta la ragazza gli mostrò le mani. «Non c'è bisogno di un anello al dito per dimostrare che sei impegnata.» «Non sono impegnata.» «Perché?» chiese lui con tono curioso, facendo scoppiare Lili in una risata, mentre il suo volto si fece serio. «Davvero me lo stai chiedendo?» domandò quindi lei sorpresa. In risposta, lui si limitò ad annuire. «Non saprei, forse non sono un tipo che piace», spiegò sintetica Lili, prendendo il contenuto della busta e sistemandolo in frigorifero. «Perché non dovresti piacere, cos'hai che non va?» «Forse per via della mia timidezza, non sono molto espansiva e difficilmente riesco a lasciarmi andare, a parlare liberamente con un ragazzo. Questa cosa è probabile che spaventi gli altri più di quanto spaventi me», ipotizzò, abbassando lo sguardo. «Con me stai parlando serenamente, sin da quando ci conosciamo.» «Ma tu non sei come gli altri, giusto?» lo provocò Lili. Alessandro rimase in silenzio, colpito da quella risposta, mentre la ragazza ebbe la sensazione che in quel momento un filo invisibile avesse legato i loro cuori. Lili lo vide deglutire, come se lui stesse cercando di fermare un pensiero troppo intimo. Il suono di una chiamata in arrivo sul telefono di Lili ruppe il momento magico che si era creato. Lo accompagnò fin sul pianerottolo, ringraziandolo per l'aiuto e quando lui la salutò continuando a guardarla, lei accennò un timido sorriso. Appena si richiuse la porta alle spalle, Lili tornò in cucina, controllò il cellulare e richiamò la sorella che l'aveva cercata per chiederle di vedersi. Aveva bisogno di parlare con lei. Si diedero appuntamento davanti all'uscita della metro di San Giovanni in Laterano e Lili decise di prendere i mezzi pubblici perché sapeva che trovare parcheggio in quella zona sarebbe stato un incubo. Arrivata, salutò la sorella con un bacio sulla guancia e si diressero verso Viale Carlo Felice, dove c'era un giardino in cui si sarebbero potute sedere a chiacchierare indisturbate. Mentre attraversavano Piazzale Appio per arrivare al parco, Maria iniziò a raccontarle dell'ultimo litigio con Federico e le disse che si erano lasciati. Nelle sue parole c'era un misto di rabbia e tristezza, ma Lili non aprì bocca per tutto il tempo. Fece appello a tutta la sua pazienza, che concentrò in un grande respiro e raccolse le lacrime della sorella per l'ennesima volta. Da quando erano piccole lei cercava sempre di allontanarla dall'atmosfera di discordia che si creava dentro casa, ogni volta che i genitori litigavano. Molto spesso la situazione era così pesante che la portava fuori sul balcone dopo aver chiuso tutte le porte, in modo da attenuare le voci dei genitori. Nonostante questo, Maria crescendo, si era ritrovata sempre invischiata in relazioni che ne accrescevano l'aggressività e il suo comportamento la portava spesso a discutere anche con i genitori. E dopo quelle discussioni, era Lili a preoccuparsi di consolare la madre, costretta a subire i malumori di Maria, oltre che quelli del marito. Adesso che erano due donne adulte, la sorella maggiore voleva per Maria qualcuno che potesse sorprenderla con gesti inaspettati e dolci, senza farla vivere costretta a chiedersi continuamente se potesse fidarsi dell'altro o a perdonare mancanze di rispetto e addirittura tradimenti. Eppure, la stessa Lili alcune volte faticava a credere che esistesse un amore a tal punto privo di bassi compromessi. Mentre uscivano dal parco dopo una lunga chiacchierata, con le foglie secche che scricchiolavano sotto i loro passi, una macchina nera si fermò e dalla vettura scese Fabrizio, diretto verso Maria. «Ehi, occhi belli», la salutò. La ragazza, sentendosi chiamare con quel soprannome, gli diede le spalle, fingendo di cercare qualcosa dentro la borsa. Intanto anche Alessandro, che era alla guida dell'auto, li aveva raggiunti. Fabrizio fece una leggera pressione sul braccio di Maria e lei si girò. «Cos'hai fatto?» chiese preoccupato, vedendo gli occhi di lei carichi di tristezza e arrossati dal pianto di poco prima. «Niente d'importante», rispose lei accennando un piccolo sorriso. Lui rimase un attimo in silenzio e poi, con la scusa di restituirle le cuffiette, la invitò a casa sua. «Non so se sia una buona idea, è tardi e devo tornare al dormitorio con la metropolitana.» «Ci mettiamo cinque minuti, abito proprio lì!» disse, indicando un portone marrone dall'altra parte della strada. «Se vi fa piacere vi posso riportare a casa io», si offrì Alessandro cercando di appoggiare il cugino. «Ti aspetto qui», disse Lili rivolta alla sorella, con l'accenno di un sorriso, incoraggiandola. Una volta appoggiata alla macchina di Alessandro si lasciò andare a un lungo sospiro, lui si avvicinò e le chiese cosa la rendesse così tesa. «Come ti avevo già accennato, spesso mia sorella mi dà un po' di pensieri», spiegò alzando le spalle. Alessandro fece qualche altro passo verso di lei, mise le mani in tasca e avvicinando il viso a quello di Lili, cercò di interpretare l'emozione sul suo volto, ma si perse nei suoi occhi e istintivamente le prese la mano. Però, prima che potesse parlare, arrivò Maria. |
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